sabato 31 agosto 2013

Come il passo di una sagra

Morbido e ancora divertito dalla libertà di un'estate, il passo di una sagra ti racconto prima di entrare nei sogni.

Un sole che sembra in disparte, ma vuole curiosare ancora nelle vite. Sant'Abbondio, che invita con la sua fresca preghiera. Ci arriviamo dai giardini e diventiamo golosi come bambini. A tavola con complici sconosciuti, piatti che arrivano da tempi lontani. E la cutizza: ti brillano gli occhi quando la nomino.

Come il passo di una sagra, che sa far venire voglia di stare insieme, oltre i nostri cellulari e le pareti invisibili che hanno, abbiamo costruito.

Accelero il passo solo ora, per sognare di salire su due altalene snobbate, dai bimbi attirati dai giochi festosi della sagra.

#buonanotte

Personalità - canzone per il giorno

Che stupendo complimento da rivolgere a qualcuno. Il verbo "possedere" all'inizio insospettisce, spaventa, sconforta... Ma ecco che piomba la sorpresa.

Tu possiedi personalità e compi una serie di azioni come se fossero tue, solo tue, senza farti plasmare da altri. Solo tue, ma io lo sento dedicate a me.

Non possiedi gioielli, abiti alla moda, auto brillanti e noiose, borse o portafogli luccicanti. Tutta roba che si può acquistare come buttare. Questa tua proprietà è magica, impalpabile. E si vede in tutto ciò che fai.

Personalità, cantata da Mina, se volete, canzone per il giorno

possiedi
personalità, una,
personalità, dolce,
personalità, guardi,
personalità, ridi,
personalità, baci,
personalità.

L'ultima pennellata di agosto

L'ultima pennellata d'agosto, un mese che ha spazi e tempi suoi, ovunque ci si trovi. Si abbandona con un blu sincero,  usato senza parsimonia per il cielo. Si riflette nell'acqua mia e negli occhi, poi si espande verso frontiere di pensieri.

Il vero anno nuovo incombe ora, attingo dagli amici ebrei e da scampoli di sensazioni di fanciulla che sente ancora profumo di quaderni. E' ora che bisogna mettersi in gioco, disegnare un percorso, cercare di volere la direzione giusta da seguire.

L'ultima pennellata di agosto, quella che ti accarezza, perché ne hai bisogno. Perché sei pronto a tutto, ma avresti bisogno di fermarti un attimo, ancora.

Il dialogo oltre l'intervista

Chiami una persona per un'intervista alla vigilia di un giorno speciale. Dovresti sentirti in colpa, sì in fondo accade.

Ed è bello che quella persona la prenda alla larga, a partire dalla deliziosa incombenza che l'aspetta. Così per minuti interi parlate di altro. Della vita, dei valori, della fede, anzi delle fedi, di ciò che conta. Dopo parecchi minuti, ti rendi conto che l'avevi chiamata per altro. Un'intervista, appunto, e ti vergogni un poco, perché sussurri: ecco, io dovevo fare una domanda così banale. Cioè, riguarda un problema vero, ma un lampo nell'immensità della vita.

Lui sussulta dall'altra parte: ecco, stai lavorando e ti ho fatto perdere il tempo.

No, mi hai fatto ricordare quanto sia preziosa l'esistenza, quando va oltre il tempo.

Buona vita.

Caragnamisea

I poveri sono quegli esseri silenziosi, di cui tardi ad accorgerti o addittura mai te ne renderai conto. Sono quelli che inghiottiscono lacrime, invece di sfizioso nutrimento. Sono quelli che anche quando arrivano su un barcone, hanno occhi che brillano di dignità. E fai fatica a catturare una lacrima: forse allora anzi finalmente la scoprirai nei tuoi occhi.

Chi si lamenta, spesso non è in condizioni così misere; il vuoto riguarderà più la sua anima, che le sue tasche.

Così penso meditando su caragnamisea, caro pà Carloeu. Che tu definisci così.

"Colui che continua a piangere miseria per impietosire il prossimo ma in realtà sta meglio di molti altri che non si lamentano"

venerdì 30 agosto 2013

Domani è un buon giorno per tutto

Con serenità da gran saggia, strapazzo il concetto di Miss Rossella O' Hara. 

No, domani non è semplicemente  un altro giorno; è un buongiorno per tutto. Per dare un taglio ai capelli o ad attese autolesionistiche. Per capire come disattivare le notifiche di Google+ che mi intasano la posta. Per non scoprire troppo tardi quanto si possa percorrere con un serbatoio in riserva. Per ridere forte, così forte, che oscurerai un sacco di corbellerie nell'aria.

Domani è un buon giorno per rivolgere una sana pernacchia al mondo e a te stesso, se ti fa ridere ancora di più.

Domani è un buon giorno per tutto. Anche a costo di addormentarmi, stanotte, e di sognarlo prima.

#buonanotte

Versare chiarezza

Così in questo universo che si spaccia per chiaro, tu ridi di noi. E riscuoti la nostra totale approvazione.

Brindiamo con poche gocce tue, in omaggio al giusto mezzo, e non facciamo in tempo a mandare giù un sorso ribelle. Quando il tuo gusto si ferma sul palato, come per invitarci a proseguire, gli occhi sostano sul tuo colore. Mutevole, come la verità se gli umani si ostinano a etichettarla frettolosamente, senza ricerca alcuna.

Whisky sincero, come la tua terra, sai cosa occorre per versare chiarezza. Aspettare per anni, meditare e cercare di ascoltare gli angeli, anche solo per un istante. E scoprendosi così piccoli, stupirsi quando si spalanca l'universo con le sue stelle.

Mr. Talisker, te lo confesso: tutto questo gridare ai quattro venti cosa sia la verità, mi mette ansia. Non sete.


Canzone intelligente - canzone per il giorno

Gli ingredienti del successo svelati per una canzone. Eccoli, uno dopo l'altro: un filo logico costante, spiegare un po' di tutto e un po' di niente, una casa discografica piacente e un interprete da lanciare come un deficiente.


Naturalmente una marea di idee e ragionamenti, suggeriscono Cochi e Renato, che vedono tutta la gente cantare e ballare.

Ma non sono soltanto gli ingredienti di una canzone. Basta prenderli e copiarli in altri ambiti, il risultato non cambia molto. Anche nei dibattiti sulle sorti del mondo, in fondo, no?

L'unico elemento su cui aleggia il dubbio mio, è il filo logico costante, perché spesso o non si vede, o ce n'è un altro, parallelo, che mostra folli banderuole, per tradire con un'altra canzone.

Però oggi mi incammino così, alla ricerca della Canzone intelligente, canzone per il giorno.

C'è sempre da divertirsi

Mi conduce in un mondo irraggiungibile una foto degli anni Sessanta a New York. Un gruppo di ragazzi realizzano una strana scultura in movimento, beandosi con lo skateboard.

Divertirsi così, con quello che sembra poco. Ma prima ancora, con meno. E in fondo anch'io ho fatto in tempo a divertirmi con un gesso, tracciando quadri sul pavimento. E sempre enorme una corda, per lanciarsi sfide di salto. O le mie onnipresenti carte, con cui sfidavo il mondo a partire da papà, che era il centro di tutto.

C'è sempre da divertirsi, mi dico, ma cliccando e sfidando amici o sconosciuti su un computer, piuttosto che scontrarsi con lo stesso ipad, mi pare scialbo. Forse sto invecchiando, ma quasi quasi prendo un gesso e riprendo a saltare.

Non ne ho la più pallida idea

Questa è una lode a una persona che magari non si riconoscerà affatto, forse si sarà persino dimenticata. Oppure può accadere che sorriderà.

Assisto alla partenza di un razzo missile, ossia di una domanda, come tante. Difatti, neanche mi ricordo quale fosse l'interrogativo rivolto alla persona in questione. Mi è rimasta impressa la risposta, invece: non ne ho la più pallida idea.

Voi riterrete magari questa frase normale, se non banale. Ma io ne sono rimasta incantata. Perché oggi sembra che dobbiamo sapere tutto e se non lo sappiamo, è una ragione in più per fingere di saperlo. Ci rivolgono una domanda su un argomento e difficilmente ci vogliamo mostrare impreparati, così ci arrampichiamo sui vetri o spariamo certezze da veri tuttologi.

Non ne ho la più pallida idea, è una risposta commovente. Disarmante: dice, guarda, mica posso sapere tutto. E apre una porta: se vuoi, mi informo. Chi dà sempre risposte sicure, pur inventate, invece, raramente avrà la tentazione di studiare un po' di più.

Can-sa-sia

Quandochessia. Perdi tempo a dirlo, tanto il tempo non importa e lo grida proprio questa espressione.

Ma in bustocco si comprime e diventa meno fatalistica, più brillante, come se non vedesse l'ora di arrivare a vivere il momento, l'azione, il sogno.

Can-sa-sia. Chissà perché penso: sia è anche la sera, e dietro questa espressione indefinita, che si sbriciola in ore e istanti, vedo come un'ombra. Che non oscura, ma rende tutto più intrigante, accelera il battito del cuore, fa allungare la mano.

Can-sa-sia. Magari anche adesso, pà Carloeu.

giovedì 29 agosto 2013

A sogno iniziato

Succede ancora  che io arrivi a sogno già iniziato. Preferisco il contrario, perché tengo sempre socchiusa la porta dei miei sogni; non potrei sopportare che tu ne rimanessi fuori.

Invece, quando tocca a me giungere trafelata, mi lascio prendere dall'ansia e vedo ogni sfumatura chiusa e oscurata dalla tua mente. Mi sfiora il panico, perché ho paura di restare esclusa. E me lo merito, un poco.

Ma mi basta cogliere un movimento lievissimo del tuo labbro, come una lotta per non mostrare il sorriso e rimanere concentrato sul sogno bello tuo. Ed è tutta una finta, perché una luce delicata mi svela l'ingresso.

Entro di corsa, a sogno già iniziato. E mi stai aspettando, lo ammetti.

#buonanotte

Sentimental - canzone per la notte

Me l'ha suggerita Arguta Paffuta: dai che freghi tutti, con questa. Ma è una farsa, la sua: è rimasta pure lei conquistata da quella discesa leggiadra di Wanda Osiris in un tremolante video.

Non Wanda. Sembra che un angelo la sollevi per farle sfiorare appena la scala, senza rischio. E lei circondata da ballerine meravigliose nella loro imperfezione, a sospirare questa parola: sentimental.

Papà la vide dal vivo, e me ne raccontava. Io non capivo bene cosa ci fosse di speciale nel cantare scendendo una scala; ero allergica anche al ballo della rivista. Ero allergica un po' a tutto, perché dovevo rompere le scatole per contratto, da adolescente ribelle.

Ma poi riguardo questo video e la voce, come tutto il contesto, mi riporta a un universo lontano. Sentimental, fuori moda eppure anche per questo commovente. Profuma di una notte infinita, da una sera di sembianze già autunnali, di una rosa che perde la sua freschezza. Eppure basta la parola, sentimental, e tutto si rianima, come un dolce segreto.

Tutto parla d'amore
al mio cuore che spera
ed attende stasera la gioia,
d'un'ora, d'un'ora con te.


Sentimental, Wanda Osiris, canzone per la notte

Blind man - canzone per il giorno

Torno sui passi saldi di questa canzone, che sa andare oltre le apparenze e si affida a chi vede veramente. Perché si può pensare di aver esplorato tutte le strade del mondo, senza esserne minimamente illuminati.

Anzi, fermarsi e guardarsi attorno chiedendosi: da dove arriva tutto questo buio? Allora bisogna avere il coraggio di bussare alla porta di un uomo cieco, che ci insegni a vedere. Un uomo cieco che possa trasformare la notte in giorno. E quando oseremo chiamare quella sensazione bellissima luce, saremo gentili e generosi, tanto da invitare altri a unirsi a noi.

Nella vita, ho incontrato uomini ciechi e radiosi, che mi hanno aiutata ad aprire gli occhi. E a uno di loro sussurro un grazie particolare, perché egli dona luce a tutte le anime in difficoltà con il suo sorriso intinto nella preghiera.

Non lasciamo che il cielo diventi una diapositiva per noi... Non ha senso accendere candele, quando la luce della luna splende nei nostri occhi.

