domenica 31 maggio 2015

Come va, nostromo

E poi incontri Omar, che tu ti ostini a chiamare Nostromo in virtù del suo cappello.

Lo saluti e stai camminando facendoti gli affari tuoi, finché la sua voce gioviale ti ferma: come va?

Tu a trovare frasi di circostanza, prima di offrirgli a tua volta un sorriso. Ma quando ti sei allontanata, senti il pungolo della colpa: perché, tu non gliel'hai chiesto affatto.

Omar e la sua famiglia, in Africa. Omar e il suo sorriso qui. Omar che ci chiede quello che agli altri sembra così ininfluente.

I giudici

Quelli che invocano l'intervento dei giudici. Poi, questi ultimi  decidono che qualcosa non è avvenuto o qualcuno è innocente.

E allora i primi diventano giudici loro, condannando con disinvoltura. Perché il verdetto, l'hanno in tasca sempre loro, in barba alla verità.


Notte, ancora ancora

I fuochi artificiali, li sento appena. C'è musica nella mia testa. Musica di cose da fare, di tracce da ritrovare, di lampi d'ozio che aprono a scelte.

La notte arrivava così, neanche la sentivo. Finché si sono presentati loro, con un grido che voleva essere gioioso. Ma tu che mormori per non disturbarmi, è la musica ancora più bella.

Parla ancora.

Notte, ancora ancora.

sabato 30 maggio 2015

Notte e quanti chilometri

Anche oggi ho macinato chilometri e mi sono persa: una sicurezza, nella mia esistenza. A Milano, poi, smarrire la via è quasi un must. E quando mi infiggo umiltà e chiedo direzioni, possono trovarmi dalla parte opposta con maggiore facilità.

Le zampe stanche, ma a modo loro felici. Eppure mai si sono sentite così esauste, come quando si sono apparentemente fermate sugli spalti del mio stadio: avrebbero ripreso a correre subito, per agguantare il pallone e tenersi stretto un sogno.

Ma c'è un momento in cui bisogna solo osservare.

Riprendo a fare chilometri, nei sogni. E senza nemmeno perdere la strada.

Notte e quanti chilometri.

Bustocca vera

Com'è che ho viaggiato e mi sono legata a diversi (non tanti) posti, che mi sento cittadina del mondo. E poi mi commuovo leggendo il messaggio di un collega che stimo. Due parole: bustocca vera.

Forse, perché sono una bustocca vera. O voglio meritare di esserlo.

Lei e il tempo che non hai

Improvvisamente, ha qualcosa da dirti. Di personale. Di più, che l'affligge profondamente.

Non sai perché stia parlando proprio a te, in un avvio di pomeriggio che si aggira nell'estate; sai solo, a essere fiscale, che non hai tempo.

Ma lei ha scelto te, per raccontare ciò che la fa soffrire. Per tentare uno sfogo, anche di soli pochi istanti, che non la lascerà più convinta; forse solo un po' meno pesante.

Il tempo che non hai, improvvisamente è vicino a te. E guarda, ti sorride pure.

Quello che non so dire

Quello che non so dire, se non masticando imbarazzati mozziconi di parole. Quello che si frena in gola o scivola via solo distrattamente, e dunque con consapevolezza autentica.

Quello che non so dire, non è soltanto più vero. E' straordinario e mi fa esistere, più di inutili suoni.

venerdì 29 maggio 2015

Ruota di scorta

Se vi trattano da ruota di scorta, lasciateli bucare.

Arguta Paffuta

Dialoghi reali - Promossa

- Ehi, ti ricordi chi andava in questa vecchia scuola?

- Ma veramente… io.

- Brava.

Pfui. Promossa.

Verità da sbandierare

Se ardi dalla voglia di sbandierare le verità, forse varrebbe la pena convincerti per primo di ciò che stai dicendo.

La verità è paziente e resta con te, anche quando la usi o la confondi addirittura con un'altra.

La verità che si sbandiera, è già un po' persa nel vento.

Notte e secondo chi, amici

Un amico, uno sport che sto conoscendo, mi riportano in viaggio. Stanno accadendo molte cose, ma non ho cambiato idea: non sono le classifiche, che decretano il valore delle persone.

Il capitano Scott si è messo con molta pazienza a insegnarmi e non mi sono rivelata un'ottima allieva. Anche i personaggi controversi come re Giovanni. E molti altri, lungo la strada.

Che cosa vuol dire, essere secondi, quando c'è una vita spalancata o appena socchiusa a chiederti di scendere in campo.

Notte, e secondo chi, amici.

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giovedì 28 maggio 2015

Ciò che non cambia niente

Chissà perché a volte importa ciò che non cambia niente. Un dettaglio che chiarisce da dove vieni, ma non dove andrai.

Come una febbre, questa ostinazione nel voler sapere qualcosa di lontano. Forse perché ti rendo conto che cammina sempre in te e decifrarlo ti offre l'illusione di alleggerire il peso della vita.

Notte e posso cambiare il mondo (Paula Cooper)

Perdonami, se ci ho messo un po' a scriverti. Quando ero al liceo, è bastato un attimo.

Mi dicevano: prendiamo carta e penna e scriviamo  per salvare la vita a Paula Cooper. Scriviamo a Paula Cooper.

Io potevo cambiare il mondo, come ciascuno di noi, e l'ho fatto.

Oggi tu sei andata via e ho davanti a me un pezzo di carta: eppure, non so a chi scrivere.

Potevo cambiare il mondo, adesso stringo un frammento bianco e vuoto.

Notte e posso cambiare il mondo (rip, Paula Cooper).

mercoledì 27 maggio 2015

Notte e c'è ancora musica nella mia città

Figurati che penso: ci devono essere già aperti i negozi la sera, per avere un movimento così nella mia città. Dev'essere già estate. Ci dev'essere una musica che non percepisco, ma scorre leggera.

Coltivando queste meditazioni, arrivo alla Rava e alla Fava, dagli amici dell'In tra da Nögn. 

Prendono corpo  - perché anima ce l'hanno già, e vibrante - le ricerche di Giovanni Bandera, come percorsi curiosi e rispettosi allo stesso tempo, tra i butìi da Basega. In via Milano, forse il nonno mi sta aspettando. E sento che sta per muoversi ancora, dopo tanto sonno tormentato, via Solferino.

Tra queste pagine si sono innestati anche i nostri ricordi e rivedo tutta la mia famiglia, oltre a volti che si erano addormentati a loro volta. Mille mestieri, bronci finti e sorrisi poco audaci, attraversano le vie attorno alla basilica.

Giavini, Pedela, Gabri… E quanti amici ci stanno trasportando con questo prezioso libro e frammenti robusti che si aggiungono, così lontani, così vicini.

Poi, ul Pedela legge la poesia dell'orchestra dul Barlàm, la penna lieve di Angelo Azzimonti. E mi accorgo che gli organetti forse stanno ancora raccontando qualcosa.

Notte e c'è ancora musica nella mia città.

Non ho più voglia di rispondere

Non ho più voglia di rispondere a schegge di mail e messaggi che non inizino con banalità importanti.

Banalità  del tipo

1) ciao

2) come stai?

3) tutto ok?

Io non sono un contenitore, un destinatario di posta, un messenger  fittizio.

Sono una persona. E rispondo solo se trattata da persona.

martedì 26 maggio 2015

Via Milano, passo dopo passo

Via Milano rivive, passo dopo passo. Non puoi distogliere lo sguardo, perché ogni suo scorcio è vita.

Vorresti tirare dritto, magari sei triste o semplicemente stanco: eppure un'occhiata ti chiama.

