martedì 31 luglio 2012

Non ho voglia di ridere

Avviso a re che pensi di poter sbucare dal nulla e scherzare. Non ne ho voglia. Dov'eri quando lei aveva bisogno di una parola buona. E pensi che il tuo spiritello basti per strapparle un sorriso?

A me non fai ridere per nulla.

Non sei l'unico e non mi importa. Ora comando io, Arguta Paffuta, e mischio tutte le carte. Prima che se ne accorga lei, passerà...

Che bello tutti quelli che le sono stati vicini. E chi se ne è infischiato e non si stanca, si piglia il mio sonoro VAFFANPANKA.

A. G.


Non essere da meno

C'è un momento anche in cui gloriarsi un po': serve da ricarica. Rossella scopre di essere una scaltra commerciante. Un'abilità che estende subito al suo sangue: degna figlia di Geraldo O'Hara. Ma in Via col vento si riconosce come questo istinto sia stato acuito dalla necessità. Non è da meno rispetto ad altri consolidati commercianti.

Non tutti coloro che si trovano in difficoltà, sanno reagire. Ogni riferimento al vostro odiato Ashley non è casuale. Brava Rossella che si applaude e va avanti. Ma deve stare attenta a non sentirsi onnipotente, altrimenti la trappola è in agguato.

The impicc-ment (ogniuomomiofratello)

Arguta Paffuta si è svegliata di cattivo umore, e solo adesso mi ha svelato l'arcano. Secondo lei,ci sono tre fette di umani che ci circondano. 1. Chi amiamo e tutti coloro con i quali abbiamo un rapporto autentico. 2 . Quelli che fanno tante smancerie ma se ne fregano. 3 . Quelli che sembrano avere un' improrogabile e misteriosa necessità: farsi gli affari tuoi. E sprecano un sacco di energie, meglio se per vie traverse.

Non sto a discutere con lei, perché, ripeto, è di pessimo umore. Cuccatevela voi se ci tenete. Ora sulla seconda categoria sorvolo, anche se è simpatico constatare quante persone ti trovi naso a naso ogni giorno eppure non hanno mezza parola buona per te.

Sentite però la sua conclusione sulla numero tre. "ogni uomo è mio fratello, ma perché deve impicciarsi nei fatti miei?".

Mi ha infine annunciato che girerà un film. Si intitola "The impicc ment". Sarà un horror?

Federica quando non si allena

Continuo a pensare che siamo un Paese strano e invidioso.  Federica Pellegrini divide, tra gossip e accuse di protagonismo fuori dalla piscina: come se non fossimo noi media che rincorriamo la sua e altre storie d'amore.

A me di ciò che fa Federica quando non si allena - o gareggia, dai - non può fregare di meno. Io vorrei che vincesse perché brava e italiana. Bella o brutta, simpatica o no, chisse alla stragrande.

Voglio Federica vittoriosa. Per commuovermi come ho fatto con Rosalba o con le tre moschettiere. E persino coi maschietti.

La mamma di Harry Potter e una Mamma

Io l'ammiro, non mi interessano gli sbuffi. Io amo la mamma di Harry Potter, in barba ai giudizi terrificanti che dovrei emettere per i troppi libri venduti.

Ma io adoro la signora Rowling. Mi piace la sua cura dei particolari, che si sposa alla perfezione con la fantasia. Adoro i suoi personaggi e le sono infinitamente debitrice perché ha riscattato il mio favorito, che - diciamolo - alla fine è l'unico, vero eroe. E io mi stimo tutta.

Leggendo la sua storia di tenera caparbietà, ho scoperto anche il suo legame con la mamma... La morte dopo tante sofferenze, l'impegno della figlia contro quella malattia e le iniziative legate al ricordo della madre.

Forse la fantasia è anche un modo per proteggerci. Una magia che non conosce sconfitte.

Buon compleanno, Joanne.

lunedì 30 luglio 2012

Arguta nel porto

Ci sono sere in cui Arguta Paffuta se ne va; non cerco di trattenerla.

C'è qualcosa che la chiama, un luogo che ha mille volti e forse un unico, compatto. E' il porto. Lei lo, li cerca e cammina lentamente, per non farsi notare. Ne respira l'odore, aspro di contraddizioni, poi si siede e osserva. Un giorno - afferma - salirà su una barchetta oscura e salperà. Mi guarda e in qualche modo mi promette che mi porterà.