Blind man, Aerosmith, canzone per un nuovo giorno

Benedetto scoglio

Poche cose - posso dire, creature - sono interessanti come uno scoglio. Duplice, nel suo affiorare dall'acqua.

Ciò contro cui puoi scontrarti e ferirti. Ciò che ti può salvare.

Su uno scoglio piangi, su uno scoglio ridi e respiri la vita. Uno scoglio come un'isola di pietra, che può ospitarti se cerchi rinascita; e aggrappato a uno scoglio, il mare ti scruta, questa volta sottomesso. Il mare ti scruta e tu puoi sentirne il sommesso parlare, senza che scompigli i tuoi sogni.

Franciàm


Si sbriciolano meglio così, problemi, incantesimi, pensieri di troppo. In frantumi, ma nella mia lingua puoi cogliere meno asprezza, un tocco di morbidezza.

Perché non tutto ciò che si rompe, rappresenta un brutto segnale. Franciàm - mi sento di dire pà Carloeu - smorza la tensione di quando vedi finire qualcosa a pezzi, bella o brutta che sia. Come a riportare in mano a te quei frammenti per ricostruirli oppure spazzarli via, ricominciare.

Preghiera di terra umida

Quando apro le imposte, sento levarsi la preghiera dalla terra umida. É un profumo irresistibile, quello che sento, che grida vita. Mi piace ancora di più rispetto a quella canzone baldanzosa che é il taglio dell'erba.

Anch'esso appartiene al corso della vita, si intende, e sprigiona versi potenti. Ma la terra umida parla un linguaggio più lieve, felice di esistere e poter sprigionare nuove energie; timorosa di esagerare e di essere colpita là dove si fidava della natura.

È forse il profumo che più assomiglia alla preghiera dell'uomo che abbraccia la natura, minuscola creatura che vanga il suo compito con responsabilità.

Tempo moderno

Così ci sono cascata: con l'invecchiamento diventò succube dei bollettini meteo, che prima neanche degnavo di uno sguardo. E dire - fa notare Arguta Paffuta - che ho le ossa ad essere più tempestive nella comunicazione.

Ma non basta. Perché oltre che succube, mi trovo maledettamente indispettita allo scontro tra previsioni e realtà, mentre prima ci scherzavo su.

Se avverto le avvisaglie di un temporale, controllo internet; se l'opzione non è contemplata, mi rifiuto di accettare che si temporale si tratti finché fulmini e saette non cantino platealmente. Ugualmente, se pioggia aspetto in base ai bollettini e splende il sole, il dispetto regna nonostante sia logico supporre un piacevole stupore.

Tale è il tempo moderno, così monitorato che alla fine invece di prendertela con la nuvola di Fantozzi  perché ti guasta il picnic, ti indigni perché doveva prima registrarsi sul web.

mercoledì 28 agosto 2013

Notte dolce e brontolona

Quei borbottii soffocati e lontani, ti convinci che siano fuochi d'artificio. Ma la notte delle vite é spenta, sotto le prime coperte dei pensieri.

Risvegliato e scontento, senti il sapore del temporale e dovrebbe risultare aspro; troppo distante ancora, per morderti, si tinge di una strana dolcezza.

Notte dolce e brontolona, che scava dentro di te per trovare il magone. Chissà come si stupisce nel vederlo sciogliersi in sorriso.

Patience - canzone per la notte

Un po' di pazienza, è tutto ciò che ci serve. Dici poco, Axl, è come chiedere un mondo intero, un rifornimento di energia cosmica.

Però, è vero, non ha senso versare una lacrima, un sorriso si affaccia contando i minuti. Se non posso averti qui adesso, aspetterò. E tutto il resto non è che una copertura, un vano rivoltarsi nel nulla; dunque non mi interessa.

Camminerò lungo le strade, che non cambiano: forse i nomi. Non ho bisogno di giocare, perché ci sei tu.

E la pazienza che metto quando ti aspetto, sta già disegnando il tuo volto.

Patience, Guns n' Roses, canzone per la notte

Persona, sfida, trofeo

Non sembra un bel percorso di involuzione della specie? Lo chiedo ad Arguta Paffuta, che da un pezzo però si è saggiamente tolta dalla mischia.

Poche settimane fa, rimuginavo sulla intensa frase di True Blood: sono una persona, non una sfida. Perché spesso noi trattiamo così le persone: come una gara, una missione impossibile e affascinante, nell'amore e non solo. Così vedi tanti che si stancano, una volta vinta la sfida (o almeno così credono). L'involuzione prosegue sfociando nel trofeo.

Quella non è una persona: è un trofeo. Me l'appiccico sulla fronte, sulla giacca, in bella vista. Fa figo averla nella cerchia (termine da social network) e mostrarla con soddisfazione.

E' un atteggiamento da comprendere, per cui provare anche costruttiva compassione. Perché chi si comporta così, forse vuole colmare un vuoto dentro. E mi si perdoni la divagazione psicologica da strapazzo.

Oppure è un figo, sì, che si sposa alla perfezione con questa epoca dove tanto viene  messo in mostra. Ma è opportuno rispettare chi non vuole essere trofeo, chi si rifiuta di essere una sfida, chi non chiede niente se non di vivere. Non da solo, ma non sbandierando chi cammina con lui.

Sono modi differenti di essere, ripeto. E con questo spiego pure - non mi giustifico, perché non mi interessa - come mai nei cassetti raramente venga citata una persona, nome e cognome. Condivido qui l'esperienza, spero con più delicatezza possibile, ma non mi va di specificare con chi l'ho vissuta, anche e soprattutto quando è una gioia. Chi ne è protagonista, con me, lo sa o lo può arguire.

Ma è una persona, ovvero un essere al quale Dio ha affidato il mondo, e nello stesso tempo è fragile come una farfalla. Una farfalla, io non la catturerei mai, ho smesso persino di tentare di fotografarle.

I trofei, oltretutto, diventano facilmente patacche, e vengono abbandonati con la stessa fretta con cui sono stati messi in evidenza.

Manovre incomprensibili a una farfalla, conscia anche di durare così poco, ma di dovere fare di tutto per far sorridere il mondo con dolcezza.


Cos'è un abbraccio silenzioso

Che strano usare parole per dire cosa sia un abbraccio silenzioso, a un amico. E' un gesto che si perde nella nebbia, o nel buio, solo per durare di più, indisturbato.

E' un momento che si colora appena, per non attirare l'attenzione e non diventare una rappresentazione. Qualcosa che scivola, ma non si ritrae mai, che stringe ma non soffoca. Che scalda, ma non brucia.

E' un gesto che può essere quotidiano o raro come una perla, tanto dal tempo è indipendente.

La Siria, gli esperti e il dolore

Torno nella fase dell'ammirazione, ma dolorosa. Perché non posso indossare quest'abito con indifferenza, mentre c'è un popolo che soffre e soffrirà.

Non riesco a stare a galla tra tante certezze manifestate dalla maggior parte delle persone. Io della vicenda siriana non capisco un tubo. Non so chi sia il più crudele, il più folle, il responsabile vero, il responsabile presunto, i responsabili tutti. Non so se sia una tragedia a senso unico, una manovra orchestrata ad arte, da chi, per cosa, fino a quando.

NON LO SO. Non capisco neanche perché litigano i vicini dietro casa mia. Non ho idea del motivo per cui in una famiglia non si parli. Mi dichiarato impotente sul conflitto minimo e minimalista della mia vita.

So solo che quanto sta accadendo in Siria è tanto, e troppo. E mi chiedo se sarei abbastanza coraggiosa da dare tanto, troppo per trovare una giusta via. La risposta è probabilmente no. Perché nemmeno alle mie domande, so rispondere.

Così guardo: la Siria, gli esperti, il dolore. Il dolore che diventa anche mio.

Rock n' roll nigger - canzone per il giorno

Non conosco una canzone più indicata per oggi, per questa data che vibra con il discorso di Martin Luther King. E molto più di un discorso.

Una canzone che si nutre anche di sogni, proprio, e che grida solo un desiderio certo: voglio essere fuori dalla società. Sì, suono molto hippie, e forse non si può sentirsi perduti e non badare al prezzo di questa scelta, forse non si può smarrirsi in una valle che offra piacere nelle ferite.

Ma questo canto così rabbioso è vivo, e afferma che tutti sono nigger. Artisti come Jimi Hendrix, nonna e Gesù... Se mi vuoi cercare, mi troverai lì. Fuori dalla società, non per giudicarla, per sognare, per cercare di cambiare me e gli altri. In una parola, per amare.

Those who have suffered, understand suffering
And thereby extend their hand, the storm that brings harm
Also makes fertile, blessed is the grass
And herb and the true thorn and light

Rock n' roll nigger - canzone per il giorno 

Pragmatico sognatore

Sono ancora incantata dall'espressione usata ieri da Gianni Riotta su Twitter, a proposito di Martin Luther King.

Pragmatismo. Sì, è stato pragmatico, questo grande uomo del quale tanto parliamo - e mai a sufficienza - in queste ore di anniversari. Ma quando pronunciamo il suo nome, istintivamente ci agguanta un'altra espressione, la sua: I have a dream.

L'accostamento di Riotta fa giustizia di quanti ritengono che i sognatori siano persone tra le nuvole e a loro gioverebbe scendere e mischiarsi con terra e realtà. Troppi non capiscono che non c'è nulla di più concreto di un sogno, se si vuole vivere. E se si vuole migliorare la vita degli altri, a partire dai più deboli, rischiando e sacrificandosi.

martedì 27 agosto 2013

Con la pelle fresca della sera

Mi guardi mentre pedalo nella notte, e hai perfettamente ragione: sono matta. Ma mi piace come lo pensi, con una piega tenera nel sorriso, e quando avrò finito di volare con queste due ruote morbide, quando mi sarò fatta guidare abbastanza dalla brezza, quando arriverò con la pelle fresca della sera... io so cosa dirai.

Dirai, con tenerezza: hai fatto il tuo giro in bicicletta? E che sono matta, non me lo dirai, perché questo pensiero si è già trasformato, ancora, da una scossa del capo a una domanda, fino a una dichiarazione.

Perché alla fine del mio giro tra false tempeste e imprese atletiche discutibili, io sono da te.

#dolcenotte e pedalate nei sogni

Pink - canzone per la notte

Rosa, non è nemmeno una domanda. E' una certezza che colora le labbra di chi vuoi amare, è l'amore che scopri in un istante oppure ogni giorno, sì un amore  a prima vista che si rinnova di anno in anno.

Mi piace questo inchino al rosa da parte degli Aerosmith, anche nel loro pazzo video. Un aspetto che adoro di Tyler e soci è l'ironia, meglio ancora l'autoironia, quel navigare a vista attorno alla bellezza che non ostenta sorrisi, ma se ne nutre in silenzio.

Rosa è un ombrello, una matita, una ossessione nuova. Essere certi che andrà tutto bene, non importa cosa accadrà stanotte.

Pink, Aerosmith, canzone per la notte.

Fuori dallo show

Che meraviglia essere fuori dallo show, dalle esibizioni di vita. Ascolto storie vere che non vogliono dare nell'occhio, ma solo trasmettere gioia.

Raccolgo mormorii buoni, ombre piene di luce. Che bello aver lasciato rampe di decollo sul nulla, riuscire a poco a poco staccarsi dai cori plasmati per gli applausi. Respirare le persone che vogliono condividere con te, e non con le platee improvvisate.

Improvviso un ballo, senza paura di mettere un piede in fallo, e danzo sulle note della nostra libertà, che è donarsi, non fingere di farlo.

Felice, abbracciata a chi lo vuole davvero, fuori dallo show e dentro una Vita.

Il telegiornale e Jersey Shore

Così l'ho fatto. Ritrovata la televisione, in pieno orario di telegiornali dopo un quarto d'ora non ce l'ho fatta più. Diamo la colpa a questo elettrodomestico che mi mette ansia, con un po' di pace quando devo spolverarlo: così capisco perché ce l'ho.

