venerdì 31 agosto 2012

Un saluto lieve

Quando ti incontravo, tu mi sembravi alto, altissimo. Una creatura altissima e lieve, come spirito che resta qui per sorridere agli altri e guidarli senza arroganza.

E quanto mi è rimasto di te, mi consolo. E quanto poco faccio fiorire dentro di me, nonostante quella ricchezza che hai donato. Adesso, chiedo ancora di più il tuo aiuto.

Un saluto lieve, perché altro non si può dire in una sera fredda d'estate. E salutami don Lorenzo. Tu lo sai...

Assertivo e ricattatorio

Dog Whisperer ormai è una lezione di vita in tutto. Assertiva e calma, lo ammiro pregustando gioie in diretta. Perché è solo rimandato ma accadrà.

Ed ecco arriva colei che si è rimangiata la promessa di fare da baby sitter al futuro cagnolino in mia assenza, e sbuffa: no, stai ancora guardando quel programma?

Io non tiro fuori i dentini, perché sono diventata meno insicura e quindi aggressiva. Respiro, mi tengo corto il guinzaglio e rispondo: se non posso vedere Dog Whisperer, vado subito in canile a prendere il ciapottino.

Un po' ricattatorio? Va be'... La mia (per ora) dog sitter mancata se ne va in tutta fretta. E io mi gusto il programma. In attesa di passare alla fase due.

La pioggia che ti aspetta

Ti aspetta, con una fedeltà commovente.

Sì è lì indecisa. Lassù arrampicata... guarda giù come se volesse essere sicura prima di buttarsi. Poi abbassa un piede, lo ritira come se l'avessero scottato, sospira.

C'è una sola certezza per lei: quando esci tu. Allora la pioggia scende gioiosa e dirompente, anche di traverso. E non ti resta che sfogliare la Legge di Murphy all'infinito.

Call me, Richard

Da giovane non mi piaceva. Nooo, non sto facendo la signorina snob. Nella gara Travolta-Gere tifavo il primo, ecco.

L'American Gigolò mi incuteva tenerezza o compassione per la sua umana vicenda. Ammetto che il suo cambiamento per Julia Roberts ha cominciato a mutare pure me. Oggi è un ragazzo d'oro, Richard Gere, a volte pure troppo. Un ragazzo, sempre. Quindi giovanissimi auguri per lui e la sua voglia di sorridere al mondo.

Call me, Richard. Solo per un brindisi.

giovedì 30 agosto 2012

Sopravvivere alla fine di Jersey Shore

Niente più aspiranti tamarri? Prima ce li mettono in mostra, poi addio. Non c'è umanità, ecco.

La fine di "Jersey Shore" è un fulmine di fine estate che potrebbe anche stordirmi. Di gioia, a essere un po' ipocriti, perché ogni tanto quei ragazzacci strappano attenzione e sorrisi. Ma sì, stracciamoci le vesti. Solo che poi scopro che oltre a Pauly anche altri fanno un programma sé. Quindi il fiume si divide in tanti rivoli...


Si può sopravvivere alla fine di Jersey Shore. Ma alla non fine, non so.

Social cortesia

Da urbana cortesia a quella social, il passo è breve. Sempre sulla pubblica via siamo.

Ma non sarebbe carino chiedere il permesso, prima di postare pubblicità o link selvaggi su pagine di persone che si conoscono magari un po' meno?

Non sarebbe gentile, non invadere il cortile altrui con richieste di giochi e altre vagamente incomprensibili, quando sai benissimo che non interessano affatto, e magari quella persona l'ha espresso  pubblicamente più di una volta? Ah già, ma chi affolla con simili richieste, forse non ha tempo per leggere il pensiero altrui.

Sono Arguta, la Paffuta vendicatrice in cerca di Social Cortesia. Sst, Malu, l'ho detto io.

Interrogativo esistenziale del tubo

Lo so, abbandona quello sguardo di muto rimprovero, che in realtà urla come un ossesso: non so spiegarmelo neanche io.

Rientra negli interrogativi in voga dalla notte dei tempi, nessuno è riuscito a dare una spiegazione. Vuoi che ci riesca io?

Lo contemplo, a mia volta. Eccolo, storto, tormentato, massacrato, mentre tu riesci a infondergli una rassicurante e razionale piega. Arrivo io e butto all'aria tutto.

Ma come posso trovare io la ragione per cui noi donne un tubetto - che sia di dentifricio, di una pomata, di un vaffanpanka qualsiasi - lo conciamo così, senza ordine alcuno?

Un giorno forse uno scienziato lo scoprirà. Adesso passami il dentifricio.

Che fine fece la piccola Mary?

Mi tormenta la sua storia da una vita, come  quella di suo padre, l'affascinante ammiraglio che osò amare la sesta moglie di Enrico VIII. Thomas Seymour, protetto dal suo sangue, perché zio del piccolo re.

Osò e fu premiato, poiché sposò Catherine Parr. E nacque la piccola Mary, un 30 agosto di quasi 500 anni fa. Il sangue protegge e tradisce... Fu giustiziato, anche grazie al fratello.

E morì la coraggiosa regina che volle amare dopo l'obbedienza.

Ma la piccola Mary, ben presto finisce nell'oblio. E questa storia non la so dimenticare.

mercoledì 29 agosto 2012

Gli occhi di Tomas Milian

Stanchezza, via. Ipnosi, gli occhi di Tomás Milián.

Grazie schermo per pochi istanti. A ogni età, in ogni ruolo, con durezza o tenerezza o debordante ironia (volgarità dicono alcuni), tutto passa tranne i suoi occhi come spilli che frugano nella vita.

La gara dei pirla

Io ho le idee chiare, non come quella ondivaga Malu. E allora nel mio peregrinare in questo mondo di pirla ne ho incontrati e ne incontro parecchi. Gente che meno conta, più pensa di essere e siccome in realtà ha una lucina intermittente e interiore che sussurra il suo scarso valore, si sfoga sugli altri.

Gente che più viene calpestata e più si mette a fare l'obbediente. Gente che si arrampica ma lascia il cervello giù, per non fargli prendere troppa aria.

Sì, lo so, la nonna di Malu diceva "La gente sei anche tu". Ma oggi comando io e osservo questa varietà di pirla, in competizione, con un vago suggerimento a lei e altri: non mettetevi in gara. Non imitateli!

se uno è pirla, lasciate che corra da solo. Prima o poi si girerà e se ne accorgerà. Oppure no: c'è sempre un burrone ad attendere, da qualche parte.

Maschera ciclamino

Lei indossò la maschera ciclamino e parve che non volesse più toglierla. Perché, diceva, non vale la pena levarla per nessuno di coloro che ti studiano senza umanità al mondo. E chi ti ama,  vede anche sotto la sua copertura.

Anzi, di quella maschera sgargiante neanche si accorge, poiché è troppo intento a guardare il tuo cuore.

Torniamo indietro, Michael?

Sai che non sono una tua fan, e al massimo ho ballato per due secondi sui tuoi ritmi. Ma quando arriva un anniversario, Michael Jackson, vorrei chiederti : torniamo indietro?


Ogni immagine e pensiero mi trasmette tristezza e inoltra altre riflessioni sul tempo. Se torniamo indietro, se non ti fa travolgere, se vivi libero... Se lo facciamo tutti.

Prometto che ballo, un poco ancora.

Buon compleanno in cielo.

martedì 28 agosto 2012

Le tue dolci parole

Sento la tua voce tingersi di dolcezza e chiami : amore... Nell'aria vibrano i tuoi complimenti e frasi affettuose, versi che mi fanno abbandonare tutto e correre da te.

Solo che stai parlando al gatto o alla tartaruga. Sciagurata me che amo l'acqua anzi la detesto, e rimango a bocca asciutta.

La sinfonia scema

Si è stufata del mondo e probabilmente ha ragione. Uno dei modi in cui esprimerlo è sbottare con ripetuti e solenni "scemi". Scèmi dice, la e lunghissima e pesante che non eguaglierò mai.

Il record di scèmi alla tv, ma il mondo reale non deve nutrire invidia poiché ha un campionario esteso.


Ripeto anch'io, piccolo sfogo, ma come lo pronuncia lei,ha tutto un altro sapore.
Scèma io.

La mia Roma e gli ansiosi

Quanti già incazzosi, con l'ansia della prestazione, della cospirazione, della giustizia, mala oppure ottima.

Io in serie A getto sguardi indifferenti, tranne quando me li incatena lei. La mia Roma. Gioco, passione, follia e buttare pure  via tutto.

Ma almeno non prendere il calcio così dannatamente sul serio, anzi sul tragico, con il volto immusonito o incavolato.

La vita è bella, il cAlcio pure. Balliamo coi lupi.

Roger Moore signore non segreto

Leggo che Roger Moore elegge Bond ideale Craig. Non sono d'accordo, il mio sangue scozzese me lo impedisce: primo per me è Sean, poi Roger. Quindi silence please.

Ma il punto è un altro. Roger è ottimo agente segreto, e signore non segreto. Mi inchino. Anche all'autoironia su come rimpiange i tempi in cui non rischiava di farsi male cadendo da una sedia o perdere un dente con una caramella.

Chi è più bello?

Lo mormora con orgoglio la foglia illuminata, al cospetto dell'ortensia. Chi è più bello?

Certo, precisa, io non sono morbida come te, e non emano profumo come un fiore. Ma guarda il sole come mi esalta, che luce mi regala senza che io chieda nulla.

un pizzico d'orgoglio da parte di una foglia, un orgoglio tollerabile che non sfocia mai in superbia. E la sua luce, la sento già un po' su di me.

lunedì 27 agosto 2012

Il gatto e la coerenza

Un altro micione si è affacciato. Non quello a tavolozza, che mira alla poltrona e non dissimula, però neanche si fa troppo avvicinare.

Questo è bianco e nero, e passeggia con quell'aria un po' così, canterebbe qualcuno. Lo chiamo. Micio. tutti gli stratagemmi dei poveri per un po' di attenzione. sarei persino disposta a offrirgli un formaggino tigre.

Lui si ferma, mi osserva e chiaramente mi risponde: ma che mi... guardi? Poi si gira e se ne va, entrando in un cancelletto semiaperto. Non finge nemmeno di voltarsi un attimo a darmi un'ultima chance. Questa è coerenza. Altro che gli umani.

Il dubbio e lo spavento

Chi non ha dubbi, mi spaventa. Mi assale un incontrollato tremore, di fronte a espressioni "Senza dubbio". Nell'era degli "assolutamente" io navigo a vista.

Voglio scappare quando vedo ostentata tanta sicurezza. Magari nel ristorante che sbirciai a Ischia, mi rintanerei volentieri."Il dubbio" gridava la scritta. Ma sai che coraggio ci vuole, in questo certo mondo, a chiamarsi così?


Le candeline e la luce

Adesso il compleanno superserio. Anzi gioioso. Angelica è un dono che il cielo mi ha fatto undici anni fa! E il suo sorriso e la sua fiducia sono il fuoco con cui accendo le candeline per la torta che idealmente le preparo (giusto per non avvelenarti, Angi) per il suo compleanno.

Una sorella in Israele, che coltiva il dialogo e l'Amore, è un regalo che non so proprio come ripagare. Che luce immensa.

Le grido un grande grazie, toda, perché ogni giorno mi ispira la speranza in un mondo migliore, che è già qui.

Solo curiosa

Sono soltanto curiosa, come un fiore che è spuntato e sa che un altro dietro già sta sbirciando per lui la vita. Sono un fiore stordito in un bosco, che non sa se amare di più l'ombra o il sole invadente; che si ritrae quando deve e a volte anche quando non è consigliabile.