Buona serata, al porto.

Armi deboli e spuntate

Ti stai sollevando, e ci sei riuscita da sola. Con metodi impeccabili o meno, ma non ti guardi indietro; sei una sopravvissuta e non avrai rimorsi, ricacci nello stomaco anche quel filo di rimpianto.

Ci sono momenti in cui la paura di Rossella è la nostra. La percuote quando ha a fianco un uomo debole come Franco - che pur le ha permesso di salvare Tara - e non verrà mai messa al riparo. Via col vento è costellato dai suoi incubi.

Rossella è un lottatrice, ma realista. Ora che aspetta il secondo figlio e guarda al futuro, deve posare gli occhi anche sulle sue armi. Le riconosce, deboli e spuntate. E battendo il proprio sguardo, prosegue a lottare.

Nativa, digitale e antica

Sto facendo prove di svecchiamento, perché voglio essere nativa digitale. Anzi digitale e basta. Voglio che i miei nipotini non scuotano la testa mormorando: antica. Voglio che siano fieri di me e basta.


Allora oggi leggo i giornali solo digitali-ali e nessuno mi può fermare; non ho bisogno neanche di prendere appunti per ricordare perché non sono ANTICA.   Guarda guarda come navigo, anzi sguazzo. Io son nativa...

E ste Olimpiadi che sballo...

 Drrrrrrrrin.... Signor giornalaio, scusi mi porta anche la Gazzetta? Cribbio, sfogliata è meglio: anche le medaglie mi sembrano più vere.

Antica. Ecco.

Sport and new economy

Sbandamento: ops, siamo agli Europei, non alle Olimpiadi. Quel robusto coro polacco era roba da giocare in casa, capire e approvare. 

Poi la riscossa del ben dell'intelletto. Ma no, zio canarino, sono desta: qui siamo a Londra. E che ci fa questa marea di polacchi sul Tamigi? Regina pallavolo... Che potere.

O forse, mi son detta, cercando di spronare gli azzurri con la mia vocina, è la new economy. Che si mostra anche nello sport.

La sorella di Mozart

Hai talento e puoi conquistare il mondo. Ce la puoi fare, perché ti chiami Mozart. Il tuo nome di battesimo però è Nannerl, e il mondo si inchinerà, ma a tuo fratello. Il fratello che ami, e che ti adora. Il fratello con il quale discuti, per la ragione più vecchia del mondo, ovvero le scelte amorose. Componi, la implorava Wolfgang, conscio del suo valore. Ma Nannerl divenne moglie e madre. Le sue note rimasero racchiuse nel cuore. Auguri in cielo, alla sorella di Mozart, che in questi momenti mi riporta l'aria fresca e irresistibile di Salisburgo.

domenica 29 luglio 2012

Il fresco è un sorriso

Un luglio sfuggente, una ricerca di pensieri che scivola via... La sera si tingerà di tramonto, se non se ci sei tu. Il tuo sorriso è il fresco che non si riesce a sfiorare. Ma tu puoi tutto, anche quando sei triste e lasci cantare solo gli occhi. Ciascuno ha un sorriso su cui contare, e da accarezzare. Il mio sei tu. Buona serata a chiunque abbia bisogno di un sorriso.

I colori corrono

Se chiudi gli occhi e riconosci che loro sono comunque padroni, ti prendono per mano. I colori ridono, si rincorrono e ti sfidano a fare altrettanto. Ti fanno il solletico per smuoverti dal tuo sciocco arroccarti o dal tuo obbligato immobilismo. Ti amano... E ti inondano, finché trovano l'ultimo varco. E' quello dei sogni. E non li ferma più nessuno.

Mi sento una moschettiera

Bella sensazione svegliarsi così, con un podio dettato dai nostri colori. E dalle nostre moschettiere. Mi giro, mi scuoto, ma non è un sogno. Sogno magari è che la Rai possa tagliuzzare dieci minuti di un programma non epocale, per prolungare la sensazione di essere là con i nostri eroi, specialmente quelli degli sport dimenticati... Ma non importa oggi. Mi sento una moschettiera. Armata di grinta e dolcezza allo stesso tempo, potrei sfidare tutte le guardie in agguato in ogni angolo della città. Pronta a ingaggiare anche una sfida con i miei D'Artagnan, Aramis, Portos, per poi ridere e bere insieme. A proposito, Porthos, perché stai già mangiando. In guardia.. Allez... Arguta Athos Paffuta

Le sopracciglia

Quando si inalbera, il volto offre rivelazioni in anticipo. Come per fermare il temporale. Le sopracciglia nere di Rossella si aggrottano e si incontrano a sommo del naso in un angolo acuto, così viene descritto in Via col vento. A quel punto il povero marito Franco è impallidito e può tentare una retromarcia. Io mi studio allo specchio. Quali sono i vostri segni rivelatori di furia in agguato?