Facce serissime quando parlano di Governo e simili affari, che io dico: o dovremmo metterci a piangere, o a ridere, no? Ma sentite quanti di questi politici stiano parlando dalla loro galassia di assurdità? Poi la cronaca nera, dilagante, con i soliti, e pochi, vocaboli distribuiti all'umanità. Infine, le notizie che ci possono finalmente cambiare la vita: fine del matrimonio Bellucci-Cassel, rinascita di quello Ferguson-principe Andrea.

Quando sono stata raggiunta in tinello (parli da vecchia, mi suggerisce Arguta Paffuta, tinello non lo dice più nessuno), leggo lo stupore: ma guardi il disprezzato Jersey Shore?

Avevo bisogno di cinque minuti di pace e di speranza per il futuro, replico.Guarda, Nicole aspetta un bambino e persino Jenny W o come cavolo si chiama, ha qualcosa di diverso. Un altro mondo è possibile.

Un'ora sola ti vorrei - canzone per il giorno

Sto correndo via, scusa, e ho già mille pensieri che frullano nella testa. Ma no, non voglio essere così. Mi fermo: ti sto ascoltando.

La tua voce, la tua fermezza delicata, i tuoi racconti hanno fermato anche il tempo. Così ti canticchio questo mentre vado via: un'ora sola ti vorrei, per dirti quello che non sai. Quello che non riesco che  dire con gli occhi, e per colmo di orsaggine aspetto a pronunciare quando è scuro, sperando che il mio sguardo sia più forte di tutto e sappia brillare.

Io non vedo il mondo quando penso a te. E sai che ogni istante è dedicato a questo pensiero, come ogni ora, quella che ancora vorrei trascorrere con te, se il tempo esistesse.

Un'ora sola ti vorrei, splendida canzone per il giorno di Umberto Bertini.

Strià ('l tempu)

Stria mi è sempre piaciuto, perché accentua in qualche modo l'aspetto spaventoso della strega.

Ma anche stregare è un verbo affascinante in dialetto. Soprattutto nei suoi accostamenti. Come strià 'l tempu, stregare il tempo. Ma sentite come lo definisce ul pà Carloeu: scrutare il cielo sperando che la grandine cada sul campo degli altri. Un po' da strega comunque, accidenti, non credi pà Carloeu? Un angelo o una Fata invocherebbero la fine della tempesta.

La finestra che resta

Nel mio girovagare la contemplo e la catturo. Una bella finestrella di un verde ancora vivace, in un immobile mezzo abbattuto. Mi piace questa persiana testarda che resta con allegria, anche se tutto deve cambiare.
Come una pianticella radicata nel cemento o su un tetto, come un uomo che si ostina ad amare nel vuoto attorno o a svolgere bene il proprio lavoro.
Ci vuole coraggio, tanto più inosservati. Finché un passante o più non notano quella finestrella aperta sul nulla. O sull'infinito?

lunedì 26 agosto 2013

Country girl

Ormai sono una ragazza di campagna, innamorata della natura. Solo il grigio mi può fermare. Difatti, sento già l'insofferenza e la cervicale grida (cribbio che se penso all'orribile figura quando lo dissi anni fa in inglese, ringrazio la cortesia americana).

Sono nata per stare tra fiori, spiagge e monti, senza presenza urbana. Lo so, me lo ripeto, mentre scende la sera e salgo in macchina, io che sfreccerei in bici. E mentre medito su questa ingiustizia, ARG, un mostro di proporzioni gigantesche mi assale.

Una farfalla, enorme, che andrebbe scritturata per un film d'orrore. No, non esagero, smettila di ridere.

Sono una ragazza di campagna, una country girl tradita da se stessa.

Fine, fine wine - canzone per la notte

Bevo questa canzone di Vince Neil, dove il vino si veste di metafora. Ma ognuno può accostare la sua preferita.

Perché il vino è l'amore, una passione, la vita. Meglio non prendere il primo liquore scadente e sotto costo, ma cercare un vino vero, che sappia essere color rubino o delle sfumature che amiamo, dolce come l'estate o fresco come le onde che ci fanno stare meglio.

Solo così si può cantare: dammi un altro sorso del tuo meraviglioso vino e mi sento già meglio.

Fine, fine wine, Vince Neil, canzone per la notte.

Gentilezza a mare

Gentilezza più del necessario, nel segno di Barrie. Gentilezza offerta a caso, con la gioiosa casualità dell'universo, sulle note di Slowflute.

Poi c'è la madre di tutte le gentilezze. Quella a mare. Sì, sai già che finirà in acqua e che non è in grado di nuotare: quindi la condanni a una sofferenza inesorabile. Potrebbe essere quasi definita eroica e Arguta Paffuta sa quanto non mi appartiene.

Proprio per questo, ogni tanto cerco di praticarla, sposandola alla tesi una e alla numero due. Poi la guardo andare a fondo, cercando di non seguirla. Altrimenti, la prossima volta non posso sforzarmi di essere gentile.

You're no good - canzone per il giorno

Scrollo via la malinconia per il male che ha colpito Linda Ronstadt, la sua vita, la sua musica.

Lo faccio ascoltando "You're good", una canzone sull'amore spezzato, solo apparentemente scontata. Perché Linda rivolge quel rimprovero con la sua voce sincera a chi l'ha tradita, mostrandosi un essere ben diverso da ciò che sembrava. Ma indirizza la critica anche a se stessa, che in passato ha spezzato ugualmente un cuore gentile. La lezione spinge ad andare a chiedere perdono.

Ah, vita, you're no good quando ferisci una creatura come Linda. Noi siamo con lei, la sua bellezza vera perché semplice, la sua splendida musica che aiuterà a lottare.

You're no good, canzone per il giorno.

Spaventato o esaltato

Questa volta ul pà Carloeu mi tira fuori gli effetti speciali. Spuentà è spaventato, e fin qui non ci piove. Ma poi la mia lingua tira fuori un'interessante variazione sul tema: in senso figurato, anche esaltato.

Di per sé, mi sembra bizzarro. La saggezza antica cerca di aprire le porte di questa mente schiacciata dalle banali trame della modernità. Quante azioni compiute in preda all'esaltazione, ma sotto sotto c'è la paura. Il dialetto quasi ti mette in guardia...

Ora son spuentà davvero.

Se fosse tutto troppo volgare

Ride Arguta Paffuta, e io sto imparando con lei.

Perché prima, mi dicevo: ma se fosse tutto troppo volgare, uno scroscio di applausi cercati che mi ricorda uno sciacquone, colori strillati per attirare attenzione, mai un gesto sottovoce, una venatura discreta di rispetto per ciò che pensano gli altri. Ecco, se fosse tutto troppo volgare, come sopravviverei senza cascarci o essere bruciata?

Ho visto streghe e stregoni ridere a crepapelle,  dipingere scene che non esistevano (come loro, insiste lei) e in cui non volevo entrare.

E, stupita, un giorno mi sono accorta di essere sopravvissuta. Tutte le malie, evaporate come loro, e io sorrido a giorni duri e stupendi, lontana da intrighi e pettegolezzi, perché non li ascolto più.

Se dovessi sentire ancora un suono così volgare, penserò che il silenzio e la poesia stanno scherzando, e sorriderò.

domenica 25 agosto 2013

Sogno o utopia

Il discorso di Martin Luther King, assurdo chiamarlo così. Coraggio che vibra e che viene trasmesso, sdegno buono che porta a costruire qualcosa di diverso, vita, non parole.

Ho un sogno. Qual è il nostro sogno oggi? Lo chiamiamo così ancora o sono solo versi buonismo che sconfinano nell'utopia. Perché molti dei miei sogni sul mondo così mi sembrano.

Slogan per chi non mi batto, forse in cui non credo davvero. Perché altrimenti sarei già in marcia o starei almeno sopportando meglio il mio vicino.

Più forte delle onde

Così piccolo, riesci a domare le onde. Ti vedo mentre ti muovi con padronanza garbata, anche quando l'acqua si agita e mi viene da pensare questo. Che a volte bisogna essere o farsi piccoli per stare a galla. Per raggiungere la meta più giusta, che sia distante o vicina ma resa più lontana da una sommossa di onde,
Piccolo, per vivere, per crescere, per farsi riprendere semplicemente così.

Un calcio al cuore

Navigante ancora tra i dubbi e sempre più distratta sulla serie A, mi porto nel sogno un buon avvio, almeno. Il gol di Danny De Rossi, più importante anche della vittoria della Roma.

Perché ho temuto di perderlo, Capitan Futuro, di non vederlo più capito o in sintonia. Teniamo stretto il Pupone, certo, perché senza bandiera scompare tutto, ma anche Danny per me rimane un riferimento, un fiore giallorosso. Prova del nove: soffrirei a vederlo con un'altra maglia. Il mio calcio non è fatto di queste star che ogni anno dichiarano di aver sognato una maglia diversa, e me ne frego dei loro gol e scudetti.

Ma un gol di Danny è un calcio al cuore, di quelli che lo tengono pulsante.

#buonanotte

È nato prima l'uomo o il maiale?

Consapevole del rischio che leggeranno solo i miei amici corsi a comprare il mio libro "Storie di eroismo" perché avevano visto una "t" di troppo.

Amen, oggi vivo e descrivo questa scena. In campagna c'è un piccolo ingorgo: tutti si fermano per fotografare i maialini. Estasi generale e anch'io non sgarro. Sono a fare una piacevole visita da amici, ma il pensiero non mi abbandona: al ritorno, devo fotografarli.

C'è un ragazzo in azione, la fidanzata sulla macchina ferma con le quattro frecce. Io imito e mi scopro superatleta con un balzo fino alla recinzione. Solo che sarà la foga, sarà che si sono stancati, i porcellini corrono indietro da mamma. Chi si avvicina, con fare per nulla amichevole, è il papà.

Salto giù con meno efficacia, una cicatrice sul ginocchio lo dimostra. E penso: tutti a scioglierci per questi maialini e ad avere rispetto zero per gli esemplari adulti, deridendoli o pregustandoli a tavola. Un po' come gli esseri umani: smack,smancerie, follie per i bambini, ma quando diventano adulti (per non parlare dei vecchi) chi se ne frega.

Perdonatemi il titolo interrogativo, sorto mentre mi disinfettavo. Ma a volte il dubbio è lecito.

A quale età perdonare

Una coppia a messa, come tante. Scrivere d'altri tempi non è criticarle, bensì ammirarle. Lui ha la voce un po' alta, non fastidiosa, anzi bellissima come se amplificasse l'autorevolezza; ma quando esce un attimo, la signora, così fine, non vistosa, mi chiede perdono: "Lo scusi, ha novant'anni".

Mi commuove che appartenga a una leva per me magica, e io gli avrei dato pure dieci anni meno. Mi scusi don, ma rimugino. Un bambino strilla e la mamma chiede ugualmente perdono: è un bimbo. Ci scusiamo per piccoli e anziani, quando fanno di testa loro, ma forse sono gli adulti gli unici che dovrebbero chiedere perdono spesso per ciò che fanno.

Il signore rientra, il respiro accentuato dalla scala. Quando si inginocchia, lo sguardo mio va a una vetrata con un santo dai capelli bianchissimi, come i suoi.

Il cielo sulla stanza

Capriccioso e ridacchiante il cielo ha aperto la stanza e ha dato il via allo spettacolo. Nuvole bianchissime, enormi e piccine, si sono messe in movimento.

Chi si dondolava, chi camminava in punta di piedi, chi danzava apertamente facendosi aiutare dal vento. Un grande teatro sospeso sulla camera e si sarebbe detto che qualche nuvoletta, specialmente quella a forma di micio, fosse disposta a insinuarsi nella camera e farmi il solletico sotto il piede.

Invece no, a un certo punto il regista deve aver detto: stop ragazzi, andiamo a svegliare qualcun altro..

È rimasto solo uno scenario tutto blu sulla stanza e il sole ha osato avvicinarsi.

Impara la calzetta (se puoi)


C'è un cesto cocciutamente chiuso, tra le mie presenze vacanziere: è quello del ricamo. Che però non si deve lamentare troppo, perché i ferri della maglia sono spariti; so dove sono finiti, a casa, ma non ci bado troppo.

Oggi, tuttavia, pensavo proprio a loro e a un'anziana signora che un'estate si incaricò di educarmi all'arte della maglia. Non c'era un feeling straordinario tra di noi, ma io cercavo di recuperare punti provenendo da una famiglia con solida reputazione in materia; quindi mi piazzai nell'aula - che poi era il balcone della sua casa di montagna - con fare diligente.

