venerdì 31 luglio 2015

Piccoli gesti di (s)fiducia

Mentre sono in attesa, il sole aggira questa massa di nuvole, le confonde e ride forte. 

Cerco gli occhiali scuri, ma non li trovo. Già, li ho lasciati a casa: cosa vuoi portarli - mi dicevo - con un tempo così.

Invece, bisogna avere fiducia, anche con piccoli gesti. Forse, è persino l'unico modo di trattenere il sole.

Sotto le nuvole, sopra le nuvole

Sotto le nuvole, sopra le nuvole. Chissà se il mondo cambia.

Vorrei dare uno sguardo, anche solo per capire se resti questa strana gravità.

Sento che sarei ugualmente debole e incapace. Ma vivo il sogno raffazzonato che sopra le nuvole avrei una immeritata leggerezza.

Raccogliere gli escrementi

Un signore simpatico che saluto, commenta: che tristezza portare a spasso il cane, e raccogliere gli escrementi.

A me, come gli ho spiegato, non costa nulla raccogliere gli escrementi del cane. Molto più seccante incontrare gli stronzi.

Ps: domani provo a diventare poetica.

Le radici e il Nevada

Le radici, le nostre radici. Quella miscela strepitosa e ruvida che viene riversata su ogni concerto e poi torna sul palco.

Le radici, le respiri nella voce graffiata di Steven, in ogni strumento che strappa l'aria. Stiamo tornando noi stessi, ammesso che ci fossimo mai allontanati: diciamo che questa è una conferma, folle o scontata, ma che ci fa bene.

Ora, dopo il silenzio del palcoscenico, tornano a parlare i Tir. In viaggio, verso il Nevada, verso Las Vegas.

Le radici e questo rock maledetto e buono, che ci convince ancora a pronunciare dei no, capaci di alimentare il sì alla vita.

Rock on, Aerosmith.

Notte e la gioia di essere vivo

Amico, lo so,oggi mi hai consegnato un cassetto confezionato. Mi hai accennato alle meschinità che hai subìto, in un momento di difficoltà. Da lì ti ho parlato di un libro di un nostro comune amico, dove si afferma con dolorosa certezza che discendendo dalle scimmie, e non dai lupi, siamo terribilmente falsi.

Siamo la specie dei cialtroni, in realtà, da nessuno discesa.

Amico, c'è un tuo messaggio più forte di tutto, però, e lo tengo vicino.

Sono vivo e ho la gioia di comunicarlo.

Notte e la gioia di essere vivo.

Monsoon - canzone per il giorno

La stanza, non vi sembra così fredda? Eppure è piena estate. E quando pensi che hai aspettato abbastanza, il momento arriva, addobbato di nuvole.

Non importa: puoi attraversare la tempesta e arrivare in un luogo, dove la pioggia non procura danno alcuno. E trovo persino la strada, insieme a te.


Monsoon, Tokio Hotel, canzone per il giorno

giovedì 30 luglio 2015

Il calcio e ciò che procura più dolore

Un gruppo di bambini si precipita dentro la fiera, sfidando i comandi silenziosi delle mamme. Solo due piccoli si astengono e uno addirittura intima gli altri: non si può.

Ma il richiamo è troppo forte; alla fine, anche i due più diligenti non resistono e corrono. Pochi metri, e il più piccino cade, precipitando anche nelle lacrime.

Arriva la mamma, afferrandogli la mano e poi sferrandogli un calcio.

Il suo pianto continua. E anche il mio.

Notte e la vertigine libera

Ascolto discorsi che vogliono liberarmi negli intenti, ma mi legano a terra. Perché i discorsi, non sono gesti.

Non ho bisogno di volare, perché già i miei piedi sfiorano la superficie, soltanto. Non mi occorre l'esibizione. E detesto le guerre: le guerre sono morte, anche quando vestite di giustizia, e io amo la vita.

La libertà è una vertigine. Lo sento, mentre mi allontano dai discorsi. E io sono troppo libera, nonostante me stessa, per non sentire la testa che gira.