La Redentora

La chiamavano la Redentora, e io sono fiera di essere una donna, pensando a lei. Perché se in Brasile la schiavitù fu abolita, avvenne grazie a lei, all'imperatrice Isabella. Chiamata dalla sua gente a Redentora appunto. Un 29 luglio con un'altra eroina semisconosciuta dalle nostre parti, ma di cui è bello anche per pochi istanti assaporare la storia.

La finestra di James Stewart

Social network, cellulari, cimici... ma a che servite? La vecchia finestra sul cortile non la batte nessuno. Così mi sento come James Stewart (solo per favore non accostatemi Grace Kelly, al limite Sean Connery ok?) e basta nemmeno affacciarsi, stare a debita distanza per acquisire una informazione.

L'informazione in sé - diciamolo - è risibile. Anzi, ha pure un retrogusto triste, perché sarebbe stato meglio che i protagonisti avessero bussato a chi di dovere raccontandola felici.

Ma qui non è in discussione il fine, bensì il mezzo. Sono stupidamente contenta perché mi ero scollegata dal mondo: il mondo, però, non voleva in fondo essere scollegato da me. Perché questa è la vita e tutto parla, anche una finestra sul cortile.

sabato 28 luglio 2012

Li compiango, ti ammiro

Ti guardo correre, senza forze pure, ma tu per gli altri trovi sempre le batterie. Sei una roccia, che a volte vorrei abbracciare piano, per paura di rovinare. Come stasera. Ti fai in quattro per tutti, a partire da me. Non hai molto in cambio, e del resto il concetto "in cambio" ti è sconosciuto. Oggi hai ricevuto una delusione, che spero tanto esploda come una bolla di sapone. Hai avuto un momento di sbandamento, poi ti sei rimessa in pista borbottando un "chisse...". In quel momento mi sei parsa ancora più immensa, scusa l'espressione impropria, così immensa che le formichine di nome esseri umani non possono capire a fondo. Li compiango. E ti ammiro.

La portabandiera e noi povere donne

Bisogna arrivare nel 2012, per sorbirsi fiere statistiche sull'aumento di atlete ai Giochi olimpici, sulla tv nazionale. Strano ma vero. Stupefacenti concetti, rimarcati alla presenza dei Paesi arabi. Finalmente un mondo, anche sportivo, dove la donna ha raggiunto l'uguaglianza, iuppi iuppi. Salvo sottolineare, evitando per poco i sospiri, quanto avvenenti fossero LE portabandiera, una volta sbrigata l'incombenza di spiegare il loro ruolo sportivo. Su quanto fossero gnoccoloni I portabandiera,non una parola, mi fa notare Arguta Paffuta Se lo sport deve ancora camminare per la parità, figurarsi la tv. Ps un grazie speciale per aver dedicato tanti preziosi istanti a ricordare quanto cattivo sia l'Iran, riservando poi un nanosecondo agli atleti iracheni, da cui si poteva almeno trarre un messaggio di speranza a questo punto. C'era persino una portabandiera donna...

L'inganno e la vanità

Una mia amica refrattaria alla visione o alla lettura di Via col vento, mi chiede: ma questo povero Franco Kennedy capisce di essere stato incastrato nel matrimonio, no? E che fa? Sì certo che lo capisce. Quando incrocia colui che gli aveva fregato la fidanzata secondo Rossella ad esempio: single come prima. Le comunicazioni erano lente, ma non immobili. Lui anzi si tortura, perché si sente sotto accusa dalla sposa mancata. Non compie tuttavia follie. Non è nel suo carattere, né l'epoca lo permette. Esiste un altro emotivo, però. Un alleato della bugia: la vanità. E' lei a nascondergli la verità, e cioè che Rossella lo incastrò per i soldi. No, il povero Franco si convince che la mogliettina ha tramato,perché è soggiogata da lui. Pazzo? No, forse bisogna pur sopravvivere. E aiutarsi.