La mia prima opera fu una sciarpa azzurra. O meglio, doveva essere una sciarpa azzurra, ma aveva un paio di imbarazzanti buchi che non capivo come si fossero formati. Non lo comprese nemmeno lei, ma con tatto mi fece arrivare il concetto che non ero portata in modo eccezionale. Pensai di vendicarmi fabbricando una sciarpa giallorossa, però dovetti riconoscere che di buchi se ne sarebbero creati il doppio.

Tutto questo per dire: quando gli uomini strillano "Ma andate a fare la calzetta", non credano di suggerire un'impresa banale. Ma anche - alla signora che oggi sta dirigendo un esercito di angeli sferraglianti - un: mi dispiace, mi vorrei applicare di più e guarda che mi manchi.

sabato 24 agosto 2013

Come una ruota

Siamo tra le nuvole, siamo tra le luci. C'è una pioggia leggera, poi il silenzio interrotto solo dalla civetta.

E stiamo a studiare il movimento delle nuvole scure sul cielo già cupo, contiamo i fulmini e soppesiamo la loro direzione. Fa freddissimo e non ce ne accorgiamo, nel nostro compito di sentinelle.

Perché mai. Alla fine, ci guardiamo sorridendo: farà come vorrà, ruota gigante che macina chilometri, foreste e raccolti, decidendo delle sorti altrui con apparente casualità.

Sull'acqua tornano a brillare le luci; stai sorridendo e fa meno freddo.

#buonanotte

Dolce uragano - canzone per la notte

È una notte che cammino. Anch'io ho un cuore e non passa solo da un fulvo cantante italiano per uscire dal tunnel di metallo. Anzi, la mia passione confessata - anche se non urlata, quasi a rispettare la legge degli apparenti secondi - è per Gianni Bella.

Stasera non canticchio nemmeno uno dei motivi più splendenti, forse, ma a me piaceva moltissimo. Complice dell'aria che tira, mi cullo con dolce Uragano.

Lettera lettera B, smetti di amarmi così. Una reazione rabbiosa, che si scioglie in sorriso: ma che dolce uragano sei tu. L'amore a tutte le ore viene e va. E a tutte le età 

Dolce Uragano, Gianni Bella, canzone per la notte.

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Pizza e vergogna

Pizza wurstel e patatine: dai, vergognati un po', implora Arguta Paffuta. E io no, la divoro boccone dopo boccone.

Perché sono una ragazzina, peggio, stasera sono una teenager stile telefilm americani e, dannazione, non c'è in giro neanche un jukebox. Voglio stare più lontana possibile dai pensieri, e più vicino a tutti i sogni, a partire da te.

Non tirarmi fuori un chewing gum. Mi basta questa pizza, patatine morbide (eufemismo per molli, ok) e wurstel. Domani torno Margherita o qualcosa di tradizionale. Ma non è colpa mia se oggi sono una ragazzina, anzi un moccioso che vorrebbe tirare calci al pallone, sotto il temporale.

Irresponsabile come uno scoiattolo

Messa a punto la mia nuova aspirazione: vorrei diventare irresponsabile come uno scoiattolo.

Io qui a consultare bollettini meteo, tessere ragionamenti su come evitare fulmini e altri guai, mentre prima correvo e ronfavo libera e bella con la mia incoscienza.

Lui ancora. Scende da un albero e si mette a danzare come un folletto sotto la pioggia: si gode tutta la frescura, si lava, schizza sull'asfalto, poi ci ripensa e torna al bosco, scivolando sul prato.

Quasi quasi gli corro dietro. Ma un tuono mi riporta alla mia sterile saggezza.

Spesa a naso

Quante volte ci ho parcheggiato ormai, chi se lo ricorda. Decido di seguire la strada, quella perfetta. Che cioè conduce alla riva, ma passando dalla pasticceria.

Solo che lascio il posteggio e ho un attimo di sbandamento: qual è la retta via? Alzano la cresta diversi vicoli tentatori, ma io sono più forte. Resto immobile.

Finché arriva lui. Sinuoso, strisciante, imperdibile: profumo di dolci. Difatti, arrivo in pochi istanti alla meta.

Spesa a naso, perché a casa non mi riesci così bene.

Cos'è fine

Il vento scompone i riflessi e i fiori si affacciano sull'acqua, senza mostrarsi tesi come noi umani. Sarà mica la fine dell'estate. Tutto ci dice di no, dalle convenzionali date alle giornate di settembre che spesso deliziano, ma noi testardi...

Perché la nostra vita è al centro di tutto; il nostro ritmo forza noi, che per automatismo o vendetta insistiamo e infieriamo sugli altri. Su questa natura che commenta le nostre malinconie: be', arriva il temporale, poi ci sarà nuova luce, che sarà mai?
Attorno, l'estate resiste. Decidiamo noi con le nostre azioni e deviazioni se restare in armonia con la natura o chiuderci in autunni mentali. Quand'è, cos'è fine dell'estate.

Hazzard - canzone per il giorno

Colpa degli articoli di agosto, quelli che ti sbattono davanti le foto di ieri, oggi e fra un po' domani. Ma non ti tolgono poesia, soprattutto se ti affidi alla musica.

Con una canzoncina come Hazzard, sfila davanti tutta una puntata, con i suoi punti fermi. Bo e Luke via verso una nuova avventura, a fare giustizia mai sopra le righe dove l'autorità costituita sbanda e perde di vista chi sono i cattivoni. Il supernonno in soccorso e la cugina che nell'armadio non ha mai qualcosa che possa oscurarle le gambe.

La cosa bella di questi ragazzi? Non cercano un trofeo, ma trasformano in rodeo ogni prato libero. Già, libertà è la parola chiave di questa serie.

Che mi ha sempre lasciato un dubbio, però. Riuscirei a infilarmi così lestamente in quell'auto? Vado a strozzare definitivamente Arguta Paffuta che sta soffocando dal ridere.

Hazzard, canzone per il giorno. Ps Augusto Martelli rules

Suoni sconosciuti

Vorrei essere meno ostinatamente cittadina e riconoscere i versi del bosco, del mare, di ogni angolo dove la natura parla ancora, e ancora.

Mi piacerebbe capire chi li pronuncia, e se sia lieto o stia chiedendo aiuto, se stia annunciando gioia o proclamando nostalgia. Invece, nulla comprendo di quei suoni sconosciuti.

E mi sto rammaricando, finché arriva Arguta Paffuta e sussurra: ma perché, capisci gli umani dai loro suoni?

Raramente, Arguta, raramente. Ho qualche problema anche con i suoni nella mia mente.

Grazie del conforto.

venerdì 23 agosto 2013

Esercizio sull'ultima parola

Tentazione canaglia, in una conversazione. Senti un'osservazione intelligente, un'altra più o meno e tocca a te gettare la carta, ci provi.

Se vuoi provocare un effetto, sei finito: Arguta Paffuta ne è convinta. Se scavi dentro di te e fai affiorare ciò in cui credi o più ci assomiglia, hai qualche chance in più di alimentare questa chiacchierata.

Bella, conciliante, proficua, rilassante... Ma c'è la tentazione finale in agguato: quella di avere l'ultima parola. Tentazione, ansia o entrambe, chi lo sa. Da quando l'ho messa a fuoco, tento un esercizio. Se una persona dice qualcosa che mi sembra una perfetta conclusione, mi mordo le labbra o spengo l'ipad. Non devo per forza aggiungere un'ultima parola.

Come un castello di carte ha un peso invisibile e armonioso: una parola fuori posto, una piuma, lo possono far crollare.

Parlami d'amore Mariù - canzone per la notte

Autoreferenziale? No, ascoltavo questa canzone qualche sera fa e vedevo gli occhi brillare. Le nubi dei pensieri dissolversi, un piccolo capolavoro di ottimismo fondato sul sentimento più delizioso e profondo.

Splende un sorriso di stella negli occhi tuoi blu, quella stella che compare con ogni condizione meteorologica. Il destino potrà essere avverso domani, ma che importa, oggi così vicini?

Non importa chi si burla di noi e del nostro universo, forse è perché nonostante il loro sbandierare non ne hanno uno loro. Non è un'illusione, la respiriamo come una fresca e invincibile realtà.

Così ti ascolto, ancora.

Parlami d'amore Mariù, tutta la mia vita sei tu. Gli occhi tuoi belli brillano, fiamme di sogno scintillano.

Parlami d'amore Mariù, cantata da Achille Togliani, canzone per la notte.


Eco di campanelli

Un abbaiare distante e distratto, che si moltiplica pigramente. Ed eco, eco di campanelli, come se il gregge fosse scappato ancora.

Anche il tramonto arriva lento, perché sta facendo i conti con l'estate e non ha voglia di alzarsi dal tavolo delle conversazioni languide e senza dolo.

Tutto aspetta altro, e altro ancora. Eco di campanelli, di emozioni a cui non si può mettere fine.

Doccia scozzese, anzi italiana

Sto provando delizia pura alla mail di un amico scozzese, che mi annuncia l'arrivo per una vacanza in una regione italiana.

Pregusto l'incontro nella mia terra, ma la doccia scozzese incombe. Ho vagliato i prezzi, mi spiega, ma poi ho capito che per quei giorni proprio non mi conveniva: abbiamo deciso così di andare in America.

Repeat please. Questa è una doccia scozzese. Capisco il dollaro, accetto tutti i meccanismi di questo mondo, ma so quanto adorano l'Italia questi miei amici. E mi viene un magone incommensurabile. Il mio Paese ha un mare - e più - da offrire. Dove sbagliamo? Perché da qualche parte commetteremo un errore pure noi, o no? Conosco luoghi così magici, che - se fossero in Scozia - avrebbero dieci pullman di turisti davanti. Con la cultura si mangia (anche), no? E se abbinata coi meravigliosi paesaggi, meglio.

Imploro un segnale, perché la crisi si batte, anche se ci mettiamo in discussione.

Intanto mi becco questa doccia scozzese, anzi italiana.

Permanent vacation - canzone per il giorno

È il pensiero che ti cavalca quando sei ragazzino e vorresti vivere per sempre su una spiaggia o in una avventura ad alte quote. Anche quando cresci magari, ma di questi tempi tornare a un lavoro è una prospettiva non per tutti, quindi metti lestamente simili idee a posto.

Ma è umano a volte pensarla come Steven Tyler e soci e assicurarsi che serve una vacanza permanente. Il che si presta però a varie letture.

Primo, ogni attimo di vacanza è da vivere in piena libertà e intensità, con la propria testa e con l'amore delle persone care.

Secondo, forse la stessa vita può essere presa così: come un periodo che ci è concesso, in cui possiamo scoprire meglio chi siamo per far star bene noi e gli altri.

Terzo, c'è sempre una spiaggia, un monte, un luogo verde e silenzioso in chi rifugiarci quando dobbiamo respirare, almeno con la mente. E quante altre chiavi di lettura ci sono.

Intanto canticchio Permanent vacation, Aerosmith, canzone per il giorno.

Soletto o scherzetto

La mattina presto si affaccia un brontolio ingrato: e così hai deciso di archiviare l'estate, agosto testardo, di portarti via il sole e di chiudere le tue vacanze da qualche altra parte.

È natura, ma immaginando una giornata grigia non riesco a trattenere una smorfia, come se non avessi avuto sufficienti giorni di estiva delizia. Mi rimprovero e mi preparo ad accettare la realtà, che a ogni età giova.

Proprio quando mi sento quasi saggia, arriva lui, fuggito dall'abbraccio egoistico di agosto. Il sole. Timido, poi si lascia andare, gioca, si tuffa e l'acqua brilla ancora.

Soletto o scherzetto. Vedo agosto con maschera da Halloween che ride, guarda che scherzi tira il sole.

Le farfalle e il manuale

Non so se fosse quello delle Giovani Marmotte, oppure un testo di scienze abbandonato in fretta. Ma mi sembrava di aver letto che le farfalle si posano sui fiori. Cavolo, forse mi confondo con le api. 

Comunque, stanno bene sui fiori: un abbraccio di colori delizioso. Invece, sotto i miei occhi nulla. Ci sono poi delle stupende farfalle rosse, che da sempre preferiscono posarsi sui pini bassi e invitanti, un'immensa macchia verde.

