giovedì 31 ottobre 2013

A ciascun giorno la sua iena

Vuoi che non incontri oggi uno che accarezza il sogno di sbranare te e proprio i tuoi sogni? Uno che ride alla tua caduta e se può, ti farà scivolare un altro ostacolo davanti?

Sarà dove meno te l'aspetti o proprio dietro l'angolo come nei migliori film del terrore. Un estraneo  o qualcuno che conosci da una vita. Non ha molta importanza.

Insegnano sempre, e mai abbastanza, che ti attenderà con la pazienza che dovresti avere tu; ma sì, questa gliela invidi. Il resto non conta, perché nient'altro ha: ancor meno una vita.

A ciascun giorno la sua iena. E quando la incontrerai, esplodi in una risata: che se ne avveda o creda sia l'eco della sua.

Silence when you speak to me - canzone per il giorno

Quante saggezze rinchiuse in una sola canzone? Scelgo una frase, particolarmente crudele: siamo tutti, tutti  bugiardi. Vero come la luna e il sole. La realtà una favola, dai colori orribili, che ce ne accorgiamo o no. Ma non siamo venuti qui a inginocchiarci su questo cuscino amaro. Non siamo venuti neanche a liberarti.

C'è una vita da vivere, da vivere in silenzio, piuttosto che spenderla in illusioni o gracili parole.


Silenzio, quando mi parli. E non puoi dirmi di no.

Reality a world of hurt 
You may say no but not to me 


Silence when you speak to me, Motorhead, canzone per il giorno.

Halloween, ciò che si gode e ciò che si sopporta

L'unico Halloween che mi offre brividi, è il film. Ma che stress ogni anno vedere l'onda che si straccia le vesti per una tradizione che non è nostra.

Per due motivi. Uno, ma la meniamo con il mondo globale, con accettare tutto e il contrario di tutti, poi ci scaldiamo in nome di una festicciola bollata come pagana o commerciale?

Per me, e per Arguta Paffuta persino, l'unico modo di difendere le nostre tradizioni è amarle e viverle. Sempre.

Poi , forse persino più importante, io sopporto e forspersino amo ciò che offre un sorriso ai nostri piccoli. Da qualsiasi parte provenga.

Il compleanno, il cielo e il pigiama

Chissà come si festeggiano i compleanni, in cielo. Se l'eternità si ferma a sorridere a un tratto di strada.

Io che detesto novembre per troppe ferite, contemplo quest'ultimo giorno di ottobre con un po' di malinconia. Mi è sempre rimasto impresso che era il tuo compleanno, per la data particolare e per le feste arretrate.

E questo mi riporta a un'altra festa, che a dire il vero non rammento se fosse di compleanno o solo un pigiama party di tardiva sensazione adolescenziale. Qualcuno mi aiuterà.

Mi rammento solo il lago, la serata di giochi, l'uscita galeotta in pigiama a fare rifornimenti e la preghiera che la pattuglia all'incrocio non fermasse proprio noi, beate creature in pigiama e camicia da notte. Per esorcizzare, programmavo già la telefonata: ciao papà, sono in commissariato. Preghiera ascoltata, in una notte.

E quante altre che sembrano trascurate, ci portano a un sorriso quando meno ce l'aspettiamo.

Buon compleanno, in cielo. Senza pigiami e senza pattuglie, ma magari con le carezze del lago.

mercoledì 30 ottobre 2013

Everything in Scotland

Looking for something, don't go to Scotland.

Only if you look for everything, leave. Wings of flesh or soul, who cares.

You are at home now.

Fascine umide di pensieri in questa notte

Ci sono notti dove i pensieri non si accendono. Fascine umide che contaminano i sogni.

La pioggia è bastarda e non dà tregua, non puoi scaldarti in alcun modo.

Finché non trovo il tuo tepore e per un istante si propaga all'anima. E se fisso quest'istante, la notte accoglie ridendo il fuoco.

Ain't it strange - canzone per la notte

E perdonami, Patti, ma non esiste un modo giusto per trascendere. Non è strano?

Dal clubhouse mi trasferisco al tempio e se chiudo gli occhi, vorrei vedere la mano di Dio. L'unica che senza eccezione mi chiama per donare. E forse andare oltre significa sentire la necessità assoluta di imitarla, almeno un poco, subito macchiandosi.

Non è strano amarlo così? No, è da poveri gioiosi

Ain't it strange, Patti Smith, canzone per la notte.

Heartbreaker - canzone per il giorno

E che facciamo se il mondo è cambiato? Forse non ci sono più nemmeno cuori da spezzare. Ferma i sogni e mettiti in moto, se non vuoi perderti.

E' tempo di andarsene, senza sciogliere mezza lacrima. Senza futuro, di' una preghiera e vola. Proprio ora, che pensavi di essere saldo sulla terra, puoi trovarti ali leggerissime.

E intanto cambiamo canzone, mentre le luci sbiadiscono.

Careful where you stand now boy
Everything has changed


Heartbreaker, Motorhead, canzone per il giorno.

Più strisce per tutti (miti che crollano)

Io povera donzella condannata a essere malvista al volante, quasi quanto allo stadio, mi pongo una domanda al terzo tentativo di parcheggiare perfettamente tra le strisce.

Mi viene, guardando il placido maschio parcheggiato a fianco, mentre legge il giornale con aria serafica. La sua mega auto piazzata a cavallo tra i posteggi delimitati.

Ecco, mi chiedo: ma perché i maschi non parcheggiano più dentro le strisce, come una volta?

Addio certezze. O più strisce per tutti.

Ogni colore ha il suo perché

Ogni colore ha il suo perché, la sua armonia: tiepida o fresca, persino quando esagera. 
Ogni colore ha il suo momento e lo spande come una macchia di gioia o di malinconia. Senza farsi notare troppo, ma trovando il suo posto in questo quadro di vita.

Mondo affollato e unidirezionale (suona serio)

La seccatura peggiore uscendo la mattina presto di casa è trovarsi immersi in una coda e convincersi che tutti stanno andando alla tua stessa meta, persino l'improbabile bus.

A batterla c'è solo la scoperta che è vero.

Mondo affollato e unidirezionale, ho bisogno di tempo per trovare le parole di una dichiarazione minima d'affetto.

Il campanile che pende

Sotto la sbronza della luna sogno il campanile pendente. È la meraviglia che nessuno scorge, se passa di fretta. Eppure da piccola per me era uno dei prodigi a cui il mondo doveva rendere omaggio al cospetto del lago.

Lo è ancora, esitante e nello stesso tempo civettuolo. Mai nella stessa posizione, come se ti volesse sorprendere. E mi indigno se nessuno lo guarda sfrecciando, ma provo anche una strana gratitudine.

Come se restasse un segreto solo mio, e di pochi altri. Di cui non parlare, solo scambiarsi un cenno d'intesa.

Babele contraria

Tutti a usare il medesimo linguaggio, per dire cose diverse.

E fingono di intendersi.

Aspettare Lemmy

Se dico a Lemmy che mi ispira tenerezza, non oso immaginare la reazione.

Ma non posso negarlo. Via le borchie e gli atteggiamenti, c'è qualcosa che conta di più. Tu chiedi pazienza, perché non puoi tornare in tour. E io ti ammiro, anzi no che ammirare è sciocco: ti stimo. Mi scappa anche un ti voglio bene.

Sarà che in questo momento tutto è così fragile; non possiamo ricevere altre ferite.

Possiamo aspettare Lemmy. Che sia forte abbastanza. Intanto resta il nostro Lemmy, ed è già un regalo.

martedì 29 ottobre 2013

Notte o una sosia incerta

La notte arriva di corsa e non ho voglia di cederle. Diffidente, perché ha uno sguardo diverso. Come di sosia incerta.

Se fossi desta, le sottoporrei un test per incastrarla. Invece, accetto la possibilità della menzogna e mi accomodo tra le sue moine.

#buonanotte

Mi fa ridere forte

Tutto avvolto nella nebbia, finché arriva come un lampo. E travolge tutto, anche gli ultimi pensieri, con la gioia di vederti.

Fino ad assumere atteggiamenti buffi e irresistibili. E quando si calma, tu a implorare: fammi ridere forte, fammi ridere ancora.

You can't hurry love - canzone per il giorno

Per affetto verso un'amica compio il sacrificio di lottare ancora con Diana Ross.

Scherzo, non è saggia questa canzone delle Supremes, poi ripresa in varie versioni? Non puoi mettere fretta all'amore. Non puoi svegliarlo all'improvviso, farlo correre, urlare per anticiparne l'arrivo. Se chiami ad alta voce, rischi di trovarti qualcos'altro.

Non puoi mettere fretta all'amore, devi aspettare: sono le parole dei saggi. E non oso immaginare come sarà ancora più bello il tuo sorriso quel giorno, amica mia.

You can't hurry love, The Supremes, canzone per il giorno.

lunedì 28 ottobre 2013

Re formaggio

Onnivora dichiarata, a tavola ho un figlio prediletto e l'ho ammesso. È il re formaggio.

Lo adoro perché si fa aspettare, ma non delude mai. A volte gioca d'anticipo, su pasta o risotto. Mi piace perché finge di spogliarsi, ma dove possibile (e anche oltre) io non scarto niente. Perché è umile e si scioglie a un complimento.

E perché ha un compagno di gioco stupendo, il vino.

I sogni sempre gli ultimi ad andarsene

I sogni sono sempre gli ultimi ad andarsene dal mio riposo, fedeli come un raggio in un cortile senza alberi, in un cielo senza nubi.

Si staccano malvolentieri dal mio abbraccio. E io mi allontano malinconica, ma poi crudelmente mi dimentico di voltarmi, anche una volta sola.

Il maestro e fra Cristoforo

Balen, salgo ancora sul palco. Maestar, sai che ci ho messo un po' a realizzare? E ti ho deluso certamente, lo so.

Mi dicono che non solo reciterai, bensì ballerai. Di più, mi han riferito che nei giorni scorsi avevi già colpito. Nei panni di fra Cristoforo, con la tua barba bianca  avevi sgridato don Rodrigo, roba da far sobbalzare anche il Manzoni.

Applausi, quelli vengono e vanno. Ma senti il cuore di alunna che mai impara, come batte per te.

Tace la notte

Questa notte lo stereo tace, perché voglio spiare nel cielo. Si sente un gran casino lassù, ammettetelo e non nascondete quei versi che sono scivolati dalle stelle.

Perché un Poeta non può che pensare agli altri.

Tace la notte ed è una gran musica.

Che è rimasto

Che è rimasto della fiducia che hai dato, della mano che hai teso, della convinzione che stavano facendo qualcosa per te.