Via Milano. Basega. Vie, contrade, anche il nonno forse si affretta per tornare a casa, finché la sua basilica lo chiama.

Io vorrei scoprire angoli perduti, eppure rimasti vicino a noi, forse persino dentro di noi, nonno.

 In tra da nögn


Tra di noi, bustocchi, e aperti al mondo intero. Grazie a questa associazione che stasera (mercoledì 27) alla Rava e alla Fava passeggerà nel cuore della mia città facendo suo il viaggio di Giovanni Bandera. E quello di mio nonno,  e di ogni nonno, di ogni persona di buona volontà che qui ha camminato trovando sempre il tempo di occuparsi degli altri.

Il vento che fugge

Il vento che fugge, i pensieri che restano. E tu, incerto su chi seguire.

Notte come la signora Rachel

Anna dai capelli rossi: mi hai (ri)conquistata subito. Certo che mi piacciono le storie di ragazze coraggiose, la fantasia. Ma la signora Rachel di più.

Scorri le prime righe, cara. La signora Rachel seduta alla finestra nella sua solita postazione. Lei che aveva il pregio di riuscire a occuparsi dei fatti degli altri senza trascurare i propri: che fossero la direzione del Circolo del Cucito, o sedersi alla finestra di cucina a sferruzzare trapunte di cotone, poco importa.

Io, non voglio più trascurare i miei.

Notte come la signora Rachel.

Il Talisker e la storia

Ciò che bevi, è una storia. Osservo e gusto già lo spot del Talisker.

Whisky che arriva solo successivamente, quasi defilato. Perché prima c'è Skye. Il suo cielo, il suo oceano, anche di sensazioni. L'acqua impetuosa accompagna in distilleria, occhi solitari si posano sulle rocce.

Ogni cosa che scorre, è una storia. E ti porta altrove o forse a casa.

E lasciatemi 'sto calcio

Continuate a infervorarvi su accoltellamenti, scommesse, deviazioni di varia natura.

Questo non è il calcio. Sai che scoperta. Lo sappiamo, che non è il calcio. Infatti, sto guardando altro.

La furia, quella gioiosa, per rincorrere un pallone: non importa se la indossa un bimbo o un Pupone, o il vostro giocatore preferito.

Lasciatemi questo calcio, che è il calcio. Il resto si chiama violenza fine a se stessa, alibi per procurare del male, per speculare, per rendersi ogni giorno più avidi. Attorno a un campo di pallone, come a molti altri luoghi.

Io so dove tenere lo sguardo. Su quel pallone, su quel bimbo, anche se sembra meno ingenuo di ieri, ma che importa, finché ha voglia di correre e ridere.

lunedì 25 maggio 2015

Che poi lasciar fare ciò che vogliono

Che poi lasciar fare ciò che vogliono agli altri, non è così male. Sempre che ciò che vogliono, non sia tagliare la tua strada o le tue ali.

Notte e la vita in due ore

La vita può quasi farsi mordere spensierata, sotto il cielo incerto di maggio. E sul confine del dovere cerco assaggi di libertà.

Sono felice. Ma bastano un paio d'ore e su quel tratto di strada si spezza una famiglia.

Gli stessi metri, due ore, un destino che aspetta chi passa, con apparente casualità.

La vita, in due ore cambia. E a me non resta che amarla.

Notte e la vita in due ore.

Aghi morbidi di vita

Mi afferra la gola quello stupore, ogni volta: sei diventato immenso e sembri giocare con le nuvole. Eppure, al frizzare di primavera, vedo le punte dei tuoi grandi rami colorarsi di un verde sottile, che contrasta con quello tuo serio, quasi austero.

Come capelli fini, di neonato, i tuoi aghi si ammorbidiscono di vita.

Tu sei il mio Pino Bruno e io per una volta la piccola Marilena, ancora, come quarant'anni fa, quando timido mettesti le radici.

Cowboy song - canzone per il giorno

Questo vizio di sognarsi cowboy, nonostante tu abbia tifato per gli indiani. Ma una vera notte, con autentiche stelle, e il giorno che sboccia quasi per caso.

Solitario, se ne hai voglia. Altrimenti, sai con chi stare. E a inseguirti, sempre, con rispettosa devozione, la libertà.

Roll me overdose and set me FreeTime.

Cowboy song, Thin Lizzy, canzone per il giorno.

domenica 24 maggio 2015

Sbagliare strada, per te

Quante volte mi accade, al bivio verso le città e il mondo di corsa, di vacillare. Il mio piede corre avanti, come quando intravede i tuoi lineamenti dalla collina. Quando gli pare di scorgere i primi accenni di luci e pensa di potersi tuffare nei tuoi sogni.

Se sbaglio, al bivio, arrivo da te, lago mio. E ogni volta sono tentata di sbagliare, per fare almeno qualcosa di giusto.

The war song - canzone per la notte

Che la guerra sia stupida, come la gente: era facile arrivarci.

Ma questa non è una canzone scema, nel suo ritmo quasi giocoso per smorzare la voglia di guerra.

È inutile illudersi che la guerra sia solo nelle strade: sta affrontando la propria danza macabra nei cuori.

Stupidi siamo noi.

The war song, Culture club, canzone per la notte.

Notte e il giorno più brutto

Poi sento la sua voce mentre scorrono le immagini lontane nel tempo, ma di un dolore che non può terminare.

La prima guerra mondiale, specchio enorme e inutile di ogni violenza tra uomini.

- già, oggi è il giorno più  brutto, anche per la povera gente che è rimasta qua.

E chissà mai quando imparerà.

Notte e il giorno più brutto.

Affari suoi, I like

L'ultima è la signora con una solenne dose di anni e figli che vuole diventare mamma ancora. Ok, dedico tre minuti a guardare i post.

E guarda quanti giudizi dotti, mischiati a insulti, analisi profonde o rattoppate delle condizioni psicologiche della signora.

E se non è questo, è sui figli ingovernabili, sulle nozze tra persone dello stesso sesso, su chi ruba, su chi uccide (meglio se ben prima del processo), su chi fa politica, su chi si veste male, su chi lo fa sfoggiando.

Io dedico tre minuti oggi a mettere mi piace sui commenti di chi osa dire: sono affari suoi. O: non sta a me giudicare.

Poi torno a vivere, come potrebbe fare qualcuno di questi censori. Ma facciano ciò che vogliono, perché non sono affari miei.

sabato 23 maggio 2015

Mettiti comodo

Quando hai una certezza, anche minima, non hai torto a volerti sedere.

Mettiti comodo, è meglio: ora si balla.

Notte, bevete e premiate Lui

E' privilegio raro capire che stai assistendo a un miracolo, in diretta. O forse no, è proprio qui il bello.

Devono consumarsi gli anni, come bicchieri per meditare, e una sera tempestosa cogli il momento speciale che hai condiviso, senza meriti tuoi.

Tu sei piccola, servita e riverita su una sedia che ti appare enorme, dalla perpetua: le tue dita grassottelle intingono i biscotti offerti da lei, in questo bicchiere gigantesco dove canta un liquido rosso. La merenda migliore che tu potessi gustare, e lì sembra finita la partita. 

Invece, tanti anni dopo, a furia di sentirlo nominare, il Ruché, capisci che compagno fedele è il canto di una bottiglia di Barbera, ma ci sono note che solo l'altro, l'Altro può offrire. E lì, sembra finita la partita.

Ma devi trovarti con un libro delizioso, la gentilezza ferma di un collega, la parlata sensazionale (di sensazioni)  di un produttore, un bicchiere che racconta un tesoro nel tesoro.