Un fiore come tanti altri, che non intende dare nell'occhio, ma cercare in santa pace. Forse proprio la pace cercare, sotto la pianta silenziosa.

Celentano e Ringo Starr


Che cos'hanno in comune Celentano e Ringo Starr? Niente, neanche il compleanno. Però una ricorrenza c'è, e si tratta dell'anniversario della splendida Barbara Bach, moglie del batterista dei Beatles.

A questo punto, mi compare una scena di Colorado Cafè, con l'imitazione del quartetto di Liverpool e l'emulo di Ringo che strilla: sono il batterista dei Beatles, sono il batterista dei Beatles.

Chiedo scusa a un mio vero mito e torno a sua moglie. Mi ricordavo che fosse affascinante, ma il suo partecipare a film italiani un po' meno. Tra le pellicole c'era "Ecco noi per esempio" con Pozzetto e Celentano: della Bach, francamente, non mi ricordavo e leggo che il suo ruolo è un po' particolare, diciamo così.

Si può recitare con Celentano e poi sposare Ringo. Passando da James Bond.

domenica 26 agosto 2012

Ed è freddissimo

Sento già un borbottio sommesso... è freddissimo. Sì, ma è meraviglioso. Il vento ha bloccato tutto lo scenario, trattenendo anche il fiato delle campane.

Il sole si sta spegnendo, ma la luna curiosava da un pezzo. Le ombre e i colori si contendono il posto tra laghi e colline.

Oh sì, è freddissimo. Prima di un altro giorno caldo e profumato.

Buona sera.

Un morbido border collie

Lei è piccola e frenetica, morde le caviglie e non ho tempo di chiamare Dog Whisperer, anche se le voglio bene.

Mi consolo con il fratello maggiore, un morbido border collie che vedo ogni tanto vagabondare, quando ha chiuso il lavoro e cerca ulteriore affetto fuori dalla cascina dove è già coccolato.


I suoi occhi saggi mi chiedono carezze e quando parlando mi fermo e lo dimentico, sento quel fremito familiare, il suo muso che viene fin sotto la mano a reclamare...

Ricordi si uniscono e riescono ad avere il sopravvento. Lui poi, sazio, si riposa sotto la panchina. Ma quando me ne vado, ecco che dal finestrino lo vedo arrivare lentamente: ti saluto, sai...

Il piccolo mondo

Dalla panchina si stende il mondo. E' piccolo, ostinato e immerso nel vento. Le barche solcano il lago, blu come gli occhi che ricordo. Ma in fondo, nitidi si stagliano i grattacieli e i palazzoni della mia città, che è così distante.

Il San Carlone, no. Forse, se tendo la mano, gliela stringo. Tutto è nitido nel vento, anche se si avvicinano i nuvoloni sullo sfondo a scompigliare i capelli del piccolo mio mondo, come bimbi dispettosi.

Laghi smaltati

Grazie, Beatrice o meglio Chi ti ha mandato, se non hai creato troppi danni qui. Anzi, stamattina hai scolpito con le tue carezze robuste laghi così differenti.

Il lago Maggiore è incantato dal blu ritrovato del cielo e gliel'ha rubato, con eleganza. Ma qua e là scorgi ancora i suoi pensieri agitati di una notte emozionante.

Il lago di Monate invece è smaltato, sì una superficie accattivante e misteriosa, su cui verrebbe persino voglia di pattinare. Più in là uno specchio d'acqua rinchiuso in se stesso, forse intimorito dalle nuvole sullo sfondo.

Laghi amati, smaltati, coccolati dopo una notte di quasi fine estate.

Il cielo blu e il ferroviere

Questa non verrà infilata nelle canzoni con frase da infilare a sua volta nella vita, poiché Umberto Tozzi ha già dato.

Ma questa mattina mi sono svegliata proprio così. A volte, sic, hai proprio la testa sui binari. Se riesci ad alzarla, sorpresa... puoi vedere un cielo blu.

Ali piccole e leggere, ma non era un ferroviere
ho capito che era solo un cielo blu. Un bel cielo blu. Un incantato cielo blu...

Umberto, non capisco sempre tutto ciò che dici, perché poetessa non sono. Ma questa mattina questo cielo blu lo canticchio con te.

Buon compleanno, Flavio

Flavio, ma come fai  a ricordarti tutto? Ti prego non interrogarmi. Ti assicuro che ho sognato proprio questo, che mi rivolgevi un sacco di domande in biologia e in matematica. Persino in filosofia, a essere fiscali. E dire che in filosofia mi sarei laureata una vita fa.

Ok, per il tuo compleanno, caro Flavio Oreglio, ti regalo questo sogno e lo ripongo in un cassetto. Sono felice che esistano artisti come te, capaci di raccontare storie curiose come quella della scienza. Che sappiano far ridere pensando. O pensare, facendo ridere. In teoria, è la stessa cosa, ma con i dubbi che colpiscono dopo il sogno non saprei.

Tanti auguri e tanti viaggi curiosi.

sabato 25 agosto 2012

Pensieri di panna

Panna, panna a volontà nel cielo. Animaletti che rotolano o si lasciano imbrigliare, forme strane che si avventano sulle altre o si ritirano, in un gioco movimentato.

Movimento come i pensieri, che si mischiano fino al cielo, e cercano un sollievo in quel prato blu.

Pensieri di panna, che rotolano, finché lei si incupisce. E i pensieri devono fuggire in un angolo che essi solo conoscono.

Bufera e preghiera

Il falco ha un grido rallentato, e le prede sono già nascoste. I raggi fuggono all'impazzata, fiutando la nuova bufera. E pregustando già la nuova pace, quando ci sarà.

Non c'è una fine alla tormenta, ai tormenti. Non c'è una fine alla tranquillità ritrovata. Forse tutto convive con un'armonia propria.

Bufera. Preghiera. Tutto, tranne una chimera: che ci sia una fine, a uno stato, all'altro.

Più umana

Tu non stai leccando il tuo cucciolo. Lo stai baciando e coccolando. Carezze. Gli dai un'occhiata così umana, che mi fai trasalire, gattina.

Tu sei umana, così umana da dare i brividi. O forse noi siamo i soliti egocentrici.

in realtà nella natura  ci si comporta così forse. E noi crediamo di essere originali, mentre spesso siamo solo brutte copie.

buona giornata, mamma micia.

Il giorno che spacca

Già, a che festa vado? Da Sean Connery, che mal che vada mi porterà nel castello scozzese dove ha girato il film con Catherine Zeta-Jones?

No, eh... Ok, si tenga la sua torta e la mia ammirazione. E' l'attore più tosto della sua generazione, credo, e il fatto di provenire dalla Scozia lo rende superbo ai miei occhi. Se ci abitasse pure sempre, persino di più.

Allora vado alla festa di compleanno di Gene Simmons. Già ma chissà che casino. Anzi, no, il Demone dei Kiss non festeggia, perché dice che ogni giorno sulla terra è da celebrare.


Sì, ma che iella: due compleanni e nessun party che mi tenti... Un giorno che mi spacca in due. Allora, me ne sto sul mio lago a guardare la tempesta. Sperando che lei non guardi me.

Auguri, fantastici ragazzi.

venerdì 24 agosto 2012

Le fedelissime

Loro non ti tradiscono mai. Domina i tuoi istanti un caldo bollente, e ora arrivano senza farti mancare nulla, un ronzio, una punturina, un sogghigno.

Inizia a spirare la tempesta, allora pensano bene di farsi una scorta e mentre tu guardi in alto, zac, hanno già mordicchiato piedi, caviglie, e salgono finché non urli noooo.

E anche se lo urli, chi se ne frega. Le zanzare, fedelissime, loro sì, per sempre.

Emozioni all'ultimo raggio

Non voglio rivedere l'ombra dell'Empire State Building, e l'eco del dolore.

E non voglio concepire alcun ragionamento su Lance Armstrong, tenendomi strette le emozioni che mi regalò.

Nulla, voglio sentire. Tutto voglio guardare, con l'occhiata di un animaletto senza ferite. Mentre l'ultimo raggio giocherella con le piante e non degna più di uno sguardo il lago, già intinto nel grigio che annuncia solitamente la tempesta.

Le emozioni all'ultimo raggio, la tristezza, i ricordi, la tua gioia, sono tutte in me.


Le nostre marachelle e le scarpe sporche

Ho sognato un luogo terribile, dove l'unico sorriso eri tu. Premuroso con tutti, e io contemplavo un mobile meraviglioso, con l'assurdo pensiero che l'avevi realizzato tu.

Se dovessi definirti in qualche modo, ti chiamerei il mio compagno di marachelle. Anche quando eravamo terribilmente seri. C'era sempre un guaio da combinare, e devo dire che anche se molti,invidiosi della nostra armonia giocosa, remavano contro, abbiamo sempre navigato bene negli ultimi anni spensierati.

Marachelle, inseguirmi e fischiare nel cuore della notte mentre sfamavo il pino Philippe. Perché tu preferivi innaffiare i fiori di plastica.

Marachelle che periodicamente ci facevano gridare: basta. Ma la serietà ci uccideva, ci faceva persino spuntare le lacrime agli occhi.

Marachelle innocenti o no, ma fammi ballare un tango. Scherza ancora... Come quella volta che ti regalai un set per i tuoi numerosi viaggi, con il necessario per le scarpe. Tu mi dicesti: vuoi dire che oltre ad amare tu un altro, io ho le scarpe sporche?

La lettera di Peppino

Vorrei scrivere una lettera con Peppino De Filippo. Sedermi in un cantuccio e aspettare i suoi ordini, con fare più modesto che perentorio, come sa mostrare un grande.

Vorrei uno scrittoio d'altri tempi, forse persino penna e calamaio, io che già non riesco a scrivere decentemente con biro modernissima.

Vorrei udire parole per cui sorridere o commuovermi, o entrambe le cose. Basta che sia un universo semplice, dove ogni emozione scorre come una lettera.

Oggi nasceva il grande Peppino.

giovedì 23 agosto 2012

Un'aria sola

Un'aria sola, dominatrice, sul terrazzo. Sulla spiaggia. Sulla collina che aspetta.

Un soffio fresco che  quasi fa sperare,  poi ti porta via. Te lo porgo, tra le mani, come un mio sospiro solo per te.

Un'aria sola, quella che respiriamo, in questa sera per noi.

La zanzara e The mentalist

Compare con la luce del sole. Ti strilla: io ci sono e ti farò vedere i sorci verdi, stanotte.

Io penso che a questo punto in camera siamo decisamente troppi.

Compare per darti il preavviso e godere ancora di più in anticipo, scorgendo i tuoi fremiti seccati, anch'essi in anticipo.

Ma perché non ci sono più le zanzare di una volta, che con il buio arrivavano, colpivano e poi non ti rompevano più le scatole? Perché abbiamo permesso loro di vedere The mentalist?

Questo e quello


Con sicurezza ti invitano a fare una cosa, con non meno grinta te la proibiscono. E o fai l'asino di Buridano, o di uno dei due saggi te ne freghi.

Siccome sono razionale e non voglio navigare nella superficialità che sfugge al libero arbitrio, ho deciso: mi affido all'esperto che ho incontrato per primo. Questo o quello per me pari non sono.

Ode a te che scorri

Biondo quel che basta, con sfumature ramate che si intensificano, scorri nella nostra vita per portarci sollievo.

Scorri finché sarai di moda, e per me anche più, poiché ben sai che non sono mai aggiornata, nella mia talvolta voluta distrazione.

Scorri finché sarà estate, e ogni volta che imploreremo la tua compagnia.


Scorri, voluttuoso o pudico, prenditi il tuo tempo e afferra anche il nostro.

