sabato 30 giugno 2012

Mister Beep e le altre

Mister Cip è andato in vacanza, qui comanda Mister Beep. Per chiarire le idee a tutti, non si è sistemato su uno degli innumerevoli rami come fanno gli umani uccellini.

Macché, lui ha scelto il comignolo. Ed è rimasto lì a emettere i suoi costanti "Beeeep" meglio di un telefono, finché non è arrivata lei, la ballerina. Voglia di danzare zero, perché deve lanciarsi nel canto più bello, simile a una domanda finalmente espressa.

Con grazia se n'è poi andata ed è rimasto lui. Il suo Beeeeep, sommerso dai belati di protesta delle capre. Perché le capre belano, vero?

Beeeposa notte.

La luna dalla guancia scavata

La luna dalla guancia scavata... chi l'avrà mangiata? Qui non è passato Caronte, e gli uccellini hanno altre mire. Anche le poiane puntano in basso, per non strafare.

Piccole prede, non la luna immensa, che come immersa in un mal di denti sopportabile si affaccia sul lago.

La luna dalla guancia scavata ha poche attenzioni per gli altri. Solo, si specchia e si ritrae, fino al prossimo sogno.

Buona serata.

Mai consegnarsi ai mostri

Per esistere, esistono. Hanno volti diversi da ciò che ci aspettiamo, a volte. E spesso fanno di tutto per costringersi alla resa, non usando i modi forti dei film.

Ci lusingano, i mostri. Se ci consegneremo, andrà tutto bene; tuttavia, è una balla e non dobbiamo farci ingannare.

Mai consegnarsi a loro, anche quando ci seguono con la loro ombra. Possiamo fingere di non vederla oppure dare un'occhiata ogni tanto, senza lasciarsi incantare. Non è consegnandoci ai mostri che ne verremo fuori.

La cura Diamanti

Come cambiano i tempi. Quand'ero piccola e avevo il problema fazzoletto in caso di assenza tasche, mi rimaneva la manica del golfino o della maglietta.

Ma d'estate, che facciamo? Diamanti ci ha aperto una strada, se vogliamo. Varco, mi sembrava espressione dubbia.

Ti si rompe il braccialetto? E vai, ci sono le mutande, se devi scendere in campo. Con l'orologio non lo so. Anche con altri oggetti, forse.

Grande Diamanti... ma noi dribbliamo, ok? Ci sarà pure un'altra cura, un'altra soluzione.

Katie, Tom e chisse

Un nuovo tormentone et voilà: il divorzio tra Tom Cruise e Katie Holmes. Spero di aver pure azzeccato il nome, tanto mi interessa.

Ho scoperto anche che tale Roberta G. ha un nuovo compagno e se ne sta al mare con lui: solo che non ho idea di chi sia. Lei. Mi rendo conto di una selva di nomi sui nostri giornali, di star e starlette che mi dicono meno di zero. E meno male che dovrei essere una giornalista.

Rifaccio l'esame? Torno a frequentare la tv? Leggo di più dal parrucchiere?

Non lo so. So che un sacco di nomi nulla mi dicono, figurarsi se mi emozionano.

persino il divorzio di Tom Cruise - che conosco, rassicuratevi - sta già uscendo dalla mia scarsa memoria.

E' arrivato un carico di

Stop alle connessioni. E' arrivato un carico di mirtilli e lamponi, raccolto all'alba. Brilla di fatica e di un'altra luce ancora.

E' arrivato un carico di amicizia. Quella che non mi consente di avere paura, quando il buio è buio davvero.

E' arrivato un carico da gustare, e io ringrazio, anche perché mi si ascolta, con pudore. Sulla panchina realizzata con fatica, perizia e amicizia, spunta una lucertola, poi una più piccola: una famigliola che cerca un altro pezzo, e lo attende al sole.

E' arrivato un carico di speranza.

Il mondo si è appena svegliato

Il mondo si è appena svegliato anche se è tardi, o forse si sta solo stiracchiando. Noi siamo vigili, perché il nostro cuore è già spalancato.

I pensieri si rincorrono, più di questi cinguettii infiniti, e stiamo meditando non su chi siamo, non su cosa cerchiamo, ma sulla bellezza di ciò che ci circonda. E per questo ci sorridiamo, mentre il mondo si sta svegliando.