Devi arrivare qui, nella libreria nuova e antica, appena si spegne il solenne richiamo delle campane e ritrovare tutto: papà che mi fa scendere dalla macchina, il sorriso di don Giacomo Cauda affaccendato nella vigna, il miracolo di un profumo che precede per cavalleria il sapore.

E dire, come fece il parroco del Ruché: premiate Lui.

Grazie, Giacomo Fasola, Claudio Cavallero, Francesca Boragno e tutti coloro che mi hanno permesso di vedere un tassello prezioso in più.

Ps: e leggete il bellissimo "Vino del Papa" scritto da Giacomo con Francesco Moscatelli e Ilario Lombardo.

Aggrappati a un pensiero

Aggrappati a un pensiero, si può restare sospesi. Si prende coraggio, non si annaspa nell'aria, ma si osservano quegli strani veli che stanno spuntando.

Metti che siano ali.

Aggrappati a un pensiero, si osa finalmente volare.

Do anything you want to - canzone per il giorno

Analizzato, triturato, criticato: ti importa qualcosa. Persino una gentil (ma forte) signora osservava che nessuno ti può ferire se non lo consenti. Figurati una rock band.

Non sei il loro burattino, o una cordicella da tirare.

Ogni giorno sorridi. Perché puoi fare ciò che vuoi.

Do anything you want to, Thin Lizzy, canzone per il giorno.

I cassetti

Chi crede di aver frugato nei miei cassetti, neanche si è accorto che erano chiusi.

Essi si aprono, quando si sentono accarezzati. A volte, nemmeno con me.

venerdì 22 maggio 2015

Notte e il cielo diviso a metà

Il cielo continua a stupirmi, e quando usciamo io mi lancio in un'esclamazione. Tu mi chiedi cosa c'è e rispondo: guarda, da una parte il cielo è cosparso di stelle, dominate dalla luna, dall'altra è immerso in un torpore grigio.

E in mezzo, c'è il sole, replichi tu. Sto per tirarti le orecchie per la battuta, finché non vedo i tuoi occhi posati su di me.

Notte e il cielo diviso a metà.

La pettegola

Guarda che se cerchi informazioni su di me in palestra, in piazza, davanti a scuola, in un cassetto, persino a un funerale, non diventi automaticamente mia amica.

Resti solo una pettegola.

Anche agli angeli serve il vocabolario

La prima cosa che papà deve averti chiesto, dopo gli abbracci di rito ma non forma, dev'essere stata questa: di', passami ul "vaccabulari". E tu devi aver riso, come quando eravate ragazzini, a lezione e si imparava sì bene l'italiano, ma era lecito parlare in bustocco.

Del resto, gli angeli mica hanno bisogno del vocabolario. Ma sorridere deve piacere loro moltissimo, forse per far scivolare meglio la loro gioia fino a noi.

Ciao Giordano, in cielo.

Bisogna tornare bambini per

Bisogna tornare bambini per accorgersi che qualcuno ha fame. Per giocare con serietà senza perdersi. Per essere crudeli. Per avere un'ultima chance di non farsi intrappolare in un'agenda che altri hanno voluto. E se questo accade, anche solo per un ritorno di gioco, stracciarla.

A poco a poco, frammento per frammento, con testardaggine bambina, finché ci distrae un aquilone o qualcosa che gli assomigli, anche solo vagamente, vanamente.

giovedì 21 maggio 2015

Certe storie divertenti

Certe storie sono proprio divertenti. Se non accadono a te.

Arguta Paffuta.

Notte e cieli irresistibili

Giornate in cui non vedi un cielo, ma tantissimi. Se provi a contarli, ti perdi: non sai se tra le nuvole o i raggi che si scambiano i ruoli troppo rapidamente; a volte, sostano entrambi sulla scena.

Cieli irresistibili: uno furibondo, uno birbone, l'altro amareggiato, l'altro ancora sfacciatamente felice. E ne arrivano, di continuo: ciascuno, specchio di vita.

Notte e cieli irresistibili.

Shandi - canzone per la notte

Salta fuori quel vecchio album, quel primo album in fondo. E salta fuori lei.

Un volto che si scorge appena nella notte, ma che qualcuno non riesce a far scomparire. Forse non è nemmeno una persona.

Ci sono circostanze, luoghi, scelte, che non si riescono a congedare. Così, ogni sera si rivolge un cortese: buona notte. Mentre bisognerebbe dire: addio.

Shandi, Kiss, canzone per la notte.

Incontrarsi in treno primo passo

Incontro la mia città in treno. I suoi sforzi quotidiani, i sorrisi che reggono nonostante la preoccupazione e la rabbia, la voglia di costruire quando qualcosa non va. Di proporre, anche mentre lavora e per farlo affronta il suo percorso quotidiano verso Milano.

Che bello aver condiviso con i pendolari il viaggio con il consigliere regionale Luca Marsico. La proposta ottenuta sotto l'albero della vita, quello vero, di Ispra mentre parlavamo speranzosi di Expo.

Luca rilancia, con una sorpresa. Arriva l'assessore regionale Alessandro Sorte. Viaggia, in piedi con noi, sul Malpensa Express.

È bello incontrarsi, non nascondersi, parlare francamente, anche con qualche parola in bustocco o bergamasco. Il cambiamento di percorsi e orari ha messo in crisi un sistema, magari non perfetto ma che aveva trovato un suo equilibrio. Ha infranto un ecosistema, per usare un'espressione calzante di Amedeo.

Ascoltare e muoversi per farlo è già importante. Merita un grazie solenne. Ora speriamo che ci si incontri ancora: sulla tabella di marcia, con un correttivo.

Perché l'avete visto: #nnvabene.







La Bibbia e l'umiltà di un sorriso

E sono poi così presuntuosi che credono davvero di riuscire, chiamano i capomastri più famosi che dànno sicurtà di non fallire.

La Torre di Babele prende corpo e lascia già intendere i segnali del suo franare. Si può raccontare la Bibbia con versi giocosi?

Sì, si può, perché in queste ore, in cerca di preghiere, sfoglio di nuovo queste belle pagine regalatemi dal mio maestro. L'ha scritto una penna sensibile. Un uomo che si cimenta senza la presunzione della Torre di Babele. Si chiama Mario Bugli e gli sono grata. Perché rivivo ciò in cui credo, a fatica e traballante quanto la Torre, con il sorriso.

Ed è proprio questa la condizione, immagino, per compiere con garbo un'opera così rischiosa: l'umiltà, quindi l'esatto opposto di ciò che guidò quei capomastri e i loro emissari.

Mi affascina tutto, di questo libro. Anche la nota biografica. Per sorridere, bisogna anche saper piangere e Mario fa cadere con delicatezza questa frase: Fino ad un anno fa ero anche felice, ma non si può pretendere troppo dalla vita. Sia come Dio vuole!

Caro poeta, grazie per la tua saggezza che profuma di riconoscenza, in ogni sorte.

mercoledì 20 maggio 2015

Il bisogno di creare nemici

Capisco che a volte tu debba crearti nemici, per sottrarti al dubbio dell'esistenza. Procurarsi amici, sarebbe troppo impegnativo.

Vivere, ancora di più.

Notte e tutte le preghiere del mondo

Fango di pochi che si riserva su molti, comunicazioni interrotte e deviate forse da noi stessi, gente che si inventa nemici per cercare di vivere: la lista, non finisce più. 

Finché ti guardi dentro, e capisci ciò che conta. Finché ti guardi attorno e intercetti cuori che stanno combattendo. Alcuni, cerchi di accarezzarli; altri non si lasciano avvicinare. E tutto è nelle mani di Uno, Uno solo, più rassicurante di noi.

Ci vogliono, stasera, tutte le preghiere del mondo.

Notte e tutte le preghiere del mondo.

