lunedì 13 febbraio 2012

L'amore in ritardo

Alla soglia dei vent'anni (moltiplicati per due) ho maturato questa convinzione.

Amare è constatare che tu sia sempre in ritardo, persino molto più di me che vivo senza orologio e non conosco bene il fenomeno tempo. Aver imparato a calcolare dalla tua voce, da un particolare, che se annunci un orario sarà inesorabilmente quindici, venti, trenta minuti in più.

A volte riderci su, a volte avere la tentazione di incavolarsi. Arrivare a mettermi lo smalto per le unghie, il che richiede inequivocabilmente tempo, perché dovevo, ma anche per mostrarti senza ombra di dubbio che sei in ritardo e ho avuto persino il tempo di compiere questa mirabile impresa.

E al tuo squillo, essere pronta a sfoggiare le mie unghie scintillanti oppure a obbligarti a telefonare tu al ristorante dove dobbiamo andare per annunciare il ritardo, o a riscaldare il caffè. o altro ancora. Ma basta che arrivi e mi offri quel sorriso un po' colpevole, anche se non lo ammetterai mai (Fonzie ti fa un baffo); basta che metti insieme quell'aria buffa e consapevole, basta che i tuoi occhi brillino come solo loro sanno fare, e mi dimentico tutto.

Andiamo. Acci, quest'unghia non era totalmente asciugata, però.

Buon San Valentino

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