Qualcuno mi dice: niente. Ma non è Arguta Paffuta, perché lei a sorpresa risponde: tutto.

Ti eri illuso, certo, dovevi solo far parte di uno show. Ma sventurato è solo chi è stato reclutato ora.

A te è rimasto tutto, compresa la libertà di credere ancora negli altri. E in te.

Reed, Ravasi and a perfect day - salmo per il giorno

Mentre sto ancora pensando al vuoto, a come si possa respirare un giorno perfetto senza cantare e commuoversi, la musica e l'anima riprendono a giocare.

Mi basta aprire Twitter e leggere le parole del cardinal Ravasi, la sua preghiera per una giornata da vivere.

Oh, è un giorno così perfetto. E sono felice di trascorrerlo con te. Just a perfect day, you just  keep me hanging on... Tra le parentesi, come un abbraccio, Lou Reed.

Ravasi, che mi ha sempre trasmesso la potenza della Parola. E oggi usa le parole di un Poeta, creatura di Dio.

Questa non è una canzone, bensì un salmo per il giorno.

Perfect Day, Lou Reed, grazie.


Centodue gesti perfetti

Quando ti vengono centodue gesti perfetti - mi dica la Kabbalah perché questo numero si impossessi dei miei pensieri - e non hai tempi per contemplarli.

Quando però ti cade l'occhio su quello che avresti voluto offrire con tutta te stessa e ti tormenti.

Potrei dirti: tutto ok, sei una donna.

E se non ti piace, sarò bastarda e ti chiederò: non è meglio ricontrollare gli altri 102?

Timido abbastanza

Timido abbastanza, questo fungo spuntato dal cassetto, da nascondersi ma da non sparire.
Timido come i segnali di attenzione dal mondo, quando non può sbranarlo. Timido come il cielo quando rispetta i battiti di ali sottovoce. E timido come il tuo sguardo, quando esplora le anime e le grazia, tutte.

Un raggio solo

Volevo uscire a cogliere un raggio di sole, uno solo, e portarglielo, quando mi ha trattenuto.

E allora la luce si è sciolta e come un fiume l'ho vista scorrere fino a te.

Paciaròtu

Quand'ero piccola, mi ricordo che imitavo il nonno e infilavo il pane o i biscotti nel latte, attendendo la fusione completa.

Che fai, mi rimproveravano dolcemente, a tavola. Che cos'è questo paciaròtu. Io non capivo, mi sentivo solo più paffutella. Più di Arguta.

Invece, ul pà Carloeu mi spiega oggi cosa sia: un intruglio di pane e minestra ribolliti, come in un borbottio per saziare.

domenica 27 ottobre 2013

La notte in anticipo e sempre tardiva

Non mi importa se la notte è scesa in anticipo, un broncio nebbioso sull'autostrada. Se ha insistito strappandomi un artista bastardamente perfetto, se mi ha mostrato i vuoti di troppe persone che si insinuavano nella vita per riempire la loro malizia.

La notte è sempre tardiva, se ho te e tutti i volti che mi illuminano il cammino.

Come porti i capelli bella bionda - canzone per il giorno

Bisogna essere in due forse, e uno prendersi meno seriamente dell'altro. Stare al passo con l'altro, per seguirlo e ridere, ridere forte.

Dire cose insensate e colorarle di verità. Oppure prendere verità con la delicatezza del dubbio e renderle meno aspre.

Ci saranno sempre camini che fumano, in mezzo al mar, quando tu stai cercando la via con le tue forze e con leggerezza riservata. Ma tu lascia che si consumino e respira l'aria tra le onde.

Come porti i capelli bella bionda, Cochi e Renato, canzone per il giorno

Con un grazie speciale alla sirenetta e a Max che sanno sempre ispirarmi amicizia.

Ticchettio e bla bla

Olivetti, ticchettio, trillo potente di telefono, radio che parlava anche con il sottofondo, conversazioni dell'anima.

Sai, hai ragione, era un suono vero quello della macchina da scrivere, che accompagnava gesti umani.

Ora falsi silenzi, sterili bla bla senza vibrazioni, suoni che non si fanno riconoscere se non per ingannarti dicendoti che siamo tutti originali.

Invece, siamo così simili da far paura.

sabato 26 ottobre 2013

Tèsara (storia d'altri tempi)

Una parola che non conosco, mi porta a tempi che sfioro soltanto nei racconti. Dove i conti tornavano perfettamente, anche se (devo forse dire "perché") non si era istruiti.

Pà Carloeu traccia questo termine sul suo libro: tèsara. E spiega, con la pazienza del saggio: bacchetta di salice su cui si segnavano dare e avere con speciali intarsi. Una specie di libro dei conti, precisa, per contadini analfabeti.

Penso alle calcolatrici, neanche tanto moderne, che  ho visto usare insistentemente da una dolce commessa più volte al giorno per contare quanto costassero due coni gelato.

E' in questi casi che mi domando dove abbiamo sbagliato. E come uscirne.

Magari con una tèsara.


Potere è cambiare

Mi esercito con una visibile bacchetta e Arguta Paffuta ride: visto che sei una strega?

Tutti lo siamo forse, e dalla nostra direzione dipende a quale fronte offriamo la nostra magia. Un trillo d'anima, un fiore stropicciato o vuoi che dal cilindro io estragga una vera meraviglia?

Un sorriso?

Potere è cambiare. E io posso tutto, con te.

Tiro la coperta

Tiro la coperta dei sogni ancora. Sarà colpa del sole che me la riporta nel suo colore invincibile. 
Quando fa freddo, quando questi raggi ammiccano ma non scaldano, la mente allunga le mani e rimbocca le coperte di primavera.
Non c'è nulla che possa illuminare e dipingere il cielo di felicità, più di una distesa di fiori.

Villa Taranto per sempre

Così è la tempesta: ti può ferire e sembra che non ci sia scampo. Qualcosa se ne andrà per sempre, in effetti, e ne avvertirai il vuoto.

Ma se qualcuno tenderà la mano, sprofonderà fino alle ginocchia nel fango per te, si commuoverà per salvare anche un fiore solo, qualcosa di più potente si riversa in quell'abisso. Lo colma di gioia, spinge lo sguardo avanti: a ciò che puoi seminare, costruire, respirare ancora.

Villa Taranto, gioia per sempre. E grazie per sempre a chi è corso a curarla.

Priorità

Ci vuole una piuma che diventa sempre più grande e colorata, delle sfumature che preferisci, prima ancora di concepirle.

Ci vuole una creatura minuscola per ricordarti ciò che conta. Per costringerti a guardarti attorno e individuare con dolcezza le priorità. I volti e le storie attorno a te, che ti hanno fatto la grazia di unirsi a te.

Chinandosi per una carezza, in fondo hai conquistato il mondo.

venerdì 25 ottobre 2013

Nada te turbe - canzone per il giorno

Nei momenti senza sbarre per l'anima e il sole, dal cassetto escono queste parole. Preghiera e canto.


La notte di veglia, distante negli anni, si è sciolta, ma non la sua eco; abbiamo ripetuto le parole di Santa Teresa d'Avila e le abbiamo viste danzare come ombra gioiose.

Capriole di speranza perché nulla ti turbi, spaventa. Solo Dio basta. Il resto passa e non merita attenzione.

Nada te turbe, ed è canzone, preghiera per il giorno.

Va tutto bene, Siria

Fino alla prossima immagine che scateni indignazione di istinto o bandiera. Fino alla prossima volta in cui si potranno gridare le proprie certezze, mentre le tue si sgretolano.

Va tutto bene, Siria, specchio dei pianti inascoltati.


One night - canzone per la notte

Ci sono sogni, ci sono notti che li realizzano.

Come non credere alla voce di Elvis Presley e alla preghiera che esprime. Una notte con te, l'unico desiderio che porge al cielo. Una vita senza di te, insopportabile.

Anche a condurre un'esistenza tranquilla, anche a cercare di non fare del male... Non può non uscire una preghiera dalle labbra.

Una notte con te, ora e sempre.

One night, Elvis Presley, canzone per la notte.

Il tempo di morire - canzone per il giorno

E se prendi tutto quello che ho?  Mi sembrerà di avere il doppio, il triplo e non lo saprò più contare; non ne avrò più nemmeno voglia.

Non dire no. Mi basta tutto, tra le tue braccia, dice il cantore, e noi gli crediamo. Il tempo di morire, è quanto basta, quello che annulla ogni tentazione di guardare il calendario.

Il tempo che non esiste, mentre si pende dalle labbra della persona, invocando un no, un sì e un silenzio che non abbia singhiozzi, o anche quelli se necessario: basta che conducano a chi si ama.

io sono un disperato 
perche' ti voglio amare 


Il tempo di morire, Lucio Battisti, canzone per il giorno

Ehi, non staremo mica diventando romantici? (by Arguta Paffuta)

Che cos'è un maestro

Quante persone incroci ogni giorno, raccogli le loro idee, le amano o le gettano poco dopo. Quante parole fai scorrere e non sai quante ne rimarranno.

Eppure non ci fai caso; l'abitudine ha tracciato la via, anche se la famosa scorza non è arrivata.

Poi intervisti un maestro. Al telefono, che sofferenza: non mi piace proprio se non conosco la persona. Ma lui è un maestro. Uno di quelli grazie ai quali guardavi di tanto in tanto ancora la tv. Uno che ha cambiato il mondo, a modo suo.

E ti scrive un messaggio dolcissimo, ringraziandoti e dicendo che spera tanto di conoscerti dal vivo, un giorno.

Che cos'è un maestro. Uno al quale dici grazie, eppure lui ti brucia sul tempo e lo mormora con un sorriso.

Piangeremo in milanese? ciao Piero

Mi chiedo poi se piangeremo, rideremo, vivremo anche in milanese.

Io adoro Totò e mastico il romanesco con gusto puro. Sono fiera di ogni angolo d'Italia (come del mondo). Ma mi domando spesso perché non sappiamo assaporare con uguale intensità ciò che viene dai nostri cortili.

Ah sì, i Legnanesi fanno il tutto esaurito. Ma la meravigliosa pièce di Angelo Bottigelli in bustocco, io aspetto ancora di rivederla sul palco: e sarebbe una farsa ricca di lezioni per questo mondo di crisi.

Gilberto Govi, quanti lo conoscono davvero dalla sua splendida terra che bacia il mare?

E tornando nella mia regione, Piero Mazzarella se ne va, un grande che parla a tutti, in punta di piedi. Spalancando un mondo ogni volta, che fa viaggiare nella sua terra. Forse il suo segreto è quell'invito che leggo su Avvenire: dovremmo riflettere tutti di più su noi stessi.

