martedì 19 marzo 2013

I 200 anni di Mr. Livingstone, suppongo

Quei 200 anni che risuonano proprio oggi. Mi emoziono, perché Mr. Livingstone è andato a Sud, a differenza del capitano Scott, ma ha portato uguali impegno e umanità.

Lo vedo coerente, devoto, umile, e mi ricordo la mostra su di lui che visitai a Edimburgo. Penso che non dovette lottare con la secondità come Scott, ma in fondo le sue esplorazioni - fatte anch'esse non per mera voglia di primato - lo portarono lontano da ciò che stava cercando.

E ancora, alla fine molti lo ricordano per quella frase un po' folle e birichina, neanche pronunciata da lui, in realtà testimonianza di bon ton britannico in ogni circostanza. David Livingstone, che sembra inghiottito dal nulla, e un giornalista, Henry Morton Stanley, che va sulle sue tracce. Quando lo trova - unica persona bianca nel raggio di centinaia di chilometri - dice: il signor Livingstone, suppongo. Della serie, le buone maniere prima di tutto. O forse era davvero imbarazzo.

Molto accadde ed ecco che ricordiamo quelle strane parole. Neanche che questo tenace scozzese venne portato a casa quando morì, ma il suo cuore fu sepolto in Africa.

Entro di nuovo nella mostra di Edimburgo e respiro l'aria di 200 anni fa. Quando nasce un bimbo, e un sogno. Che ancora è vivo, suppongo.



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