Stranieri e certezze

Non è  irritazione, è ammirazione. Beati coloro che leggono raffica di righe su vitalizi, cellulari e TV agli stranieri e ci credono.

Io non so credere al display con gli orari dei treni (mica mi staranno fregando e quella fermata non c'è?).

Non so a chi credere. Detesto i buonismi di maniera  e quelli che aprono le porte altrui.

Ma forse è perché mi sento straniera, che ancor meno so credere alle certezze dei padroni di casa. Padroni che un giorno, come tutti, se ne dovranno andare. E questa sì, è una certezza.

Paesi scomparsi

Ci sono Paesi scomparsi da un pezzo, di cui non ci si preoccupa per niente.

Non conta chi se ne va, ma per chi - si crede - se ne va.

Per questo le vittime continuano a crescere, nell'indifferenza generale. E quei Paesi scomparsi, alcuni amatissimi (mi perdoni il Dio di ogni umanità) fantasmi che si trascinano e altri chiamano.

Più vicino alla tua città

Ci sono momenti in cui ti senti ancora più vicino alla tua città. Come quando è sulla bocca di tutti, per qualcosa che non ha fatto, per macchie che le rifilano altri e nessun riflettore sembra voler pulire.

Quando ti fa arrabbiare, in balìa dei soliti noti. Quando è troppo vecchia o troppo infantile. Quando non ha età, perché allunga la mano per aiutare ciascun fratello.

ecco, temo di amarti tanto, persino troppo. Così vicino, da essere già qua.

martedì 19 maggio 2015

Cose a cui non credere

Quante cose a cui non riesco a credere. Mi sa che devono essere vere.

Arguta Paffuta

Fingere di essere un po' scemi

Accade che occorra fingere di essere un po' scemi, per farsi prendere sul serio. E non è nemmeno un'umiliazione. Perché pensa a quando sei stato scemo davvero.

Notte e sono libera

Ci sono ore in cui sei ancora più libera. Minuti in cui senti persino gli spilli di questo magnifico potere. La notte lo consolida o forse solo lo sopporta.

Poche parole e un'unica gioia.

Notte e sono libera.

Un libro

La luce sceglie come vestirsi la mattina. E può accadere che tu ricevi una telefonata apparentemente di lavoro.

Poi ti senti dire: in realtà ti chiamavo per questo, ho preso un libro e ho pensato a te; mi sono detto che dovevo dartelo, ti piacerà.

Non mi rivela il titolo, né mi importa. Credo solo sia un bel modo di cominciare la strada. Sentendosi dire: ho letto un libro e ho pensato a te.

Ti viene voglia di regalare un libro a qualcun altro.
Grazie.

lunedì 18 maggio 2015

Notte e ciò che non si può sopportare

Ragazzi con lo stesso cuore, anzi forse di più, discriminati, umiliati. Una bestiola innocente, condannata a questa umanità. E quante altre cicatrici incurabili scorrono, se mi dedico all'ultimo sguardo dei siti la sera.

Penso che non si possa sopportare nulla di tutto ciò che vediamo e sentiamo. Come un mostro fuori di noi. Magari. Perché se mi guardassi dentro, potrei trovarlo. Perché ciò che non si può sopportare è dentro di noi.

Notte e ciò che non si può sopportare.

A Berlino va bene - canzone per la notte

Canzone di un altro secolo, canzone dello stesso dubbio. L'ospite assillante dell'umanità.

E dicono che il muro non ci sia più, eppure io lo vedo ancora, scolpito nelle nostre teste.

Non so che giorno sia a Berlino, a volte nemmeno da noi, perché sappiamo renderli un fascio di erba confusa.

Non va bene, recita l'hashtag dei pendolari e questa sera mi sembra così, impossibile passeggiare per una Berlino libera, in un qualsiasi luogo dove ci possa scegliere di dimenticare il giorno e non lasciarselo portare via.

Si può vivere un giorno in più.

A Berlino va bene, Garbo, canzone per la notte.

Chiedermi un piacere

Se hai trovato improvvisamente tempo, per chiedermi un piacere.

Scusami, ma non ti voglio rubare altro tempo.

Riconoscere

Ci sono passi che riconoscerei in qualsiasi angolo del mondo. E sfumature di voci, scampoli di sorrisi, bricioli di sospiri, una risata trattenuta.

Ma la ricchezza autentica è avere voglia sempre di imparare a riconoscere altro. Come mai negare un abbraccio.

domenica 17 maggio 2015

Snow blind - canzone per la notte

Sei in giro e non c'è un volto familiare: peggio della sensazione dei Doors. Perché c'è di più, qualcosa che non ti permette di vedere più nulla.

Non hai voglia di cantare, né di far parte di fredde giostre. Sei perso nello spazio e sai solo che vuoi tornare.

Sto tornando.

Snow blind, Ace Frehley, canzone per la notte.

When I'm travelin' around and you're far behind


Ps: un pensiero particolare per la prof di inglese che si trovò un tema su questo canzone.

Notte e non si fissa lo sguardo

Perché fissate in cielo? Ritornerà.

Non c'è un luogo in cui restare, testardi, ad aspettarti. Non si fissa lo sguardo per cercarti. 

Ritornerai tu, e tutte quante le stelle. E dove sarà, mi chiamerai.

Notte e non si fissa lo sguardo.

L'erba è il primo tesoro

Impazzisco a vedere il leone finalmente libero che tocca incredulo il prato. L'erba è il primo tesoro. Io non so cosa si provi a non sfiorarla mai con i piedi. Io lo so, solo perché l'ho letto negli occhi di chi amo.

Forse anche per questo ogni scusa è buona per accarezzarla. Per levarsi le scarpe e camminare con più rispetto su questo dono di Dio.

L'erba è il primo tesoro e non bisogna mai strapparla agli altri. Perché dietro il suo verde sperare ci sono fili di sogni, radici morbide che ci riconducono alla terra. E ci fanno sentire persino più vicini al cielo.

Poi parli tu

Anche oggi è accaduto che non potessi fare tutto, che incontrassi fonti di gioia e specchi di amarezza, che non sapessi consolare e neanche chiudere le orecchie.

Che vedessi discutere il mondo su titoli maligni, che nemmeno io sapessi a chi credere, che l'erba fosse vera e materna sotto i piedi e almeno a lei ho creduto.

Tanti a riversare parole che non comprendo.

Poi parli tu. E non so di più. Ma ciò che importa.

Se sei generoso

Se sei generoso, nessuno ha il diritto di approfittarsene.

E tu hai il dovere di non farti cambiare

Arguta Paffuta

venerdì 15 maggio 2015

Dialoghi reali - La macchina unica

Cammino, finché sobbalzo: nooo, quella assomiglia alla mia macchina, e pensare che credevo fosse unica, con quei colori - ehm - da combattimento. All'improvviso non sopporto che qualcuno abbia condiviso questa sana passione. Finché mi avvicino.

- Ehi, ma quella è la mia macchina. Allora è proprio unica.

Finché sento Arguta Paffuta: lei sì, ma il tuo cervello è diviso in due, avevi cambiato parcheggio stamattina.


Io che il tuo dolore solo sfioro

Quando ti incontro, hai sempre quel sorriso che mi sembra così naturale. Cortese e attenta, a uno scambio di parole, di carezze ai nostri cani.

Eppure il tuo dolore dentro è immenso. Così mi chiedo se sia giusto il mio silenzio. Perché non posso capire quel dolore, ma lo sfioro. Penso a quegli anni di adolescenza, alla prima lettera d'amore, a ciò che ci ha unito senza farsi notare e poi ha preso un'altra strada.

La strada della vita, la strada della morte.

