venerdì 13 aprile 2012

Ischia e gli occhi aperti

Un giorno sereno, di innamoramento sfiorato e pelle dorata dal sole, arrivai su una collina. Ero con persone care, e lo sguardo rincorreva colui che si era allontanato un poco, come per sfuggire a una storia nota.

Con me persone care e una donna molto saggia, che mi manca. Una spremuta di arance irresistibili e potenti, sulla cima del monte di Ischia. Un ometto che suonava e diventava immenso, che suonava e il canto suo incatenava l'isola e i turisti.

Lui non ci vedeva, ma vide dove correva il mio sguardo. Signorì, mi disse, ricordi: dove Dio chiude una porta, apre una finestra. Improvvisamente fui inondata dalla luce e seppi dove non volevo andare. Mi aggrappai alla mano dell'ometto immenso.

Tanti anni dopo, chiudevo gli occhi ascoltando una canzone degli Aerosmith: ho incontrato un uomo cieco, che mi ha insegnato a vedere.

Ischia, con i profumi che ti travolgono. Ischia che ti apre gli occhi.

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