sabato 14 aprile 2012

Il salvatore padano

Quella festa padana, una delle prime, me la ricordo ancora.

Ero arrivata una sera in una Colonia traboccante di gente. Per la precisione io detesto le feste di gente, se poi sono feste politiche ammetto che la tensione cresce. Sono fatta così, perdonatemi.

Ma mi ricordo, mentre si intrecciavano voci,emozioni e luci che cercavano di perforare il buio della sera. A un certo punto, scorsi due baffi. Fondamentali.

Erano quelli di un signore che veniva dal Sud e mi chiamò felice. Anch'io lo ero. Pochi mesi prima, mi aveva salvata. Ero in Valle, nel cuore di un'alluvione. La strada trasformata in fiume, io con l'auto bloccata, e il fiume, quello vero, che tagliava tutti i collegamenti.

Quel signore, al quale suonai nel cuore della notte, senza che lo conoscessi, mi accolse con la sua famiglia, mi protesse e mi aiutò ore dopo a tornare a casa, quando la macchina fu recuperata. Volle seguirmi con l'auto - caricando anche moglie e figlio per non lasciarli da soli a casa - fino alla mia abitazione, per essere sicuro che tutto fosse a posto.

Lo vidi mesi dopo e il suo sorriso era un altro premio che non meritavo.

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