mercoledì 25 aprile 2012

La liberazione e il pudore

Quando i tedeschi fuggirono dalla Valle dell'Olona, si spalancò un'isola dove c'era ogni ben di Dio. Lo raccontava spesso il nonno, che già aveva lasciato il paese per vivere, e soprattutto lavorare, in città. Ma il suo cuore, le sue radici, i suoi familiari erano lì.

Corri, gli dissero, i tedeschi sono scappati e vedessi cosa hanno lasciato: si erano impossessati di tanta, tantissima merce in quegli anni, e ora languiva lì. La gente, affamata, provata da anni di guerra e miseria, esasperata, correva a prendere ciò che era rimasto.

Il nonno non osava.  Pudore, paura, dignità, tutto insieme. Gli tremava il pensiero, prima ancora le mani, come se fosse rubare, non riavere. Ci mise giorni a fare un giro là. Arrivò quando era tardi, e comunque non ce la faceva più di tanto. Un pezzo di stoffa, il cuore in tumulto.

I nazisti ci avevano preso molto, troppo. Ma non ci avevano cambiati, e questa è stata la prima vittoria non gridata, la liberazione da ciò che era estraneo da noi.

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