Vai e scorri, nostro amato Spritz.

Chi mi mette fretta

Ringrazio chi mi mette fretta, chi mi morde sul collo anche se non è un vampiro di True Blood - sic   - perché mi aiuta a combattere la proverbiale pigrizia che alberga in me.

Ringrazio un po' meno chi mi mette fretta e poi fretta non c'era, perché quando me ne accorgo (generalmente in fretta) trovo un ulteriore conforto alla mia persuasione che non c'è mai fretta.

Vera e il coraggio sulla scala

Da sempre mi pongo un esistenziale interrogativo.  Ma nella scena risolutiva di Psycho, ha richiesto più coraggio tenere impegnato Perkins o entrare in casa, salendo quella maledetta scala e poi cercando rifugio?

Sì, certo, poi Vera Miles viene salvata, ma a me quel "vai dentro tu, che io tengo a bada lui" puzza.

Intanto omaggio questa attrice, nata il 23 agosto di qualche anno fa.

mercoledì 22 agosto 2012

Le piccole cose di cui stufarsi

Giusto per liberarsi di un po' di caldo, ci sono due o tre cose di cui sono stufa. E dichiaro guerra a oltranza.

1. Chiamarmi una volta al giorno sul cellulare, per trovare dove l'ho lasciato
2. Cliccare ancora sulla chiave dell'auto, guardando con la coda dell'occhio per non farmi sgamare, dopo quattro volte che chiudo ma non sono convinta.
3. Affacciarmi dal balcone fingendo di guardare un punto indistinto, ma in realtà sbirciando se non ho lasciato accese le luci dell'auto.


E mi fermi qui perché già su queste tre battaglie devo scegliere la strategia.

In bianco e nero l'intelligenza

Perché in bianco e nero suona tutto così intelligente? Perché risentire Cochi e Renato ti fa ridere, sì, ma intanto pensare come a colori non ti venga proprio così?

I camini fumano, come la voglia di tornare al colore che grida un sacco di corbellerie. E su a pensare alla gallina, alla possibilità di misurare l' agilità mentale da uno sguardo, a respirare la vera nebbia padana senza malizia, a rivestirsi di autoironia.

E in bianco e nero tutto appare più facile.

Crudeltà

Tanti volti, alcuni mascherati di dolcezza e ipocrisia.

Crudeltà per un bimbo che non può giocare, o forse potrebbe, ma gli viene concesso solo di guardare. Perché troppa fatica richiederebbe agli altri bambini  condividere, oltre al gioco, i limiti. Non c'è un adulto che muova un dito.

Crudeltà verso gatti troppo liberi per esserlo veramente, che ora non compaiono più a miagolare e cibarsi da mani generose. Altre, rapaci, li hanno portato via.

E crudeltà soffuse, uno sguardo negato su una strada, proprio mentre una persona ne avrebbe proprio bisogno. Una risata che ferisce e il cui eco perseguita i tristi pensieri.

Credere, oltre ogni crudeltà, la sfida.

La voce di Frajese

Sogno la voce di Frajese. Quel garbo che sa trasmettere passione e che ti trascina nel cuore dei fatti. Che sia un dramma o una partita, pura umanità.

Rivorrei una voce così, e il sapore di Siena, dalle prime tensioni al grido liberatorio, passando attraverso la sofferenza o la leggerezza che ogni istante del destino può offrire.

Frajese,  che nasceva un 22 agosto non così lontano, e così distante oggi sembra quello stile.

martedì 21 agosto 2012

Parole di una sera

Parole che scivolano indifferenti o si fermano sulla pelle, ferendo. Parole da chi non importa, e non può più cambiare.

Parole sparse sul pavimento, poche appiccicate sul soffitto, troppe nell'aria senza capire dove debbano andare. Parole tenere, da ricoprire di baci e lasciar poi viaggiare.

Parole di una giornata lunga, di una sera che non si lascia afferrare, e che non sanno quando si devono addormentare.

La stranezza dei fidanzati

Devo ripassare il vocabolario sentimentale, perché forse cambia troppo in fretta.

Su siti di giornali seri, conto ripetuti video o fotogallery di tizie - le solite più o meno famose - in vacanza con il fidanzato. Loro più o meno famose, i fidanzati idem, e allora mi chiedo che notizia sia.

Secoli fa, quando i fidanzatini dovevano stare a distanza o su di loro vegliavano mamma e papà ok. Ma adesso la notizia non sarebbe se i fidanzati fossero lontani? Sempre che, si intende, questa gente abbia fatto qualcosa di significativo per essere celebre.

Un libro fuori moda

Spesso accade che nella casa del bosco io peschi vecchi libri. Una regina della biblioteca è la Alcott, la mamma di Piccole donne.

Ma questa volta ho letto "Una ragazza fuori moda". Che è proprio fuori moda, dalle pagine alla protagonista, e probabilmente anche nel quasi lieto fine. Forse per questo mi piace rileggerlo. Forse soprattutto perché sono sempre stata abbastanza fuori moda. E adesso che non sono più una ragazzina, diciamo, ne sono ancora più contenta.

La frase di una canzone - passato e vestiti

Se chiudo gli occhi, le frasi di Umberto Tozzi che si insinuano nella mia mente sono tante, lo confesso.

Quella che resta accanto a te, non dev'essere per forza l'espressione che ti ritrae o ti cattura.  Ad esempio, conosco a memoria Dimmi di no che - grazie a Dio - è una canzone che non rivolgerei mai a nessuno.

Ultimamente, viaggia dentro di me questa frase  : vado solo a prendere i vestiti e ad uccidere il passato, ora ci sei tu. E' tratta da Donna amante mia (meravigliosa, credo) e ha due pieghe, secondo me.

1 . Suggestiva, nel suo accostare l'azione semplice e quella grande. Prendere i vestiti e uccidere il passato, Et voilà con un gesto impressa la svolta di vita.

2. È proprio da uomo. Noi donne, la semplificazione dobbiamo ancora scoprirla

Strillare come Don Backy

Voglio strillare come Don Backy e lottare se è necessario. Voglio cantare Sognando, e voglio ribadire che Importa niente.

Sono volati gli anni, le illusioni, le delusioni. Ma la sua voce graffiante mi avvolge sempre, eco del passato che si avvicina.

auguri Don Backy: la verità Nuda e sgradevole è che il tempo passa quando lo desidera, e come desidera.

lunedì 20 agosto 2012

La prima estate senza Melissa

C'è sempre una prima estate, e poi la prima festa. Quindi altri momenti che hanno questo triste sapore di "primo", quando qualcuno di caro non c'è più.

E mi rattrista pensare a una famiglia a Brindisi, alla sua prima estate senza Melissa. E non credo con la giustizia che consoli. A quest'estate che non smette di tremare in Emilia e che colleziona una prima stagione non condivisa: la stagione in cui si cerca, si può stare di più insieme.

C'è un primo dolce,  e un primo tristissimo.

Melissa, in questa estate senza di te, ti abbraccio.

Uccellino ultima chiamata

Caro uccellino grintoso, che ti arrampichi nel bosco e poi scendi manco avessi il bob sotto le ali.

Che aleggi e strilli e ti senti il padrone incontrastato, visto che gli altri uccellini sonnecchiano.

Che ti gridi dominatore e mi fai anche qualche sano sberleffo, spostandoti di un ramo quando mi adocchi nel giardino.

Ti volevo solo avvisare che sull'altro albero c'è un gatto

baci.

A volte si svegliano

Stanno sul loro pianeta, anche se tu potresti affondare: non sono sfiorati dall'idea di tenderti una mano, anche sotto forma di parola. Certo, tu sorridi, ma potrebbero pensare che stai lottando, e duramente.

Non ci pensano. Non importa loro. Non sanno che farsene, finché non vengono colti da un pensiero, spesso da un bisogno.

Allora, a volte si svegliano. Ma io voglio continuare a dormire: good night. Le mie energie sono in offerta a chi ha veri bisogni, ma soprattutto a veri pensieri.

La stanza segreta

L'ho sognata, improvvisa e luminosa. Aveva persino un lampo di balcone e di prato. Una prosecuzione dell'abitazione di papà, e lui infatti si affacciava: ma anche se vi ero giunta, nessuno di noi aveva idea di quale fosse il passaggio. E di come fosse sbucata.

Sogno spesso di case, e le so riconoscere almeno a livello intuitivo. Un puzzle di dimore che ho incontrato o vissuto.

Frammenti che trovano una loro armonia. Case che si rincorrono nei miei sogni, e non voglio sapere perché.

Il canto di agosto

Dove sono finiti tutti i re del canto? soffocati da grilli o cicale. Resistono Cip e pochi altri, persino il cuculo si è nascosto.

E' il sapore di agosto, anche nel mio bosco. Si prepara già alla resa autunnale, con l'invadenza della sera.

Ma la mattina mi basta il tuo cip sottile, come un sussulto impertinente, a spingermi avanti sulla giornata che si apre.

Un giorno che vale doppio, dadaumpa

Dadaumpa! si scrive così? Oggi doppio compleanno, con quattro gambe che a volte sembravano anche ventiquattro per quanto erano lunghe e come volteggiavano.

Sarà contento il mio amico Porthos-Giorgio di spegnere le candeline sulla torta - doppia - delle gemelle Kessler. Una pace perfetta tra Germania e Italia, che si vuole di più dalla vita.

Diciamolo: ma due gemelle così nello spettacolo le abbiamo più viste? Ma poi scusate, ritorna il tormentone: siamo sicuri che siano due e non un gioco di specchi? I grandi misteri della tv italiana.

domenica 19 agosto 2012

Rete madre onnipotente

La rete appiccicosa e assassina. In rete penso di saper essere banale, superficiale, saccente... Di amplificare i miei difetti della vita. Tuttavia, spero almeno di non diventare violenta.

A volte, rileggo alcuni commenti a post o articoli, per capire se io abbia perso vista o intelletto. Possibile che si possano scrivere frasi prepotenti, che si possa calpestare la vita, perdere ogni traccia di rispetto per le basilari regole della convivenza umana, se non civile?

La risposta è sotto i miei occhi. E tremo di fronte alla rete, madre onnipotente, che implacabile cattura le nostre follie.

Ronzio

Non so cosa sia questo sinistro ronzio che ogni tanto percuote il portico. E zzzzt e zzzzt. Frugo con lo sguardo, mi avvicino, ma non vedo nulla.

Il ronzio arriva, parte, ritorna e assomiglia a un sogghigno.

Sapete cosa? ho deciso di non voler conoscere cosa sia questo ronzio.

Tornare e restare

E' tornata la mia contessa. Ma non è mai andata via, solo che non riesco a spiegarlo alla mia amica. Non perché lei non comprenda, bensì perché io sono un noto orso, incomunicabile nei miei sentimenti.

Non se n'è mai andata, e non c'entrano facebook, il cellulare e le dolci stregonerie dei tempi moderni, che allentano la morsa della distanza.

E' che ci sono persone che non si allontanano mai, perché hanno un posto speciale nel tuo cuore. E hai un sussulto, perché non le vedi, bussi dentro di te: il tempo di aprire quella porta misteriosa e percepisci il loro sorriso. Sono qui, con te.


Immobile per te

Ce l'ho fatta. Sono giorni che studio come diventare immobile, immobilissima, con il mio vestitino a fiori, per catturare la sua attenzione e una carezza.

Le prime volte, mi volava soltanto vicino e sbuffava via. Io a magonare dietro i suoi colori... Ma poi per ben due volte si è accostata. La prima, vicino al vestito a curiosare se quei fiori fossero stati ispirati da qualcuno di sua conoscenza. Quindi è salita fino alla mia fronte e ha spiato un occhio, sono certa.