Da Avvenire, 2008 «Io sono un ateo, che però legge sant'Agostino  e che ha grande rispetto per Dio»

E non è più tempo di ridere - ciao Zuzzurro

Ci dicono che siamo una generazione da drive in. E intendono dell'effimero.

Ma che cosa non è effimero? Forse solo un sorriso, perché lascia un balsamo che dura. Allora, per questo ti posso dire grazie, più che a tanti altri saggi.

Ciao Zuzzurro, non è più tempo di ridere.

giovedì 24 ottobre 2013

Notte senza riti

Notte senza riti, se non un abbraccio o una parola d'Amore.

Nessuno detta, nessuno scrive.

L'unico rito la libertà

C'è un mondo in cui non ascoltare

C'è un mondo in cui non ascoltare, perché ogni suono trova il suo sentiero. Ogni parola si deposita direttamente sul cuore e assopendosi diventa azione.

Un mondo che non fa rumore, ricco di musica com'è. Ma così intensa da sfuggire ai sensi e danzare tutto il giorno con l'anima.

Riccioli come pensieri

Riccioli come pensieri. Te ne ho afferrato uno e mi sono pentita.

Non ti si può trattare da bambino e non è solo perché neanche coi tacchi posso raggiungerti.

Riccioli biondi, dolcemente impertinenti. Non riesco a dirti tutto ciò che provo, quanto puoi contare su di me. E allungo la mano, la ritiro, finché tu porgi la tua con un piccolo dono.


Tutti quei riccioli, e pensieri che non so trasmetterti, ma che tu mi sai offrire.

Juliet - canzone per il giorno

Sotto i colpi martellanti dell'autunno c'è una finestra che si apre, veloce come un cassetto.

Juliet, non sentire la voce di Robin Gibb, innamorata fino allo sfinimento? Un uomo che riconosce di non aver nulla di eccezionale senza di lei. Mi hai portato al cielo e ora tutto il mondo stia pure da parte.

Con quell'onda di malinconia che unisce ai Bee Gees, è bello però raccogliere una dichiarazione d'amore.

You take me clear to the sky

Juliet, Robin Gibb, canzone per il giorno.

Ci voglio credere ancora

L'ho vista stracciare, e più volte ancora forse l'ho buttata io, prima di poterla testare. Fiducia è un fiore che sceglie la propria stagione e non si lamenta di freddo e afa.
Un petalo unico che si stende con desiderio, alle ombre tiepide dell'estate che vorrà.
Ci voglio credere ancora, con la morbidezza di un fiore.

Saltellare sul mondo

Vorrei saltellare sul mondo come te. Senza schiacciarlo, scalfirlo sì un pochino, ma lasciandogli il tuo tepore.

Vorrei avere la tua grazia, perfino la tua giustizia che ricaccia indietro quella degli umani. Tutto scorre, ma le tue azioni atletiche e garibaldine di più: colpiscono, evaporano, emigrano.

Il tuo candore nel saltellare sul mondo, vorrei tanto indossarlo.

mercoledì 23 ottobre 2013

La tua scuola, seta di ricordi

Io a pensare a fili e meraviglie da accarezzare. Ma era anche il brivido di seta della tua amicizia.

La tua scuola, solo adesso lo scopro. Ma già, perché non comprenderlo prima. Scuola che navigava tra i colori, rischiava di scomparire, si faceva riportare in alto tra le speranze di un futuro migliore.

Ci sarà. Se ci sei anche tu, fratello mio, tra sete dai mille colori.

Notte senza dubbio

Morbida è la notte, scivolando sui tuoi sogni. Singhiozzi buoni ti scuotono e forse sei in altalena. Con questi movimenti spensierati, si fanno da parte i dubbi.

Corrono via da pelle e lenzuola, perdendosi nella notte. Poche certezze ho nella vita. Che c'è uno Sguardo. Che tutto si incontra, e non importa quanto l'avrai aspettato. Che nelle canzoni degli Iron Maiden c'è sempre una giustizia pazzesca.

E con questa accozzaglia di certezze, abbraccio la notte senza dubbio.

I don't care - canzone per la notte

Basta una manciata di parole, bastarde e senza fondo, per esprimere la convinzione: non me ne frega niente.

Di questo mondo, di quella ragazza. Ma forse la verità prima è che niente frega di queste parole e il silenzio è l'unica cura.

Non mi importa: scuotere la testa forte libera dai veleni. Come gustarsi quel vuoto buono, per un po'.

I don't care, Ramones, canzone per la notte.

Riscoprire come scrivere a mano

Ho provato in tutti i modi a imparare da capo a scrivere a mano. A recuperare il rapporto, sempre difficile, tra la penna e le mie dita, troppo abituate a saltare sui tasti. Non ho neanche la scusa della tecnologia, perché ero una maledizione già a scuola: ricordo lo choc di mia mamma al primo quaderno, neanche fossi la figlia di Fantozzi che faceva cucù...

Ho provato a dirmi: scrivo così quando ci sono pensieri belli. Quando posso dedicarmi del tempo. Quando ho vena artistica in esplosione.

Fallimento completo. Finché eccoti qui con me. E scrivo a mano, per non disturbarti con i tasti del pc e il loro canto meccanico, quando dormi.

Non dimenticar - canzone per il giorno

Che poi è uno stupendo caso di titolo secondo. Perché non dimenticar è timido, finisce tra parentesi dopo il grido soffocato "T'ho voluto bene".

A noi i secondi piacciono moltissimo, anche tra le canzoni, quindi ribaltiamo il titolo dal cassetto, tanto più che per una volta è quello che è rimasto più impresso. E' una malinconia, un arrendersi al destino che separa, dichiarando la propria innocenza. E aggrappandosi a quell'invocazione: di questo amor un sol ricordo t'appartiene, non gettarlo ancor fuori dal tuo cuor.

Quell'ancor lascia spazio alla debolezza umana, alle sue amnesie che si rivestono della scusa del tempo. Ma chi rivolge questo invito accorato, è convinto che non scorderà mai. Si è sempre dall'altra parte, in qualche modo, nella vita o ci si ritrova.


T'ho voluto bene (non dimenticar), di Redi e Galdieri, e cantata da chi preferite, canzone per il giorno.

martedì 22 ottobre 2013

Un pensiero più in là

Siamo un pensiero più in là. Ci accade nonostante la nostra ottusità di trovarci più avanti, troppo avanti: neanche noi sappiamo come.

A un pensiero da una vetta dove la luce non ferisce, o da un baratro invitante.

Ma troppo avanti. E chissà come ci troviamo con la medesima rapidità troppo indietro.

A volte mi sembro bambina come te

A volte mi sembro bambina come te. Mi giro all'improvviso a controllare che tu esisti davvero.

Quante volte mi meraviglio del mio stupore e rido di un riso infantile. Ma accade anche che mi senta vecchia come il mondo. E vorrei non aver studiato storia per nutrire maldestramente una speranza.

Preferisco essere bambina come te e correre, ridere, ridere forte ancora.

Un super 22 da giocare sulla vita

Amo rafforzare gli auguri con un abbraccio, all'avvicinarsi della sera.

Al mio nonno Giannino, nato 123 anni fa. Faccio scorrere tempo e cifre, arrivando a quattro anni fa, quella sera meravigliosa in cui nacque il libro con lui al centro, Quando il nonno prese per il naso il re, sempre della Nomos.

Ricordo il calore di quella serata nella libreria a pochi passi da dove era nato lui, sotto il frastuono buono delle campane. Una marea di persone e ogni goccia importante. Ricordo la mia immensa famiglia e gli amici, alcuni in prima fila, altri nascosti. Tra di loro, alcuni sono andati avanti, come dicono gli alpini. E gli angeli vicino a me. Tra loro Luigi, che compie gli anni a sua volta oggi.

Non c'è bisogno di scrivere un libro per vivere momenti così speciali. Del resto, quel libro è stato scritto da mio padre e da altri angeli.

Io oggi gioco un super 22 sulla vita.

Qualcosa qualcuno - canzone per la notte

Ho sospirato davanti alla luna, poi mi son resa conto che era un lampione. Invece di prendermela con vista e stoltezza, ho preferito pensarci su.

Importa quando è una luna, o un lampione? La realtà non può essere forse un riflesso?

Mi rifugio in Qualcosa qualcuno, l'atmosfera che mi è familiare. Quel rallentato risveglio di un fiore e quei pensieri che si intrecciano tra il suo profumo e il fumo della terra.

Amare, chi sa cosa sia. Definizioni, riflessi, sentieri.

sì, qualcosa, sì, qualcuno che ti chiama forse nessuno


Qualcosa qualcuno, Tozzi (e Bigazzi), canzone per la notte

Il tuo modo di amarmi

Mi rendo conto oggi di non accorgermi che il telefono suona. Ha cambiato suoneria.

Non è un tipo indipendente. Tu mi hai cambiato la suoneria.

Quand'eri bimbo, mi facevi le coccole, ascoltavi paziente canzoni stonate o mi stringevi la mano con la tua, minuscola.

Adesso sei più alto di me. Mi devo tendere io in punta di piedi per darti un bacio sulla guancia. Tu mi cambi la suoneria e sento che è il tuo modo di volermi bene.

Dedicato a chi fatica (e non lo dice)

I solchi sulla fronte del mondo non si possono contare; neanche raccontare.

Quando parli, ricevi sguardi, carezze, sospiri di comprensione. Nel mazzo finisce di tutto e prendi pure le carte che vuoi, mondo. Ma finiscono in frammenti, e tu lo sai.

Quando racconti la fatica, sembra più leggera per un attimo. Dedicato a chi fa fatica e non lo dice, perché non vive per quell'attimo, bensì per regalarlo a un altro.

I still haven't found - canzone per il giorno

Hai ragione, cara amica, a farmi ascoltare questa canzone. I nostri desideri si arrampicano sulle montagne più alte e le scalate non si concludono mai. Tra i campi ci perdiamo, neanche strisciando troviamo una traccia.

Eppure ci sembrava di averla intravista. E bruciamo, ma nemmeno l'acqua ci può saziare.

Neanche la vergogna si placa mai. Per fortuna, la speranza ogni tanto viene a farle compagnia.

Non ho ancora trovato ciò che cerco.

I still haven't found, U2, canzone per il giorno

Piccole risposte

Trattenere piccole domande, perché non credi fino in fondo che possa esistere una risposta. O che possa arrivare fino a te.

A volte, nell'ombra di una chiesa cerchi un volto e ne trovi due. Scene si mettono in movimento e per un attimo credi di essere stato tu a innescare.