A volte vorrei smettere il sorriso e dirti: ti capisco.

Ma non è vero. Non ti posso comprendere, mamma gentile, ferita e mai sola. Posso solo continuare a parlarti e dirlo con gli occhi: io il tuo dolore solo sfioro.

When love comes to town - canzone per il giorno

Sono stato marinaio, combattente e poi chiedo solo un porto e pace.

Sono stato tra coloro che ti hanno crocifisso oppure ho tirato i dadi sui tuoi poveri averi.

C'è un tempo che ha cambiato tutto, che ancora può cambiarlo.

Quando l'amore viene in città e ti sorprende, diverso da ciò che pensavi.

Rip B.B. King

When love comes to town, B.B. King, U2, canzone per il giorno.

giovedì 14 maggio 2015

Se volevo dedicarmi ai capricci

E se volevo fare i capricci, boicottare quel bambino perché mi aveva rubato il giocattolo anni fa, se volevo restare ostinatamente moccioso

restavo all'asilo.

Arguta Paffuta.

Notte e non dove non appartieni

Dove non appartenevi, non puoi appartenere. Dove non appartieni, non puoi cambiare le cose.

Perché sai dove tu sei veramente. E il dove è un vagabondare tra tempo e spazio.

Sforzarti di credere. Sforzarti di crescere. Sforzarti e non pensare che in fondo è meglio vivere.

Dove non appartieni, hai già provato: be', adesso basta. Riparti dove sei, tu davvero.

Notte e non dove non appartieni.

Non c'è un'ora in cui sei solo

Non c'è più un'ora in cui sei solo. File interminabili di auto, anche a sfidare la notte. E treni che sono vuoti solo quando fanno improbabili piani o hai paura: a volte, entrambe le cose.

In strada, non c'è un angolo di deserto, anche se nessuno si ferma e ti sembra che i tuoi passi siano gli unici a risuonare. Ma le ombre tradiscono la verità.

Non c'è un'ora in cui sei solo, persino se trovi un rifugio. Devi staccare il telefono, immergere la testa nella vita per ascoltare lei sola e ancora temi che non ce la farai, a fuggire o a ritrovarti.

non c'è un'ora in cui sei solo, per questo forse spesso lo sei.

mercoledì 13 maggio 2015

Così padroni

Così padroni del pianeta. Così giudici degli altri. Così sicuri di essere al centro.

Così patetici da non accorgerci di quanto siamo schiavi, condannati e defilati dal centro dell'azione.

Notte e perché stai correndo

Spinto da mail e angeli, mi chiami. E tra le domande, ce n'è una che mi inchioda: perché stai correndo? La rinforzi subito con un'altra, che è così affermativa.

- Non sai che così il tempo corre ancora di più?

Immobile, mi guardo attorno, finché riposo anche lo sguardo.

Notte e perché stai correndo.

Let it be - canzone per la notte

Vorresti che arrivassero parole di saggezza, in un pianeta che si crogiola nella sua superficie.

Vorresti e giungono, da lontano e dal tuo cuore.

Che cosa stai facendo? Perché stai correndo? Perché stai pensando al tempo, in cui nemmeno credi?

Lascia che scorra un po', per vedere se esiste davvero. Oppure vivi e lascia che tutto il resto sia.

C'è sempre una Mother Mary e altri che indossano la sua voce. Perché siamo sempre, tutti, un po' nei guai.

Let it be, Beatles, canzone per la notte.

La libertà del profumo

Tutt'attorno, hanno già tagliato l'erba, che ha un colore stupendo. Timido e allo stesso tempo fiero, con sfumature di rinascita.

I cagnolini si tuffano, celebrando una scoperta. Cerco di pensare a una foto che racconti questa tappa gioiosa, ma non si può.

Perché non riesco a immortalare il profumo. Troppo libero per cadere in trappola di un marchingegno.

La libertà del profumo, che mi sprona.


Dialoghi reali - Il padiglione

- Corri corri, che danno da mangiare gratis al padiglione.

Ombre velocissime di due ragazzini. Che ritrovo sconsolati al piano superiore.

- Noooo, è già finito tutto

- Va be' andiamo.

Con lentezza si allontanano e uno rialza il capo: A proposito, che padiglione era?

Ragazzi. Teneri. Come siamo stati. Come siamo?

Ciò in cui credere

Per difendermi da bufale, bugie e montature nella rete e nella vita non posso fare molto, mi dico.

Eppure qualcosa è possibile. Una delicata contromossa.

Non so se posso credere a questo o quest'altro. Posso decidere però di non dargli peso nelle mie scelte incerte e di voler bene, volere il bene.

This magic moment - canzone per il giorno

E così accadde…

Ogni istante è uguale e non conosce la propria magia. Questo momento è diventato così, unico, quando ha incontrato te.

Dopo anni, ogni volta quel momento uguale a tutti gli altri cambia, diventa luminoso ed elettrizzante. Perché ogni tuo sguardo è un incontro nuovo, che noi balliamo o no.

And then it happened
You know, it took me by surprise


This magic moment, Lou Reed (e prima The Drifters), canzone per il giorno, ancora oggi.

Non è più importante

Non è più importante chiedere, non è più importante ridere a una battuta vana. Non conta più fingere di divertirsi in ciò che non rende felice.

Perdere il copione fa ritrovare te stesso. E domandare, sempre, ti toglie il gusto delle risposte vere, quelle che sono un dono.

Conta fermarsi e pensare a ciò che offre assaggi di felicità e ti sazia alla tavola condivisa.

Non è più importante correre, quando sono già da te.

martedì 12 maggio 2015

Notte e la luce nella fabbrica

Oggi si è fermato tutto e un fiume di persone scorreva per salutare questo pioniere silenzioso e amato. Me ne parlava papà: dai tempi della scuola la stima per questo compagno che ha creato un impero, direbbero oggi.

Ma impero è freddo, vuoto. E non c'è un imperatore, quando si costruisce, anche per gli altri, con saggia discrezione.

Stasera scorgo una luce nella vecchia fabbrica, che in realtà è moderna , e mi sembra così: che nessuno se ne vada veramente, quando si è preferito costruire, al gelido regnare.

Notte e la luce nella fabbrica.

lunedì 11 maggio 2015

Quando c'è solo la vostra musica

Il momento in cui c'è solo la vostra musica, sembra accarezzarci o forse darci uno spazio di libertà. Come una finestra in cui possiamo decidere, con l'aria dolce ospite di questo cinguettio.

Il momento in cui c'è solo la vostra musica. Poi il rintocco di una campana, che almeno al cielo sempre rimanda; più ancora il fischio di un treno e le prime frenate.

Quando c'è solo la vostra musica, poi da creature ci convinciamo di essere i padroni del mondo.

Notte e vent'anni dopo

Vent'anni e dimmi che è stata un'altra vita. Anzi no, perché tu sei qui con me.

Quella notte ancora non sapevo che non ti avrei rivisto, fratello gentiluomo. Quella notte era appena iniziata.

Eppure, anche ora che sono lontana, o forse più vicina, so che vent'anni dopo sto seguendo la tua strada. E forse ne scopro un'altra ancora, persino più tua.

Notte e vent'anni dopo.

Fire - canzone per il giorno

Sto leggendo che i fuochi, quelli veri, quelli buoni, non esistono più. E forse è così, per trovare un fuoco devi cercare ancora, e ancora.

Lasciami stare vicino al tuo. Lascia che serva per i giorni di pioggia. Anche quelli che non si vedono, ma si sentono sotto la pelle.

Fire, Jimi Hendrix, canzone per il giorno.

Dialoghi reali - sei strano

- Sai che sei strana?

