lunedì 16 aprile 2012

Gli uccellini e la Grotta

All'alba li ho sentiti e non sapevo capacitarmi di come avessero potuto strapparmi al mio sonno, solitamente portato a radicarsi di ora in ora. Uccellini scatenati che cinguettavano senza interruzione, mi hanno suscitato un sorriso ancora quasi inconscio, e una preghiera.

Mi è venuta in mente un'alba speciale, alla Grotta di Lourdes, e mi pareva ancora di sognarla. Tanti anni fa, durante un pellegrinaggio. L'orso Malu che voleva un angolo tutto per la propria preghiera, e solo scendendo così presto alla Grotta poté trovare il proprio deserto, rivolgendosi a Maria. Ad accogliere quella ragazzotta ribelle che pur aveva deciso di andare a Lourdes, c'era un canto simile, così intenso da apparire un concerto infinito nello stemperarsi del buio.

Questa mattina il sorriso non riusciva ad andarsene via, nemmeno quando la musica si protraeva e impediva di riprendere il sonno. Rimane un'eco dentro di me di cui non so darmi spiegazione.

E' grazie a mia mamma e al mio amico Raffaele che più tardi scopro questo: oggi è Santa Bernadette. Il canto non si esaurisce come la preghiera.

2 commenti:

  1. Non posso non risponderti che con questa breve storiella: "C'era una volta un povero uccellino abituato a volare soltanto da albero ad albero; un dì ebbe l'ardire di arrivare fino al tetto di una casetta, che non era proprio un grattacielo... Ma ecco che un'aquila afferra il nostro eroe — lo aveva scambiato per un pulcino della sua razza — e, fra i suoi artigli poderosi, l'uccellino sale, sale molto in alto, oltre le montagne della terra e le vette innevate, oltre le nubi bianche e azzurre e rosa, ancora più su, fino a guardare in faccia il sole... E allora l'aquila, liberando l'uccellino, gli dice: — Forza, vola! — Signore, che io mai più torni a volare rasoterra!"
    ... e allora spicchiamo il volo ;)

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