Buona giornata, mondo.

Il violinista Malmsteen

Ho litigato per anni con il suo nome, impronunciabile. Non riesco nemmeno a scriverlo.

Ma il suo cognome, si può. Sapete che violinista dell'infinito è Mr. Malmsteen. Dal profondo Nord esplose una leggenda: vai e regala note che cambino il mondo, lo possiedano, lo stravolgano.

E Mr . Malmsteen fu....

Grazie, mitico chitarrista, in realtà violinista. Auguri

Will che nessuno conosce



C’è un personaggio che il film snobba, ma è delizioso in Via col vento. SI chiama Will. Un uomo coraggioso, tanto che sposerà la sorella pesante di Rossella (vedi post di ieri). E’ calmo, ha visto atrocità e nulla più lo smuoverà.

Sarà un conforto, un amico per Rossella quando è da sola a far rinascere Tara. E lui le dirà una frase bellissima: non si può ripagare chi ci ha ridato la vita.

Ma esiste un’espressione anche più formidabile a suo riguardo, che lo definisce con dolcezza precisa: nulla lo sorprendeva.

Un uomo che ha visto tanto, troppo. Che amerà la sorellina buona di Rossella, ormai però immersa nella preghiera e in una vita contemplativa, arrivando a sposare l’altra. A essere felice, anche in questa condizione. A non lasciarsi sorprendere, per vivere e aiutare gli altri a vivere.

venerdì 29 giugno 2012

Sei venuto qui civettuolo

Sei arrivato qui civettuolo, volando sul filo della luce. E mi hai fissato, cantando e dimenando la coda con quel fare irresistibile.

Sei un dolcissimo bambino, di quelli che vorrebbero scoprire il mondo. Ti sei districato tra i fringuelli, tra i cuculi e sei stato sapientemente alla larga delle poiane per parlottare con me.

Civettuolo: cipepe cipepe. Il tuo messaggio si staccava da tutto il coro. Ma io l'ho sentito forte e chiaro, che si librava sul lago.

Civettuolo, scompari e resti con me.

La sera senza sospiri

La sera senza sospiri si schiude sul filo dell'acqua. E ci gioca senza pensarci.

Una sera soffice, come le coperte, se solo osassi tirarle su un poco. Sollievo è la sera che si lascia persuadere a fermarsi ancora un poco. Di Caronte e diavolerie umane non le importa.

E' la sera che scandisce rime malconce e le trasforma in un elisir d'armonia.


buona serata

Gli oggetti inanimati

Ma se li chiamano oggetti inanimati, perché si muovono? E soprattutto, perché parlano?

No, non mi ha colpita Caronte: vade retro. Ma se il frigo cambia voce quando gli girano, e se gli tiro un calcetto smette, volete chiamarlo ancora inanimato?

Lasciamo perdere la manica della maglia di Danny De Rossi, che anche la scorsa notte è uscita. A un certo punto le persiane hanno emesso un urletto ed è comparsa un'ombra, giuro giuro, che pensavo fosse  l'arbitro deciso a ricacciarlo indietro.

Ok, in generale, non vi capita mai che gli oggetti inanimati si animino più di certe anime?

Un avversario perbene


Onore agli avversari, onore a LÖW.

Una delle ragioni per non accanirsi contro i tedeschi, è lui. No, maligni, non solo perché è belloccio. E' un signore. E anche oggi lo si può vedere, dalle sue dichiarazioni. Senza recriminazioni, se non su se stesso, persino incitando gli azzurri ora.

L'Italia è stata incredibilmente forte, riconosce il mister che ieri sera si è divorato le unghie fuor di metafora.

A me piace perché sembra una persona perbene. Sono felice che abbiamo battuto la sua squadra. Anche perché è più bello sconfiggere un uomo di vero onore, con la forza del proprio.

Mi sento... ja ja

Ripercorro le immagini di ieri sera e la mia fierezza per i nostri ragazzi è incontenibile. Il risultato, la finale, tutto bene: ma mi piace il loro crescendo, il loro trovarsi con una naturalezza decisa a remare insieme verso la vittoria.