Avevi bisogno solo piccole risposte, come dare un nome a un volto dipinto. E piccole risposte corrono fino a te.

lunedì 21 ottobre 2013

Come what may - canzone per la notte

Come non aver mai visto il sole prima. Guardare il mondo e stupirsi di quanta grazia contraddistingua il suo movimento. Gira e in realtà danza, tutto deve farsi scoprire.

È questa sana meraviglia, dal gusto dirompente, che ti fa mormorare parole così folli: accada ciò che accada, venga ciò che vuole.

È solo un musical, è solo una canzone. Ma ciascuno può cantarlo, anche di nascosto: lo tradirà il sorriso, se qualcuno ancora si guarda in giro per scovarne.

Come what may, Moulin Rouge, canzone per la notte.

La città che cambia o che si spegne

C'è uno strano, insospettabile confine tra una città che non cambia e una che si spegne. Cammini senza passeggiare e ritrovi tanti riferimenti. Eppure, se scavi, scopri che tanti luoghi hanno colori, volti, profumi diversi. E spesso li hanno del tutto perduti.

Cade l'immagine della città che hai nel cuore, come un velo luminoso, e vedi ciò che è rimasto. Quel velo, forse il confine, che non vorresti attraversare.

Se il tempo esiste

Se il tempo esiste, perché calpestarlo? Perché pensare che quello degli altri sia tutto nostro? E che noi dobbiamo negarcelo, per essere brave persone.

Ma anche se non esiste, e quella è una vaga percezione di eternità, perché correrti sopra sempre? Triturarla ai nostri ritmi, senza rispettare quelli degli altri.

Se il tempo non esiste, se esiste invece, comunque lasciamo ciascuno respirare a modo suo. Senza farci imporre come fare.

Domande, tentativi di risposte, da Arguta Paffuta.

Fretta pazzesca - just Say stop

E se avrai fretta, una fretta pazzesca, consapevole che nulla possa aspettare, guarda una creatura che ami.

Lei ti inchioderà con uno sguardo o un tocco lieve. Guardala ancora, mentre in silenzio ti dice: stop.

Ricordati il motivo di tanta fretta, se puoi.

Isola nel sole - canzone per il giorno

Da ragazzina non era tra le mie preferite, ma girandomi in testa da stamattina presto la tiro fuori dal cassetto.

Così la scopro differente. Riconosco l'analisi angosciante della città, della corsa all'ultimo battito per strani luccichii. Ma è adorabile trovare il bandolo per individuare quell'isola che tanti sognano. La mia piccola e per niente tropicale, tanti preferiscono spiagge in cui il sole gioca con la tua pelle.

In ogni caso, la tua isola della felicità non può essere cercata sulle mappe, ma guardando su. Che sia il sole o una nuvoletta timida, la bellezza va dove ti portano le ali, non le zampe.

Isola nel sole, Umberto Tozzi, canzone per il giorno

Dedicata a Max e alla sua dolce guerra al freddo

Fedele al mio avversario

Leggo che il Novara è in silenzio stampa. Che poi è strana espressione da comunicare; uno esce e dice "sto zitto". Almeno fai solo il segno con il dito, o un cartello.

Accidenti, anche la mia Pro in silenzio stampa. E dire che non ha perso.

Non ditemi che il Legnano a sua volta è in silenzio stampa. A volte, a furia di essere avversari si finisce per assomigliarsi: come una forma di fedeltà. Vado a vedere.

Ssssst.

Campanatu

Che mestiere travolgente, anche fuor di metafora, pà Carloeu.

Non è solo perché a quelle corde e alla loro musica si dedicava il nonno. È che quella danza per annunciare un sacro rito, sembra così sacra a sua volta. Un compito nascosto agli occhi, ma che raggiunge il più lontano possibile; anzi magari turba i vicini e chiama i distanti, metafora dell'umanità e di un Libro che ne traccia il cammino.

domenica 20 ottobre 2013

Sweet Dreams - canzone per la notte

Il saluto di Lo mi riporta qui: ai dolci sogni e alla materia di cui sono fatti. Che non credo sia impalpabile, perché bisogna attraversare sette mari per arrivarci.

E scoprire che c'è chi usa e chi vuole essere usato. E tenere in alto la testa, per orgoglio, per non soffocare o per scoprire meglio le venature del cielo.

Certo è che tutti stanno cercando qualcosa, fosse anche un brandello di sogno.



Sweat Dreams, Eurythmics, canzone per la notte.

Duro farsi capire

Tutte le volte in cui è duro farsi capire, gesti e parole sbiadiscono. Gli sguardi si perdono e non c'è abbastanza spazio per riunirli.

Tutte le volte in cui è duro farsi capire, e comprendere ancor meno. Tutte le volte in cui sbatti la testa contro l'ostacolo.

Stordito, ti guardi attorno e la prima cosa di cui ti stupisci, è che ci sia un raggio di sole da donare.

Arsenio Lupin che esce e ritorna

Un'uscita di scena con il garbo di sempre, e ti viene da pensare che tornerà.

Perché Arsenio Lupin non ti abbandonava mai, lasciava solo in sospeso te e i tuoi giudizi. Un piccolo manuale di addestramento al fatto che c'è mascalzone e mascalzone  nella vita. C'è anche quello che sa viver bene e far del bene, se è giusto.

C'è arte in tutto, tanto che combatto il magone di un quadro in dissolvenza. Voglio rivedere una scena,ancora. Ci sono i personaggi, e gli attori che li rendono tali.

Addio Georges Descrières

Angiaìti

Parlarne poco, il meno possibile, non li cancella: anche adesso si celebrano in Siria. E in altri Paesi, di cui ci ricordiamo ancor meno.

Angiaìti, dice ul pà Carloeu, i funerali dei bambini. Disegna fior di angeli attorno alla definizione, a ribadire il significato.

Certo, qualcuno mi farà presente che i bambini crescono e diventano quei mostri che sappiamo essere. Ci sono già i ragazzini cecchini, addestrati alla perfezione.

Ma se anche gli angeli corrono ad abbracciare questi piccoli, potrò fermarmi a piangere un poco. Su ciò che erano, e ciò che siamo quando dimentichiamo.

Human - canzone per il giorno

Nato per commettere errori. Lo dichiari, mentre chiedi perdono, affranto dalle lacrime di chi hai davanti. Metti a nudo la tua anima, e ricordi che sei fatto di carne e ossa.

Poi, quando quel pianto ti uccide e ripeti che sei solo umano, senti una voce dalla persona davanti a te: le mie non sono lacrime di dolore, ma di colpa, perché anch'io sono solo umano.

Chiedere perdono, e subito dopo dover perdonare: scambio di umanità a un ritmo che si scioglie con le lacrime.

Human, Human League, canzone per il giorno.

Mi insegni che non riesco

Mi insegni che non riesco, mi insegni che non basta. E in realtà stai solo spalancando le mie ali. Incerte ma visibili ai tuoi occhi, mi dici che non si può e intanto ti sei già incamminato con me.

(In)dimenticabile

Ciascuno, dice Arguta Paffuta, può lasciare la sua orma nelle vite altrui. Con delicatezza o pesantezza, con amore o livore.

Ciascuno a modo suo sceglie come essere (in)dimenticabile. Non tra gli angeli, che trovano sempre il modo di accarezzare i nostri passi.

sabato 19 ottobre 2013

Per questo spengo

Tu sei molto più importante di me. Non per annullarmi, mi completi.

Per questo mi dimentico di arrabbiarmi, di prendere un cibo che piace solo a me, di rincorrere inutili visioni.

Per questo spengo la luce.

#buonanotte

Promises - canzone per la notte

Anche quando tutto è vero, come vacilla la voce nel prometterlo. E c'è chi non ci riesce affatto.

Come l'uomo che emerge da questa canzone dei Def Leppard. Che spiega come neanche possa dire qualcosa che non pensa, durante il sonno. Operazione, peraltro più facile secondo me, perché sembriamo così vulnerabili e fiduciosi mentre dormiamo.

Non farmi pronunciare promesse che non posso mantenere. Ha un suo fascino, quello che riconosce la nostra piccolezza. Ma può forse diventare una sfida, se ribaltiamo tutto e troviamo ancora più avvincente, coraggioso, promettere.

La scorsa notte ho detto cose che mai avrei pensato di poter dire...

Promises, Def Leppard, canzone per la notte.

Grazie a due donne

Non si possono cercare, tanto meno trovare, parole di fronte al coraggio straordinario di due donne.

Prendo tra le mani il grazie di Denise a mamma Lea, con rispetto e affetto. E parte da tutti noi, a entrambe, noi che vacilliamo così spesso nel difendere valori senza neanche temere di pagare un alto prezzo, ma timorosi per i nostri pallidi orticelli.

Eppure mi importa il momento - daje Roma

Una sbirciatina a Twitter per sapere, giusto sul finale. Perché mi ero ficcata in mente che ci fosse una strana paura, e la paura frega sempre.

La Roma mi rimane legata così, nelle alterne sorti. Adesso che sembra potentissima, non voglio che mi guastino la festa. Né i timori, né le grandi aspettative.

Io amo la Roma, perché non mi importa dove siamo in classifica: mi importa il momento. E questo è meraviglioso.

Daje.

Chiamami sole se lo vuoi

Sembro schiacciare tutti, con il mio entusiasmo di luce. Poi mi chiamano a far emergere i loro colori.

Sta finendo il mio tempo, dicono, ma io mi sento di poter volare ancora.
Chiamami sole, se lo vuoi, perché di girare non ho più desiderio; non l'ho mai avuto, perché il mio sguardo ha trovato la sua stella.  

Capisci bene la trappola

A volte capisci bene la trappola, l'esatto momento in cui si sta posizionando. Ne avverti il rumore, persino l'odore.

Se non ti allontani in fretta o non indossi una corazza, non ti voglio sgridare. Stai già soffrendo, mentre ti dibatti.

Mettila così: che stai assaggiando la trappola per l'ultima volta, che ha voluto svelarti tutte le sue potenzialità. Perché tu potessi scappare, la prossima volta e per sempre.

Un'insolitamente buona Arguta Paffuta

venerdì 18 ottobre 2013

Come mai - canzone per la notte

Spegnerò presto le luci per confidare in questo verso: seguirti fino all'alba e poi vedere dove vai.

Come un angelo intrappolato in un sogno, e felice di restarci ancora in realtà. Come un bambino, e mandando all'inferno la razionalità.

Come mai, solo allungare un perché e renderlo in qualche modo più dolce, con una pausa, con il suono morbido della terza sillaba. 

Va bene pur che serva a farmi uscire. L'alba arriverà e non posso essere impreparata. Ma forse inonderà questo spazio, prima del cielo.

Come mai, 883, canzone per la notte.