- Sì, ed è strano che lo noti.

domenica 10 maggio 2015

Papà campioni

Tra le foto di una vita fa, che è questa vita, spunta quella di un papà. Proprio vicino a quella di mio padre.

E mi racconto, ancora, che papà era disperato quel giorno di sessant'anni fa. Quando si mise in viaggio il suo collega, il pugile buono, quando non torno più.

Poche ore fa, è un amico speciale ad avermi dato la foto: quella del campione, pure campione di papà. Bruno Bisterzo. E guarda caso proprio in queste ore sono i sessant'anni dalla sua morte.


Ci sono papà campioni, a loro non importa vincere, se non qualcosa che renda felici i loro piccoli e le persone accanto a sé. E tra le loro medaglie brilla più forte l'amore che hanno offerto.

Quello che non cancella la pioggia

Quello che non cancella la pioggia, a modo suo lo esalta.

Come una traccia troppo impalpabile per poter essere cancellata, e per questo destinata a rimanere in evidenza, quasi in rilievo.

Quello che non cancella la pioggia, sa ridere e rifiorire, libero dalle nuvole.

Notte e restano i fiori

Dipinti in questo cielo blu, quanti volti ho trovato.

Nel parco, allo stadio, per strada, al bar, a casa.

Il mio mitico Danielino che indovina i marcatori. Mamma Wilma, che si lascia sorprendere dalle tigri ritrovate. Tutti gli amici biancoblù, e gli altri che incontriamo.

Ciò che resta, è il colore dei pensieri. È quello dei fiori che il maestro ha colto in giardino. Ci ha tuffato il naso la cucciola, perché potessi tornare bambina.

Notte e restano i fiori.

Viva la mamma - canzone per la notte

Se mettessi le tue foto, anche in bianco e nero, sarebbero cavoli amari. Su Facebook e diavolerie simili, figurarsi.

E sai quanto vorrei mostrare come eri bella negli anni Cinquanta. Persino chiederti scusa perché  le tue regole, non le ho mai davvero imparate.

Ma posso farcela ancora. E tu sei meravigliosa più di allora.

Viva la mamma, Edoardo Bennato, canzone per la notte.

L'estate, la sera anzitempo

Così è la sera di un'estate anzitempo. Troppo ansiosa di arrivare, ad attutire il calore sulla pelle.

Spegne le ultime chiacchiere lungo la via e gli animali si ritraggono dal prato, ora in pace.

La sera dell'estate anzitempo, anzitempo a sua volta eppure dipinta di una strana esitazione. Più umana dei desideri, che si rassegnano, sognando di svegliarsi con la luce.

Be good to yourself - canzone per il giorno

Sai che devi dire no. Che adesso devi sfilare i guantoni, appenderli e abbandonare questo ring.

Hai una missione che solo tu puoi realizzare.

Essere buono con te stesso.

They want it all but you gotta say no.

Be good to yourself, Journey, canzone per  il giorno.

sabato 9 maggio 2015

Notte e c'è quella buona leggerezza

C'è quella leggerezza, buona, per cui respiri la vita e la ridai, non appesantisci l'esistenza altrui e tanto meno i tuoi pensieri.

E poi, c'è quella leggerezza per cui sei un pirla.

Non so se sia il bello, o il brutto, ma il confine tra questi due stati è proprio incerto. E non so nemmeno se fino in fondo, decidi tu da che parte stare.

Notte e c'è quella buona leggerezza.

venerdì 8 maggio 2015

Ciao mister, uomo buono

Sono abbastanza malmostosa e ingrata da ribellarmi con più forza oggi.

Non è solo che sei giovane. Che ami la tua famiglia e il tuo lavoro, il campo oggi da tanti bistrattato con arroganza. Che quel male bastardo non doveva tornare. Che persone umili e coraggiose come te il cielo dovrebbe lasciarle qui, tra noi, perché ne abbiamo disperatamente bisogno.

No, mister, c'è altro ancora. La tua fede. La tua fede che ti ha guidato, ci ha stupito per la sua immensità.

E che mi ribello a fare, mi dico allora, quando l'immensità ti chiama per abbracciarti.

Ci sciogliamo noi dall'abbraccio, non dal ricordo e dall'affetto.

Bisogna lasciarti andare, con la riconoscenza per aver conosciuto una persona come te.

Ciao Vincenzo Cosco, uomo buono e di fede, quante persone che hanno dato tanto per la Pro Patria, vorranno abbracciarti per noi ora.

Notte e l'ultima storia è la tua

E' una sera più unica delle altre e anche i dettagli di sempre si colorano di nuovo. Nasce nella mia nordica tana un ponte tra Napoli e la Grecia.

Pizza, canzoni, storie che partono da lontano come un treno a vapore, lento nel farsi strada per esplorare bene il paesaggio. Poi il nostro più artistico amico sforna una storia dietro l'altra, masticando italiano e dialetto in una miscela unica, più unica delle altre.

Quando siamo fuori, c'è chi implora: ancora, un'altra. Come a cercare una scusa per non andarsene e ridere ancora, in una notte che resta buia, non ci illudiamo.

Ma ecco che il nostro caro amico greco dice: no, l'ultima la dico io, anzi la dice Nino.

Così racconta una barzelletta che gli aveva affidato mio padre con quell'espressione birbante. Io rido già a quell'immagine scolpita nel mio cuore. E lo so, l'ultima storia dev'essere la tua, papà.

Notte e l'ultima storia è la tua.

Stare al sicuro

Così ora sai che quando tornavo a stare da te, la notte accadeva che ti chiamassi.

Avevo un sacco di ragioni plausibili, ma in realtà volevo solo sincerarmi che tu fossi sveglio.

Solo in questo modo potevo stare al sicuro. Crederci e potermi concedere al sonno.

Se devi dimostrare

Se tu devi dimostrare di essere più bravo di me, temo tu non ne sia convinto.

Arguta Paffuta

Dancing Queen - canzone per la notte

Anche se le diciassette candeline sono state spente da qualche mese, si ripresenta quella notte, riaffiora quel momento.

sei la regina su quella pista, che brilli di bugie o di vita. Tu li stai facendo ardere tutti, perché di una sola fiamma ti importa ed è quella che ti sta aspettando.

Intanto, scorre la notte. Scorre il basso in dissolvenza.

Eppure tu continui a ballare.

feel the beat from the tambourine
You can dance, you can jive, having the time of your life

Dancing Queen, Abba, canzone per la notte
ricordando Mr. Gunnarson

Andare contro

Andare contro, non mi piace. Perché significa seguire la direzione, imposta da qualcun altro.

Io voglio andare, andare. Libera, persino da me.

Dialoghi reali - doccia scozzese

- Ma dimmi un po', il Cameron è rimasto su allora?

- Sì.

- Ma gli scozzesi eletti sono tanti, ora.

- Sì!

- Ma va avanti lo stesso come prima, che comanda lui?

Doccia fredda, sempre. anzi scozzese.

giovedì 7 maggio 2015

Notte e pensi che la vita sia proprio

Arrivi, con chilometri accumulati nel cuore e nella mente. Ma chi ti giudica, sta giocando con la sedia.

E hai sbagliato, anche se non sai nemmeno perché. Ma hai sbagliato, si sbaglia sempre.

Nell'aria quei dannati frutti che fanno starnutire il mondo, e tu fai ecciù per solidarietà. Ma sulla pelle i chilometri viaggiano, per portati lontano dal dolore condiviso.

Un padre che non dovrebbe congedare per semprei. Un uomo vicino allo sfarzo di Milano, stanco con il suo cane. Una star idolatrata, ma se si presentasse senza i suoi numeri da classifica nessuno gli porgerebbe nemmeno un panino.