Se n'è andata. Ma ero felice. Ero rimasta così immobile per questa farfalla e le sue amiche, per implorare un gesto di affetto. E se le ho fatte ridere, sono felice.

Quando domammo Tipper

Oggi compie gli anni la signora Tipper Gore. Lo so, tanti di voi andranno matti per l'ambientalista Al. Ma io mi ricordo le torture, quando ero adolescente. Quando lei e il comitato genitori americano lanciarono invettive e tentarono di mettere la museruola al rock.

Siccome siamo rocker, ma non scemi, rivedo ancora una gustosa scena del processo. Quando arrivò il cattivone Dee Snider dei Twister Sister, che non solo - udite udite - sa leggere e scrivere, ma possiede anche una sua cultura ed è in grado di parlare con estrema proprietà di linguaggio e modi educati.

che goduria pura. Poi arrivò il bollino rosso, perché i censori non capiscono che sono cose che istigano a comprare di più. Bontà loro.

Con la vicenda delle Pussy Riot oggi, tutto ciò sembra acqua fresca. E poi dicono che lei abbia reclutato i Grateful Dead per la campagna presidenziale. Non proprio angioletti secondo i crismi del Comitato...

buon compleanno, come si cambia!

sabato 18 agosto 2012

Tu e la piccola vita

Sei felice. Finalmente, nei tuoi occhi un po' di pace. Sei felice per una piccola vita che hai potuto ricevere, a sorpresa. La tua voce vibra di una luce diversa, come gli occhi, oggi.

Io ti vorrei stringere forte, ma sai che intingo tutto nello scherzo, per non lasciarmi andare. Per non lasciarti andare.

Una piccola vita, ci ripaga di tanto. Io guardo il tuo bel volto da cavaliere, e so che non c'è nessuno che io possa amare quanto te.

Arrivi morbida

Stai arrivando? Ti sento già, morbidissima. Il tuo calore manda in visibilio, in barba a Lucifero e a tutti i suoi compagni di viaggio estivi.

Arrivi, lo so. Ti vedo colore del sole, ma riesco a entrare in te e nei tuoi pensieri, sgorga un pensiero ancora più morbido che ondeggia tra il bianco e il blu.

Arrivi morbida, morbidissima, io non vedo l'ora di averti tra le mani.

Ti adoro, regina polenta.

Forse distratta

Forse sono diventata terribilmente distratta. Non capisco il motivo di discussioni che percuotono l'aria e scavano i cuori: le sento da lontano, e ancora più distanti le mando.

Non comprendo perché accalorarsi per un posto al sole, nell'afa della vita. E non mi entra proprio in testa perché bisogna indossare tutti lo stesso colore, lo stesso accento, gli stessi vestiti e le stesse canzoni: infinito elenco.

Non capisco più niente, e sarà sicuramente distrazione. Distrazione anche che non me ne freghi proprio un tubo, mentre inseguo il vociare più rassicurante di un grillo.

Il gatto cavalletta

La sera si stende placidamente e con una dolce freschezza: tutto è perfetto e ci viene da mormorare una preghiera per chi, solo poche centinaia di metri più giù, sta boccheggiando.

Nella semioscurità avverto un passaggio consistente sotto le mie ginocchia e penso che il gattino vagabondo si è fatto più ardito. Un lieve sobbalzo e mi accorgo che il felino in questione è in realtà una cavalletta (gigante, sottolineo, gigante davvero, e credetemi per una volta) che si era accomodata sulle mie gambe.

Urlo di rito, e lui che dice: piantala,è normale, normalissimo.

Lo so, ma perché questa diabolica cavalletta deve restare qui con noi, nascondendosi in ogni pertugio per saltar fuori ogni cinque minuti e gridare a modo suo "buuuuh"?

Sola nella mia angoscia da cittadina trapiantata, lui non la vuole mandare via.

Il giorno dopo, un mio amico mi spiega che qui si chiama "la sciura". Si accomodi, sciura. Come al solito, mi sono dovuta spostare io.

Il sogno di Patrick Swayze

Anche Patrick non poteva essere che del 1952. Ma se n'è già andato, con sofferenza e dignità. 

Quando era un attore giovane e splendente, ci ha fatto rabbrividire con balli proibiti e sapore d'estate. Ci ha fatto sognare che la vita non finisce, come in un preludio alla sua storia. Ma il sogno più bello è quello della Città della gioia, ovvero aiutare gli altri.

Un'esistenza così ingiustamente breve, e così immensa.

Il sogno di Patrick, nato il 18 agosto di 60 anni fa, continua, non solo sullo schermo.

venerdì 17 agosto 2012

Come una preghiera della sera

Una preghiera della sera, mormorata sotto voce. Le capre se ne vanno, sospinte dal rosa frizzante dell'aria; solo i cani non si rassegnano della pigrizia del sole d'agosto.

Un verso strano, che non so individuare. Un animale misterioso, che si lamenta. O forse prega. Che differenza c'è, a volte, tra una preghiera e un lamentarsi: solo un grazie può spezzarla.

Un altro giorno, un'altra sera, con il sole che nonostante tutto tiene duro.

Come una preghiera della sera, si addormenta a poco a poco sul lago.

Toh, non ho la tv

Non ho il televisore, e me n'ero dimenticata. Avevo sondato distrattamente il problema qualche settimana fa, poi mi era uscito dalla testa.

E' che proprio non mi ricordo di non averlo. Giusto un guizzo di memoria la sera del Palio. E difatti non avendolo, la mia contrada - il Montone - ha rotto l'astinenza e ha vinto. Se fossi presuntuosissima come spesso accade - ovvero con la presunzione di condizionare il mondo -, dovrei pensare che non avere guardato in diretto la gara ha permesso questo prodigio.

Un po' quello che accade con la mia fuga dalle dirette delle partite della Roma. Ma posso rinsavire, oh.

Non ho il televisore e l'ho ricordato con sussulto per il Palio. La mattina dopo me n'ero già dimenticata, se non fosse stato per un lampo di ricordo senese.

A mia misura

Cammino piano. Leggo ciò che mi aiuta. Prego sulla scia della brezza. Mi lascio cullare da un sorriso.

A mia misura. Non si può modellare vita, tempo, muscoli sugli altri, questa entità generica di cui sento parlare. Su una rete sempre più soffocante e straniera. Esistono le persone. Esiste la mia persona, che si rapporta a persone.

Sollevo un piede. Una mano. Una formica spaventata, un'altra ardita. Taccio. Canto. Ti ascolto.

A mia misura.

Io grande, tu minuscola lucertola

Il tronco-sedile si è ridotto con il tempo e la pioggia: mostra una piccola crepa, ma io mi siedo ancora felice. O ci provo.

Sono lì a respirare, quando la vedo guizzare. Piccola? No, minuscola. Una baby lucertola che da terra mi guarda, ma è come se mi osservasse dall'alto in basso. Ti vuoi togliere di lì che ho la mia tana?

Eh no, baby, la legge del più forte è chiara. tu scompari, sciò, e io che sono grande e grossa resto qui beata. Torna più tardi.

Un piccolo cenno, sciò anche con la mano, ma lei non si muove. Mi fissa con una forza malefica, questo puntino smarrito.

vorrei sapere perché dopo un minuto mi alzo e le lascio campo libero. Non c'è più religione, e neanche darwinismo, ecco.

Vilas e il fascino sudato

Il '52 è un anno magico, non posso farci niente. Oggi nasceva il meraviglioso Vilas, mio faro bis nell'epoca per me dominata da re McEnroe.

Ok, c'entrava il suo tener la racchetta e non solo, ma non stiamo a guardare il pelo nell'uovo. Anche perché di peli ce n'erano parecchi.

Comunque, io al buon Vilas volevo bene. Vi ho anche confessato un momento di odio estremo per Lendl, proprio legato al mio argentino: quando ero a Milano, e ho visto Ivan pulire con naso storto per terra dove era passato il caliente (e sudato) Vilas. Almeno gettarci l'asciugamano, come a un concerto rock. Vallo a spiegare a un campione freddino.

Auguri, Vilas.

giovedì 16 agosto 2012

Gente strana

Bizzarri pensieri arrivano, comportamenti anche più folli. E strana più di tutti immagino di essere io.

Così osservo, leggo, ascolto ed emetto un sospiro: c'è gente strana. Lo sussurro, perché forse ci sono dentro fino al collo anch'io.

E sento mia mamma esclamare con forza: c'è sempre stata, la gente strana.

Ecco.

Il cielo che manca

Quando spalanco gli occhi e la finestra, mi sento sollevata: tu ci sei. Sei il mio cielo. A volte blu da stordire, altre volte incerto, altre ancora cupo.

Ma è il cielo. Non si può restare ore senza cielo, è contro natura. Non si può rimanere intrappolati in gabbie di ferro o di cemento, senza accorgersi che le ore corrono e assumono volti diversi.

Il cielo che manca, è la punizione più terribile. E io mi affacciavo su di te, cielo, senza imprigionarti. Ma con tanta gratitudine.

A prova di bimbo ingegnere

Riunione di famiglia urgente per un caso per fortuna non urgentissimo: bisogna aprire il disinfettante.

Ora, il contenitore in questione - si avvisa - è a prova di bimbo. Ma sarà un bimbo ingegnere, zio canarino. Ci mettiamo lì, uno a turno con un'aria di vaga presunzione, e ne usciamo sconfitti.

Alla fine, ce la facciamo, e non voglio nemmeno confessare chi è riuscito, perché è stata pura fortuna.

Mi chiedo però chi sia quel bimbo al quale si rivolgono gli ideatori di questo contenitore. Un bimbo ingegnere sì... mmm, che creatura meravigliosa, mi fa quasi paura.

La Ciccone e la mia sorellina

Ok, dovrei concentrarmi sugli splendidi tot anni di Madonna oggi. Ma non ho spazio, né voglia.

Il compleanno più importante oggi è quello della mia sorellina. Lei è lontana, in Africa come alcuni di voi sanno, e si sta occupando dei piccoli senza famiglia. Potrò farle gli auguri solo via sms, ma nel cuore saranno già arrivati allo scoccare di mezzanotte.

E' la prima volta che affronta una simile esperienza e chissà quanto sarà difficile per lei staccarsi da quei bambini. Ma intanto lei è lì, con loro, li sostiene e li ama. Non c'è regalo altrettanto magnifico che possiamo farle.

Buon compleanno, sorellina. Sì, ok, anche Madonna quando abbiamo finito.

Vuole sapere se fa male

Lo odiavamo come una perversione imposta, perché ce l'avevano fatto imparare a memoria al liceo. Ancora adesso, non mi sento libera. Se uno mi dice "Let's go", mi viene da rispondere "we can't, we are waiting for Godot".

Aspettando Godot: l'ho ripreso in mano con fatica anni dopo, ma alcune frasi mi hanno sempre martellato il cervello. In questo periodo, ascoltando tanto, forse troppo, mi è balzata al cuore uno scambio di battute tra Estragon e Vladimir. Con uno dei due che chiede se it hurts, fa male. E l'altro replica con un grido rabbioso: he wants to know if it hurts! vuole sapere se fa male...

che sappiamo noi quanto faccia male all'altro? ogni dramma è unico, e impenetrabile. Eppure ci spendiamo parole, così spesso a sproposito.

Godot... ma arriverai mai, per favore?

mercoledì 15 agosto 2012

La pace e Cip

E' l'attimo esatto in cui la pace regna incontrastata. Ogni animale che vola nel raggio di 100 metri, sta cenando o sta pensando o si è rotto le scatole di girare.

