domenica 17 febbraio 2013

Fame come da ragazzini (dedicato ai miei capitani)

E' la fame, nient'altro. Quella celebrata da Jobs, ma da molti altri prima ancora; quella scolpita nell'eternità della storia umana.

Si manifesta su un campo di calcio, quando le cose vanno male, ma davanti hai l'avversario che sembra imbattibile e allora ti ricordi chi sei, quello che ha fame, la fame che trasforma le gambe come il tuo cuore, di un ragazzino appunto. O quando la strada sembra in discesa, ma tu ti ricordi che sei il capitano e deve tenere tutti in stato di massima tensione, perché c'è un sogno da afferrare, e con i sogni mica si scherza.

Esplode in  ogni luogo della vita e dell'anima, quando tutto è perduto, o ti sembra di averla smarrita, soffocata.

Invece, la fame è lì, ad aspettarti, a ricordarti che non hai 10, 50, 100 anni, ma un pezzo di strada da compiere, con i mezzi che hai. 

I miei capitani, Francesco e Matteo, me lo insegnano ogni giorno. E per questo hanno la mia gratitudine, di piccola Malu in incerto cammino.

Forza Pro, forza Roma.

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