Ma quando vedono un fiore, zac, stanno alla larga. Magari mi fanno un tiè con la zampina (posso chiamarla così) e si posano in effetti sui petali quando me ne vado.

Legge di Murphy piena, anche con le farfalle: sento già che Arguta Paffuta sta borbottando "megalomane".

giovedì 22 agosto 2013

Que sera sera - canzone per la notte

Mi sono messa in testa che un giorno Doris Day si stufò di essere impeccabile e Alfred Hitchcock le venne incontro. Le permise di mostrare la paura, i dubbi di una madre, il coraggio che consiste anche nel tenere la voce ferma quando chi ami è in pericolo.

Doris Day meravigliosa mentre canta questa canzone dal gusto fatalistico, e tremendamente saggia. Quante domande rivolgiamo a noi stessi e agli altri. Che sarà di noi? Saremo belli, ricchi, felici...?

È la vita, la prima ad alzare le braccia con un sorriso: ciò che sarà, sarà. In più lingue, così tutti abbiamo la possibilità di capire. E vivere.

Que sera, sera, canzone per la notte.

La luna si allontana

Hai visto, mi dici, la luna si allontana. Solo perché va a trovare altri volti per illuminarli, non fugge da noi.

Del resto, abbiamo immagazzinato il suo argento, di una qualità preziosa perché non si può vendere. È polvere, è mondo, è sguardo sincero. Rimane con noi, anche quando visita altri luoghi.

Senti il belare delle caprette che hanno scoperto un varco di libertà. O l'asinello che urla la sua lealtà, a se stesso e a chi l'accudisce.

Tutto scorre sotto il suo sguardo. Anche quando sembra allontanarsi.

Formula d'amicizia

Le terre, l'acqua che ami, splendono ancora di più. È grazie a una formula speciale di nome amicizia. Come una luce che ha proprie sfumature, proprie tecniche spontanee e segrete, rende tutto ancora più vivo.

Che tu ti stia arrampicando su un monte sacro, o che tu stia compiendo una mangiata solenne, ha relativa importanza. Stai gustando, insieme. Staresti ad ascoltare per ore gli amici e ammiri i loro occhi brillare.

Non posso scoprire questa formula, solo ringraziare e offrirle poche righe come un bacio soffiato nell'aria, che corre ridendo.

Some kinda' hurricane - canzone per il giorno

Succede così, si spalanca una porta ed entra una persona capace di afferrare la tua attenzione. Non capirai mai cosa sia stato, se è per via di quell'occhiata o di quel sorriso fuori posto, o forse perché si muove con eleganza selvaggia, come un gatto.

Dovrai stare molto attento, attenta, perché non farà cose eclatanti per farsi notare: gli esibizionisti lasciamoli ai loro riflettori.

Ti tratterà come un ragazzino, ma ti sentirai così adulto. Dico a te, e a te, che magari non ci credete o non credete più.

Sarà così, la vostra vita sconvolta dolcemente, quando entrerà

Sarà una specie di uragano.

Some kinda' hurricane, Peter Criss, canzone per il giorno

Un giorno è soffice

Un giorno è soffice, quando hai batuffoli miagolanti che diventano piccoli leoni e si lanciano in spedizione intrepidi, ma poi tornano bambini con un tocco alla pancia o un solletico sotto le zampine.

È soffice con te che li guardi come tuoi bambini, e così è. Soffice come la brioche che ho scelto proprio come una bimba, tenendo il dito, con occhiata golosa e un ultimo filo di indecisione, perché scegliere a colpo sicuro è arduo fin dalla brioche.

Ma poi è soffice, come il respiro, come l'erba, e persino l'acqua fa le fusa. Soffice come il tuo sorriso, che cambia a ogni danza della luce.

Soffice giorno, è volerlo.

Ul bucascia



Niente di personale, ma ogni giorno che lo incontrava, il nonno lo sentiva vantare la beltà della figlioletta. Ma che cos'è, sospirava, una principessa alberga da quelle parti?

Ora, il mio nonno non conosceva malizia: non ne aveva predisposizione, né tempo, visto che faceva l'operaio e il contadino. Anzi, quel signore gli era pure simpatico. Ma anche lui a casa aveva due deliziosi pargoletti e non spandeva troppe parole, rimuginava, allergico ai vani discorsi.

Così un giorno, rincasando, sbottò: uh, ul bucascia. Perché lo vedeva spalancare la bocca in quelle lodi sperticate. Era abile,va detto, il nonno nel trovare soprannomi, nonostante la sua ritrosia.

La legge del contrappasso - con due o una p in ossequo a Dante - esiste sempre, perché quando diventò nonno, perse un po' del suo proverbiale dosare i complimenti. Anche con pubblicità comparativa. Memorabile un giorno, quando si recò dalla sorella, nella cui corte giocava il nipotino. Io ero con lui e non capii lo choc della frase che gli uscì dalle labbra: a me Marilena sì che l'é bela.

mercoledì 21 agosto 2013

Quella carezza della sera - canzone per la notte

Nell'ombra del grande giardino, si può avvertire ancora quella carezza della sera. È quell'attesa della voce di tuo padre, che ti farebbe correre ancora. È la speranza che ti muoveva e ti permetteva di sopportare anche il tramonto dell'estate, lento e doloroso a tratti.

È la voglia di avventura che il sole alimenta e la luna non spegne. Una miscela di ricordi che possono renderti fragilissima o più forte dell'albero gigante che ricordavi.

Ogni sera, ogni notte ha la sua carezza che ancora si posa sulla pelle. Eppure qualcosa ti dice che quella carezza era unica e per quanto la cercherai, non tornerà con la medesima intensità.

Quella carezza della sera, New Trolls, canzone per la notte.

La luce verde

Di mille luci si può vivere. Della luna in perenne ricerca che fa cadere raggi argentati per farsi notare. Dei guizzi sull'acqua come un presepe fuori tempo. Degli occhi ruvidi di un gatto, che non si vuole far scoprire. Di una risata che sembra far splendere tutto attorno a sé.

Ma tra le luci, quella preferisco è la scia verde sopra il camino, che hai voluto per regalare altri riflessi dei tuoi amati prati. Dove socchiudere gli occhi, per godersi ancora una giornata estiva o una aspra di inverno che sa parlare d'amore.

Sorprendermi, ancora

Non ho un'ortensia preferita, più per indecisione che per timore di favoritismi. Oggi, addirittura, sono caduta in colpevole tradimento, fermandomi davanti a uno scorcio meraviglioso, con il blu interrotto da un'ortensia di un viola leggero (chi ritiene che io non stia scrivendo "lilla" per motivi calcistici, è insensibile e comunque ha ragione).

Tra i cespugli quest'anno sovrabbondanti, ce n'è uno nel giardino che mi trasmette particolare tenerezza, tuttavia. Piccolo, quasi schiacciato dagli altri, con i fiori bianchi e purtroppo ormai già decadenti, rosi dai morsi dell'estate tardiva. Che emozione, quando compare un fiore ancora candido, di più, luminoso. Brilla come per consolare gli altri e ricordare loro che ogni istante è una gioia, se condiviso.

Quel minuscolo cespuglio è riuscito a sorprendermi, ancora. Come te, ogni giorno.

Brachetto e ginger

Non preoccupatevi, il sole non mi induce a compiere mix, ovvero un peccato mortale.

Eroicamente vado in cantina consapevole degli occhi insidiosi di una spia. Eh no, viperetta, ecco una bottiglia di ginger, e senza zucchero: della serie tiè.

C'è del sano lavoro da fare, progetti da affinare, anche la strada da trovare. Siamo serissimi, mentre brindiamo col ginger. E un po' malinconici.

Quando abbiamo finito, sogno una merenda innaffiata con un fresco Brachetto. Gianluca suggeriva un differente breakfast, e l'idea mi tenta. Però anche la merenda, se è giusta... No dai, ci vuole misura, quella bottiglia la dividiamo con gli amici.

Riusciranno i nostri eroi a resistere?

Versami altro ginger, che siamo nati per patire, dicevano i vicini di casa legnanesi.Ma non è caldo? No, eh...

Il micio di antichi mestieri

Incappare nel gatto sotto l'ombrello. Con esplosione di memorie e una ricerca di colori legati a mestieri dimenticati.

Il micio, di colori, a dire il vero non ne ha. Tutto scuro e immobile, si ripara dal sole ancora invadente ringraziando per una volta gli umani, che hanno inventato gli ombrelli, un tempo di duplice funzione. Davanti all'antica chiesa non tradisce mezza smorfia, ma se potesse scuoterebbe il capo: non scordatevi degli antichi mestieri e degli ombrellai prima di tutto. Del loro lavoro, dei sacrifici, dei viaggi che non si possono interrompere nelle valli che accompagnano il respiro.

Da Carpugnino a Massino, poi invertite la rotta: il museo dell'ombrello a Gignese, lo ricordo come un mondo mozzafiato per chi vuole ancora stupirsi con la realtà.

I believe in a thing called love - canzone per il giorno

Si può dichiarare il proprio amore in falsetto, senza essere i Cugini di campagna? Direttamente dalla notte, prendo questa canzone dei Darkness e assicuro di sì.

Tenera, poco dissacrante, questa dichiarazione di fede in una cosa chiamata amore. Baci a ogni istante e un affidamento del volante senza esitazioni alla metà, nella corsa comune della vita. Un'estasi suonata al mondo, con un ritmo del cuore tutto da ascoltare. Potremo fare rock fino alla scomparsa del sole.

Per fortuna ci sono loro, i gridolini, a togliere un po' di miele. Credo in una cosa chiamata amore, che manda su di giri, ma all'occasione è bello anche sorriderne.

I believe in a thing called love, Darkness, canzone per il giorno.

Il rito dell'annaffiatoio

Complicità pura, questo avverto quanto la pioggia fa sciopero, se non beffe e passa vicino, ma lascia la terra arrida; così devo fare il suo mestiere.

E la giornata si apre con un sorriso dei fiori all'arrivo dell'annaffiatoio. Sì, quella strana bestiola che assomiglia a un elefantino ed è verde come le loro foglie. Si affaccia, versa il loro nutrimento, la terra sembra tendersi a bere più di petali e foglie. Queste ultime, tenerissime nella loro ritrosia, vibrano quando le gocce cadono su di loro.

Complicità del creato, perché con tutto ciò che fate per me, cari fiori, questo è un minuscolo rito. Che mi fa sentire non grande ma capace di arrivare sotto la corolla profumata.

Niente foto è opera di bene

Sono allergica alle foto, a meno che qualcos'altro emerga o mi oscuri. Ancora qualche giorno fa durante un'escursione con tanti scatti, ho dovuto confessare questa mia deformazione personale, per fortuna condivisa.

Mi spiace insinuarmi in un paesaggio o intromettermi quando fotografo un'altra creatura. Se sono costretta, cedo, ma finisce che scherzo o poso in modo innaturale a dichiarare la mia estraneità al fatto in corso.

E se anche cedo, è raro che io le posti; se lo faccio, il pentimento è dietro l'angolo.

Niente foto è opera di bene, assicuro a chi insiste. E una delle mie forme di bizzarra libertà.

martedì 20 agosto 2013

The same thrill - canzone per la notte

Ci ho provato, oh ci ho provato, sospirano gli Scorpions. Ma niente mi ha offerto lo stesso brivido, che mi ha scosso e mi scuote quando suono una chitarra.

Vedo questi bravi scolaretti, incalzati dall'insegnante: che vuoi fare della tua vita?  E non si può dire: la mia esistenza sarà il rock n' roll, o si può esclamare solo quando sei ragazzino. O quando sei una rockstar, è chiaro.

Ma bisogna cercare quel brivido, quel brivido unico e inimitabile che qualcosa sa trasmettere. Qualcosa più forte delle regole fittizie, del blabla dei benpensanti che ci circondano, delle gabbie che schiacciano le strade scelte dagli altri.

Quanto è giusta la strada che abbiamo scelto? Quando trasmette un brivido unico e irresistibile. Altrimenti, meglio prendere in mano una chitarra - qualsiasi forma abbia - e ripartire.

The same thrill, Scorpions, canzone per la notte.