Sei bellissima - canzone per il giorno

Ci sono creature che ti costringono a voltarti, per strada e nella vita. E non so se ci sia poi differenza.

Tu stai andando per la tua strada e potresti persino essere incline a lanciare un'occhiata, vanitosa o ansiosa, alla vetrina.

Finché accade. Che quella creatura ti distoglie dal tuo progetto o dal tuo vano vagare, e ti ritrovi a riconoscere: sei bellissima.

Prima che tu te ne accorga, la stai già seguendo.

Sei bellissima (senza rimpianti), perché quello sguardo rimane, Loredana Bertè, canzone per il giorno

Sganzèria

Chiedo venia, pà Carleoe, ma questa me la devi proprio spiegare. E devi farlo tu, non qualche birbante amico di mia conoscenza.

Leggo "sganzèrla" e apprendo che si tratta di "gazzella strapazzata". Tu precisi, subito: si usa in senso figurato.

Figurato, come, pà Carloeu? E voglio pensare che già girasse ai tuoi tempi la storia della gazzella, inseguita dal leone. Più strapazzata di così.

Buchi neri e complimenti

Me la prendo con i vuoti mentali, con quell'alzarsi a prendere una cosa e poi rimanere in sospeso pensando a cosa fosse mai. Al filo del discorso interrotto da una telefonata e che vedo irrimediabilmente spezzato. A quei buchi neri che si costruiscono con vorace pazienza quando tento di imparare la mia lingua preferita, incassando un vocabolo al giorno e perdendone cinque.

Poi mi soffermo sulla sfilza di codici, password, cifre varie che mi incastrano la vita. E ogni volta che ne azzecco uno, senza nemmeno pensarci, non posso che rivolgermi autorevoli complimenti.

Un tuffo dove non fa male

La ciminiera mi è entrata nel cuore, vestita poi di quel cielo blu. Ma quando sono entrata all'Opificio Zappa, ho avuto anche questo tuffo, che non fa male.
Le macchine da scrivere, obbligo mostrarle alla mia campionessa di dattilografia preferite.
E dietro, discreto, quel telefono. Quante volte, per quanti anni l'ho usato.
Prima lo ammiravo da bambina, a dire il vero, perché era negli uffici di papà.
Poi i miei primi anni in redazione, ancora mi ricordo la sensazione del pigiare il pulsante per passare le telefonate tra di noi. 
Non si ingarbugliava quasi mai, la linea, perché adesso è tutto così soft e silenzioso, ma nella mente mi procura un sacco di rumore?

giovedì 17 ottobre 2013

Non ci sono più ore al riparo

Dove va tutta quella gente, che corre davanti ai nostri pensieri.

Non esistono più strade deserte, non scorre più ore al riparo dalle luci invadenti delle auto in viaggio verso il nulla. Marinai maldestri, che hanno perso la via per tornare a casa o sostano all'ultima taverna giù in città.

Intanto vorrei un momento della notte, in cui fermarci a piedi nel cuore dell'aria già fredda, e non vedere nulla se non il cammino esitante del nostro respiro.

#buonanotte

Baby I love your way - canzone per la notte

In questo altalenarsi di colori e ombre. Il cielo attorno alle montagne che urlava la tua vitalità, che tanto bonariamente invidio. Le esitazioni della sera, quando la stanchezza ti lambisce. E la notte che fa silenzio per consentirti finalmente di rigenerarti.

Come nella canzone di Peter Frampton scorgo ogni parte della giornata in te, ogni stagione. In te le depuro di ciò che me le rende insopportabili. E respiro quando la libertà si sprigiona.

Che appaia la luna, o la notte si stinga, che le nuvole siano isole che inseguono il cielo, io vedo che amo ciò che fai e come lo fai. Lo amo di giorno e di notte.

Baby I love your way, Peter Frampton, canzone per la notte.

If I could think I'm in Skye

If I could think I'm in Skye today, crossing the sea like a bird. Reaching and dancing in the air in Portree. And thinking I'm just free to leave as soon as I want.

Well, I know I'd never leave again and I'll stay there: breathing smells, sounds and colours. Waiting for the night and still thinking: I must go. And yet staying there, breathing the darkness and whisky 'til the morning. And thinking: I can't leave so early, must wait for noon.

I'm in Skye and I'm swimming in hope.

Come detesto

Non so cosa farci, nella vita invecchiando mi sono convinta di questo: che sia inutile sbraitare, alzare voce e mani, sputare addosso a ciò che ci fa male, a ciò che ci suona ingiusto, a chi  procura piccole ferite o squarci incurabili.

Non prendo a calci ciò o chi detesto, da debole creatura umana incapace di non giudicare, o almeno ci provo: lo ignoro. E un altro atto saggio che vorrei imparare meglio, è prendermi cura davvero delle sue vittime, della loro vita o della loro memoria.

Appena affacciato

Petali appena affacciati, che non si sono accorti dell'autunno. Questa foto scattata in un incerto giugno mi conduce a un'immagine simile ora. 
Li vede ancora insistenti, teneri come la primavera, desiderosi di respirare come l'estate. E che ci fanno    qui, in questo 
momento senz'appello.
Io rido per sospingere più in là la malinconia e fiutare questo fiore appena affacciato, che profumi non ha.

Non posso diventare troppo buona

Prevedendo un'ondata di metallo pesante nelle prossime settimane, ho opposto una dieta di Bon Jovi ieri.

L'effetto è deleterio. Mi sento buona, troppo buona. E' un'illusione, niente da dire, ma intanto mi si è appiccicata addosso e non riesco a scrollarla via, neanche da cagnolino ostinato.

Credo una serie di cose frullate: tipo che ce la faremo credimi, che si possa vivere in base a una preghiera, che possiamo e basta, e anche che sono ricercata, viva o morta, perché ho suonato del rock davanti a milioni di persone.

Naturalmente, potrebbe essere l'effetto della febbre. Oppure il pregustare il nuovo album dei Motorhead. O X-Files non raccontava balle: gli alieni si stanno impossessando di noi. Arguta Paffuta mi insinua il dubbio che forse quelli erano i Visitors, quindi la cancello.

L'unica certezza, caro il mio Bonjovi, è che non posso permettermi di diventare troppo buona. Tiro fuori Slippery when wet, che è la cosa più cattiva che tu abbia commesso. A proposito, ma questo attacco di "Social disease" ti sembra il caso? Sembra l'attacco di una canzone degli Aerosmith o dei Motley Crue.

Sgaiusa

Non è una fame, ma di più. Non si tratta insomma di quel lampo proclamato dalla pubblicità, quello che fai assopire con lo snack giusto.

Non esiste nulla che la possa saziare in un battibaleno. Sgaiusa. Una fame prolungata, spiega ul pà Carloeu. E mi chiedo se sia qualcosa di veramente fisico, lancinante, o un'altra che si accompagna, che rode l'anima. Ma probabilmente così penso, perché finora sono stata dalla parte fortunata del mondo.

Fortunata, o così dicono.

mercoledì 16 ottobre 2013

C'è sempre un ultimo gesto

C'è sempre un ultimo gesto che mi doni la sera. Una mia mancanza, un mio affrettato procedere che tu correggi, compensi, completi.

Raramente lo dici, ma hai già compiuto il tuo piccolo atto d'amore. E anche se potrebbe sembrare un rimprovero alla parte testarda di me, io so  che è una carezza.

#buonanotte

Lei ride sempre (e chi se ne accorge)

Lei ride sempre o così dà a vedere, ma pochi si accorgono dell'isola di umanità che è, in questo mare gelido.

È il mio rifugio, anche se non posso confessarlo. E oggi che mi era scappato, si è spezzata anche la voce.


Lei ride sempre, anche se non è vero. E del suo pianto, come della sua risata, pochi si rendono conto.

Credendo di soppiatto

Credendo di soppiatto, perché sono troppo imbranata e ho paura di rovinare tutto. Mettendo da parte questa convinzione e sentendomi in colpa poi perché le luci vanno messe in evidenza, per guidare anche gli altri.
Ma io sbando e mi nascondo, dietro un arbusto arrossato dall'autunno. So che dietro il lago si sta liberando degli incubi dell'alba e respira ormai a piene nubi.
So che il panorama è sempre bellissimo, persino dentro, basta che indossi gli occhi giusti
E credendo di soppiatto, mi infilo le scarpe più silenziose per calpestare il mondo senza fargli troppo male.  

Ci sarà un modo di seguirti ancora

Così mi ostino ad andare sul tuo profilo e guardo l'ultimo tweet. Tutto attorno, il mondo si è mosso per te e sembra coprire il tuo silenzio.

Io mi ostino da bambina a ripetere: ci sarà un modo di seguirti ancora. Sei fermo in Piemonte; eri stato a Roma. I dati: la qualità batte la quantità. A modo tuo, davi speranza e la speranza non si spegne così, senza un bagliore che tenti di spiegare.

Ci sarà un modo di seguirti ancora. Così un social network si rivela per un attimo come la vita, con la vita e tu cerchi di convincerti che un giorno quella barriera sarà abbattuta. E ovunque, potremo seguire ancora chi amiamo, chi ci dice qualcosa di intelligente, chi ci addolcisce a modo suo le giornate. Fino ad abbracciarlo.

#addio #funkysurfer

Incantata dai robot

Quando posso esplorare i mondi che sono le aziende, sono ancora più felice. Mi sembra di attraversare mari e raggiungere l'isola che splende e ti porta al sicuro dalle follie umane. Ci resteresti per sempre.

Quando vedi un prodotto che hai sempre trovato solo sullo scaffale, e invece lì, nasce, cresce ed esce impacchettato, pensi che non esista una magia più splendida.

Quando vedi un robot che con tocco sicuro risolve il caso, ti senti in una sorta di Terminator buono e vorresti quasi giocare.

Poi vedi un operaio controllare l'ultima etichetta, accarezzare una confezione, scrutare un particolare. E non c'è nulla che ti possa incantare di più.

Vincitori, vinti e bambini

Sarà vero che la storia viene scritta dai vincitori, ma non me ne frega niente. In queste ore sono stata lontana da un addio che non mi suscita niente, una tabula rasa di sentimenti.

Piuttosto, dico ancora addio, e ogni volta, ai bambini del ghetto. A tutte le vittime, ma ai piccoli più di tutti. Perché sono nauseata di un Paese, che ancora si sbrana sulla storia.

La storia, la scrivono i vincitori? Ma quei bambini non hanno potuto scrivere niente, quindi voglio essere lasciata solo nel loro dolore, che diventa il mio dolore.

Ci sono vincitori e vinti. Ci sono vittime e carnefici: e qui non vince nessuno. Perdono tutti: la vita gli uni, l'umanità gli altri.

