sabato 16 luglio 2011

La sottile arte del porridge (sit down and eat)

A casa mi puntano il dito contro: perversione! Ma l'arrivo del porridge si è trasformato in una piccola lezione di vita. Mica per niente me l'ha mandato un'amica insegnante.
Can you remember? Ma sì, ricordi quando eravamo da Nan e Alex anni fa e lei preparò il porridge sulla tavola deliziosamente imbandita? Si aspettava di vederlo tornare al mittente, come sempre quando sfrecciano da queste parti gli italiani. Malu no... non si sottrasse all'assaggio e divorò tutto.
Così Robbie è precisa anche nei ricordi e quest'anno mi spedisce una deliziosa confezione. Libidine che solo dal Fife poteva arrivare. Avena dei miei desideri e della serie "Se siete imbranati non è colpa nostra, ma vi aiutiamo ugualmente" con le fantastiche buste separate, della misura esatta del latte necessario per preparare il piatto.
Fosse solo questo, potrebbe essere perversione e basta, come mi ricorda sempre quell'indice puntato. No, è che troppo spesso faccio colazione in piedi. Con il porridge non si può. La scusa ufficiale è che è Scottish, cioè no, scotta la ciotolina (no darling, non è quella del cane, non puoi capire) e quindi sedersi è un must.
La realtà è che le perversioni vanno gustate con calma. Come la vita, of course.