Notte e la vertigine libera.

mercoledì 29 luglio 2015

Le amiche

Le amiche sono quell'incantesimo per cui non hai fatto in tempo a lanciare un Sos e già stanno chiamando 

Arrivo.

E tu, quel messaggio neanche ti eri resa conto di mandarlo.

Notte e io so dove ci siamo conosciuti (no social creature)

Dove ci siamo conosciuti? Me lo ricordo bene. E se non lo rammento, forse non ci siamo conosciuti mai, non davvero. Perché domandarlo a te? Se te lo ricordi bene, altrimenti pazienza.

Non chiedermi di prendere, leggere, tagliare, incollare o esibire dichiarazione scritta sui social. Che sia un gioco, una pubblica esibizione, un test o un promemoria, non sono una creatura sociale, mi spiace.

Credo che la vita sia abbastanza semplice e per questo cerchiamo di complicarcela.


Notte e io so dove ci siamo conosciuti (se te lo ricordi bene, se no pazienza).

Sei - canzone per la notte

Una canzone ti attraversa ed esce con la tua pelle. Come questa, che assume tutto un altro sapore, grazie alla dedica di un amico.

Unisce tre donne, probabilmente molto diverse, o così le dipingerebbero gli estranei.

Ma noi estranee non siamo. Nostalgia, spiaggia, luna, temporale: a turno, o tutto insieme.

Una sola, dolorosa certezza: che ci sono sere che non ritorneranno. Forse quella in cui, dopo aver tanto cantato, vedemmo finalmente "Hair" e scoppiammo in lacrime al finale, ripromettendoci di non guardarlo mai più. O forse la sbronza lieve e adolescente che ci ha fatto abbracciare. O ancora gli sguardi, le risa, gli assaggi dei nostri laghi spalancati.

Ma sempre ritroviamo i nostri sguardi. E l'amicizia con le sue sfumature mai uguali, come i nostri laghi e i nostri sogni adolescenti.

Sei, Pfm, canzone per la notte.


I miracoli forse sono questi

Scoppia il mondo e io che sono aliena a scoprire le disgrazie dell'isolato, mi trovo stranamente ad affacciarmi. Di più, scendo come trascinata da una forza strana.

C'è il finimondo sì, tutti sconvolti e un'auto si è ribaltata, ma per fortuna nessuno sembra si sia fatto veramente male. Il colorito commento di un soccorritore ci fa capire che davvero Qualcuno ci ha pensato.

Un miracolo, mi dico, e vale la pena mormorare un grazie. Poi c'è bisogno di aiutare qualcuno, con un bicchiere d'acqua, un abbraccio, una pratica, l'ascolto.

Penso, i miracoli forse sono questi e non fanno rumore.

Birdie sempre a fianco

Birdie nasce oggi, Birdie nasce 132 anni fa. Mi piace, tantissimo, che sia scozzese, perché sono una bambina. Eppure c'è qualcosa che mi avvince con forza maggiore.

Henry Bowers sa sempre prendersi cura degli altri; forse è la cosa che gli riesce meglio. E' un esperto navigatore e non si ferma mai, ma quella luce è uno degli spettacoli più belli nell'Antartide tormentata.

Tutti l'hanno amato, tutti l'hanno scelto. E' stato anche l'ultimo ripensamento di Scott: vieni con noi.

E che importano le accuse, se Birdie fino all'ultimo è andato avanti, con la sua voglia di prendersi cura degli altri, morto accanto a Scott e Wilson in quella tenda silenziosa.

Solo un'immagine mi incrina: Birdie che per primo vede la bandiera norvegese al Polo Sud. Forse per aiutare per primo gli altri a superare il crollo di un sogno.

Buon compleanno in cielo, Henry.

http://www.nomosedizioni.it/catalogo.php?b=12NMS412

martedì 28 luglio 2015

Sarà davvero l'ultima volta

Mi arrendo al concerto dei Motley Crue, nonostante sia l'ultimo. Forse perché è l'ultimo.

Chissà perché, chissà quando mi sono affezionata a ciò che è irripetibile. Poi un giovane informato mi scuote: guarda che poi andrà a finire che ne faranno un altro, di tour, in barba a ciò che affermano.