Chi abbaglia, chi abbaia

Lei ormai abbaglia, si muove senza pudore; ride delle smorfiose che le fanno il verso, perché sa di essere unica.

Danza al minimo, per scrutarci meglio, ma ha già guadagnato i suoi passi. Si china, si rialza, si posa dove le pare. Non si tufferà, meglio specchiarsi nell'acqua, ancora più lucente.

Lei abbaglia; intanto lui abbaia, il cane che non sa darsi pace a tanta luce. Gli dolgono gli occhi, e anch'io li socchiudo, perché ho paura che questo sia un incantesimo. Mentre io per un unico incantesimo mi sciolgo e sei tu.

In un dipinto

Ti capita di dubitare e pensare di vivere in un dipinto. Accade quando la luce perfetta (e senza pretendere di esserlo) si posa sulla superficie giusta, cogliendo le sfumature come fragole selvatiche. E tutto è sospeso a guardare, come in un quadro interrotto, ma solo perché l'autore non voleva finirlo e attribuirsi meriti.

Non osa alzarsi alcun essere volante, che sia un gabbiano o una mosca. E un gesto di tenerezza è fermo come l'aria, scolpito per l'eternità.

Allora quasi non respiri e pensi: chi sei tu per muoverti e gettare in aria un dipinto, così abbassi la testa come un gatto, finché il dipinto non si sia trasformato.

On the road - di' Firenze

Saranno i positivi sortilegi d'amicizia, ma mentre sfioro l'acqua, traccio un percorso ideale verso Firenze. Che sta per accogliere una persona speciale, non turista in preda a distrazioni ma capace di vivere a fondo ogni aspetto inesplorato.

Nelle mie tappe fiorentine, la più memorabile fu quando ci arrivai dopo una battaglia con qualche cicatrice in una guerra che non volevo perdere. Ad aspettarmi la mia sorella greca e un gruppo di amici suoi, di diverse parti d'Europa. Quella Firenze fu in realtà assaggiata con il primo pranzo all'aperto della stagione, a Fiesole che si schiudeva con marzo. Dialoghi interminabili sulle nostre vite e sul mondo che avremmo migliorato, si intende. Un dibattito sbocciò dopo uno dei film che ancora oggi ritengo magnifico, La moglie del soldato.

Io, indecisa se rana o scorpione, scappavo a volte da sola nella città e volli ad esempio respirare il Giardino dei Semplici, l'arte naturale al servizio del mondo. Quando mi affacciavo alla finestra, Firenze era già ansiosa di mostrarmi.

Tornai e non persi la guerra.

lunedì 19 agosto 2013

Love is a slap in the face - canzone per il giorno

Non è passato al sadomaso, Gene Simmons, ma prende atto del destino che indossa l'amore, anche se ci metterà qualche anno a sancirlo ufficialmente.

È uno schiaffo benefico, quello che ti fa riavere quando sei tramortito. Quell'acqua fresca che ti assale quando stai dormicchiando, e magari al momento ti scuoti offeso, perché stavi bene nel tuo brodo. Ma basta un'occhiata a chi ami e non ricordi più perché ti eri impensierito.

Su diventiamo romantici Demoni e cantiamo na na na na na na na

Love is a slap in the face, Kiss, canzone per il giorno

Il peso di una valigia

Ho viaggiato molto, in certi momenti ho viaggiato troppo per attribuire il giusto peso alle cose.

Forse mi era venuto a noia, anche se è un modo per darsi un tono, ok. Cosa sia accaduto, perché la valigia a un certo punto pesasse troppo, lo sappiamo in pochi.

E io non so come andrà a finire questa storia, ma in questi giorni ho afferrato la valigia, con la scusa di spostarla, e ho dovuto ammettere che era più lieve del previsto. Che ci sono voci che ti chiamano, più forti della tua che può frenare.

Tanti ti urlavano consigli distrattamente e ti sovraccaricavano di giudizi. Non ricordo più chi fossero, non li vedo, perché sono in viaggio.

Confusione stellare

La tempesta si spegne malvolentieri, ma forse nel cielo come sulla terra hanno la meglio i testardi.

Le stelle ammiccanti che frugano tra le nuvole, le capre che non si sono nemmeno accorte della sommossa meteo ma hanno continuato a suonare la loro musica. O quelle zanzare che saranno meno simpatiche, però l'ostinazione va premiata appunto.
Confusione benefica per tenersi stretta l'estate e quello sguardo spalancato sul cielo.

Un aereo si avventura nel corridoio libero da brutti pensieri e anche l'alba si è sciolta.

L'ora dell'amore - canzone per la notte

Il sole è uno straniero: basterebbe quest'immagine per trasmettere l'idea della distanza che si crea con il creato, quando ancora non arriva la persona amata.

Lo so, avevo promesso di essere dura, ma non posso perdere la tenerezza, citando un guerriero. E cedo a questa canzone. Cedo alla sua capacità di attendere, alla certezza espressa: è l'ora dell'amore.

La creatura amata arriva, checché ne dicano gli altri.


Il vuoto della vita
è grande come il mare…
Da quando se n’è andata,
io non l'ho vista più.


Invece, l'anima sa captare un passo e tutto è realtà.

L'ora dell'amore, Camaleonti, canzone per la notte

On the road - il vino unisce

È uno scoiattolo prima a balzarmi davanti, poi a ripensarci. Poco prima mi avevano ammaliato i girasoli, il loro grido al cielo timido, che mi introduceva ai vigneti.

Non posso stare lontano da questa terra, che sa sempre raccontarmi storie immutabili in modo diverso. Sono bambina e scalpito, perché voglio scendere dall'auto ed entrare nei vigneti. Esito, tuttavia, perché nel casolare c'è la perpetua di don Giacomo con vino e biscottini. I miei piedi dalla sedia non toccano terra, ma io sono indubbiamente grande.

Mi scuoto, quando incontro un cervo nella via infinita tra i vigneti. Restiamo immobili io, lui, la mia migliore amica che ho voluto portare con me, perché lei è una regina, ma non te lo fa pesare. Perché lei ha ricordi, intrecciati ai miei. Forse, quel cervo è mandato da papà che sa sempre come stupirmi.

Sono a Castel Boglione, ora. La prima persona che incontriamo è la nonna di Gianluca, alla Cascina Garitina. Ha una luce contagiosa. Poi lui, che ci mostra i suoi tesori. Hanno colori fuori dal mondo, che il mondo chiamano, e scorrono come ruscelli felici. Qui respiro anche il suo lavoro antico e moderno insieme, anche lui è un esploratore.

Sa trasmettere energie e sete di futuro, Gianluca. A Nizza andiamo alle Due Lanterne, un pranzo meraviglioso. E solo qui riesco a mangiare il vitello tonnato, magnificato. È la prima volta da quando non lo fa più papà, e lui è felice.

Stasera gusto le pagine di Enzo Bianchi sul vino e so che sceglierò la bottiglia giusta.

Grazie, Gianluca e angeli tutti

White limo - canzone per il giorno

La mia macchina è piccola e grigia, ma prima voglio fare un giro sulla White limo dei Foo Fighters rumorosissimi.

Going round and round, aspettando che il prezioso ospite Lemmy lasci perdere il volante e torni a governare basso e pubblico, senza scomporsi un attimo di più,

Imperturbabile, in un giro di parole e zampate ossessive sulla chitarra, gridiamo Go limo e giriamo in un sogno tosto, che non dimentichi il sorriso.

White limo, Foo fighters, canzone per il giorno

Dialogo sulla casa aerea

Se potessi scegliere delle pagine cangianti eppure capaci di perfezione (o forse proprio per questo motivo, chissà), sfoglierei in eterno il dialogo sulla casa aerea de "L'arpa d'erba".

Voi sapere che sono innamorata di questi due autori più degli altri, Truman Capote ed Elsa Morante, che sembrano distanti ma hanno anche libri come specchi, ragazzini in ricerca di se stessi e della propria provenienza, adulti dalle colpe inconfessabili che cedono e diventano umani, una miriade di personaggi meravigliosi a partire dai volti della natura.

Dialogo è impreciso, perché si tratta più di un dibattito, visto il numero di persone; tuttavia questo termine mi sembra tolga intimità.

Ero convinto che la mia vita sarebbe passata inosservata, senza traccia... Esordisce il giudice e le posizioni si uniscono, si contrappongono, dall'impotenza di fronte alla vera giustizia agli atti accettati, o pretesi dalla società. Il personaggio incantevole - e non siamo suggestionati solo dal suo nipotino, il protagonista del libro - è Dolly, uno spirito, creatura che non può essere giudicata con i soli occhi, come osserva il giudice.

Parole che ci tengono più avvinti del parapiglia e degli sviluppi successivi, perché trasmettono un'esigenza insopprimibile: quella di una casa costruita tra gli alberi, piccola e inaccessibile, dove prendere le opportune distanze dalla vita quotidiana, per poi decidere cosa fare, da che parte stare.

Più immenso degli alberi

Torno su orme impolverate dal tempo e da tanti altri passaggi. Ma ciò che mi appare immenso, più che mai, sono gli alberi che aprono il varco verso la montagna.

Sono cresciuti, loro, o io, o entrambi, e respiro i loro pensieri, se chiudo gli occhi quel che basta. Là rincorrevo i piccoli desideri, che per noi erano tutto.

 Come in un sentiero casuale, essi compaiono ancora se li chiamiamo.

Come sono grandi queste piante. Ma niente è più immenso del sorriso della mia roccia, amica da sempre che mi accoglie ancora.

domenica 18 agosto 2013

Trambusto tra fuoco e acqua

Una superficie ghiacciata, un'altra infuocata. Che strani effetti procura l'alba con le sue attenzioni altalenanti.

Si ferma tutto, o così pare, ad attendere il giorno. Ma se ti convinci che tutto sia immobile, sarai sorpreso, nonostante l'improvviso silenzio degli uccellini. Un ronzio, un fremito d'erba, una colonna tacita e laboriosa.

Tutto si muove, mentre tu forse stai ancora sognando.

La notte di Elsa

È giusto abbracciarla, quando la luna scende a bagnarsi, meglio se nel mare di Procida. Quando un ragazzo vuole sfuggire a una malìa, tuffandosi dentro.

Non c'è pagina che non mi abbia portato nel cuore della terra, più di quelle di Elsa Morante, e nello stesso tempo così lontano. Non c'è tempo per crescere, né per restare bambini.

La notte di Elsa è quella luna pudica, che aspetta il momento giusto e lo sbaglia, senza potersi rimproverare, perché il suo cuore è illuminato anche quando appare oscuro agli altri.

Buona notte, anima innamorata.

Moonlight drive - canzone per la notte

Nuotare fino alla luna, indossando i panni di sirena. La pelle brilla, e non sai se per il riflesso, l'acqua o la polvere di sogni.

Trovi una guida e ti affidi, che lo voglia o no, con un sì gioioso che non importuna la notte. Così puoi arrampicarti sulla marea e penetrare nell'oscurità, mentre la città dorme per nascondersi

Sprofondare, in questo viaggio nella luce della luna, cadere senza timori, in mondi che aspettano. Fluttuare nell'acqua convinti che sopra tutto ci sia lei, la luna capricciosa e irresistibile, capace di salvarti.

Moonlight drive,  Doors, canzone per la notte.

Rivera70 e sogni senza numeri

L'ho incontrato in un mattino di tribolazioni - tanto per cambiare - per la mia squadra. In città per un'iniziativa politica, ma a lui perdono tutto. Mi dice qualcosa per la Pro Patria, da salvare?

Rivera70, guardo l'hashtag nato per il suo traguardo e ogni frase dipinge un universo per il suo compleanno. Quando rivivo la partita del secolo e vedo il suo gol decisivo, penso che i sogni sono fatti così: senza numeri, ribelli alle cifre.

Mica compie 70 anni, Rivera. Come non li ha compiuti Mick Jagger,e quanti altri. L'anno magico dei Re Lucertola, degli Abatini e di quante figure che ci hanno trasmesso qualcosa di potente. Un antidoto per vivere nei momenti più amari, una carica per costruire il proprio traguardo. Il prossimo, il più bello, quello che si lascia sfiorare appena.