Mi sento... non mi viene la parola. Sono più forti le emozioni, quelle che non si fanno intrappolare da un pc.

A domenica penserò più tardi, e poi non ci devo pensare io. Affido tutte nelle mani, o meglio nelle teste e nei piedi di questi ragazzi e del mister.

Intanto mi sento... ja ja.

Quello che potrai fare, oggi o domani

Hai concepito tanti piani, ma sai che oggi non potrai realizzare un tuo desiderio. Forse un tuo dovere. Quello che puoi fare oggi, magari non potrai compierlo neanche domani: crescere significa acquisire consapevolezza anche di questo, senza annientarsi di amarezza.

Forse non era giusto, forse non lo sarà nemmeno domani e in questo senso la Vita decide per te, per preservarti. O magari si sbaglia anche lei.

Quello che non puoi fare oggi, potrà non fiorire persino domani. In tuo potere però c'è qualcosa, è vero: non lasciarti abbattere da tutto questo e coltivare ancora un desiderio. Finché ci sarà un seme, uno solo, dei tuoi sogni, non potranno mai dirti che l'hai fatto invano.

Quando perdi tutto


A Tara non esiste più nulla. Scomparsi gli abiti e le feste, ancora in convalescenza, bisogna lavorare nei campi. Si indigna la sorella viziata di Rossella e lei sopporterà finché sentirà insultata la sua terra, la sua vita. Tara, appunto. Vola uno schiaffo.

Tutto è cambiato. In fin dei conti, Via col vento oggi può essere utile anche in questa direzione. In un tempo in cui tanti si ritrovano senza un lavoro, senza una certezza, senza una luce per il futuro, c’è un freno alla disperazione. L’uomo si inventerà qualcosa. Lo farà, nonostante i freddi burocrati e affaristi.

Amore (scritto) è


Amore è prendere biglietto, penna e pazienza, e scriverti i miei pensieri a mano. Sforzarmi terribilmente, perché ho sempre avuto una pessima calligrafia, figurarsi ora che la macchina ha tolto ulteriore potere alle mie dita.

E’ stare attenta a vergare ogni parola e sentirla con tutta me stessa, chiudere il biglietto e dartelo con un sorriso. E contemplarlo sul tuo volto, finché mi guardi dolcemente e mi dici: scusa mi spieghi cosa sono questa, e questa e quest’altra parola, che la tua calligrafia proprio non la capisco?

Un giorno da Mamme


Non c’è Leopardi che tenga, oggi è un giorno da mamme. Faccio gli auguri a tutti coloro che sono nati in questo meraviglioso giorno, oltretutto dedicato a due potenti santi.

Ma scusate, oggi è il giorno in cui è nata la mia mamma e non c’è personaggio che tenga. Lei è un personaggio per me, e devo dire che anche per altri, perché le sue sentenze sono una colonna per tanti.

Lei è quella che sa con due pennellate ritrarre le virtù “della gente di una volta”, che sa trovare scorciatoie mai osate dagli umani (“taglio dentro”) per strada ma non ne ha mai cercata una nella vita, che si è dovuta sopportare una figlia ingombrante, che è stata una roccia per suo marito in tanti anni e gli ha offerto il sostegno in ogni momento. E’ quella che – come la rimproveriamo scherzosamente  - se uno per strada le sorride o ha bisogno, gli dà subito qualcosa, dimenticandosi di qualcosa che deve prendere per sé.

Ed è quella che se sente una notizia interessante nella sua zona di riferimento – vastissima – non me la dice “perché poi tu la scrivi”. Insomma, ne sa sempre trenta più di me e la vera giornalista potenziale è lei, da sempre. Per quest’ultima considerazione, la ringrazio un po’ meno.

Ma non è vero, perché la adoro persino per questo.

Auguri mamma. E siccome questo è un giorno da mamme, non dimentico un’altra grande Mamma nata in questo giorno, anche perché mi ha fatto mesi fa un regalo così grande, che non so ancora come ringraziarla adeguatamente: probabilmente non potrò farlo mai.

giovedì 28 giugno 2012

Il silenzio che entra a fatica

Il silenzio che entra a fatica nelle case, nei cuori, nelle piccole eccitazione di questi momenti. Abbiamo guardato gli accenni di festa, sperando in quella Grande: ma già così è una bella emozione.