E tu stai arrendendo al fatto che la vita sia proprio aspra e senza scuse, finché esci e una persona ti chiede: ma quanto viaggerai ancora Marilù?

Solo mezz'ora, adesso, e un mondo. Ma ti hanno trattato da persona, quale sei, quale vorresti essere. E adesso forse, ci metterai meno, perché a casa ti aspettano e sei fortunata.

Notte e pensi che la vita sia proprio aspra. Finché.

Rose tint my world - canzone per la notte

Eppure quando cominciò, sembrava tutto così bello. Sembra sempre così bello.

Ero una tua fan, regolare. E ogni volta sembra tradire così.

Ma ci dev'essere qualcosa,non necessariamente una stupefacente sostanza, che preservi da guai e dolore.

Puoi portare via questo sogno?


Keeps me safe from my trouble and pain



Rose tint my world, Rocky Horror Picture Show, canzone per la notte.

Tanti modi per sfuggire agli infantili

Ci sono tanti modi per sfuggire agli infantili.

Uno, è non tornare bambino, se non aprendo il proprio cuore e amando, a partire da quelli che il tuo affetto non buttano via.

O non diventare bimbo, a tua volta, nello stracciare le persone, che magari già a pezzi sono per motivi loro.

Tanti modi per sfuggire agli infantili. Uno, è non diventare come loro. Neanche per un istante.

Wild boys - canzone per il giorno

Non potrò mai stracciarmi le vesti abbastanza di fronte alla mia sorellina, per aver boicottato il suo ascolto dei Duran Duran ai tempo.

Geniacci, se mi soffermo oggi. E ragazzacci firmati, che arrivavano sotto la pioggia. Mica potevi fermarli davvero.

Non è che possano scegliere loro, di vivere a questa maniera, i ragazzi selvaggi. Ma ciò non significa che chiudano gli occhi o si lascino trasportare a caso verso la gloria, anche solo la sopravvivenza.

Tra acqua, fuoco, fracasso (bordello, si direbbe oggi tra i giovani?) c'è una sola certezza: quando provano a domarti, è solo l'inizio.

they tried to tame you 
Looks like they'll try again

Wild boys, Duran Duran, canzone per il giorno.

mercoledì 6 maggio 2015

C'è ancora un momento

C'è ancora un momento in cui la luce arriva, portando un sorriso quasi casuale. Entra come se nulla fosse e come se tu dovessi esserci per sempre.

E tu ti stupisci. Quella meraviglia ti salva e ti fa vivere.

Troppe notifiche

Troppe  notifiche, che non sai disinnescare.

Troppi: ah sì, ti ho visto. E magari ci ho mormorato su; più spesso,sopra ci sono passato.

Troppe notifiche e pochi abbracci: vita social, sparirai anche tu?

Notte in questo giorno bastardo

Ci sono giorni bastardi più bastardi degli altri. Penso ai dolori, dannatamente leali e inflitti gratuitamente, finché arrivo a fotografare questa data.

Sei maggio. Perché maggio, il mese della preghiera che fiorisce contro ogni ostacolo, si immerge così nella sofferenza? Il cinque, avrei pianto per Bobby Sands ed era solo l'inizio. Ma anni prima… Ve l'ho già raccontato, eppure - peggio del vecchio marinaio - non riesco a tacere.

Mamma è via, questa sera, in una seria riunione, e io sto vedendo un film. Ho sette anni e va tutto bene, se non ci fosse quel tintinnio di vetri, sopra le righe. Papà è al telefono e ne è infastidito: si gira pensando che io stia giocando con la finestra e sta per sgridarmi.

Gli basta un attimo, per capire che non è così. E' il lampadario che sta danzando senza gioia.

Papà abbandona il telefono  e mi afferra. Siamo costretti a scendere sull'ascensore, e ogni istante sembra lungo nei suoi occhi, così anche nei miei.

Fuori, si è riversata la via. Può accadere di tutto, ora che ci dichiariamo al sicuro. Si può sbriciolare il grattacielo o si può aprire la strada.

Altrove, il dolore è già insopportabile. Altrove? E' il Friuli,  è qui. E quando torna la mamma, non la lascerò andare via più. E quando, due mesi dopo, vedrò danzare un lampadario, correrò dal nonno immobilizzato a letto, tra le lacrime. Finché la sua voce buona e un po' stanca mi calmerà: bambina, è la corrente d'aria.

E anni dopo, il mio primo direttore e specchio di padre mi racconterà di quando lui c'era, in Friuli, a scrivere di quanto non si poteva sopportare.

Ci sono giorni bastardi, e altri più ancora.

Notte, in questo giorno bastardo.

Alba nascosta nei cassetti

C'è sempre un'alba nascosta nei cassetti. Timida o timorosa, una differenza che si ferma alle prime lettere.

Eppure curiosa, persino un po' bastarda, non aspetta che tu le apra. Ancora felicemente sporca di sogni, si è già avventurata fuori dal suo rifugio.

C'è sempre un'alba nascosta nei cassetti. Persino più di me.

martedì 5 maggio 2015

Notte e non importa quanto sei grande

Il prato, il terrazzo non rivestono molta importanza, se non c'è qualcuno con te.

E il tuo amico, grande e grosso, non è poi così diverso. Se si trova solo, a respirare aria e fiori, rientra e cerca una certezza: magari la ciabatta del capofamiglia, che afferra e se la porta nel suo angolo magico, come un talismano.

Non importa quanto sei grande: conta non essere solo, non davvero.

Notte e non importa quanto sei grande.

My fist your face - canzone per la notte

Le risse mi nauseano, con le parole o con i pugni. Potrei persino essere fiera, di aver preso entrambi.

Perché sono più forte e anche oggi non ho tentazioni di rissa: scuoto appena la testa, come facevi tu. E l'unico pugno che offro è la mia indifferenza.

Non conto più nemmeno i giorni: solo, basta.

My fist your face, Aerosmith, canzone per la notte.

Un papà, un partigiano, un angelo

Incontro un'amabile - e innamorata - coppia al cimitero. Lei non nasconde le lacrime di fronte alla lapide di suo padre: è morto 74 anni fa, lasciandola bambina.

lasciandola… E' come se fosse oggi. Il tempo, una discutibile invenzione.

Eppure pochi minuti prima ero stata ad abbracciare un'amica, che ha perso una persona cara. Un papà, un marito, un partigiano… Penso a tutto ciò che si può essere e non si smette di essere.

Si può solo cominciare a lavorare a tempo pieno come angelo. Esistesse il tempo.

Riposa, caro papà. Cari papà.

lunedì 4 maggio 2015

Scrivo di notte

Scrivo di notte, vivo di giorno o forse ho solo scambiato i tempi. Mozziconi di giornate, confusi per essere liberi.

E più scivolano, come cenere mal celata, più sembra prendere il volo il mio cuore.

Scrivo di notte, vivo di giorno o forse mi ostino a credere al tempo, nella mia debolezza.

Con i lego mi sentivo molto più utile

Comunque voglio metterlo in evidenza: con i lego mi sentivo molto più utile.

Ordinata, e con una vaga linea di saggezza. Ogni cosa a suo posto, e io persino più di quei mattoncini.

Fuori, c'era un giardino curato con amore e ogni essere aveva un profumo. Dentro, io non sapevo fissare; quindi sistemavo i mattoncini.

Alla fine mi sentivo persino un dio, capace di smontare e creare.

Con i lego io costruivo il mondo. E me stessa di più.

Notte e chi è più debole

Chi ha assaggiato la reale debolezza, è più forte.

E ti sta vicino, perché non ha paura di specchiarsi in te.

