domenica 22 agosto 2010

Piccoli animali senza paura

Addolcita dal tuffo nella natura, gli ho dato almeno una chance: poteva retrocedere e cambiare strada, io l'avrei graziato. E in effetti ha esitato, vuoi vedere che abbiamo parlato un linguaggio comune? Falso allarme, sul pianerottolo ha ripreso il cammino verso la mia porta. Povero insetto dal nome imprecisato, ho dovuto schiacciarlo. La coscienza tutt'altro che a posto, infatti pochi minuti dopo ho colto un sinistro crepitio alla finestra e ho pensato che un suo compare sarebbe arrivato a infliggermi la giusta punizione. Chiusa bruscamente la persiana, meglio soffrire il caldo per un po'.
Me lo chiedo spesso. Perché esclamo, esclamiamo: Oh che bel cagnolone. Un cavallo, se non si agita, è animale da ammirare. Più grande è, più simpatico, a patto che l'animale in questione non sia feroce. Invece, spesso ci accaniamo sui piccoli.
A proposito di piccola, quand'ero una bambina, la nonna in campagna sospirava al mio brivido di fronte a un animaletto: sei proprio una cittadina. Cittadina... pensavo fosse una cosa grave, cogliendo il tono di garbato rimprovero.
Ma perché? Diamo la colpa all'inconscio collettivo, ad ancestrali paure tramandate, o - peggio - a uno sguardo ansioso verso il futuro, una sorta di paura profetica per quando potremmo essere alla mercé degli insetti.
Qualcuno ti prende in giro per questo motivo? Cadrà nella stessa trappola. Forse qualche giorno fa, in campagna, non mi è giunto un urlo "Oddddio che cos'è quella cosa enorme che vola"? Non si trattava di un elicottero, bensì di una libellula piuttosto da record, sì. Sono corsa in aiuto con colpevole ritardo, fingendo di mettere prima al riparo l'ignara tartaruga.
Ma non significa che io non abbia un cuore, oltre che il fegato di affrontare questi piccoli animali senza paura. Mi è capitato di spingere via con delicatezza verso le beole una "gatta", sì insomma uno di quei bruchi superpelosi. Non l'avessi mai fatto. Su di lei si è avventato uno squadrone di formiche. La povera "gatta" si difendeva come poteva, ora raggomitolandosi, ora spingendosi verso l'erba dove - mi hanno assicurato - è più veloce e quindi poteva agguantare la salvezza. Ho cercato di proteggerla, scacciando le formiche, ma quant'erano agguerrite. Guardale un po', come assomigliano agli uomini: una formica non osa troppo, ma quando sopraggiunge il branco, chi la ferma più.

Nessun commento:

Posta un commento