Il silenzio, si impossessa di tutto e il lago se potesse, annuirebbe. Due battelli sembrano sfiorarsi, poi si allontanano; le vele sono taciturne per definizione.

Non so quanto durerà, ma è pace pura, non sentite?

Cip. Lui qui? Impossibile.

Cip. Cip. Cip. Un cinguettare scandito nel giro di una manciata di secondi, in cui risuona un orgoglio testardo.

Era l'attimo esatto in cui la pace regnava incontrastata. Prima dell'arrivo di Cip. Al quale voglio un dannatissimo bene, ecco.

Il cervo volante e io

L'interrogativo aleggia peggio di lui: perché il cervo volante deve puntare su di me?

Perché non ha esitazioni su chi abbattersi vorace, e sceglie la mia pelle ragionevolmente candida? Per fortuna senza gravi conseguenze, come scrivono i giornalisti.

Ho trovato due spiegazioni, o consolazioni. Primo, perché - come per le zanzare - nel gruppo sono l'unica che crede alla sua esistenza.

Secondo, perché ho parlato troppo di Ridge in questi giorni. E il cervo volante, non so perché me lo ricorda...

Liberarsi di tanto

Arriva un momento, anche nelle consuetudini, in cui puoi libertarti di tanto, se non tutto. Puoi anche diventare arrogante, e decidere di non aprire più la porta a un campanello finto come i volti di tante star, o spalancarne un'altra di fronte a un'anima sconosciuta.

La libertà rifiuta la finzione, a meno che questa sia per amore.

Distrattamente contemplare le piccole e lunghe falsità, i pettegolezzi di chi vuole solo tenere il conto di notizie infondate, far scivolare via tutto e decidere tu se indossare un sorriso nel farlo o no.

Liberare la tua vita di tanto e spalancarla all'Amore che c'è.

Un bel respiro per accoglierlo.

Sir Walter e la mia Scozia

Se tanto della storia si è salvato è anche grazie a lui. Pagine ed edifici, stretti con un orgoglioso amore. Se i miei occhi hanno potuto esplorare la Scozia, è grazie a lui. Ai suoi libri e al motore che si è innescato con curiosità.

Sir Walter Scott nasceva un lontanissimo 15 agosto. che è proprio qui, per sempre.

Felice Raustu

Un'invenzione nostra. Una pausa meritata o no. Uno spazio che si spalanca a una preghiera o un'abbuffata.

Tutto quanto racchiuso in ferragosto. Chissà se il cielo rifletterà il blu dei suoi occhi o dissimulerà, spargendo emozioni.

Basta un abbraccio per iniziare a gustare Raustu, come dicevano i miei avi. Come potremmo dire anche noi se vogliamo se ricordiamo.


martedì 14 agosto 2012

Appena arrossito

Questa sa essere l'ora più attesa, quella in cui arrossisci. Un poco soltanto, senza dare nell'occhio.

Dura pochissimo, perché non vuoi dare nell'occhio. Vuoi solo essere mio, intensamente, e per sempre.

Un rapido arrossire, un tendere la mano e invece dell'acqua trovarsi ad accarezzare l'aria.

Una serata appena arrossita.

Barbera, polenta e panettone

La bella notizia è che il vino ha ripreso ad assumere un certo gusto. Grazie Barbera.

La brutta è che si salta la polenta.

Ferragosto, ho bisogno di una consolazione. Arriva il panettone di ferragosto sììììì: tutti in festa. Che bello condividere una fetta.

Il piatto forte in fondo è questo: insieme.

Falco dipinto

All'improvviso sento il tuo urlo. Stai tornando.

Il lago è fisso come un dipinto, persino l'aliscafo si è fermato. Ma tu stai esplorando il cielo e chissà se almeno distrattamente guardi laggiù.

Sembri dipinto anche tu. Finché il tuo volo, vagamente immobile, diventa una calata brusca e devastante su questa piccola terra. Con un brivido.

La selvatica

Tutto bene nel prato: le farfalle se ne fregano degli umani, i formiconi pure, il pino sonnecchia e lascia fare.

Ma tu, da dove spunti? Laddove le capre avevano colpito divorando il divorabile e oltre, si è arrampicata una pianticella. Selvatica come tante. Ma è così facile di avercela fatta a insinuarsi fin qui che sorride, con un'esplosione di giallo.

Scappo e ritorno, per essere sicura. La faccio rimirare da altri. E' proprio lei, gioiosa come si può essere nella libertà.

Povera ragazza degli anni Ottanta

Sono finite le Olimpiadi ed esulto, perché troppe emozioni uccidono, troppo sport mi svuota: sapete, non son abituata.

Tra le foto più belle, vedo postate una di un atleta americano e di uno iraniano, con un abbraccio che li unisce. Mi piace, ma io sono una povera ragazza degli anni Ottanta, aggrappata alle canzoni di Sting e spaventata dalla guerra fredda tendente al nucleare.

Una sera ho visto l'abbraccio tra un'atleta russa e due sportive americane, che mi ha offerto un sorriso più rassicurante di altri. Anche se il male - la divisione - non è mai svanito nel nulla. Mi ha fatto anche pensare... a quanti luoghi comuni siamo ancorati noi italiani; a volte quando sento parlare degli uni e degli altri con vecchi cliché, ondeggio tra la noia e l'irritazione che non mi va di provare perché sono stufa.

Ecco... sono una povera ragazza degli anni Ottanta. Mi piacciono gli abbracci. Tutti, purché siano veri.

Dimmi tu l'idea

Riascoltata recentemente, ed ecco che corre l'obbligo di fare gli auguri oggi a Pino D'Angiò.

Per il suo compleanno ho un'idea. No, non ne ho, ammetto che era solo per sentirmi rispondere, anzi chiedere: Ma quale idea?

Non so se nel frattempo lei ci è stata - miii che tormentone, ragazzi - ma a me lui è simpatico assai. Ha anche un cognome che è un inno alla simpatia, secondo me.

Facciamo così, per il suo compleanno gliela canto. che idea...


lunedì 13 agosto 2012

Un lago gentile

Sei un lago gentile; hai avvertito i miei brividi e ti sei procurato una coperta sottile, che fingi di posarti addosso per poi passarmela.

Sei un lago silenzioso; anche a te piace sentire i cani testardi e le caprette menefreghiste che turbano i sonni degli animali urbani, abituati a più soffocanti rumori.

Sei leggero, come una carezza di cui ti accorgi solo più tardi.

Gentile serata, gentile lago.

Se Ridge si dà una Moss

E adesso? Tuoni, fulmini e tempesta che spazzano via ogni record di uragano. Se Ridge si dà una MossA, ovvero se Ron Moss se ne va, che facciamo? Ci abitueremo a un altro attore nei panni di un Persuaso? Verrà fatto fuori, magari in un'imboscata nello scantinato dove ha infilato il fratellino Thorne?

Beautiful senza Ridge è possibile. Ma in questo periodo di incertezza globale, Ron Moss ripensaci. Lo stipendio non sarà un granché (ehm... forse), ma almeno hai un posto di lavoro. E pochi possono indossare quella maschera-mascella di ghiaccio quando Brooke pazientemente cornifica.

Ripensaci, ti preghiamo. Non perché senza Beautiful non possiamo vivere: lo vedo così poco. Ma anche le certezze banali fanno bene.

Cinque farfalle rosse

Cinque farfalle rosse, con puntini delicati che sembrano lentiggini. Amiche, venite qui.

Volteggiano senza pudori, né paure. Si inchinano ai fiori più belli e oserebbero sfiorarti la pelle se tu non avessi un brivido.

Cinque farfalle rosse, in un mare verde.

Cinque come i sogni che infili per volta.

Cinque come le dita di una mano, ciò che ti serve e di più.

Cinque come la maglia di Falcao. Questa è un'imboscata per il mio amico laziale se è arrivato fino in fondo: amico, ti voglio bene assai.


Gli sguardi che seguono

Oggi il mio primo augurio è per te, Angioletto. Per la tua sofferenza, per il tuo coraggio, per la tua sensibilità che hai sempre offerto.

Per quel tuo coraggioso essere testimone sugli orrori di Flossenburg e di ogni luogo dove l'uomo è stato annientato. O ci hanno provato, ma l'uomo, pur ferito è più forte.

Buon compleanno a te in cielo. Ma anche a un altro volto, un altro sguardo che sicuramente mi ha seguito. L'anno scorso per qualche giorno dovevo posare io il mio sguardo sui suoi fiori, e lo distoglievo dal suo viso giovane e sorridente.

So che anche lui mi ha aiutato, e mi aiuta. Ho scoperto da poche ore che è il suo compleanno.

Ci sono sempre sguardi che accompagnano. Che guidano, anche quando tu non lo sai.

domenica 12 agosto 2012

Credere per provare

Invertiamo tutto. La strada, gli slogan, le vibrazioni del coraggio.

Non mi interessa provare per credere: quella è ombra di scienza. E sapete che alla scienza credo già poco.

Quando devo trovare la forza, devo afferrare questo filo: credere per provare. Credere in Qualcuno, in qualcosa, in noi o che non c'è niente da credere: forse questo è libero arbitrio.

Mi incammino, per credere e per provare.

Il disordine e la mamma

Se perdo qualcosa, sono disordinata.

Se perde qualcosa lei, sono disordinata comunque io.

Il bello della diretta è che devo darle ragione. Come on, mamma, hai vinto il tuo oro.

La frase di una canzone - lo scemo

Ho deciso di infilare nella valigia della vita le mie frasi preferite del rock e non solo. Mi spiace, Amiko, ci finirà dentro pure un cantante italiano che sai.

Le frasi preferite non devono per forza essere sagge. Non devono nemmeno cambiarti la vita a ogni costo. Ti devono ispirare una scelta, ma magari anche solo un sorriso per andare avanti.

Al primo posto io so cosa mettere da più di 30 anni: ho cercato di scalzarla, se non altro per gridarmi che anch'io sono un animale che evolve. Ma non ci sono mai riuscita. Qualcuno se la ricorda.

Viene da Sure Know Something, 1979, Kiss. 
I've been a gambler, but I'm nobody's fool. Tecnicamente, ho giocato d'azzardo, ma non sono lo scemo di nessuno. Ti grida che se hai osato, puoi aver sbagliato, ma non per questo meriti disprezzo. 

Gridarla per gridarla, la traduco solitamente così. Non ditemi grazie, ma neanche vaffa... Variazione sul tema, ok?

E le vostre frasi?

Domani vi dico quella di Arguta... tremate.

Da un guaio a una scoperta

Grosso guaio a Malutown. E ti chiedi perché se deve esplodere così, tra il lusco e il brusco, debba farlo a ridosso di ferragosto.

Ti girano un po' le pale dell'elicottero insomma, e senza neanche procurarti aria fresca, fa notare Arguta Paffuta. Poi accade, il tocco magico di chi ti ama su questa terra e lassù. Un amico, poi un altro... una rete di bene.

Il guaio nel giro di poche ore si trasforma in una scoperta, o meglio riscoperta se non fossi così ottusa talvolta: che tanti ti vogliono bene, anche senza strillartelo, e che a Malutown si respira un'aria dolcissima.

Il tunnel di Mark

Infinita carriera, eppure nella testa mi scorre solo quella musica. Un disco spezzato, come per consentire di rimanere col fiato sospeso, stringendo le corde dell'emozione.

Tunnel of love. Mark Knopfler poteva fermarsi qui e dominarci per sempre; invece, ha continuato la sua corsa, e la nostra.

