martedì 16 giugno 2015

Notte e cos'è accogliere

Cos'è accogliere. Le immagini per me orribili di Ventimiglia - sconsolate e disumane - mi fanno compiere un passo indietro.

Quando la sera prima ero sotto la tempesta, come due signore che hanno chiesto pietà a un guardiano chiuso in una cabina: domandavano solo di trovare rifugio sotto la pensilina oltre il cancello mentre infuriava l'acqua maestosa. Lui prima ha detto no, poi loro sono entrate e non ha più pronunciato parola, sopportandole.

Alla fine, miglior diavolo della folla di indifferenti in auto transitata vicino allo straniero bloccato sotto una pensilina.

Possiamo sempre accogliere. E saremo folli, dei pirla, i più saggi del mondo, difficilmente eroi. Possiamo, senza ideologia, anche dando caramelle come la bimba di Ventimiglia.

Io non sono razionale come stanno dipingendo i francesi e i tedeschi. Non quando incrocio occhi di chi scappa da qualcosa, da qualcuno. Me ne frego anche delle prediche di chi si chiude nei palazzi della politica e parla degli italiani come se li conoscesse.

Sono una persona che vede persone che fuggono, che cadono, che muoiono. Cos'è accogliere non lo so. Ma vorrei assomigliare a quella bimba.

Notte e cos'è accogliere.

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