La garibaldina

Niente da fare, neanche le celebrazioni dei 150 anni d'unità sono serviti a questa distrattona che sono io. Oggi nasce una donna speciale, Antonio Marinello. Sì, con questo nome si arruolò nei Mille, ma lei era Antonia, Antonia Masanello. Lasciò una bimba a casa, per andare a combattere, e morì a 29 anni. Il suo volto di guerriero, tradito da un'ombra di dolcezza. Auguri in cielo alla garibaldina.

Beato Angelico e lo stupore

Chi sei, il Beato Angelico? Un commento scherzoso su una mia posa meditativa, mi ha fatto riaprite i libri d'arte. Sono rimasta commossa e ammirata, ripercorrendo in particolare le annunciazioni. Che cosa è racchiuso in quell'attesa, in quel gioioso pudore? Lo stupore deriva anche dalla mia ignoranza. Non mi ricordavo come questo religioso artista fosse stato beatificato, cinque secoli dopo, da papa Giovanni Paolo II. Ed è diventato il protettore degli artisti. Ne hanno bisogno, in ogni epoca, perché l'arte è gioìa e tortura, una libertà costosissima.

venerdì 27 luglio 2012

Ti ho rincorsa in sogno, isola

Sotto il peso del caldo, tutto si muoveva. Anch'io. Mi sembrava di rincorrerti, isola amara. Amara perché prendi, divori e abbandoni, richiamando poi ancora per un altro abbraccio.

Incontentabile. Ti ho rincorsa in sogno, sui sentieri profumati, tra i gatti sospettosi e credo che non mi sarei fermata mai. E anche se sei così lontana, così insopportabile, così insopprimibile nei ricordi, adesso riposi in me.

Il telefono questo sconosciuto

Avevo ormai poca familiarità con il telefono di casa, nel mio perenne spostarmi. Ora provo quasi tenerezza verso il cellulare: se non altro, puoi spegnerlo.

Ma terribile è il telefono fisso e capisco chi lo affronta con il cipiglio di una vera battaglia.

1. Due volte su tre è qualcuno che vuole venderti qualcosa, meglio se inutile. Cercherà te, tuo zio, tuo fratello, anche la donna delle pulizie se ce ne hai una. E guai ad appendergli: è capace di richiamarti e affermare che sei maleducato. Come se telefonare a casa di uno sconosciuto a orari pasti, mentre la famiglia sta intessendo tavola e conversazione, fosse gesto da gentleman.

2. Persone che vogliono semplicemente parlarti, che carine. Ma se non ti trovano a una determinata ora, proveranno a farlo con smisurata pazienza (non voglio analizzare il tempo libero) ogni cinque minuti se va bene. Tu magari sei lì in casa e senti questo trillo costante a casa del vicino (abbasso le mura sottili).
ti verrebbe voglia di rispondere, forse per ripagare la loro fiducia sul fatto che uno che non ti risponde alle 14, 14.01,14.02, 14.03, sia predestinato a farti udire la sua voce alle 14.04. O forse per ottenere un po' di silenzio.

3. In mezzo c'è il mondo normale. Ma quello usa sempre di più il cellulare. Spegniamolo e ripartiamo.

Ma chi è questa?

Signui, perché perché ora ho il tempo di sfogliare ogni tanto una rivista o incrociare una dotta dissertazione gossipara in tv. Il grido dentro di me esplode più potente. Ma chi è questa di cui si documentano spiaggia, bikini e baci appassionati? Chi è Michela B, Roberta C, Giovannona s. Ma chi sono tutte queste di cui parlate? Forse io ero assente o in altro affaccendata ma non capisco chi siano. E soprattutto, cosa cavolo facciano nella vita. Mi appello al servizio di informazione delle mie amiche.

Se lo fa anche papà

Udite udite chi nacque oggi. Alexandre Dumas. Figlio. Non voglio entrare nella triste, anzi dura, vicenda familiare. Dal punto di vista letterArio, non oso immaginare cosa significhi avere un padre che ha già fatto nascere i tre Moschettieri e una miriade di altri personaggi. Famiglia ingombrante, e come far fronte al paragone. Con delicatezza, unica arma. Anche se tormentata. Basta la Signora delle camelie. E con quel profumo consegnarsi all'eternità.