Nasceva 63 anni fa. In Scozia, of course .

sabato 11 agosto 2012

Gli occhietti aperti

Per fortuna lui non ha ancora visto la foto. Era già irresistibile, il micino, con gli occhi chiusi. Lì coccolato dalla mamma, che lo sospingeva fino al lettone.

Quasi quasi gli nascondo la foto, perché poi impazzisce come me, e arriva un gatto, altro che cane. Con gli occhi blu spalancati a scoprire com'era bella la sua mamma, e il mondo intero.


Miao, che mondo meraviglioso, ora gli metto Louis Armstrong, anzi i Ramones.

Gary Cooper sapeva (far) ridere

Quanto tempo che non vedevo "Arianna". Audrey Hepburn è sublime di suo, non c'è notizia. Ma Gary Cooper?

E' qui che ho scoperto che è capace di ridere, con garbo più britannico che americano. E soprattutto far ridere. Mi inchino alla sua gelosia domata e naturalmente mi dichiaro sua servitrice umile e assoluta alla scena di lui ubriaco che manda avanti e indietro il carrello tra bicchieri e bottiglie con i violinisti tzigani.

Machismo. Degli altri

Sulle Olimpiadi leggo polemiche sul Machismo dei media. Brasiliani. Dai, ma perché così poca autostima, per noi italiani. Non siamo così indietro.

Sulla cerimonia d'apertura ho già brontolato. Un peccatuccio che si ripete. Sui nostri media scorrono le classifiche delle atlete più belle, difficile trovare quelle maschili. Mica perché i nostri atleti siano tutti mostri. E', credo, che non viene naturale. Lascio perdere il linciaggio sulla Pellegrini, che se fosse brutta e sfigata, avrebbe vinto tutto quest'anno: il venticello lo sussurra.

Sul beach volley poi inquadrature da sballo... Non l'ho notato io, ma un uomo che posso accusare di tutto tranne che di femminismo.

A certi media italiani manca una sola cosa: il sospiro in sottofondo, quando gareggiano (belle) signore.

Maestro per sempre

Niente vip, anzi lei è un vip, si intende. Ma anche un padre,oltre a un maestro. Il primo e fondamentale.

Oggi vorrei solo brindare con lei,sarei disposta persino a farlo con quelle birre analcoliche che ci portavamo indietro per scrupolo di coscienza o simpatica follia.

Vorrei farmi interrogare sulla mia vita e soprattutto ascoltare la sua. Oggi che so, le chiederei di Tenco, ad esempio.

Basta che non andiamo in qualche ristorante dove entrano giocatori di basket. Perché lei si arrabbierebbe : ma... Mi stai ascoltando?

Auguri in cielo, maestro.

venerdì 10 agosto 2012

La stella, le stelle

Ci sei solo tu, e per un gioco di contagioso bene, le luci si moltiplicano.


Splendi solo tu, eppure si affacciano avidi di generosità tanti altri raggi. Come una pioggia di stelle, che inizia dal cuore e sfiora appena il cielo che vediamo. Lenta e felice, come vorremmo essere noi,
Buone stelle.

Meglio King Kong

Ho sempre preferito King Kong, troppo facile amare Et. Ma quando il gorilla ti guarda e ti fa tremare, quando i suoi occhi si mostrano in profondità, più umano di noi anche lui.

King Kong, re dei dubbi sulla nostra integrità. Roba da arrampicarsi su un grattacielo e gridare se così deve sbriciolarsi il mondo.


Il suono animato

Un bip malinconico e ostinato. Mi chiedo perché l'ipad non si voglia spegnere. Accidenti, giuro che ho compiuto tutte le regolari procedure. Mi alzo, lo scuoto, lo osservo, sembra muto e addormentato.

Ho le traveggole e torno ai miei pensieri sonnolenti. Dopo qualche minuto bip. Vuoi vedere che è il computer, pur spento da giorni ufficialmente. Non lo considero. Al terzo bip mi arrendo e vado da lui. Ma pàre più addormentato dell'altro.

In queste circostanze sono solita pensare al peggio. Le cose inanimate si stanno animando di nascosto e ci mangeranno in un boccone. Testa sotto il cuscino.

Bip. Basta,dannato, divorami in silenzio. Siccome non lo fa, mi armo di coraggio io e vado da lui. Na bottarella sul giornale vicino e sbuca lui... Un fantastico cellulare da giorni abbandonato che mi dice: me sto a esaurì, ma tu sei peggio di me. Pietà accordata, a entrambi, ma spengo solo lui.

Le stelle e le stalle?

 Le star del basket Usa sorridono come se fossero in carrozza. Sono in metropolitana. Io penso che l'ultimo bus nella mia città l'ho preso con la neve, o meglio ci sarei salita... Ma dopo quaranta minuti non era ancora passato e sono andata a piedi.

Penso che non so se i nostri atleti, quelli che fanno le star, si muovono così. E che la maggior parte dei nostri politici prende importanti decisioni sui trasporti pubblici, senza metterci piede. Not like Bloomberg...

Va be', a volte le stelle preferiscono quello che le nullità credono stalle. Non male.

Il suono Jethro tull

C'è uno strano signore che come gli anni oggi, e ben 65. Si chiama Ian Anderson ed è uno scozzese condannato a sorte nefasta: trascorrere l'infanzia in Inghilterra.

Battute a parte, conoscere un signore più fantasioso e leale a se stesso? Il suono del flauto conduce lontano e insegue con una malinconia tutta sua. Esiste un suono legato a lui che mi piace di più, il nome del suo gruppo Jethro Tull. Anche se si riferisce a un agronomo importante, anzi forse anche per quello, perché vedo floridi campi chiudendo gli occhi.

giovedì 9 agosto 2012

Schwazer e quello che deve fare

Distrattamente guardo questo mondo che demolisce il suo ex eroe Schwazer. Tanti sanno che cosa ha fatto e perché l'ha fatto, più di lui. Niente di nuovo sotto il sole.

E sanno pure ciò che egli deve fare adesso: glielo gridano, sussurrano, stampano davanti.

Che invidiabili certezze. Chissà se sono così bravi anche su se stessi. Io confesso, proprio no.

Quanto resisterai

Ti contemplo e mi chiedo quanto resisterai. Non lo penso con sfida, bensì con ammirazione. Ti hanno inferto una ferita stupida e ingiusta; tu questa volta non hai mandato giù. E tieni duro nel tuo isolamento, nel tuo non voler far finta di niente.

Tu quella ferita ce l'hai e non ti va di passare per idiota. Contemplo la tua durezza insolita, e sorrido. Non ti schernisco. Te l'ho detto, ti ammiro. Dopo tanti anni più che mai.

E mentre sfoggi questa durezza, mi fai tenerezza. Sembra una frase ribaltata del Che.

Quanto resisterai? Poco, secondo me. Ma quando cederai, ti vorrò bene ugualmente, e lo stesso orgoglio proverò.

L'impegno delle donne

Spesso le donne mi rendono fiera. Mi colpisce la storia di Aydin, che infortunata non ha voluto interrompere la gara. Sono orgogliosa della mia sorellina che sta facendo le sue vacanze, aiutando in Africa. Non ha avuto un anno facile. Poche di noi l'hanno avuto.

Eppure stringiamo i denti, dissimuliamo, cerchiamo di indossare un sorriso. Il nostro impegno,  volte, può essere malinterpretato : ecco la controindicazione alle porte. Il nostro impegno può diventare un alibi per gli altri, che credono magari che viviamo una vita dorata.

 Noi i denti continuiamo a stringerli e ci impegniamo, perché siamo così. Ma dobbiamo non lasciarci dissanguare dagli altri che trovano scuse per non lottare. Perché nel nostro piccolo, cerchiamo di essere forti. Che non è sinonimo di stupide.

Il solletico

Se non lo sento ancora, presto, quel solletico caldo sotto i piedi, che penso a fare? Sono una creatura senza radici.

Se non afferro senza imprigionare quei fili d'erba, e li assaporo sulla pelle, monelli che fingono di muoversi, se non li libero e non mi libero, l'estate si spegne di colori.

Il solletico, un bacio fuggevole della natura, che in realtà ti resta vicino.

La battuta di Paternostro

In questa sonnolenta tv, dove mi tengono viva le Olimpiadi, mi manca una battuta stile Paternostro. La sua comparsa garbata, e poi graffiante; la sua emozione che non si vergognava di mostrare, ma viaggiava con un certo stile inglese.

E fermarsi a chiedersi se le notizie non siano più pazze del mondo e possiamo ricominciare da capo.

Nasceva 90 anni fa. Con un sorriso tra i capelli impomatati.

mercoledì 8 agosto 2012

Il momento che ti insegue

Il momento che ti insegue, più breve di un respiro. Di un pensiero che non si vuole far entrare o a cui non si concede la libera uscita.

E' più rapido di tutto, anche di un rimpianto negato, e viaggia veloce come la tentazione di un rimorso. Così fulmineo da incenerirti, eppure profuma di libertà. Forse persino di illusioni, che assomigliano all'eternità.

Come il bimbo delle Olimpiadi

Sono provatissima dalle Olimpiadi. La sensazione dei primi giorni si è acuita : mi sento come il bimbo inquadrato oggi, mentre dormiva beato con la boccuccia aperta. Effetto domino, sono sprofondata nel sonno, esaurita da tutto lo sport che - non - ho fatto.

Mi sono svegliata scossa dalla pallavolo che bussa alla porta del Brasile. E adesso incombe già il Settebello, e non mi sono manco allenata.

 Che sballo le Olimpiadi. Meno male che manca poco.

Mai fatto del male a nessuno

Reproba, nel mirino di tutti perché lavora persino con gli yankees... Anzi soprattutto con loro, che hanno i soldi, Rossella commette un'imprudenza ancora più fatale. Confidarsi con Rhett.

Il marito Franco non ascoltava adeguatamente, si limitava a sorridere forse per non piangere. Ma Rhett capiva, anche più di ciò che serviva. L'eroina di Via col vento a un certo punto si lamenta di questa persecuzione, rammentando che lei non ha fatto del male a nessuno.

Sentite la risposta di Rhett: perché non ne avete avuto l'opportunità. Una battuta....ma mi viene in mente la storia udita a scuola sulla possibilità di infliggere la morte col solo pensiero, senza possibilità di essere scoperti. Roba da fantascienza. Ma che mette una paura bestia...

I parlamentari e la serratura

Per una volta voglio essere buona, così al suo risveglio Malu non ci crederà.

Leggo un sacco di cattiverie sui poveri parlamentari che affronteranno un duro mese di ferie. Salvo tornare in caso di emergenze. Vedi che carini? Io ero convinta che l' emergenza fossero loro... Ma no, ma no, ho smesso di essere cattiva oggi, ho detto. Se non altro in nome dei pochi giusti che ci saranno, come in ogni luogo, no?

Non capisco questo accanirsi.... Vi lamentate sempre di loro... Non dovremmo stare più tranquilli, ora che se ne stanno alla larga un mesetto?

Io, da buona ritrovata, suggerirei: lasciamo che si godano queste ferie. Al limite, al ritorno che ne dite di accoglierli con la serratura cambiata? Sssst, arriva Malu... Scappo. Sperando che non mi lasci poi fuori.


Arguta paffuta

Ivan, cadere e volare

Il russo che assomiglia a Jim Morrison: i media ti danno colore così. Ma nulla ha più colore di una medaglia d'oro alle Olimpiadi e io ammiro il tuo salto, Ivan Ukhov.

Più forte di tutto. Sulla rete viaggia il video di te, quattro anni fa a Losanna, ubriaco dopo una lite con morosa. Tutti ridevano. Ma un campione si rialza. Un campione non è un essere perfetto, sa inciampare pesantemente e rialzarsi. Vorrei che il tuo esempio fosse scritto per gridare a tutti quelli con la pietra perenennemente in mano, cos'è un uomo.