Vecchia, stupida idealista. Mi ribello: no, Nikki Sixx ha giurato che non suonerà più una canzone dei Motley Crue. E io ai suoi giuramenti credo.

Sarà davvero l'ultima volta. Forse per ricominciare.

Notte e perché non hai dato il potere ai cavalli (in ricordo di Cecil)

Torno da un luogo dove si magnifica la creatività umana, ma poi cado lì: sugli articoli che dappertutto raccontano il trucidamento del leone Cecil.

Si dice,  trudicidamento? Non me ne frega un tubo. Oh sì, venite a dirmi che i leoni sono feroci: ma almeno non sono vigliacchi, come questi uomini.

Come noi.

Sarà colpa di Swift e dei viaggi letterari se mi chiedo.

Ma Signore, perché non hai dato tanto potere ai cavalli? Al massimo avrebbero preso a calci in culo qualcuno.

Noi siamo capaci di vigliaccate, al sicuro, ben protetti: nei confronti degli animali o dei nostri simili, che poi sempre animali siamo.

Notte e perché non hai dato il potere ai cavalli.

Doverci qualcosa

Chissà perché penso di doverti qualcosa: ti ho visto una volta sola. E poco importa se è stata così intensa, protratta a modo suo. Non conta nemmeno che mesi prima ti avessi sentito al telefono un'altra volta e tu sia stato talmente gentile da richiamarmi a ringraziare.

Io, minuscola.

Chissà perché penso di doverti qualcosa. Non sono stata abbastanza partecipe, ti ho ascoltato con avidità eppure non abbastanza. Forse avrei potuto rivolgerti la parola giusta per dissipare i timori che pur ci accompagnano sempre.

E poi mi rendo conto: tu mi hai fatto sentire che mi devo qualcosa.

Questo ci unisce: io devo qualcosa a te e a me stessa.

Doverci qualcosa. E potere.

The passenger - canzone per la notte

Il passeggero, non si affeziona a nulla, se non a quelle stelle che trova in ogni cielo.

Basta salire sulla macchina e rendersi conto della sua fragilità. Della propria. Forse tutto è stato fatto per noi. Ma tutto passa, come noi.

The passenger, Iggy Pop, canzone per la notte.

Dialoghi reali - Sconveniente

- E' sconveniente secondo te se vado a messa con questa maglietta. Fa un tale caldo?

- Ma no dai.

- Già, i tempi sono cambiati. Quindi la tengo?

- Certo.

Pausa.

- Basta che non vai davanti a fare la comunione.

Gelo, finalmente.

Ridgefield e le vecchie volpi

Ridgefield: non è il villaggio di Rigde, per la precisione. Qui non possiamo fingerci impeccabili, neanche lo vogliamo.

Siamo impolverati dalla lunga strada, eppure emaniamo quella luce che viene dalla consapevolezza di aver dato il massimo e di non essere ancora sazi.

Poche ore e l'ordine delle canzoni sarà come noi: bizzarro, scomposto tra piani folli del tempo e dei ricordi. Siamo appena nati, siamo delle vecchie volpi.

Siamo a Ridgefield, come in molti altri posti, impossibili da ricordare. Per questo, li ricordiamo tutti.

Go on, Aerosmith.

lunedì 27 luglio 2015

Notte e i pesi del mondo

Un caro amico che compie gli anni in queste ore, era solito rimproverarmi: non puoi caricarti di tutti i pesi del mondo.

Da un po', non me lo dice, perché naturalmente cerco di darmi un tono con lui, se non altro per non affliggerlo. Ma so che mi coglierà in castagna, prima o poi. Allora faccio outing. La pelle non mostra mai tutte le sue ferite. E in fondo, conosce bene la peggiore.

Qual è?

Caricarti di tutti i pesi del mondo, non ti rende migliore. Quando li porti dannatamente su di te e ti consumi, forse è anche per evitare di alleviare quelli vicino a te, alla portata delle tue forze.


Notte e i pesi del mondo.