Bambini del ghetto, che il vostro gioco in cielo sia l'unica musica a coprire le nostre oscenità.

martedì 15 ottobre 2013

Tacitare la notte

Sono fatta così: un dettaglio mi ferma, sembra lasciarmi andare, poi mi segue.  E diventa generalissimo, in particolare.

In un'azienda, leggo un cartello scritto con grafia netta e fine (non è la tua, sibila Arguta Paffuta, poiché nemmeno lei dorme più). Sono le istruzioni per far smettere l'allarme in caso di inutile partenza, ma la parola usata non è quella.

Tacitare l'allarme. Vado alla Treccani, che mi ricorda il primo significato: adempiere un'obbligazione pecuniaria. Poi accosta la seconda definizione: mettere a tacere, riconosce. E avvisa: meno comune.

Meno comune. Eppure è giunto su quel cartello e parla a tutti in modo chiaro.

E adesso vado a tacitare la notte.

Il buio senza la siepe

C'è l'ora in cui sui miei monti scende un buio strano. E' cupo, ma ha una sua allegria: quella che libera le menti.
Molti si agitano, perché mancano fioche luci artificiali. Altri affermano che è questa fortuna, la libertà.
Quando perdo il mio inutile pragmatismo, mi unisco al secondo coro.

Il buio, senza la siepe, sprigiona le mie forze, quando meno me l'aspetto.

Un corpo un'anima - canzone per la notte

Stelle sul soffitto sorridono di noi. Cercare un motivo per bisticciare e non riuscirci proprio, finché ci scappa persino una risata: hanno ragione e ci uniamo al loro divertimento.

Alla fine è così semplice questo dialogo, in cui si possono specchiare tante coppie. E sentire all'infinito questa canzone - in cui c'è lo zampino di Umberto Tozzi, nda che significa nota di Arguta - non fa che rafforzare la base, non solo musicale.

Le stesse cose che vuoi, le voglio io. Non si può definire banale, ciò che è semplice. Non si può arrossire pensando: è amore.

Un corpo un'anima, cantata da Dori Ghezzi e Wess, canzone per la notte.

Febbri inspiegabili

Ti pigliano febbri inspiegabili, che sfidano le leggi della fisica. Così hai il dubbio che sia l'anima che si agiti, una sana ribellione che cova.

E tutte le cellule dei tuoi pensieri si accumulano, si sciolgono, si riabbracciano, affrontando il cammino come si può: a volte, molto di più di quanto si possa.

(Arguta Paffuta aggiunge, e io cancello, te posino)

Scalinatella - canzone per il giorno

Chi cercherei su quella scalinatella, così lunga da non finire mai. Cosa fiuterei lungo la via, tracce di forza, coerenza, brandelli di sogni rimasti attaccati nella fuga.

Ne ho viste tante di piccole, interminabili scale nella vita. Sulle isole lontane, nei cortili del cuore che costruisce un dedalo.

Prima, invocavo di trovare la pazienza. Oggi, forse, preferirei l'accoglienza. Di sé e degli altri, che è parente con la pazienza, ma abita da un'altra parte e credo si faccia meno male.

Scalinatella
saglie 'ncielo o scinne a mare
cercammella
trovammella,
Scalinatella, canzone per il giorno.

L'errore che viene bene

Dovrebbe essere il mio grillo parlante. Per parlare, parla. Anche troppo. Ma mai quando serve, le rinfaccio.

Un esempio: quando mi vedi ripetere ostinatamente lo stesso errore, perché rimani muta? Perché non mi sussurri anche soltanto, se hai giù la voce: occhio, ci sei già cascata?

Arguta Paffuta, e anche un po' sdegnata. Sbuffa e mi dice: perché ti viene così bene.

Una persona, prima di tutto

Un incontro spalanca la porta a immagini scolpite nel tempo: le spingono dentro le voci. Una in particolare: per quella voce, ho fatto una figuraccia anni fa un colloquio. Ma il mio interlocutore mi ha perdonata, forse persino apprezzata.

Perché mi sono emozionata, come una bambina, ricordando. E adesso ronza nelle mie orecchie insistente la tua voce. Raramente furibonda, e quelle volte risuonava potente: però tu avvertivi che non voleva e ti sentivi perdonato, ricominciando decisa a non deludere. A volte scherzosa, a caccia di gossip buoni. Spesso affettuosa, e allora ci scappava un "figlia".

Così mi sento, senza tradire mio Papà. Del resto, state chiacchierando insieme, scuotendo la testa insieme su questa strana creatura, alla quale volete bene.

Sai cos'è che manca? Quello sguardo su di me, come persona prima di tutto. Quello sguardo sempre più raro, oggi, tra di noi. Raccolgo tante storie ogni giorno e quell'umanità sembra inghiottita, da oscuri meccanismi.

Una persona. Con talenti, caparbietà, difetti cosmici e impercettibili, un sorriso che va e viene, ma un cuore che trema sempre, finché batte. Come possiamo non perdere tutto questo? Chiederlo e ricordarcelo con gli altri?

Non lo so. Penso a te, intanto, perché il tuo "figlia" mi salva.


Sfuiatà

Questo è il suono dell'autunno, il suo mormorare storie antiche. Foglie che si sacrificano per un'ultima danza, ma sanno che neanche un loro movimento andrà perduto.

Sfuiatà - canta ul pà Carloeu - ovvero tremolare di foglie. Una canzone, che è anche ritmo del corpo e che sembra sospirare sul tempo, ma in realtà narra di eternità.

lunedì 14 ottobre 2013

Ritornerai - canzone per la notte

Un silenzio che non si respira realmente, un viaggio che è solo un istante. Metto "Ritornerai", così sconfiggo il tempo anche oggi.

Ritornerai, perché della tua libertà non sai che fartene. Perché ti piace complicarti la vita con me. Ti piace che io non cambi affatto. Forse non ringiovanisco, ma ritorno bambina: non è meglio, in fondo?

I momenti che dividono, si sciolgono in quelli che riuniscono. Questa canzone ti piace, lo so.

Ed è - anche - per questo che che tu ritornerai. Il rumore della porta è la canzone che prende il sopravvento su questa.

Ritornerai, Bruno Lauzi, canzone per la notte.

Perché crederci ancora (volando con Meroni)

Un amico me lo ricorda, quasi cogliesse che scossa com'ero potevo farmi sfuggire un momento così intenso.

Anche se le lacrime non possono essere trattenute, forse proprio per questo, lo ringrazio ancora di più. Guardo, vivo la straordinaria storia di Gigi Meroni, sospinta dal sorriso coraggioso di Zanardi, e mi chiedo: perché crederci ancora? Uno sportivo, un uomo così. La sua danza in campo, la sua ostinazione buona, la sua originalità che non è vizio, la sua fedeltà che sa tener duro anche di fronte alle regole vuote di sentimenti. Quella maglia, che fa parte di lui e che oggi viene lanciata dai campioni con lanci acrobatici, ma con quanto cuore?

Gigi, perché crederci ancora? Perché siamo qui ancora catturati da ogni tua azione, sul campo e silenziosamente nella vita, perché se tu prometti manterrai come con Combin in quel derby dove apparentemente non c'eri. Perché ci stia dicendo ancora qualcosa e il calcio d'oro falso non brilla più, se ascoltiamo.

Perché crederci ancora? Nello sport, e in ogni scelta che compiamo, di fedeltà a qualcosa, qualcuno.

Oggi non trovo spiegazioni razionali, per nulla. So solo che stasera se chiudo gli occhi mi sembra che la speranza stia compiendo voli strani. E non voglio che cada, un modo per tenerla sospesa lo troverò.

Grazie Gigi

Grazie Alex e Sfide.

I May Not Have Had Enough of Me - canzone per il giorno


Rotola una sola, ossessiva espressione. Siamo proprio insopportabili e siamo abili a tollerarci fino alla follia. 


E' quello il modo, perché lo è. Continuare a ripeterselo, prima che ci portino via. E quando abbiamo finito il nostro rivolo di canzone, folle e imperturbabile, possiamo guardarci attorno e, liberati, esclamare:

Posso non essermi stancato di me stesso. Ma di te sì.

Buon inizio..



I May Not Have Had Enough of Me But I've Had Enough of You, Robert Fripp, canzone per il giorno (e i coraggiosi)

Sentenzi

Qualcuno affermava che saremmo stati liberi. Eppure io mi sento sempre più schiava, nella selva di sentenze.

Oggi sono particolarmente triste, perché ho sentito una voce amica rivolgersi agli ebrei in  modo offensivo. Io sono ebrea, perché sono cristiana. Sono fiera di essere - anche - ebrea, perché mi ha aiutata ad amare il mondo, anche nella sofferenza.

Soffro, perché la storia è un libro da ribaltare come si vuole, incuranti dei dolori altrui.

E questa è solo una delle tante sentenze, che mi capita di udire ogni giorno. Sentenze, che pronunciamo tutti, a modo nostro, senza ritegno, tanto più da quanto abbiamo un computer e pensiamo di essere noi i veri Dei.

Sono un'ebrea ferita, oggi. Una donna. Un essere umano, con tutte quelle ferir insieme.

Mi aggrappo a pà Carloeu che dice questo: trà dré i sentenzi, significa maledire.

Il passo dal sentenziare sugli altri e noi stessi e trascinarci tutti in una maledizione, è così minuscolo da incutermi una solenne maledizione.

Qualcosa che non è tuo

Inutile vacillare: non voglio farmi portare via niente da nessuno. Non voglio essere reazione a gesti altrui, insisto volando sulla Kabbalah.

Sono solo la piccola Malu, ma sono tutta io. Niente veli a nascondere errori, niente oro a coprire l'assenza di luce che ho, immersa nella stagione che mi regala ciò che non è merito mio.

Arguta Paffuta si arrabbia quando parlo così e mi spinge fuori dalla porta: vai, non puoi farti portar via niente da nessuno. Perché se accade, quella cosa non è veramente tua. Qualcosa che non è tuo, qualcosa che non sei tu, è tutto ciò che puoi perdere. 

Da soli in campo

Riaffiora da un cassetto questa foto. Un angelo che ben conosciamo, espulso dal campo, va a conquistarsi un posto al sole. Da solo. 

A volte, è scomodo mettersi in questa posizione e ti senti vulnerabile.
Eppure può diventare necessario, per convincere gli altri a crederci.


domenica 13 ottobre 2013

Volare con le catene - #buonanotte

Attraversare le città invisibili, di tanto in tanto, non quanto vorrei. Stanotte ho incontrato la giostra a catene, celebrata da Ladygodiva, che lo cita come gioco preferito, anche della sua testa.