E' un essere che quando ferito, può fare cavolate. Ma non si arrende. E torna a regalarci il salto più bello del mondo.

Easy, Keith

Quella chitarra malandrina. E quel gran bordello, diciamolo, dove il rock sembrava il regno degli angioletti, rispetto al country.

Che stordimento, Nashville.

I'm easy, ripeteva Keith Carradine, portandosi a casa facilmente pure un Oscar. Oggi splendido super sessantenne. Chissà se lui ha voglia di andare ancora a Memphis. Io sì, confesso.

martedì 7 agosto 2012

L'isola che non chiamava

L'isola si chiamava così, Andros, e già il nome era irresistibile. Trovata, non cercata, perché lei non chiamava mai.

Trovata, come il saluto della statua sospinta dal vento, tanto che pareva soffiare pure sui sogni dei 16 anni. Libertà pura, al profumo d'estate. E l'idea era che l'estate fosse infinita.


Un'isola greca. Un piccolo cuore in viaggio. Avventure, quiete e quasi un patto di sangue. Da ritrovare, a ogni ricordo. A ogni scoglio che torna a infrangersi sul mare della vita.

Beautiful e la segretezza

Che specchio della vita, quasi sempre Beautiful.

Tra le varie cose, è quel luogo dove tutti dicono in confidenza i segreti degli altri. E i segreti girano. Come quelle cosine quando uno scopre che il suo segreto è uscito anche sulla rivista di Bill Spencer. Fuor di metafora, sui social network.

Saggia a chi

Vorrei essere saggia, almeno un poco, per combinare meno guai e intrappolare me stessa. Vorrei intingere un po' di questa folle mente in latte e saggezza, così da renderla più elastica. Per aiutare me e anche gli altri.

Vorrei essere saggia. O anche solo saggina, per scopare via dubbi e cattiverie.

Mi ridate Nando?

Oggi sarebbe stato il compleanno di Nando Martellini. E io lo rivoglio, semplicemente te.

Il colpo di grazia mi è stato inferto dagli Europei, e da quella astuzia de La7 di mostrare le "antiche" partite... Roba da butttarsi a terra e strapparsi i capelli. No dai esagero, è vero che sarebbe sufficiente abbassare l'audio.

Ma il Nando... Lui ci faceva ballare sul tetto del mondo.

La prima bugia

Per sopravvivere o per un piccolo progresso che può significare tutto: così Rossella scopre di poter dire la prima bugia.

Non una mezza verità, un vago nascondere l'aspetto gradevole, una civetteria mascherata. No, in Via col vento, quando Rossella prende le redini della sua attività e del destino, impara a mentire. Sente l'amaro in bocca. Per un poco. Ma buona la prima: non la fermerà più nessuno.

lunedì 6 agosto 2012

L'invidia dell'asta

Lo so, un mio amico si lascerà andare a facile ironia. Ma finalmente mi sono arresa all'atletica e ad altre parti delle Olimpiadi che mi gustavano di meno. E sono scossa anche dall'invidia.

Ah, che bei salti con l'asta. Io non saprei da che parte iniziare. Il salto in alto? Mai superata una volta questa asticella. E non solo. La mia peggiore umiliazione riguarda la cavallina, al liceo.

Una volta mi sfidai e la affrontai con piglio furioso. Finii all'ospedale con una distorsione.

Che invidia, che invidia. Asta e dintorni.

La resa e la tempesta

La paura ti domina un minuto e una distesa di altri che non riesci a contare, come i respiri. Tutto ha la furia in sé, tranne la tua anima.

La paura la scava, poi la lega con un fascino antico. Le prime tracce del sapore della resa, sul tuo palato. In silenzio, per proclamarti suddito. Finché non ti senti davvero così. Tutto passerà, se ti verrà consentito: lo respiri persino nella tempesta.

Scoperti i martali

La Nasa ci metterà un po' a rivelarcelo, ma il pianeta rosso non l'ha mandata in bianco. Si saprà presto che qualcuno abitava su Marte,e da un pezzo. Solo che era riuscito a fuggire tempo addietro e si era riprodotto sulla Terra, magari su altri pianeti.

No, i marziani non esistono. Ma i Martali (in dialetto chiamiamo gli sciocchi così, perché siamo avanti anni luce) sì, e si nascondono tra di noi. Anzi, non si nascondono affatto.

Amico capriccioso

Il vento è un amico capriccioso che scompiglia i pensieri, senza alleviare il dolore. Che si irrigidisce obbediente all'afa. E mi porta la tua voce distorta, cosicché non so capire ciò che dici. E taccio.

Capricci insopportabili, come le ferite, finché non mi conduce te.

Ridge e la sciarpina viola

Caro Ridge, negli anni ti sei rivelato inossidabile certezza, nel bene e nel male.

Posso sopportare la tua sudditanza a Brooke e alle Logan, persino a miss perfettina Hope.

Posso tollerare che sbatti sempre per terra, fisicamente e non, tuo fratello.

Mando giù la tua mascella meno rigida.

Ma che è sta novità della sciarpina viola?

Arguta e le mosche

Sapete che Malu piangiucchia anche quando i vincitori delle Olimpiadi vengono festeggiati da parenti e amici? Basta la banno. Ah no, non posso. Allora mi devo sfogare con qualcun altro.

Sarà l'estate che mi ispira, ma ci sono persone proprio come le mosche. Secondo me, se c'è davvero una reincarnazione (brrrr, speriamo di no, che la sfiga ci vede benissimo), queste sono già candidate a volare e proseguire la loro missione preferita: rompere le castagnette.

Stanno lì a curare ogni tuo sospiro, ma raramente per aiutarti nel caso. No, è che sono proprio curiose, pettegole e fracassatrici di castagnette. Ti massacrano anche se tu stai alla larga, e in caso di fallimento ripetuto provano a bussare alle porte vicine.


E zzzzzt zzzzzzzz. Ma non si stancano mai? Che peccato che Malu mi abbia nascosto la paletta.

Oscar, Kirani e la maglia

Me ne frego se sarò bollata come sentimentale.  E' che respiro lo sport e sono felice di quando trasmette la sua bellezza, nel senso più profondo possibile. Pensavo che la foto da stringere oggi sui giornali sarebbe stata quella del fioretto.

Mi sbagliavo. Guardo con orgoglio quella dello scambio del pettorale tra Kirani James e Oscar Pistorius. Ognuno ha diritto alle proprie idee sull'atleta sudafricano, mi duole solo quando percepisco tanta acredine.

Ieri non ce l'ha fatta. Ma ha agguantato il suo sogno, entrare in semifinale. Tante parole sono state spese. Un solo gesto riempie di fierezza per lo sport appunto: Kirani James, vincitore della gara, va da Pistorius e gli porge il pettorale.

Lo sport, mai parole, quando è autentico.

Geri Halliwell, guarda che piove

E' grave che oggi io faccia gli auguri a Geri Halliwell? Be', preferivate che li facessi a Benedetta Parodi?

No, io voto Geri, ecco, nonostante il metallo scorra in me. Primo, perché anche se preferivo il potere al popolo di Patti Smith al presunto girl power delle Spice girls, lei era la più grintosa. Secondo, per il colore dei capelli.

Terzo perché ora scrive, non cucina che io sappia. Quarto perché la cover da lei interpretata, It's raining men, mi ricorda una bellissima scenetta in auto con il mio nipotino. A proposito, tesoro, quand'è che balliamo "Let me entertain you"?  Sempre Made in England

domenica 5 agosto 2012

Murray dimmi che non c'entra Lendl

Eh vai, in Scozia si stappano le bottiglie e la discussione con l'amico di Dundee ha portato bene! Andy Murray ce l'ha fatta e si è scrollato di dosso l'immagine di perdente, l'oro olimpico è suo.

Certo, si è dovuto ingoiare l'inno britannico, ma che ce frega che ce importa. Alla seconda birra suono io perfettamente quello scozzese con tanto di cornamusa.

Un pensierino noioso però mi sfiora. Ma c'è davvero lo zampino di Lendl in tutto questo? No, perché io perdono, ma non dimentico, dai tempi di McEnroe. Facciamo così, Ivan: brindo, nel caso,ma non ti dico grazie ok?

Forza Scozia.

Le pietre più di noi

Continuo a guardare le immagini della Siria, accompagnata dal titolo di un giornale tedesco: anche le pietre piangono.


Vite che vediamo spezzarsi, senza versare troppe lacrime, tra la nostra indifferenza e i nostri dotti pregiudizi. Forse le pietre hanno più pietà di noi, poiché hanno racchiuso storie e volti, fino a sbriciolarsi.

Non posso dimenticare lo sguardo di papà quando vedeva alla tv il Libano in macerie, quella terra che gli era apparsa splendente. Per lui la Siria fu più problematica, per un disguido diplomatico. Ma le pietre piangono, e so che anche lui verserebbe lacrime.

Noi, in altro impegnati.

Totò, la Yespica e la tecnologia

Lontana dalla pace con l'ipad, che potrei siglare cambiando le impostazioni, ho arrischiato una mail in inglese.

Dio ci scampi e liberi dalle correzioni tecnologiche. Ora, sono anche commossa dal fatto che mi ha abbia cambiato - mi sembra too - in Totò. Ma se poi mi vedo comparire un "Yespica" che - vi giuro - mai mi sarei sognata di scrivere, l'ammirazione culturale è svanita.

Is it clear?

Pazzesco, non me l'ha cambiato, forse sta capendo.

Un brivido diverso

Arriva un amico di altri tempi, fuggiasco perché si è macchiato di omicidio. Per le donne del Sud, precisa. Rossella lo accoglie, stupita, forse un po' svampita, a udire le domande idealistiche che porge. Ma lo choc le giunge dal marito Franco.

Sì, quell'uomo esitante, che ha incastrato e che si fa abbindolare tutti i giorni, diventa una maschera di ghiaccio. E' fermo, preciso e quando le mette un braccio attorno alla vita, lei non si fa prendere dal nervosismo.
Prova un brivido diverso.

Così Franco potrebbe domare forse l'uccello color fiamma di nome Rossella. Ma di solito, in Via col vento, preferisce il quieto vivere. Fino alla drammatica fine.

Quo vadis, Robert

Un mito che mi piace sempre rivedere. Virile e delicato, come pochi sanno essere, ammetto che però Robert Taylor mi conduce letteralmente sull'orlo delle lacrime, e oltre ancora, quando mi imbatto in Quo Vadis.

Se anche se non conoscessi la trama, vuoi credere fin dal primo sguardo che lui ci sarà. Che abbandoni i propri dei oppure no.

Buon compleanno, Robert, che troppo presto ti trasferisti lassù.

sabato 4 agosto 2012

Quando un campione è nazionale

Anche la Scozia ha i suoi campioni alle Olimpiadi, ma un amico di questo Paese - il mio Paese bis, lo sapete - mi svela un tranello linguistico. Un bilancio a parte, da trarre a fine Giochi.

Se vinceranno, la tv li definirà britannici. In caso di sconfitta, verranno chiamati scozzesi.

Io rido e aguzzo l'orecchio.

Non più spettatori

Lo so, detrattori di Ashley, vi avevo promesso di metterlo nella naftalina. Ma leggendo troppi siti e giornali oggi, mi è venuto in mente lui. Una sua frase, in Via col vento,  che si può ribaltare in positivo.

Sta parlando con Rossella, e sta diagnosticando il momento in cui lui si è accorto che sogni e ombre erano scomparsi. Forse quando ha ucciso il primo uomo in guerra. Più ampiamente parlando, quando ha smesso di essere spettatore.