Che cosa dirà il mondo

Eccolo qua, il nostro Franco che ci ruba le parole, anche quelle che giuriamo di non pronunciare mai. Che cosa dirà il mondo? La più banale e diffusa delle espressioni, di fronte a una creatura che non si comporta come ci si aspetta da lei. Che cosa dobbiamo fare quando qualcuno, magari noi stessi, ci rivolge questo triste quesito? Quella frase l'aveva sempre dominato. E forse troppo spesso pure noi. Non bisogna essere in Via col vento, per trovare la forza di Rossella. Non nel replicare con parole o strepiti. Nel fregarsene con le azioni e stop.

giovedì 26 luglio 2012

Voglio essere responsabile

Oggi ho deciso, voglio essere responsabile. Estremamente responsabile. Noiosamente responsabile. Certo, ho poche occasioni. Eh già, fa un caldo atroce. Sì, non posso combinare un granché. Iuk, c'è un sacco di gente via. Mmm, le forze vanno e vengono: francamente, più se ne vanno. Va be', dai provo a essere estremamente responsabile, ma domani. Anzi quand'ê che arriva un po' di fresco? Scappo, Malu può scoprirmi da un momento all'altro. Arguta Paffuta

Bridget e i pericoli reali

In Beautiful le Logan sembravano soccombere - ma non è vero, lo sappiamo, è che la seconda generazione deve tirar su la mano- ed ecco che torna lei. Bridget, la più stoica di tutte le figlie. Durante la sua assenza l'avevamo ammirata finalmente crudele e insensibile in True Blood. Segno noioso/ fa comunque una brutta fine. Ora torna a casa dalla dolce Brooke e nell'universo di Beautiful. Ovvero, dove i pericoli sono molto più devastanti. Torna dai vampiri, dolce Bridget.

Il Party e la Colazione

Ti sono debitrice di un marea di saggezza ed emozioni sullo schermo. Quella di Colazione da Tiffany, la divido con Truman Capote, però. Oggi ti ringrazio per la mia iniezione di sorriso periodica con Peter Sellers: ormai i party degni li immagino così. Fanciulle salvate dalla semplicità e dall'ironia, parrucconi che saltano, elefanti ripuliti dalla follia umana, tutte le tristezze sepolte da una marea di schiuma. Un vero Hollywood Party. E un augurio speciale oggi a Blake Edwards, sperando che Sellers lassù oggi non gli tiri qualche scherzo. Ps peraltro mi dicono che Peter fosse serissimo?

La strada con te

Non è mai immobile, né assilla con Il ritmo. E' costellata di nobili sorprese, che non merito e di cui non riesco a vergognamrmi. Una strada dolce, ma non zuccherosa, con un'armonia che non stanca mai. Il paesaggio ogni giorno mi strappa gridolini di stupore e mi consegna a un sorriso di pace.Il cammino scorre, tra le tue mani.

Libertà d'azione

Scusate, ma di che vi lamentate mariti sorpresi? Rossella O'Hara faceva trovare a Franco Kennedy - che noi per ipocrita definizione dovremo chiamare il povero Franco Kennedy - le pantofole accanto al fuoco. Badava alla medicina. Metteva tre cucchiaini di zucchero nel caffè del marito. Un angelo, la nostra eroina di Via col vento. Privilegi facili da mantenere. Lo capis e anche lui. Piacevole è la vita con tipi come Rossella. Finché le si lascia libertá d'azione. Per dindirindina.

mercoledì 25 luglio 2012

Ti detesto ti benedico

Ti detesto iPad, che scrivi quelli che vuoi, che ti fai toccare ma non troppo, e che mi induci a ondeggiare tra te e il libro desiderato che forse ora riesco a toccare. Ti detesto... Ti benedico... No non ho scritto questo, sei tu che l'hai cambiato. C'è un'aria leggera e sembra quasi di respirare, tu ridi di me e sembri piû beffardo di Arguta paffuta. Però, in qualche modo, mi aiuti. Come lei. Ti detesto no no... Non scrivere benedico, zio canarino

Rosalind il coraggio e il DNA

Mi sono imbattuta nella sua storia e vorrei condividerla per pochi istanti. Oggi nasceva Rosalind Franklin, nel 1920. E' la mamma mancata per così dire del DNA, perché solo dopo la sua morte le fu riconosciuto il merito nelle sue ricerche. Mi commuove vederla studiare e cercare di combattere la polio, mentre il cancro già la incava. Penso a lei e alle eroine dimenticate o tArdivamente scoperte. Alle donne che hanno dato tutte se stesse per aiutare gli altri, anche con la ricerca. E se sono nate, è una doppia benedizione per noi. Auguri in cielo, Rosalind.