Il sole tardivo

L'ultimo sole, quello che non ti abbraccia, ma ti accarezza, come per chiederti scusa perché non può restare.

Le ore che si spengono, sotto il peso di nuvole indecise, e ti assicurano che torneranno con la loro luce. Ma sei troppo umano per fidarti.

Preferisci centellinare le carezze di quel sole tardivo, già pentito per aver sostato oltre il limite, non abbastanza per smettere di sorriderti. È in quel calore appena percepito, ma vitale, che trovi a tua volta un sorriso per accogliere la sera.

Due farfalle da non fotografare

Due farfalle simmetriche nel loro amore. Si inseguono, rigorosamente vicine; si lanciano in un bacio sopra la marea verde e ti sembra di vederle arrossire.

Già di un rosso tutto loro, languido e impressionante, con lentiggini nere. Proseguono il loro volo, ma più della meta conta la vicinanza. Tu sai che devi restare immobile, senza giudicare il loro amore, e non ti scosti. Vorresti fotografare, ma anche questo sai bene quanto sia impossibile.

Due farfalle e un volo tutto loro, dove più della meta conta la vicinanza.

Let it rock - canzone per il giorno

Bisogna trovare l'anima cupa di ciascuno per gustarne la luce, che dite? Io amo questo album, anche per le canzoni che sono meno nella memoria degli ascoltatori distratti, ma diventano a loro modo un centro propulsivo di sana ribellione.

Che è dire no ai cliché, danzare finché la notte è domata e oltre ancora, rendere omaggio al re lucertola e strappare il velo dell'altra parte.

Breaking news, anche Bon Jovi può essere fucina di rivolta, perché no. Quella buona che sembra durare una notte e tingersi delle luci di Broadway, ma in realtà nutrendosi di musica ti rende innamorato della libertà ogni momento di più.

Non puoi fermare un fuoco fuori da ogni controllo, devi attraversare quella linea.

Let it rock, Bon Jovi, canzone per il giorno.

sabato 17 agosto 2013

Invidia incerta

Bombardata di post, tweet e sentenze al bar, sono trafitta da invidia. Sì, la provo per chi nutre e sfoggia certezze su un fatto, fattaccio o problema millenario.

E io qui a districarmi tra dubbi, tanto che se prendo una parte, affondo di dolore per l'altra. Fossi buona, lo capirei, ma sono solo incerta.

Poi vedo tanti di questi apostoli di certezza indossare corazze e armarsi di pugnali. E mi dico: tanto certi magari non sono, oppure a ben poca cosa porta la sicurezza ostentata, se poi ferisci gli altri.

Così l'invidia sbadiglia e si allontana dalla mia povertà.

Illusoria realtà ma chi

Mormorano che egli viva in un'illusoria realtà, un mondo parallelo e in sordina.

Come se le loro fiere urla, i loro strepiti fossero prova di radicamento, di esistenza dotta e reale. I suoi sogni, indossati con amore, non provocano rumore e forse proprio per questo minore illusione è la vita che egli conduce, leale a come si vede e a come vorrebbe lo vedessero gli angeli.

Illusoria realtà, ma di chi.

Hard Times - canzone per la notte

Nell'album che consacrò i Kiss al successo mondiale con "I was Made for lovin' you" Ace Frehley ci, si fece una promessa: aveva vissuto momenti duri e non voleva tornarci.

Noi ci credemmo, travolti dalla sua chitarra e dalla sua voce beffarda, troppo per non essere sincera. Voleva essere sulla giusta strada e noi con lui.

Perché quei tempi duri nella città, di ribellione profonda o necessaria per essere vivi, erano alle spalle. Ma sapevamo che erano serviti a renderci più forti.

È questa la convinzione che ci guida, ogni volta che pensiamo di lasciarci tempi oscuri dietro di noi,  e girandoci nuove ombre scorgiamo.

Hard Times, Kiss, canzone per la notte.

Festa in borgo

Il silenzio viene inghiottito dal tramonto. Un cinguettio testardo e strani fruscii si uniscono nel bosco, come in un concerto rock in cui non puoi individuare band principale e supporter.

Sembra una lite, ma forse è solo una rissa da osteria, di quelle farsesche. E se ti avvicini troppo, come per magia zittiranno. Eppure è solo un'impressione, perché mentre ti rassegni ad allontanarti, capisci che quel fruscio era una risata. Sì, ridevano di te che non sai riconoscere una festa in borgo.

Ogni fiore è mio

Sullo smorzarsi della discesa si è accolti da un vaso di fiori. Ma questa volta c'era un angelo, perché così era travestita una donna dai capelli di argento.

Con fare lieve e preciso accarezzava, pettinava direi, quei petali rossi e a nient'altro pareva badare. In quel momento, solo i fiori esistevano e lei sembrava dire: sono miei, miei poiché di tutti, quindi me ne devo prendere cura.

È sparita senza causare rumore e i fiori brillano ancora.

The memory remains - canzone per il giorno

Non vi sembri cupa, ma in fondo serio sberleffo. La danzo con la voglia di gustare tutto ciò che è distante dal ritornello e vicino al cuore della vita.

Anelli pesanti che stringono sigarette, dita leggere corrano su corde e tasti. Stanno suonando la mia canzone. Ogni primadonna si dissolve e resta il ricordo.

Fortune, fame, mirror vain, gone insane.

E se questa canzone vi appare troppo dura, abbiate la forza di fermarvi ancora un poco e gustare la cantilena di Marianne Faithfull, così innamorata della vita e testimone verosimile di un grande Addio: memoria eterne per il re lucertola.

The memory remains, Metallica, canzone per il giorno.

venerdì 16 agosto 2013

Estate gridata, estate sussurrata

Ruscelli gonfi di parole e colori stampati sul viso e sul corpo, come  immagini lasciate cadere con volgarità.

Odore di vuoto a ogni respiro. Questa è l'estate gridata, senza pietà, nemmeno per se stessi.

Ma basta poco per riaverla, piccola e sincera, lontano dai riflettori e come un pegno che non si fa notare se non per il suo lieve rossore, condividerla per curare i cuori.

La notte del Sinai

In uno dei cassetti più preziosi, è racchiusa quella notte sul Sinai. Il freddo, la fragilità, un richiamo antico, la forza che prende quota sul monte di Mosè.

Linguaggi e preghiere che si mischiano, e io immensamente felice sotto il manto di stelle che si scioglievano il sole.

Era il maggio del 2001 e quattro mesi dopo vagavo senza certezze. Oggi, ancor meno. Ma resta quella notte, con il suo potere di far credere in una luce più forte, capace di unire.

Ordinary World - canzone per la notte

Con l'estate divento sentimentale e il giorno del compleanno della mia sorellina può concedere l'uscita dei Duran Duran dal cassetto.

Anche perché questa canzone - per cui ringrazio anche Jermaine - ha un profumo di attualità, o dovrei parlare di eternità, visto che la musica ha questo potere.

Quello svegliarsi in un mondo sconosciuto e rivolere d'istinto quello perduto, le sue voci, le sue certezze. Ma non piangerò per quell'ieri, no.

Forse il mondo normale è quello in cui siamo immersi, anche quando sembra crudele e stravolto, anche quando l'amicizia sembra aver assunto un altro sapore. Una normalità nuova, costruita da quegli anche, che non trema se non in alcuni momenti, di nostalgia.

Ordinary World, Duran Duran, canzone per la notte

Ps ehi, da domani si torna a suonare duro

L'erba del vicino è più gustosa

O capra, hai una prateria sconfinata e gusti ogni tipo di pianticella. Ogni giorno, fino a tarda sera, fino all'ultimo raggio di sole o più, ti impegni a divorare il divorabile e festeggi agitando quel campanello che magari tu odi.

Ma forse non ne sei capace. In questo Eden che ti accoglie e ti nutre, ti basta poco. Ti basta un varco e sei di nuovo pronta ad assaggi proibiti. L'erba del vicino è più gustosa. O meglio, l'essere libera e poter scegliere.

Grazie sbiadite

Nei vicoli e negli angoli più oscuri stentano a farsi notare tracce di colori. Immalinconite, non per il tempo forse, ma per l'umana dimenticanza.

Grazie e devozione, legate alle mura dove dimora l'umanità. E quando questa si distrae, quando questa trova idoli e vuoti - come se ci fosse una differenza -, anche i delicati affreschi, le cappellette silenziose sembrano accettare il destino e iniziare a sparire.

Chissà cosa ci vuole per risvegliarle, perché in fondo non attendono che questo, ne sono convinta. Basta uno sguardo, o un grido trattenuto, perché un colore brilli di gratitudine.

Per niente

Ti viene a trovare di prima mattina e i suoi occhi brillano con il sole, più del sole. Piccoli riti compie, con le sue piccole zampe, con la sua coda luccicante chissà se per la rugiada, con il suo muso morbido alle carezze come alla vista.

Torna, va, resta con uguale indifferenza mostrata, la micia. Cerca di compiere un atto proibito, che sia entrare in casa o saltare sulla poltrona, già pronta a fare dietrofront a un cenno di rimprovero.

Viene, si sdraia, si strofina per niente. Perché cos'è una carezza, se non qualcosa di imponderabile. Ogni tanto chiede cibo, ma sembra farlo per assecondare i dubbi umani.

In realtà, lei arriva e va per libertà. E per curarti. Perché quando meno te l'aspetti, ti salta nel grembo e diventa un gomitolo che ti leva ferite e spalanca il tuo cuore.

Lei viene per niente, lei viene per te.

Jesus Christ superstar - intero album per il giorno

Nasceva ieri questo film che tanto ha diviso, ma mi unisce l'anima. E ho deciso di riascoltarlo, riassaporarlo tutto oggi.

Non trovo tracce dissacranti, casomai l'umanità di Gesù, il suo mettersi in gioco, il suo darsi completamente agli altri, il suo non voler fuggire neanche quando racconta come quei tre anni siano stati simili a trenta, mi provocano positivamente. La musica può essere una grande alleata in ogni direzione.

Tra i film che ho visto su questo tema, sul mio Signore, devo dire che pochi mi toccano in profondità come questo. Mi fa stare male e mi guarisce, mi inietta domande e una strana pace che a me non appartiene.

Anni prima e con voci già speciali, fioriva questa avventura nel deserto, prima di diventare film. E io sono grata a chi l'ha realizzata, perché mi permette di pensare e pregare, di sperare per tutti.

giovedì 15 agosto 2013

Raustu che vola

Sosto all'ombra sbavata della luna, che si sgranchisce per un volo che non c'è. Solo un piccolo respiro di Raustu, un ferragosto con i suoi contrasti così vivi nel frastuono e nel silenzio che ne segue.

Stelle che si accendono e altre che si ritraggono, magari per spingersi a illuminare spazi più cupi. E sento i passi dell'angelo che accompagnò il mio bisnonno Antonio, il primo barbiere della famiglia. Abbracciato a un giorno di festa, come per onorare la Madonna per primo oltre un secolo fa, se ne andò. Passi che corrono da lei, altri che lei incoraggia verso il mondo, ancora.

Scia di Raustu che vola, con altre luci che si deliziano di apparire e coprire con un sussurro i dolori, rivestendo perle di gioia.

http://www.nomosedizioni.it/catalogo.php?b=09NMS266

On The road - estate veneta

Chi apprezza, difende non arroccandosi ma creando, valorizza dove vive, ha il mio rispetto. E il mio affetto. Da lui imparo, con lui medito, porto le sue riflessioni nei miei luoghi, tra le mie radici.

Sono felice del confronto  con una voce impegnata, innamorata del suo Veneto. Manco da qualche anno, a dire il vero l'ultima tappa in quella terra risale a un magico concerto dei Kiss all'Arena di Verona. Tra i ricordi più lontani, una magica estate che studiò papà, con due tappe importanti.

Una bella e doverosa, a Castelfranco. Voleva andare a salutare una donna speciale, che si stava congedando. Quando ero piccolissima, mi aveva ricoperto di bambole e ogni momento nella sua casa era una gioia, rammento lei, il marito, la mamma simpaticissima. E un tenda verde. Che strano, conservare quell'immagine. Dopo la morte del marito, la Fata delle bambole tornò nella sua terra con la mamma, ma poi si ammalò. In via eccezionale, papà non mi portò solo dalla famiglia che ci accolse con mille prelibatezze e attenzioni, nonostante il momento difficile, ma anche all'ospedale; di solito, lui non voleva che io andassi dalle persone ricoverate, per proteggermi dal dolore.