Io, spettatrice perenne di piccole e grandi tragedie quotidiane anche con il mio mestiere, penso a quante volte vorrei buttare via il posto sul palco e fermarne una anche minuscola. Impotente... O forse vile?

L'amico di facebook

Per vostra informazione, l'ipad mi cambiava facebook in "facevo ok". Non lo trovate interessante? Mmmm, forse nemmeno io.

Lo è maggiormente ciò che ha fatto la mia amica - Dio benedica Fb, tiè se scrivo così l'ipad non lo cambia in FBI -, poiché ha chiamato una persona con formule di presentazione, per sentirsi rispondere "ma guardi che siamo amici su Fb".

Non stracciarti le vesti, Amica. A me sono capitati vari episodi tra cui

1) salutare un amico dal vivo, non riceverne risposta e quando poi ho mandato un messaggio, sentirmi dire: mi parevi tu, o un volto noto. Almeno 10 volte

2) parlare io piacevolmente con una persona, toccare accidentalmente il tema Fb, proporre di diventare amici e sentirmi rispondere: lo siamo già. Due volte

3) il peggio. Trovare una signora nello spazio garage mi saluta con entusiasmo, molto più di quello che accade tra vicini dei tempi moderni. Io non so proprio chi sia e mi chiedo: sarà mica mia amica su Fb. Troppe volte

L'estate è con le Porte aperte

Il caldo non c'entra, né un sorta di pentimento metallaro. Tra le canzoni che mi rimbombano nella testa, in questo periodo dell'anno, quando l'estate varca la metà della sua vita ce n'è una dei Doors.

Quando la mattina mi sveglia a poco a poco dalla consapevolezza dei sogni,forse più reale, si affaccia anche la voce calda di Jim Morrison con quel suo dubbio esistenziale in "Summer's almost gone". Quando l'estate se ne sarà andata, che ne sarà di noi? C'è quella nota triste e profetica per lui, quel respiro trattenuto per chi sente che la stagione più attesa è anche quella che se ne va rapidamente.

E nulla riesce a colorarsi ancora d'attesa, se non cerchiamo noi la luce. Con le Porte aperte.

Shelley e la solitudine

Nascere sull'onda di agosto e sull'onda dell'estate morire. Vibrare su quella della solitudine, e sciogliere legami insofferente per altri legami creare.

Amare una donna, che sa creare Frankenstein e sognando lasciarle vincere la sfida. A lei solo,persi o materialmente, lasciare il cuore.

Shelley e infiniti versi in cielo.

venerdì 3 agosto 2012

Metallo perso

Ho affrontato una dura battaglia: quella dei 500 album a caccia della cover, su Rolling Stone.

Ho cercato disperatamente di essere intellettuale, saggia, persino spocchiosa. Mi sono intestardita sui Led Zeppelin, pigiando selvaggiamente un loro album e ignorando quasi gli avversari. Poi è arrivato "Strange days" dei Doors e ho ceduto, perché obiettivamente è il mio pane, anche con le dita sulla tastiera.

Ero felice. Anche il mio amiKo che ancora non mi ha perdonato per aver votato Gloria sul fronte italiano, doveva essere fiero di me.

Poi è successo. Destroyer dei Kiss. Ho fissato imbambolata. La straziante storia di Detroit rock city. Beth sta piangendo ed è solo l'inizio? Tu guardi le mie dita sulla chitarra e hai grandi aspettative. Dobbiamo urlare urlare, Shout it loud.

Il dito è partito per gli affari suoi, giuro.

Sono un caso perso. Metallo puro. Talvolta con maschera.


Ps Fermata a 100. Non so se avrò la forza di proseguire.

Luoghi da non rivedere

Ci sono luoghi detestabili, temibili oppure odiati senza un ragionevole motivo. Ci sono luoghi in cui giuri di non tornare mai più. E mentre mormori il formale impegno, ti mordi le labbra, quasi avessi paura così di rinnovare il maleficio.

Luoghi dove vedi troppa sofferenza, o se ci sono lampi di gioia, non ne puoi godere. Luoghi lontani o insopportabilmente vicini. Luoghi dove il dolore ti segna oppure si affaccia una banale epifania che non ti lascerà più. Rari i momenti in cui sogno l'onnipotenza: uno è quando non voglio più vedere un luogo.

Il passero e la fiamma

A volte si ha tra le mani un animale selvaggio e prezioso. Ingestibile, però, e il bello è quello.
Ora, Franco Kennedy si trovò tra le mani Rossella. Tradotto in metafora,  "un uccello vivo di colori e tutto fiamma". Meraviglioso spettacolo, chiaro. Ma gestirlo è un'altra cosa. In Via col vento si sussurra che Franco avrebbe ugualmente amato un passero. Anzi, la confessione esplode: sarebbe stato molto meglio.

Almeno non è richiesto il coraggio di amare anche la libertà dell'amato?




Il tuo sguardo

Tu che mi guardi con sguardo obliquo

tu che mi guardi e strizzi l'occhio...


Tu che mi guardi e allunghi il capo...


Tu che  mi fissi senza battere ciglio

Andare dall'oculista no?

Con Tarzan che avventura

Tarzan è come Cita, a dar retta ai sospettosi: non ne basta uno.

E tra i Tarzan spicca Gordon Scott, il primo a colori e amico-rivale di Steve Reeves. I fans del Rocky Horror avranno un brivido a tale nome: viva i culturisti.

Comunque Mr Scott - nato oggi - si scatenò nei film di avventura, forte del fisico, e tra le mogli si assicurò Vera Miles: e qui siano felici i fans di Hitchcock.

Ma quanto è forte Tarzan. E quanti ce ne sono lassù.

giovedì 2 agosto 2012

Non cambiare

Ignoro. E' tutto ciò che posso fare, mentre raccolgo l'energia. Se pensa a quanto mi mobilitavo, mi sbattevo, anche per persone che non riscuotevano la mia simpatia... Ma era giusto.

Che cos'è giusto? Un pensiero più forte di te. Un'azione che vorresti trattenere, perché poi ti chiederà altri pezzi di anima. La lista si accumula.

No, oggi con maggiore tempo e lucidità, se guardo la superficialità di tanti, specchio della mia immagino, vorrei cambiare.

Cambierò. Non lo so. Forse no. No.

Ma stasera  e per un po'' li ignoro. Finché non troveranno l'umanità loro e mia. O finché ne avrò voglia, vizio che mi concedo e per cui chiedo perdono.

Maschera d'argento

Stasera indosso una maschera d'argento, perché voglio fregare la luna. Sogno che nel suo girovagare si fermi anche solo un istante e si perda, aggrappa a un raggio come accade a noi.

Voglio che non mi riconosca, perché non so se tornerò. Potrei decidere di tentare ancora questo sortilegio, sulle rive sognate del mare, o di serbare nel cuore quell'unica emozione.

Fatto sta che stasera indosserò una maschera d'argento e procurerò dolci torture.

Colonna sonora

Cascasse il mondo, o persino io, suonerò "Pissing in a river". Qualcuno dovrà pur dar risposta al fiume di domande e tormenti che pone Patti Smith. E potranno anche spegnersi le luci, ma la musica andrà avanti, disubbidendo a Jim Morrison.

Il palco è scosso dai fremiti e dalle scariche elettriche. Più dei fari ti ruba la vista la musica, gridata nel sudore.

E' l' ora del concerto e non finirà mai.

Pissing in a river, watching it rise...

Come.

Il lago non è prigioniero

Non prendere i suoi confini per una prigione: il lago conosce una libertà che ci renderebbe più felici.

Ha accettato di vivere tra morbidi limiti e ha una fonte dolcemente caparbia in cui rinnovarsi. Sembra tranquillo, finché il vento non arriva ad amarlo e ogni volta rinasce... Rinasce più libero di noi,che siamo persuasi di andare dove vogliamo.

Fare la signora

C'è tempo, per fare la signora. Anzi un giorno lo farà: nulla di più facile. Doti interiori che potranno essere messe in mostra al tempo giusto. Non quando c'è da sopravvivere.

Ci pensa Rossella, mentre infuria la battaglia per non soccombere in Via col vento, e rimanda a giorni migliori. Come siamo tentati di fare noi,quando i valori tramandati ci sembrano di impedimento quasi. E un giorno, ci diciamo, saremo signori.

O'Toole's eyes

Come quelli di Bette Davis, e così lontani, gli occhi di Peter O'Toole mi portano lontano. Sapore d'Irlanda chissà se domata in Inghilterra, un re complesso come Enrico II affrontato due volte, dramma e ironia.

Ma soprattutto quegli occhi che scavano e brillano di una rabbia giocosa verso la vita. Anche quando hai ritirato l'Oscar e non era quello che volevi.

Buon compleanno.

mercoledì 1 agosto 2012

Intrecci per una via lieve

Se potessi, salirei sotto ogni calura quei gradini infiniti. Ripercorrerei gli intrecci, tutti in salita, dei tuoi vicoli, racchiusi nelle case.

Non perderei tempo a respirare, per impossessarmi di ogni angolo di te e magnanimamente poi lasciarti la libertà.

Che cos'altro conta, quando ti ho sfiorato ogni momento per l'eternità. Vedi bene, che se non posso essere da te, la via resta lieve.

Fresca serata

Tu che mi becchi sempre

Così è la vita, e tu un adorabile guastafeste. Che in qualche modo mi becchi sempre, ti strozzerei e in fondo mi sei simpatico. Gelosone, a tanti anni dal tuo independence day che avresti dovuto festeggiare, no?
Ti chiamo.

- ciao, ho bisogno un' info per un mio amico
- il tuo compagno?
- ho detto un mio amico. (spiego i dettagli)
- be' di' al tuo compagno che... (tolgo gli insultini benevoli)
- è un mio amico
- comunque deve fare così e così. Ho capito eh il tipo... Dillo al tuo amico
- certo, magari gli insulti no,però
- vedi che è il tuo compagno?
- perché i miei amici li lascio insultare?
- comunque dillo al tuo compagno

Obbedisco, così ride come un matto. Anch'io. Che devo fare, disgraziato, dopo tanti anni. Sei folle, ma simpatico. E mi becchi sempre.

Perché una storia deve finire male?

Eccoci al dunque: questa storia deve finire. Essendo io inguaribilmente ottimista, ho tracciato un lieto fine. Et voilà.

La rileggo il giorno dopo. Non mi piace. No, che non mi piace. Mi mordo labbra e mani. Non è che così diventa pure banale? Medito su un finale meno ottimistico, se non proprio platealmente drammatico. Tuttavia, non posso trattenermi dal chiedermi da quando sono diventata così, assertrice della equazione lieto=banale.


Ridatemi la vecchia Malu. Voglio il lieto fine.

Prima ridevano di lei

Diciamola tutta. Dapprima i commercianti ridevano della nostra Rossella: una donna che lavorava e mandava avanti la baracca. Con quel musetto... Quei capellini. Quegli occhi verdi.


La nostra eroina di Via col vento non si è fermata a discutere con loro. Ha agito. Nel giro di poco tempo hanno smesso di ridere. Poi hanno pure tirato saracchi.

Ridete pure. Non avverrà per ultimi.

Cavalcare Moby Dick

Vorrei cavalcare una balena bianca e prendermi gioco delle onde, così basse e minuscole. Vorrei correre sul mare e rassegnarmi alla terra, di tanto in tanto.

Vorrei perdermi nell'oceano, e forse non ritrovarmi sulla terra. Viaggi e peripezie che respiro da Herman Melville, poeta e viaggiatore che si è saputo anche fermare. A lui auguri in cielo, e sulle onde.