martedì 22 maggio 2012

Le lingue della tv

Vedo uno di quei dibattiti in cui il popolo più incide rispetto al giudice sovrano. E io che amo Roma alla follia, la Roma persino di più, mi sento un po' seccata.

Perché tante di queste persone dai giudizi impeccabili e invidiabili nella loro rigida certezza devono parlare la propria lingua regionale/personale? Spesso è il romanesco, che io - insisto - adoro. Però non è possibile sforzarsi e in tv cercare di parlare a tutti in tendenziale italiano? Perché ho l'impressione che se parlasse un piemontese o un lombardo o un sardo o chi per essi il conduttore inviterebbe a farsi capire?

Ecco, dico una cosa spiacevole anche per me stessa. Ma sogno una tv con funzione ancora sociale, prima quella di farsi capire da tutti e migliorarci un pochino tutti. O parliamo tutti italiano, o ciascuno parli la propria lingua: a questo punto non ci capiamo più, ma almeno avremo qualche soddisfazione collaterale, tipo preservare la nostra identità o farci comprendere da parenti e vicini lasciando fuori gli (inutili, immagino) altri.

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