Questo mi ha sospinto ancora più su, verso sogni che non mi appartengono, eppure a volte vengono a giocare con me. Non si può volare, con le catene, solevo ripetermi. Oggi mi chiedo se questo abbia senso.

Perché volare è possibile sempre. Anche incatenati. O perché le spezzi, queste catene, per i più ottimisti. Oppure perché non ti impediscono di volare alto quanto vuoi.

Esseri senza catene non osano alzarsi mezzo centimetro.

Volare con le catene, mi pare una bella sfida.

#buonanotte

No one is to blame - canzone per il giorno

E' facile cantarlo, realizzarlo un po' meno. Ci vogliono le parole avvinghiate a note lente, Howard Jones che ci mostra tutto ciò che inspiegabilmente non riusciamo a fare.

Nessuno va biasimato, mai. Perché a volte guardi il menu, ma non riesci a mangiare; intingi i piedi nella piscina, ma non puoi nuotare. Stai ricevendo una punizione, ma non riesci a peccare.

L'insicurezza, l'unica certezza che non va perduta. E che ti spinge a sussurrarlo, alla fine di una serie di incapacità conclamate: tu, che sei quello che corre più veloce, non riesci a vincere.


E ci dicono che siamo guariti, ma continuiamo a provare dolore.

No one is to blame, Howard Jones, canzone per il giorno

sabato 12 ottobre 2013

Come uno steccato

Come uno steccato, che non ti frena. C'è chi lo chiama limite, io rifugio.

Mai una volta ti impedisce di ammirare il lago, anzi ti insegna a non darlo per scontato. A cercarne la morbidezza, Senza essere sfrontato.

A chiederne ancora, se osi.

Uno steccato ti insegna ad andare oltre.

Sciuàza

Ma allora, pà Carloeu, il mondo non cambia proprio mai? Tutto questo sfoggio che trasuda il nostro povero scenario, affonda le radici nel tempo.

Chi mostra di avere in mano il pianeta - e altro ancora, magari pensa, ammantato d'oro - non ha tirato fuori un centesimo. Non di soldi, ma di amore ed energia.

Sospiri, sospiro: sciùaza.

Persona che affetta gran pompa ma spende poco

Un patto segreto, non una fiction

Ti mando un saluto pubblico, uno di quelli che scuote la folla, mi dice. Me lo dice, forse perché avverte quanto io sia sempre più distante, consapevolmente fuori posto.

E io sorrido, perché sento il suo affetto. Sento che in parte prova le stesse sensazioni, in cerca di un mondo dove si possa sorridere per essere se stessi, non per tradirsi.

No, gli rispondo, mandami un saluto pubblico di quelli che capiamo solo tu, io e pochi altri. Come un patto segreto e dolcissimo: perché questo è per noi l'amicizia, non un gioco di ruolo, non una fiction in cerca di audience.

E se non me lo manderai affatto, il mio cuore lo sentirà ugualmente e sobbalzerà,

Serena, non variabile

Arrivo da te, serena. Ho fatto il possibile. Ho avuto fortuna; no, un angelo ha raddrizzato una cosa per non far soffrire una creatura cara.

Ho offerto il cuore; non ho controllato come sia tornato. Ho parlato con un amico del mondo che stiamo consegnando ai ragazzi: lui afferma che possiamo ancora correggerlo.

Gli voglio credere stasera, perché sono serena. Serena, non variabile, poiché questo tepore non viene da me. È un dono, immeritato, e per questo ancora più sincero.

#buonanotte

Goodbye blue Sky - canzone per la notte

Anch'io a volte alzo lo sguardo al cielo e invoco stupore in chi mi è a fianco, perché scorgo un aeroplano. E mi accade di passare dalla gioiosa meraviglia al dolore di chi vede che non si affaccia nulla di amichevole in quel cielo.

Il sorriso che si smorza contro il cielo blu. Finché credo ancora nella promessa di un mondo nuovo, dove oltre alle fiamme sono scomparse le ferite.

Goodbye blue Sky, Pink Floyd, canzone per la notte.

Scupèl

Scalpello e non solo. Pà Carloeu, dove mi porti con questa altra definizione. Nel mondo dimenticato, cercato sotto pelle, per ritrovarmi.

Scupèl è anche "spazio dal quale si accede, nelle stradelle di campagna, ai singoli campi".

Uno scalpello gentile traccia la via nella natura e vorrei perdermi un poco ancora, tra frutti dell'anima.

Il passaggio sui colori

Quella sbarra si abbassa e io non ho tempo, non ho pazienza. Non ci si può fermare, finché non sono gli occhi ad aiutarti.
Un negozio dal linguaggio moderno e dal sapore antico. La chiesa in cui loro andavano, tanti anni fa, e chissà com'era piccino lui. Qui graffiti infantili o inquietanti, a volte entrambe le cose.
Tu sei immobile, e non ti accorgi, anche quando il treno è passato su quei colori.

Wanted dead or alive - canzone per il giorno

Nei cassetti, a questa canzone è riservato un posto speciale e serve per guardarsi attorno, stupirsi, sentirsi amati o detestati. In una parola, ripartire.

C'è la stanchezza, c'è l'orgoglio, la consapevolezza di facce fredde e di dover guidare tutta notte. Ti senti un cowboy, mentre cavalchi il cavallo d'acciaio. Ricercato, vivo o morto: sei accerchiato, ma dipende solo da te.

E dormi, che non smetteresti mai. Oppure non dormi affatto, per giorni. Incontri persone, che poi vanno per la loro strada. In mezzo a folle che cerchi di far vibrare, avverti tutta la solitudine.

Incalza la sofferenza in questa canzone per la vita, della vita. E quella strana fierezza che ti fa viaggiare sul cavallo d'acciaio. Fregandotene di tutto il resto.

Wanted dead or alive, Bon Jovi, canzone per il giorno.

Protetta da un angolo

In un angolo, che potrebbe anche passare inosservato. È solo un angolo.

Eppure da lì si sprigiona una forza buona, uno sguardo che protegge, serrato da ali di libertà.

Non esistono angoli, che non abbiano un rifugio, che non si spalanchino sul cielo.

Ogni anno a mani vuote

Vorrei portarti in uno dei nostri luoghi, dove solo la natura parla. O chiudere tutto fuori e far entrare soltanto la tua capacità di vedere la luce.

Vorrei tornare alle nostre feste e farti ridere ancora, al ritmo di una canzone di moda che a noi pare eterna. Amiche da sempre, e per sempre.

Invece, ogni anno mi trovo a mani vuote e mi pare di non poter realizzare alcun sogno tuo. Un dubbio che mi rattrista, finché vedo il tuo sorriso, quello che fa inchinare gli angeli.

Auguri, mia roccia.

Pressapochisti

Pressapochisti, e già si litiga su come si scriva. Mi piace scomporre le parole: sarà colpa del tedesco.

Mi sembra di vedere un macigno che frantuma le nostre tracce di sapienza. Ci parevano rocce, ora sono granelli.

Accumuliamo, controlliamo e cavalchiamo sorridenti la perfezione, finché ci accorgiamo di essere così: pressapochisti, inguaribili dilettanti. E se ce ne accorgiamo, siamo già fortunati.

venerdì 11 ottobre 2013

Foolin' - canzone per la notte


Non avete mai l'impressione che fuori non ci sia nessuno, quando serve all'anima? Che le notti in cui si apre alla consapevolezza, lascino entrare anche un'aria gelida? Che ci prendiamo per scemi, finché maldestramente ci ribelliamo?

La fortuna non ride mai, per cui prestami il tuo amore per un attimo.

Qualcuno si chiede, a qualcuno importa?

Il dubbio sembra ballare con le fiamme senza bruciarsi mai.

Foolin', Def Leppard, canzone per la notte.

Foolin' - canzone per la notte


Non avete mai l'impressione che fuori non ci sia nessuno, quando serve all'anima? Che le notti in cui si apre alla consapevolezza, lascino entrare anche un'aria gelida? Che ci prendiamo per scemi, finché maldestramente ci ribelliamo?

La fortuna non ride mai, per cui prestami il tuo amore per un attimo.

Qualcuno si chiede, a qualcuno importa?

Il dubbio sembra ballare con le fiamme senza bruciarsi mai.

Foolin', Def Leppard, canzone per la notte.

Foolin' - canzone per la notte


Non avete mai l'impressione che fuori non ci sia nessuno, quando serve all'anima? Che le notti in cui si apre alla consapevolezza, lascino entrare anche un'aria gelida? Che ci prendiamo per scemi, finché maldestramente ci ribelliamo?

La fortuna non ride mai, per cui prestami il tuo amore per un attimo.

Qualcuno si chiede, a qualcuno importa?

Il dubbio sembra ballare con le fiamme senza bruciarsi mai.

Foolin', Def Leppard, canzone per la notte.

Concerto in la minore - canzone per il giorno

Così è la vita dei 45 giri. Ne tiri fuori uno e l'occhio cade già su quello vicino. Gli Alunni del Sole, che nome meraviglioso, l'ho confessato, e che storia dietro. Ma il Giardino dei Semplici sapete che mi piace persino di più.

Come questa canzone che con il titolo impegnativo si annuncia già per cos'è: un melodramma, puro. Note di piano, occhi dell'artista incollati su di lei in prima fila, chopin nell'aria e spartiti che si insinuano in ogni angolo della casa. Ma restano, quando lui se ne va.

Un melodramma puro, dove però va segnalata un'analisi logica perfetta. Perché andarsene? L'ha fatto senza una ragione, si canta. Chiaro che questo è il percepito. Ma in fondo, tra una nota di Chopin e un'altra, avvolti nella sciarpa bianca presa a Parigi si nasconde anche la verità.

Concerto in la minore (dedicato a lei), Giardino dei semplici, canzone per il giorno.

Arguta o della follia

Dubbio, verifica, sollievo. Potrei aver risolto il dramma interiore agilmente, invece sento distintamente la voce di Arguta Paffuta.

- credevo di essere matta, invece son normale

Pochi istanti dopo, ha già manipolato il dubbio: ma allora quando credo di essere normale, sono matta?

A peggiorare le cose, ci sono gli sguardi altrui. Arguta ha parlato a tutti. Sarà anche contagiosa?

La diffidenza dell'ombrello

Vergogna profonda mi assale, quando deposito un ombrello. E più il posto è ufficialmente perbene - gradazione dall'elegante all'onesto, che per me è spesso in crescendo - maggiore imbarazzo mi coglie.

Mentre lo sto lasciando, mi chiedo: lo ritroverò? Tornando, la mia impressione sarà sempre negativa e lo scorgerò sempre all'ultimo, non prima di aver sospirato: ecco, me l'hanno fregato, sapevo che fidarmi era sbagliato.

