sabato 12 gennaio 2013

Le parole comuni, mio Dio

Che coltellata anche questa. Sansot scrive che le parole comuni sono "più ricche perché hanno girato per le strade e nelle case". Evidenzia un esempio: chi dice "mio Dio", non necessariamente ha fede.

A noi giornalisti hanno raccomandato giustamente di usare sempre un linguaggio diretto, comprensibile a tutti, più comune possibile. Spesso, ci siamo cascati e abbiamo scambiato semplice per banale.

Se non ci vacciniamo, non usiamo parole comuni. Scriviamo gli articoli di nera a volte come un verbale. Uno di economia come un resoconto aziendale o sindacale. Uno politico senza chiederci: ma che cribbio ci sta rispondendo questo qua, sempre che abbiamo fatto davvero delle domande, ma questa è un'altra storia.

Le parole comuni sono ricche, ma talvolta non vediamo alcun tesoro. Sto ancora cercando di infilare gli occhiali, quanto è duro a volte attingere alle ricchezze.

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