Always somewhere - canzone per la notte

Quando si è sempre da qualche parte. Quando si è troppo spesso da un'altra parte.

Non mi ha visto ogni città, ma ho camminato tanto.

Nessuno lo sa meglio di te: sto tornando. Tornando.

Always somewhere, Scorpions, canzone per la notte.

Trentamila miglia e una gomma bucata

Doveva accadere, in trentamila miglia. Un Tir bloccato da una gomma bucata.

Un viaggio interminabile, sembra avere un termine, almeno provvisorio.

Eppure, siamo già ripartiti. Un altro concerto, un altro Stato. Un pubblico che vuole cantare assenza falsi pudori, unendosi alle nostre voci.

Trenta gioia, una gomma bucata, e noi già in viaggio, come alla prima partenza.

Ogni volta, si riparte.

Go on, Aerosmith.

Quelli che ti aiutano

Quelli che ti aiutano, sono quelli che non devono apprendere dai social come stai, né lì devono sbandierare la loro ottima azione.

Sono quelli che ancora conoscono l'umanità del pudore, di una carezza, una telefonata, un caffè.

Che sussurrano con te, ma non mormorano poi quando sei andato.

E che ti spronano ad agire così, senza amplificatori e spettatori.

Sono tanti, gioie e maestri per me. Li ringrazio, uno ad uno.

domenica 26 luglio 2015

Le squadre e le coltellate

Ci sono squadre che ti incantano per la loro recondita armonia: gente che rema tenacemente e non ha tempo di mettersi sul palco. Forse, soprattutto la voglia.

E ho incontrato squadre che si sono accoltellate furiosamente e quindi hanno tutte le ragioni per esibire la loro sintonia: qualcuno ci deve credere, visto che loro non sembrano di quell'opinione.

Tutti questi cavi

Prima del concerto, non riesci a contarli. Eppure sono stati posizionati alla perfezione, uno dopo l'altro.

La frenesia della musica che sta per fiorire sul palco, fa perdere il filo delle cifre. Che cosa importa poi.

Tutti questi cavi, sono quelli che guidano le note verso ogni persona. E quando sarà il tempo di scioglierli, la stanchezza impedirà ulteriori calcoli. Forse ancora lei, la frenesia: perché già induce l'emozione a correre avanti e a preparare la strada.

Go on, Aerosmith.

Quanti cavi, quanta vita.

God gave me everything - canzone per la notte

Mentre rivolgo gli auguri di rito a Mr. Jagger, sento che proprio questo sia il punto, la sfacciata bellezza.

Dio mi ha dato tutto. E mi perdoni se dico che ancora più bello è che io offrirò tutto a te.

God gave me everything, Mick Jagger, canzone per la notte.

L'estate grida più forte

L'estate a volte grida più forte. Il prato è bruciato dall'afa e non c'è più il tuo ardito orto.

Ma corrono due bambine. Corrono con il cagnolino, il desiderio del mare negli occhi scuri e l'idea che l'estate sia questa.

Una corsa perenne e monella, mentre gli adulti si soffocano di preoccupazioni.

Voi no, e l'estate grida  più forte. Resto ad ascoltarla con voi.

I bambini non si fanno esplodere

I bambini non si fanno esplodere. Ci sono figli di puttana che li usano e li uccidono per massacrare altri.

Gli innocenti non vengono giustiziati. Ci sono vigliacchi che li assassinano a sangue freddo.

E noi adulti consenzienti all'abuso delle parole, dovremmo osservare un periodo lunghissimo di silenzio prima di insegnare ai piccoli a parlare. Una rieducazione, prima di salire in cattedra.

Il mondo nelle tue mani

Un tassello prezioso va a posto e per un attimo ti senti come se avessi salvato il mondo. Ma basta osservare le tue mani e capisci che non hai fatto niente.

Misere, goffe, tormentate.

Poi scopri una ferita nel mondo e vedi che ne porti il segno. Misere le tue mani, ma non abbastanza da non provocare male.

E senza poter scegliere tra lacrime o sorrisi, lo senti.