La detective

Lei Sa Tutto, o così crede. Non conosce vecchiaia. Agilmente o con antica, si trascina dappertutto e indaga. Con il suo sorriso perfido scava nelle vite altrui e appena ha arraffato quattro elementi a caso,li sparge in giro. Lei sa tutto o così crede. E' dappertutto. Nulla la ferma. Ed è così bello fregarla, questa vuota detective da strapazzo che in ogni vita si affaccia.

Un mutamento sorprendente

Vi ricordate la graziosa donnina sposata da Franco Kennedy? Non esiste più. Usiamo le stesse parole del neomarito: ha subito un mutamento sorprendente. Le fossette, il sorriso civettuolo, le guance rosee non dovevano trarre in inganno. Ormai Rossella agiva e parlava come un uomo. Franco si sbaglia, credo: non come un uomo, bensì come un sopravvissuto, uno che non ha più scrupoli perché ha in mente solo di dover restare vivo e non farsi schiacciare. Ma ai tempi moderni forse ciò ha meno appeal, e questa frase che scivola dentro Via col vento, mi fa sorridere perché penso a quante volte ho raccolto sospiri di mariti o mogli che si lamentavano di sorprendenti mutamenti dopo le nozze.

martedì 24 luglio 2012

Ciò che non sopporta Arguta

Arguta Paffuta fa in fretta ad approfittarsi e prendere il sopravvento. Quando scorge sintomi di ciò che non sopporta, ti spara diretta: ora Guido io. No, non sta con uno che si chiama Guido. Il maiuscolo viene da questo iPad folle. Lei ha voglia di dire un po' di basta, che mi vuole far trangugiare: basta dar retta a tutto il mondo e consumarsi, c'è un momento in cui contiamo solo noi. Sembra la no session ma è un suo aggravarsi. Ci sono persone deliziose nella vita. Altre che ti usano o semplicemente insopportabili. Bisogna essere carini con molti, se non tutti. Fessi no. E soprattutto, dichiara Arguta, calando la tapparella su un bel pisolino, adesso contiamo noi. Il resto - assicura - non lo sopporto, e per un po' dovresti fare così anche tu.

I cortili che mancano, che tornano

Lei mi ha ricordato un cortile e la gioia di raggiungerlo, il tempo che in pullman non passava mai. Quel cortile non c'è più, o - peggio - esiste ancora, senza avere alcuna traccia di magia. Nemmeno un'ombra. Cambiato, poco, ma l'amore, quello che faceva correre per tutti, è svanito. Persino i tuoi alberi, tolti perché d'impiccio. Sogno nuovi cortili, ma vorrei mettere piede un istante solo lì, ancora.

Il punto debole dei ragionamenti


Un uomo solo non possiamo che tifare, gran mascalzone dal cuore d’oro. Però ci troviamo in sintonia con Rossella sulla sua definizione.

Diciamolo, in Via col vento Rhett Butler fa dei ragionamenti scandalosi che ci appaiono tuttavia terribilmente opportuni. Li rigiriamo per contestarli e non riusciamo. Dietro, c’è qualcosa di sincero e potente che ci avvince. Rossella dà la definizione più calzante credo: nei suoi ragionamenti vi è sempre qualcosa che zoppica, ma io non riesco a trovare qual è il punto debole.

Neanche noi. Oppure andiamo oltre, immediatamente.

lunedì 23 luglio 2012

Le corde di Slash

Le corde della chitarra mi stringono, mi incutono pesanti vibrazioni, ma mi sanno anche accarezzare. Non chiedo nient'altro che questo, ora. Una chitarra come quella di Slash, che mi sappia scuotere ma anche tranquillizzare tacendo. Si chiama musica, o forse amicizia. O ancora, speranza. O forse tutte e tre. Intanto, buon compleanno Slash.

