sabato 17 gennaio 2015

Sant'Antonio e i precetti

Nella mia città siamo tutti un po' divisi tra sacro e profano, o meglio divisi per niente. Nella chiesetta di Sant'Antonio ascolto il prete che fa parlare il santo in dialetto e invita a compiere il bene con la mano calda, non fredda. Insomma, finché calpestiamo questa terra.

AIUTA

Coccolo con lo sguardo la mia chiesetta e ringrazio il bisnonno Antonio e la bisnonna Maria, che qui si sposarono tracciando il futuro per sé e altre persone oggi qui, tra le quali io sono la meno simpatica. Durante la messa sento il nome della raffinata e adorabile nostra Antonietta, moglie di Angelo Bottigelli. Anche per lei fu scelto questo patrono, così venerato a Busto perché proteggeva dagli incendi le case rette da telai e tessuti. Come per mio padre, e mio cardine. Se torno indietro, da altro ramo, ho pure un trisnonno Antonio.

PREGA E RINGRAZIA

Di rito in rito, la cassoeula. Noi preghiamo e pregustiamo. Nella chiesetta un bel cartello induca come prepararla correttamente. E occhio: oggi è d'obbligo. Come un precetto, se non temessi di essere giudicata irriverente.

GUSTA

Ma io sono Malu sacro-profano, come tanti concittadini.

1 commento:

  1. Ci siamo gustati una choucroute come due single, oggi, S Antonio. In famiglia non c'è nessuno con quel nome, ma anche in Sicilia, come in Istria, Toni e Tonio erano sparsi anche nelle mie famiglie. Nessuno, che io sappia, in quelle lombardo-napoletane dell'albero dei Moscheri. Sì, a Busto non pochi... Forse non ti ho mai dato uno dei miei trattatelli sulla casseoula, dovrei trovarne una copia... Altrimenti ti mando il file di stampa!
    Buon week end Malu. Noi ripartiamo da Cannes domattina, ci aspetta forse freddo, spero di viaggiare fuori dalle nebbie. Un abbraccio...

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