Non ho esposto la bandiera, perché sul balcone compare nelle feste nazionali (per me) comandate. Le voglio bene, la rispetto e pur amando lo sport non voglio mischiarla.

Ma sono felice. Il silenzio entra a fatica stasera, e anche le nostre parole si affievoliscono lentamente.

C'è una notte dove i sorrisi contano di più e rimangono sul volto, anche quando il sonno ci unisce.

Notte silenziosa, se si può.

Supermario, la mamma e tutti noi

Sorridi Mario, sorridi. La legge del contrappasso è così folle che il sorriso poi scappa via dalle labbra di Buffon.

Ma non importa: ragazzi, siamo in finale. Di più, siamo in finale dopo aver battuto, e di netto, la squadra più pericolosa del torneo, quella che doveva fare una passeggiata fino all'ultima partita e più.

Ci siamo. Siamo arrivati fino a qui, tutti insieme. Dello stesso Paese, della stessa, varia propensione (a perdere la testa, a inneggiare, a lamentarsi alla minia incrinatura) e della voglia di dare un abbraccio, subito, alla persona più importante: la mamma.

La mamma abbracciata da supermario, perché è la sua mamma, signori, e chi non lo capisce è su un binario perduto. Ogni mamma che aspetta suo figlio che torni, sorridente o incazzoso.

Siamo tutte mamme, anche quando non possiamo o non vogliamo.

E stasera ciascuno di quei ragazzi è stato il nostro. Mica è finita: vogliamo il meglio, fino alla fine. Per abbracciarlo, guardandolo negli occhi per la sua capacità, la sua ostinazione a combattere.

ciao ciao Germania.

E ultima chiamata, commenti che dolori

noooo non mi ricordavo che ci sono pure i commentatori.

Anzi, prima ancora, a Sophia Loren si fa mormorare la parola Auguri, peraltro subito rinnegata con eleganza.

Al prepartita, sento "la notte di Italia-Germania" e dai che già ce la tiriamo con i rigori. Difatti tra il totogiocatore decisivo c'è già chi punta su  Buffon come giocatore decisivo all'ultimo secondo.

SSSSSSSSt. Con garbo, con pudore, onorando la memoria delle vere cronache in tv e radio: vi prego commentate poco se potete. E soprattutto non portate rogna

FORZA AZZURRI

Date a Cesare, ultima chiamata

Ultima chiamata, ultima tensione da attesa. Ragazzi, date a Cesare quel che è di Cesare: siate la squadra che ha minato e fatto saltare in aria la nazionale in inglese, lievitando come una torta perfetta.

Siamo in tensione, tensione felice per potervi vedere ancora in azione. Prolungate il nostro sogno fino alla follia.

Date a Cesare, e date a tutti noi.

Ultimi minuti, ultima chiamata. E il nostro grido già esplode con voi.


Birra italiana e pizza nostrana: palla al centro

Noi siamo pronti. Pizza nostrana, italianissima. E birra ancora di più: made a 300 metri da casa.

Ognuno combatte come può e confesso di non essere grande atleta. Allora ecco che ho preparato le armi giuste per noi: pizza e birra, in modo da prima lusingare e poi confondere i tedeschi.

Che offensiva, eh? Manca solo una cosa: accendere la tv? No, suonare la carica.

Dai azzurrrrrrrriiiiiiiii. Combattere, sempre

Vorrei che una partita di calcio

Vorrei che una partita di calcio fosse una partita di calcio. Che la politica si perdesse per strada, e le nostre stesse retroletture.

Vorrei che questa sera fossimo solo noi: la nazionale azzurra e quella tedesca. Come altre volte, come in altre lotte dal sapore eroico. Vorrei voci di cantori ad accompagnarle, e noi che non vediamo nient'altro, se non i nostri in campo.

Vorrei che vincesse persino il migliore, anche se non dovessimo essere noi (questo non è vero al cento per cento, ma provo a pensarlo). Vorrei una partita di calcio, semplice e selvaggia al punto giusto.

E vorrei vincerla, se possibile.