Una volta stretto ancora l'ombrello, mi rimprovero per la mia diffidenza verso l'umanità. Quando mi sono punita spiritualmente, l'occhio mi cade sul post di un amico: Aiuto, mi hanno rubato l'ombrello.

Saper aspettare

Non so aspettare, perché non sono una donna d'isola, pronta ad accettare il mare del tempo e dei ritorni.

La principessa sempre attesa fugge dalla finestra e ci vogliono anni perché sappia riaccostarsi. Scuotendo via la polvere dai pensieri, si siede. Non si può spiegare nemmeno lei dove abbia imparato a saper aspettare.

giovedì 10 ottobre 2013

Se il vento è cessato

E se il vento è cessato, forse stai sognando già. Movimenti impercettibili contro l'impeto di una creatura, che grida come se fosse in cerca d'amore.

Tu qui sollevando il respiro e le ali del tuo sogno.

#buonanotte

Rose controvoglia

Come hanno fatto a tornare le rose? Mi precipito nel bosco e mi inchino.

Tutto è arrossito, come se questa inattesa pennellata avesse trovato una scena scabrosa. Rose controvoglia, che si impossessano di ogni sfumatura. E arrampicandosi,diventano anche più sfrontate.

Rose controvoglia, piante che nulla hanno da invidiare alle rose.

Piemonte d'autunno.

Liù - canzone per la notte (e addio nel sole)

Un flash di un addio e invece di una lacrima offro una canzone. Quella che si accende, mentre ripeto questo nome bellissimo di gruppo.

Alunni del Sole. Ora che si spegne la voce di Paolo, non riesco a percepire buio. Mi viene in mente Liù, audace e sbarazzina, roba che se la cantava Patti Smith, risuonava in tutto il mondo. L'ha cantata Patti Smith, in un certo senso, ed è risuonata in tutto il mondo. Ma da lei i dadi correvamo sospettosi.

Da noi, in un'estate da Festivalbar splendeva quest'aria che ti faceva arrossire, se eri ragazzino e ancora guardavi al mondo dietro di te.

Liù, non ti ascolto se mi chiedi domani

Liù, Alunni del Sole, canzone per la notte. E addio, nella luce, a una voce che ha dipinto l'Italia di una luce tenera e coraggiosa.

Vento, whisky e invenzioni

Se il vento trascina tutto qui, figurarsi sulla mia isola. Il cielo deve averlo inventato per pigrizia; sì, perché si annoiava.

E fuggendo di tentazione in tentazione, deve aver capito che noi umani ne avevamo abbastanza. Così si è fermato e ha inventato l'whisky (per la grammatica stasera mi aggrappo alla Treccani e a Buscaglione). Scaldava talmente,  che gli angeli hanno voluto condividere, senza esagerare.

Anche oggi, anche adesso, immersi nelle turbolenze del cielo, osa dirgli: ne inventi sempre una. Grazie.

Il sindaco e la pietà

Sapete quanto sia allergica a soffermarmi sui politici e con questo post scatenerò le ire di molti. Ma invece di lamentarmi e assecondare lo sport nazionale oggi vorrei ringraziare uno di loro.

Ho conosciuto anni fa l'operato di Gianluca Buonanno, dai vigili di cartone a una Varallo che mi sembrava di percepire in risveglio. Ho sorriso ai manifesti del gladiatore, ho scosso la testa - pareri personali - ad alcune uscite.

Ieri però mi sono emozionata a un suo post. Dove ribadisce le sue posizioni da leghista sulla clandestinità, ma introduce un fattore importante: la pietà, valore. E in nome di essa offre la disponibilità a seppellire alcune "vittime di questa immane tragedia".

Grazie per il gesto, grazie perché le chiama vittime. Poiché tra molti vige la legge del l'indifferenza e qualcuno le tratta da carnefici. Grazie perché in quelle bare ci sono persone, non slogan o figure di cartone.


https://www.facebook.com/gianluca.buonannobis?ref=ts&fref=ts


Sempre dopo

Leggo di metamorfosi che non vogliono spacciarsi per meraviglie. Si cambia, semplicemente. Si prova, si sbaglia, si rinasce.

E noi sempre dopo. Si arriva sempre dopo, anche se parliamo tanto. Il che non è nemmeno una maledizione. Lo è piuttosto il trovarsi da soli, convinti di essere arrivati prima.

Il sacrificio nell'ombra

Quando si accende la sera e tutto finisce nell'ombra, lui si rintana per primo. Il sacrificio non vuole esibirsi, anche se c'è sempre qualcuno che urlerà per usarlo.

 Lo lascio sommesso, sommerso, versato in una guerra lontana o fuori dalla porta . Ed è nel ricordo in ombra che lo vedo tenere stretta la sua voce per diffonderla.

mercoledì 9 ottobre 2013

Give me The night - canzone per la notte

Sai che tra poco potresti volare. Che si accende una via per il paradiso. Che è come una reazione a catena: una cenetta, un bicchiere di vino e un po' di romanticismo tardivo.

È così che esce la gente del mondo, che si anima lo spirito della festa. È allora che invochi: dammi la notte.

E non puoi proprio dormire.

Non sai che possiamo volare?

Give me the night, George Benson, canzone per la notte.

L'acqua della fonte

L'acqua della fonte, di un pozzo con desideri semplici come la vita. Sotto gli ultimi raggi di sole, è fresca quel che basta.

Con lei scorrono le chiacchiere, i sentieri, il tuo testardo appisolarti. Se dovessimo catturare un istante per essere umani, potrebbe essere intinto in quest'acqua. Non aggrapparci a pesanti pensieri e sprofondare, ma stringerci in un sorriso bevendo l'acqua della fonte.


La vita che esplode

Li trovo così. Aggrappati all'erba verdissima, mentre fanno le fusa ai fiori, ridono con l'ultima, arcigna cavalletta. Funghi.

Sono uno, dieci, centinaia ed esplodono come la vita dovrebbe fare. Flirtano senza ritegno, ma nascondono anche fratelli timidi, rintanati nella pancia di una panca. Una lettera di differenza, un rifugio rafforzato. Ma chissà perché mi sembra che nel loro sottrarsi a ogni costo ci possa essere anche vanità.

Purché sia vita, ed esploda di autunno.

Galactica - canzone per il giorno

Stamattina ho scelto la canzone io, Arguta Paffuta. Ho trovato questo vecchio disco, che dev'essere della nonna, vista la mia leggiadra età. E mi sono stupita, quasi fosse un romanzo di Verne o un Orwell disco.

Questi signori in argento vestiti mi trasmettono un'avventura anticipata, di robot e desolazione. E mi assale il potente dubbio. vuoi vedere che un giorno vicino i robot di varia natura (tranne quelli umani incolonnati nelle loro noiose azioni) ci toccheranno sulla spalla e sospireranno: scusate, vi fate più in là che con tutto il casino che avete combinato è meglio che ora ci pensiamo noi?

Magari non aspettando che non ci sia più vita attorno. E si accenderà una luce fiammante, non quella da discoteca che faceva ballare i nonni.

Galactica, è tempo di cambiare.

Galactica, Rockets, canzone per il giorno.


Il dolore che non grida

Quelli che si ostinano a non sentire il tuo dolore, a non credervi perché non gridi, mi chiedo se affidino la loro vita alle orecchie o ad altro povero strumento.

Mi chiedo come facciano a respirare nel silenzio.

Vajont nel tempo senza tempo

Scavare tra la propria storia, il dolore che ti appartiene. Il dolore che dovrebbe se non insegnare (che brutta parola), indignare per non aspettare nuove rese dei conti tracciati da fredde mani.

Così ti assale l'ansia di informarti, leggere, ferirti mezzo secolo dopo sul Vajont. Eppure la prima cicatrice che riprende a fare male, è lo sguardo di papà immerso nel viaggio del tempo e senza tempo di  Paolini.

L'eco del tuo passaggio

Invece, il tuo passaggio non fa rumore. Potrei quasi non accorgermene, se un angolo silenzioso non avesse un tocco più delicato. Se non avessi il coraggio di chiudere gli occhi e imprimere in me un filo del tuo profumo.

Mi chiedo perché all'improvviso un'eco di morbidezza abbiano i miei passi. Ed è solo questo, l'eco del tuo passaggio senza chiedere nulla.

martedì 8 ottobre 2013

La realtà nella veglia

Quando la notte ha ingoiato il cuore dei sogni e ogni traccia di rumore, mi piace afferrare la realtà e rigirarla piano. Tanto non se ne accorge e io spero di carpirle qualche segreto per indirizzarla da sveglia.

Ma desta o addormentata, lei ti degna appena di uno sguardo. A volte, ti deride persino e tu ti rivolgi alla notte ancora, sperando di carpirle almeno una più saggia illusione.

I Wanna be somebody - canzone per la notte

Appartiene alle mie contraddizioni ascoltare con piacere una canzone del cui messaggio non mi importa. Ma siccome voglio darmi un tono, mi persuado che ciò avviene perché colgo un altro significato

Wasp. Pungenti e sgradevoli quando vogliono. E vogliono essere qualcuno, strillano, ammantandosi di stile hard rock. Effimeri segni di notorietà, come mi fa notare Arguta Paffuta.

Eppure due flash mi abbagliano. Bisogna avere gli attributi per voler essere qualcuno. E qualcuno si può essere, forse si può anche essere meglio, lontano da un palco.

I Wanna be somebody, Wasp, canzone per la notte.

L'eroe di qualcuno

Rabbi Berg scrive che siamo sempre l'eroe di qualcuno. E spalanco gli occhi, come molti di voi forse, ma una minuscola fiamma mi suggerisce che è vero.

C'è uno specchio in cui si riflettono le nostre miserie, ma qualcuno non le vede. Per qualche strana forza che ci appartiene inconsapevolmente, egli scorge una luce strepitosa e vi si aggrappa.

A me è capitato e non capire il motivo penso sia una punizione o una salvezza, o entrambe le cose. Ricordo da adulta già una veglia controvoglia su una ragazzina malata, che mi aveva affidato la mamma in un pellegrinaggio. Io rinchiusa in una stanza mentre la piccola dormiva. Mentre avrei voluto prendere e correre fuori, a fare ciò che mi ero prefissa. Scrivevo furiosamente su un quaderno, quando lei si svegliò violentemente. Spaventata, finché mi vide: ah ma ci sei tu. E riprese a dormire.

Ora, qualcuno mi deve spiegare cosa ci fosse di rassicurante nella mia presenza. Ma lei mi credeva un eroe. E per un attimo, senza fare nulla, mi ero illusa anch'io.