Notte e chi è più debole.

domenica 3 maggio 2015

Dialoghi reali - che coso

- Dove hai messo il coso?

- Il coso che metti su.

Ora è tutto chiaro. Lascia che ti sussurri…

Che coso?!?!

Restate comodi (con i vostri pregiudizi)

Comodi, comodi. Non sprecate energie, che non siete abituati.

Se qualcuno - individuo o popolo - corre in aiuto di altri, insultatelo pure. Sempre meglio che alzare il culo dalla vostra sedia, comodamente imbottita dei vostri pregiudizi, e fare qualcosa.

Restare comodi, in ostaggio dei pensieri da altri confezionati. Altri stanno lavorando per voi.

Notte e cosa è leggero

Vedo mummie striminzite ed estremamente grevi. E creature che non importa come appaiono: sono lievi come ciò che ti fa volare.

Perché questa è la differenza, in un mondo fighetto e insopportabile. Chi tiene alla forma fisica delle apparenze, e chi si tiene in forma nell'anima.

Io sono felice di viaggiare tanto, perché talvolta mi sembra di capire persino cosa sia leggero. Ciò che ti rende migliore.

Notte e cosa è leggero.

Vivere (senza malinconia) - canzone per la notte

Nell'aria scivola questo motivo, antico e sempre nuovo. E penso: ma chi è mai colui che può darti o prenderti la libertà?

Tuttavia, è vero che si deve vivere, senza malinconia. Vivere, sempre padroni della propria vita. La malinconia ci ha lasciati, assieme a un pensiero di troppo.

E ancora, sarà vero che si può…

cogliere il più bel fiore
goder la vita e far tacere il core.


Cavolo, nelle canzoni si può tutto: è questa la fregatura.


Vivere (senza malinconia), C. A. Bixio, canzone per la notte.

No, non si può rifare il Rocky Horror

Fate ciò che volete, ma un angolo nel mio cervello protesta.

No, non si può rifare il Rocky Horror Picture Show. E non è solo perché Tim Curry è unico: ogni altro Frank N. Furter  sarebbe ridicolo o banale: vogliamo anche farlo cantare, oltretutto?

Non si può rifare il Rocky Horror, perché questo è un secolo troppo volgare. Ciò che è sussurrato, viene strillato, sguaiato. Ciò che si fa svelare appena, viene mostrato senza pudore. Esibito, quasi vomitato.

Il Rocky Horror è un testo di filosofia. Non una parata come il mondo di oggi.

No,non si può rifare il Rocky Horror.

Crespi d'Adda ed Expo di tutti

Nell'altalena di pensieri, spunti ed emozioni di Expo un collega bergamasco indica una tappa nel percorso dall'agricoltura all'industria: è un villaggio dai lineamenti familiari.

Questo è nostro, un patrimonio unico - ci dice - questo è Crespi d'Adda. Mi piace la fierezza della sua voce e nella penombra del padiglione Zero vedo il villaggio prendere vita. Ci rivedo il passato lontano, quando un industriale deciso a superare ogni ostacolo, si rivolse alla Madonna. Ci rivedo quello recente, con il mio topo che per la prima volta conosce questo pezzo di storia. Ci rivedo i mille fili che ci uniscono.

Questo è anche nostro - gli rispondo - perché l'hanno fondato imprenditori della mia città. Miei avi. Noi siamo il ramo povero, lo so, bisnonna. Ma è anche nostro.

E' bergamasco, è bustocco, è milanese. E' di tutti, se tutti vogliono costruire qualcosa insieme. Lo sguardo ora corre fuori dal Padiglione Zero.

sabato 2 maggio 2015

Notte ed è colpa mia

Tutti impeccabili, siamo. Contro i no expo o i teppisti per chiamarli con i loro nomi. Chiaro, certo, e via dicendo. Ma se fossero i nostri figli, ci comporteremmo come la mamma americana che ha strappazzato il figlio armato di pietre?

Sì, perché hai incendiato quell'auto? E se ti fossi ustionato le madri? Sai che potevi bruciarti il giubbotto, quello buono? No, scusa caro, chi se ne frega: te l'avrei ricomprato nuovo.

siamo perfetti, sputasentenze. E l'unica frase che non ci viene naturale è: è colpa mia. Per questo, dopo anni di tormenti e polemiche in salsa Expo, salvo solo Giuseppe Sala: perché ha detto, se Expo non sarà, è colpa mia.

Notte ed è colpa mia. Questo il sogno che voglio gustare.

Ero lontana

Sì, ero lontana.

Forse per cercarti.

Il momento, la finestra

C'è quel mometnto, in cui parlare con tutti. Tu sei nella consueta fase "vorrei mordere tutti",eppure ti sfugge.

Se ti afferra quel momento, ti trovi a parlare con effetti sconosciuti. Se riesci in altre lingue, ti sembrerà quasi di farla franca: come se tu non volessi ascoltarti.

Ma c'è quel momento, come una finestra, in cui ti puoi affacciare sugli altri.

E non vedo ragioni, per richiudere tutto.

La vecchia targa del dottore

L'ultima volta ci saremo andati quarant'anni fa, quasi. E lui non se n'è andato molto più tardi.

Eppure la targa del vecchio dottore è sempre lì, lucida sulla porta fiera. O dovrei dire, la vecchia targa del dottore.

Qualcuno veglia, con il suo amore discreto, e quando passo davanti è come se potessi spingere quell'uscio ed entrare da lui. Spiegargli un problema, con la paura e l'ingenuità di una bimba, e uscirne con un sorriso e una caramella.

venerdì 1 maggio 2015

Notte e venticinquemila passi

Venticinquemila passi, mi dicono: e il mondo si è appena dischiuso.

E la lista enuncia Paese per Paese, ma quanti altri compaiono con la timidezza di chi non può permettersi una vetrina.

Sto camminando ancora, quando devo andare via da Expo, eppure  è difficile congedarsi da riservati sorrisi. Niente a che veder e con l'orgoglio rumoroso delle Frecce tricolori.

Eppure tutto insieme è Expo.

Venticinquemila passi, un mondo e le emozioni, mica so contarle. Ripararle nel cuore sì, come la terra che ospita saggiamente semi.

Notte e venticinquesima passi.

https://www.youtube.com/watch?v=h6wFu8l2GEE&feature=em-upload_owner

Siam pronti alla vita - canzone per la notte

Lascerò ad Arguta Paffuta di fare la dura, ma stenterà anche lei. Tutto costruito? Va bene.

Ma quando sento i bambini cantare l'inno d'Italia, nelle zampate iniziali di Expo, e mi assalgono le parole:siam pronti alla vita.

Oh sì, pronti alla morte, gridano gli adulti, se c'è da combattere (meglio per un ideale). Eppure i bambini ci devono riportare al nocciolo della questione.

Siamo qui per vivere. Non sopravvivere. Abbiamo voglia di vivere.

Poco dopo, senza preavviso partono le frecce tricolori, e io vengo scossa dalla paura, prima di cedere al fascino. Penso ai piccoli, in tanti angoli del mondo, che rabbrividiscono al passaggio di un aereo. Piccoli che vogliono vivere.

Siam pronti alla vita, canzone per la notte.

Expo, in stato di grazia

 No, non mi sono accorta dei disastri, troppo lontani. No, non mi indigno nemmeno più.

Ho visto, sentito, annusato troppa grazia. Quasi un mondo che non esiste, se non l'avessi toccato con mano.

Popoli che amo, ad uno ad uno, tutti insieme.

Grazie Expo per questo cammino iniziato, con i colori in armonia. 

Le ombre esistono, ma gli uomini e le donne di più.

Ciao, primo giorno. In stato di grazia.