Proteggere una donna


Non è deliziosa, la figura di Franco Kennedy? Certo, si fa fregare da Rossella, che lo convince del tradimento della donna amata per avere i suoi soldi. Ma in fondo lui si convincerà – scoperto l’inganno – che non è andata mai così male: un po’ di vanità maschile non guasta, Rossella ha tramato perché era lei a volerlo. Non è proprio ciò che bramava Rossella, perché però dovremmo mandare noi in frantumi le illusioni degli uomini di Via col vento?

Non sarà ripagato da grande amore, ovviamente, Franco, che però si sentirà realizzato – almeno all’inizio – perché per la prima volta in vita sua sentiva di “essere un uomo che poteva proteggere una donna sola e inesperta”. Grazioso il soffermarsi sulla decisione del matrimonio. Spiega che non avrebbe saputo dire come vi era arrivato. Per questa informazione, rivolgersi a Rossella prego.

domenica 22 luglio 2012

La bottiglia e la differenza


Danzavo con la mente e fingevo di non cogliere lo sfascio dietro il microfono. Di nascosto, ho dovuto dare alla luce questa riflessione.

Se uno si dimena ubriaco su un palco, noi tutti ad  applaudirlo e magari paghiamo una cifra immensa per poterlo fare (non io, che sono bustocca).


Se uno si aggira ubriaco per le strade, lo guardiamo con compassione o non lo guardiamo affatto; e teniamo più stretta a noi la borsa.

Un palco, fa la differenza.

Mi ridate il telegattone?

Iuppissimo, oggi è il compleanno di Maurizio Seymandi. Non mi sono mai soffermata sul quesito principale, ovvero se mi piacesse o no. Ma so che rivoglio il telegattone.

Scusate, in tv, avete mai visto qualcosa di magico? Un miagolio stridente che ci annunciava la competizione tra i nostri eroi musicali?

Torna Maurizio, e riporta anche il telegattone.

Una stupida donnina

Proseguiamo con la tattica di Rossella, anche se a molte di noi - femministe o meno - avrà procurato qualche disagio.

Il ritratto che si sta delineando al secondo marito, è terribile e rabbrividiamo. Ma che dire quando lei si spaccia per questo: una stupida donnina. Faceva un sacco di domande buffe sul commercio di Franco e lui ne rideva; in realtà, lei stava per mangiarlo in insalata.

Ma non siamo troppo duri con lei, dai. C'è una frase che ci fa vacillare, in fondo. Franco pensava che il mondo era un luogo troppo grossolano per una donna sola. E - apprendiamo - in questo Rossella era silenziosamente d'accordo con lui.

La santa più fantastica

Per anni mi sono ribellata, perché mi sembrava ingiusto non avere una santa dal nome proprio uguale al mio. Ma gradualmente sono rinsavita. Anche perché conosco poche sante fantastiche quanto Maria Maddalena.

Intendiamoci, sapete che nel mio cuore c'è Santa Caterina, e Santa Teresa di Lisieux non occupa posto minore. Due dottori della Chiesa, accidenti. Ma Santa Maria Maddalena ha incontrato Gesù, ne ha ricevuto il perdono, gli ha voluto bene, l'ha seguito. Anche quando i maschietti tremavano un po', lei c'era.

I suoi occhi hanno visto quelli di Gesù e l'hanno seguito, in ogni istante. Di gioia e di dolore.

C'è una santa più fantastica? Sono grata alla sorte che ha voluto questa improvvisa idea da parte di mamma. E alle mie due bisnonne, Maria e Maddalena, che forse l'hanno ispirata.

sabato 21 luglio 2012

Il grazie quotidiano


L’ho incontrato felice, perché è saggio dei suoi oltre 90 anni e sa trasmettere un’antica dolcezza. Ma questa volta, ha parcheggiato la sua bici e mi ha rivelato la sua quotidiana destinazione. La basilica.

Ogni giorno – mi ha spiegato, con la leggerezza che danno i compiti amati – fa una tappa qui, per ringraziare. L’ho guardato mentre lo spiegava, e ho pensato alla sua lunga vita, ma non facile. Alle sofferenze di un tempo e di oggi: perché lui, che dovrebbe essere solo coccolato e accudito pur nella sua indipendenza, in realtà si trova a curare e coccolare spesso gli altri.

Mi sono congedata, osservando – un attimo solo – il suo grazie di fronte all’altare, gli occhi che si arrampicavano fino alla volta, le labbra in sintonia con il cuore.