mercoledì 29 febbraio 2012

Seduta sul fiume con la chitarra

Non mi avete creduto, ma sono uscita verso il fiume. Quello vero, mai silenzioso a differenza del mio amato lago. Un ruscello cresciuto troppo in fretta, alla cui riva mi siedo. Ho la chitarra e osservo con stupore l'acqua. 

Forse ha ragione Paul Stanley (lui è uno degli uomini più sensibili del mondo, osserva l'adolescente in me), è composto dalle lacrime delle persone che si lamentano sempre, mentre il tempo scorre più violentemente. C'è gente che piange un fiume, e non vede mai l'altra riva - canta lui -, incollata ai propri problemi, reali o ingigantiti. Gente che poi finisce piegata e ingoiata dalla marea. 
 Mi allontano dal fiume. Potrei coltivare altre bizzarre idee, alla Patti Smith. Ma sono una rocker cresciuta troppo in fretta, e mi sa che stanotte abbandono la chitarra, tanto non la so suonare, dai. Forse riafferro persino l'uncinetto. Vuoi vedere che sono più rivoluzionaria, con l'uncinetto?

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