Così ho un ricordo bello anche di un luogo triste, perché c'era un'infermiera che a tutti noi apparve come un angelo. A me ricordava la bambola con cui spesso giocavo, l'amica di Barbie, e ciò mi fece sorridere.

Salutata la nostra amica, papà ci portò a Cortina per qualche giorno. Lì il cielo ci scrutava amichevole da vicino e io pensai che gli angeli sono impegnati a correre su e giù per una scala invisibile, ma non trascurano mai di fermarsi per prendersi cura di noi.

Come potremmo prenderci cura della nostra terra, della sua bellezza, nascosta o sfacciata, nel tempo
che ci è dato qui.

Grazie @Venetissimo di questo viaggio.

Don't fear The reaper - canzone per la notte

In quale cassetto lontano era nascosta, eppure credo sia una delle canzoni più potenti ed efficaci del mondo. Una da tenersi stretta, per combattere ogni paura, che forse racchiude sempre il timore del mietitore.

Si apre oggi il cassetto, con le parole che dai Blue Oyster Cult vengono rivolte ora al loro Allen Lanier, uno dei fondatori del gruppo, musicista che saluto con affetto anche in ricordo del suo legame con Patti Smith.

Prendere atto, nel cuore dell'estate, che tutte le stagioni passano, senza temere. È una realtà che si può affrontare, uniti al cuore di qualcun altro, che altro più non è.  Perché non si lasciano spaventare dal mietitore le stesse stagioni, o il vento, o il sole.

E non si ha paura a scomodare Romeo e Giulietta, l'amore che più ancora del vento e del sole riesce ad andare oltre e a non infrangersi, forte delle sue ali.

Love Of two is One.

Don't fear The reaper, Blue Oyster Cult, canzone per la notte che si trasforma in luce per Allen Lanier, God bless his soul.

Barbera e Talisker o della saggezza

Solo ciò che viene sinceramente e senza esitazioni dalle radici, è saggio. Me lo dico tra un bicchiere di Barbera e una degna conclusione di Talisker.

Bisogna essere saggi o cercare ragionevolmente di esserlo. Una buona via è essere leali a ciò che siamo, ciò che ci ha fatto nascere e crescere. Uno dei nemici, l'amor proprio.

 Che il Talisker asseconda, accipicchia. Decido di seguirlo su Twitter e mi arriva un sublime avviso: dimostrami che hai più di 18 anni.

Lo farò, ma lasciami dire che ti adoro, prima.

Ma il cielo è sempre più blu - canzone per il giorno

Scanzonato, poteva raccontare l'Italia di ieri, con la consapevolezza che non sarebbe cambiata.

Se Rino Gaetano avesse scritto oggi questa canzone, avrebbe cambiato qualcosa? Io la sento così attuale, nella nostra follia, nelle nostre abitudini, nelle nostre forze, nelle nostre ostinazioni. E diventa universale, tanto che mi viene da ascoltarla oggi per sfidare le nuvole impiccione e rivendicare con un sorriso, forse con una benevola pernacchia, che comunque il cielo è sempre più blu.

Chi canta Prévert, chi copia Baglioni.

Ma il cielo è sempre più blu, canzone per il giorno.

mercoledì 14 agosto 2013

La mia lingua da lontano

Che emozione parlare la mia lingua con una creatura straordinaria che è lontana. A lei affiorano lacrime ricordando una persona cara che quel dialetto dolcemente parlava.

Io mi trovo piuttosto tremante, perché temo di usare male quei termini, deformarli e rubare loro la poesia. Se ci ragiono, sono perduta. Devo levare freni e razionalità, per far affiorare qualcosa di più profondo. E scorrono le parole, e forse non siamo noi a pronunciarle.

Cambio carattere

Ho un pessimo carattere e ci sto lavorando. Siccome lo sto facendo da una vita, con scarni risultati, mi sa che dovrò andare avanti altrettanto.

E Arguta Paffuta a ridacchiare, mi dice: passa ad Arial o a uno più ricercato.

Com'è facile la vita per lei. Mi rendo conto che non so nemmeno in che carattere scrivo. O dovevo dire "vivo"?

Civil war - canzone per la notte

A volte, si può affrontare la notte solo con domande. Di questa canzone amo soprattutto la frase finale, una domanda retorica buttata quasi per caso.

Che cosa c'è comunque di così civile nella guerra?

Analizzano i Guns: dà da mangiare ai ricchi, seppellisce i poveri. I ricordi di guerre vissute e apprese scorrono come in un film, e non ho animo oggi per vivere le immagini e i racconti che più mi dilaniano.

Sono fortunata, finora, poiché posso parlare di racconti altrui.

Oggi ho letto un tweet, non so se corrisponda al vero. Un giornalista affermava che un prigioniero, come lui, aveva una mano libera e ha approfittato per pulirgli la fronte sudata.

È l'unica cosa civile, umana, che scorgo.

Civil war, Guns n' Roses, canzone per la notte.

Prove di pazienza

Mi sottopongo a compiti alternativi per domarmi sugli altrui ritardi. Mi esercito con la seria Kabbalah e con profani stratagemmi.

Ma tutta questa ricerca della pazienza rivela la mia natura impaziente. Arriva lei, la gatta sconosciuta, e mi studia, seduta. Calcola il grado di comodità, forse conosce la mia bilancia, e zac, mi salta in grembo, per sprofondare nel sonno dei giusti. Se l'accarezzo, rilassa le zampine; se smetto, ficca le unghiette nella carne, incurante delle mie proteste.

Un'ora intera in cui non mi posso muovere, tra le risatelle attorno. Tanto arrivano visite e lei si metterà in guardia. Un corno: si sveglia, si stira e torna alla sua posizione, per l'intera conversazione. Dopo due ore e crampi, mi sento paziente. Persino quando decide di andarsene, ma non prima di aver fatto pipì sui fiori novelli.

Sono paziente. Ripetimelo ancora.

Il cielo in ginocchio

Anche il cielo si rassegna e sa piangere, per una piccola che è subito fuggita. È capace di chinarsi e perdere quel suo volto che finge indifferente.

Di solito, non si lascia rimproverare dai dolori del mondo, perché ha un filo che lo conduce oltre, un filo che tiene stretto in mano. Eppure in alcune circostanze, come per questa piccola anima, cede. Ed è come se si inginocchiasse a piangere, schiacciato da ciò che ostentava di non vedere.

Acqua azzurra acqua chiara - canzone per il giorno

Mi ronza da qualche giorno nella mente, ma l'ha rafforzata una simpatica twittera. Questo vagare nel consapevole farsi del male, tutti l'hanno attraversato forse prima o poi. Un rincorrere un pensiero, un ricordo, indecisi se annullarlo o riafferrarlo.

C'è bisogno di acqua azzurra, acqua chiara per rinfrescarsi e rispecchiarsi, per ricominciare e incrociare lo sguardo che ti fa dire: ma da quando ci sei tu...

Acqua azzurra acqua chiara, Battisti, canzone per il giorno.

martedì 13 agosto 2013

Accanto a te

Una gatta che conosci appena, ti insegna tanto. Dopo le coccole, compie il suo rito di pulizia. Ma prima si assicura di essersi seduta sul tuo piede.

E anche quando si allontana, controlla di sbieco (no, non in cagnesco Arguta Paffuta) i tuoi movimenti per capire se te ne andrai. Allora, torna, lei independent girl, perché in quel momento sente che ogni azione è più sensata, accanto a te.

Cascare nei riflessi

Minuscole barche si lanciano segnali deliziosi e tu ci caschi, pensi che stia avvenendo qualcosa di straordinario, eccitante.

Aspetti fuochi che si stanno scaldando e forse si addormenteranno sul più bello. Tu no, come una bambina che non si accontenta di una notte magica all'anno, affronti ogni oscurità per goderti quelle luci.

E se non si illuminerà il cielo, giocherai con i riflessi nell'acqua, convinta di non aver sognato.

Una città per cantare - canzone per la notte

Tu scrivi anche di notte, perché di notte non dormì mai.

L'eterno viaggio, come quello che celebra Ron in Una città per cantare, prosegue così con la chitarra a tracolla, o una valigia più lieve. Quando sosti e fai un bilancio, racconti degli applausi ma non condividi i fischi per portarne da solo il peso, in fondo lo sai già.

Non puoi realmente riposarti e sai cosa ti aspetta. Un altro viaggio, una città per cantare.

Città per cantare, Ron, canzone per la notte.

E auguri, Ron.

Il contadino come Dio

Il contadino mi appare come la creatura più simile a Dio, questa sera. Ferito in profondità, senza riguardo per il suo lavoro e la sua umiltà, non si ferma. Non si può fermare.

Con le lacrime nascoste dietro gli occhi affaticati, continua la sua opera e si prende cura delle sue bestiole. Non può dire: aspettate, perché io soffro.

E tendergli la mano è bello e inutile, mentre si affaccenda ai suoi campi. Perché non si può staccare, non può gridare per trovare sollievo al dolore.

L'acqua e le povere parole

La brezza è una benedizione, ma sull'acqua è qualcosa di più. E' un elisir che assaggi e divori, perché hai l'impressione che, appena avrai messo il piede a terra, non sarà più uguale.

Non importa se ciò avviene su un oceano impetuoso, su un mare pigro  o su un lago che finge di essere calmo: è l'acqua, è ciò che hai sotto di te, che ti chiama e non ti appartiene - perché è già parte di te - a conquistare il vento e a renderlo meraviglioso. 

Una coppia che offre a chi si ferma a guardarla, innamorata da una vita, un sentimento indescrivibile. Saudade, Sehnsucht or what else. In quei momenti, le parole ti appaiono nella loro povertà, perché stai accarezzando qualcosa che neanche può essere definito libertà, ma ad essa rimanda.

Blade Runner - sarai bella tu

Blade Runner è il presente. Vedo strane, immense creature che volano. Una, poi, sembra pure con la bussola impazzita, perché compie giri inconsueti, tornando sulle sue orme. Si può dire "orme", quando ci sono di mezzo le ali?

Omg, anzi Organismi geneticamente modificati. A ben guardarle, però, sono buffe. Dibattito in corso: simpatiche. Dite anche intelligenti, e allora possiamo passare al "brutte" di rito.

Le libellule compaiono all'istante, due fuse in un abbraccio senza smettere di volare. Il loro grido è forte e chiaro, già noto alle mie orecchie: sarai bella tu.

Ok, simpatiche. Punto. 

Amami Alfredo - canzone per il giorno

Sarò là tra quei fior, presso a te sempre.

Ammirazione universale per il Maestro e per ogni nota che si fonde nell'anima. Sfogliando pagine che suonano, mi emoziono a ogni emozione di Violetta. Ripercorro le sue esitazioni, lo slancio, il sacrificio, la promessa.

Il brutto di tante opere è che hanno una punta terribile di #troppotardi. Come la vita può cantarti, a meno di improvvisa generosità nell'offrire una seconda occasione. Ma quando lo fa, viene voglia di abbracciarla e guai a ritrarsi ancora.

Amami Alfredo, Verdi, Traviata, note per il giorno

La nonna, il papa e il gelato

L'hashtag #nonnadiceva, nato sulla scia delle parole del Papa, arriva come una pennellata delicata e decisiva per il quadro di questi giorni. Perché si sposa con armonia a un ricordo fresco. A volte rimangono nascosti sotto una coltre morbida, non per egoismo, bensì come per stupirti e far sentire come la vita scorra ancora potente giorno dopo giorno, mischiando i piani del tempo.

Ieri scendendo dalla barca, ho avuto un flash di un gelato, consumato con la mia nonna paterna a pochi metri da lì. Un'immagine a lungo dimenticata, che affiorava dolcemente con le onde. Sue parole, non ne rammento e mi spiace. Tuttavia, mi ricordo quando mi meravigliò in un bar vicino al mitico campanil pendente, perché chiamò "machi" le castagne.

Mi sembrava una parola bizzarra, poi magica, e lentamente mi è piaciuta di più, perché da lontano veniva e lontano portava.