Ogni giorno voglio credere a qualcosa

Succede contro ogni mia dichiarazione, stavo dicendo contro ogni mio credo. Sì, ogni giorno voglio credere a qualcosa.

A un nuovo miracolo, anche minuscolo; a un sorriso immeritato, colto di prima mattina; a una strada che si apre laddove ero convinta ci fosse un muro. Se anche ci vado a sbattere, poi, non importa.

Ogni giorno voglio credere a qualcosa. Né importa se in questa borsa dove infilo granelli luccicanti di sabbia, altro se ne va.

Ci credo, senza aggiungere un altro pensiero, un'altra analisi, solo un piccolo fremito che non si può lasciar spegnere.

Birra italiana e pizza nostrana: palla al centro

Noi siamo pronti. Pizza nostrana, italianissima. E birra ancora di più: made a 300 metri da casa.

Ognuno combatte come può e confesso di non essere grande atleta. Allora eccomi armata: pizza e birra, in modo da prima lusingare e poi confondere i tedeschi.

Che offensiva, eh? Manca solo una cosa: accendere la tv? No, suonare la carica.

Dai azzurrrrrrrriiiiiiiii. Combattere, sempre

Beautiful e i figli unici

Ho capito qual è il guaio di Beautiful, dopo 30 anni o giù di lì: manca un figlio unico. O meglio, ce ne sono troppo pochi.

Vedi Liam come sta bene? O come stava bene, prima di trovarsi in balìa di due sorelle. Thorne si lascia mettere i piedi in testa da Ridge da 30 anni e ora anche i vetri; le sorelle Logan a volte si confondono probabilmente anche sulla propria identità. Credo che una volta Donna si sia chiamata Brooke, e Katie si sia chiamata Donna.

Un figlio unico concede respiro e soprattutto non ha qualcuno con il quale litigare per 30 anni: può inventarsene uno ogni tanto, perché aiuta a crescere o a sentirsi vivo. Ma poi può continuare per la propria strada.

La vita larga e l'abito giusto


Quando non puoi infilare un abito, per varie ragioni,  occhio a non aprire la porta alla tentazione di guardare in casa  - anzi corpo – d’altri.

Rossella in lutto (si fa per dire) vive come un’ingiustizia il ballo altrui in Via col vento, lo sappiamo, ma il peggio è vedere i vestiti delle altre. Apprendiamo che Maribella indossava “il suo vestito di tarlatana verde mela così largo da far apparire la vita come quella di una vespa”. Al contrario, per la precisione, “lei ha la vita larga come quella di una mucca”.

Il verde fa divampare l’invidia nella nostra eroina, ne siamo consapevoli. Lei pensa di essere condannata a portare grigio… viola… al massimo lilla (noi bustocchi a questo punto piangiamo con lei, pensando alla sentenza crudele di indossare la maglia del Legnano).

Rossella terribile che non puoi indossare il vestito che desideri, guarda bene Maribella. E’ vero, ha la vita magari non di una mucca, ma un po’ larga. Tuttavia, con quel vestito non si vede: merito del taglio e forse del fatto che l’ha portato il suo innamorato. Melania la troverebbe bellissima, forse per un istante dovresti anche tu: sai come brillano con il sorriso, i tuoi  occhi?

Avvisa anche tu chi ha un bimbo a bordo


Basta con le critiche a chi ha i bimbi  a bordo e avvisa gli altri tramite adesivo, ma non se stesso. Bisogna dare loro una mano, restituendo il piacere dell’avviso

 Ci ho provato con una signora impettita persino al volante: una mano al volante, l’altra al cellulare, in caso di cambio marcia un veloce gioco di mani ma non di villani si intende, perché erano agili e gentili. Accanto un ignaro marmocchio, protetto come Harry Potter da un incantesimo invisibile: anzi visibile, il fatidico adesivo “Bimbo a bordo”.

Mi è parso opportuno – suggerimento di Arguta Paffuta, lo ammetto – farle un cenno cortese. Sguardo interrogativo.

Ma no, malfidenti mica l’ho rimproverata per il cellulare. Ho solo avvertito dolcemente: signora, volevo avvisarla che ha un bimbo a bordo.