Il mondo è nelle tue mani.

sabato 25 luglio 2015

Notte ed è delizioso ritrovarsi

Assomigliamo a tre Paesi, come quelli che ci abbracciano: si sfiorano, non sempre si capiscono, eppure devono arrendersi al voler bene.

Io  non so chi è strumento, e chi aziona la leva: tra gli umani, mi dico, probabilmente troveremo solo la prima categoria.

Ma ci siamo ritrovate. Non due bensì tutte e tre. Se sospingo indietro la mente, ho un'immagine nitida: tre persone così differenti, e unite da una di loro, da amare per dolce resa.

Così diverse, sì, ma non riuscire ad afferrare un filo ufficiale che ci unisca. Ma a modo nostro, non possiamo stare lontane, nemmeno quando la geografia lo impone.

Che azione meravigliosa, può rivelarsi la resa.

Notte ed è delizioso ritrovarsi. Bentornate, amiche.

Il tempo più coraggioso di noi

Senti il tempo come borbotta? Quanto?

Che strano il tempo, peggio delle donne, dicono.

Perché borbotta, ma a volte si ribella platealmente.

Il tempo, più coraggioso di noi.

Non so cosa dirai (e mi piaci)

In questo torrente di parole, tante attese e scontate.

Dio mi perdoni. Quanti aprono bocca e mi sembrano ventriloqui: il partito, il branco elegante, il gruppo social.

Eppure ci sono quelli che sanno stupirmi. Che mi terranno con il fiato sospeso. Non so cosa diranno e tremerò sempre, di gioia meravigliosa. Liberi fino alle parole.

Non so cosa mi dirai, e mi piaci.

Musica, sta a noi


Siamo arrivati, tutto tace adesso.

Un palcoscenico assonnato e incompleto ci accoglie quasi con stupore.

Tutto è immobile, come una vita fa. E ancora ci inietta brividi la consapevolezza che sta a noi.

Sta a noi mettere la musica, farla nascere da vecchie corde, vecchi tasti, e condividerla.

Sta a noi aspettare il pubblico, abbracciare persone, parlare con statue.

Go on, Aerosmith.

venerdì 24 luglio 2015

Un tuono una musica

che poi un tuono è una musica.

una canzone stonata e perfetta, che ascolteresti all'infinito, quando non sai a cosa aggrapparti. Oppure lo sai e vorresti fuggire, almeno una notte.

Notte e so cosa stai passando

Tante ore si erano fuse in un'attesa  senza tempo. Affondare, era facile e tra coloro che mi tendevano la mano, non tutti sarebbero rimasti con me.

Ma sono qui. E so cosa stai passando, perché per ciascuno una ferita ha un sapore diverso. Sei lontana, eppure più vicina di tante comparse che mi ruotano attorno.

Io, per varie ragioni, ho sofferto molto di più. Io, per varie ragioni, ho sofferto molto di meno.

Ci sono confini, che nemmeno il dolore può varcare. Ma l'affetto sì.

Notte e so cosa stai passando.

My sweet lord - canzone per la notte

George Harrison irrompe così nell'autostrada ancora stravolta dal caldo.

Io ti voglio conoscere. Ti voglio vedere.

E non è una creatura, ma il creatore, l'oggetto di tanto Amore. Oggetto, che espressione irrispettosa ho usato.

Eppure è proprio così, dolce Signore. Solo cantando, si può osare dirlo in questo mondo di falsi lupi.

Voglio vederti, veramente, Signore. La preghiera, un atto d'amore: chi ne dubitava.

I really want to see you

Ma ci vuole così tanto. Really?

My sweet lord, George Harrison, canzone per la notte.

giovedì 23 luglio 2015

Anche se non sai decidere

Mi scaldi subito la pelle, poi la sferzi con un respiro gelido.

Anche se non sai decidere, forse perché non sai decidere, come me, ti voglio bene aria incerta del mattino.

Due giorni e un North Dakota

Adesso il North Dakota. Due giorni per raggiungerlo, due giorni per trovarsi.

Per misurare la voce e i desideri. Sembra ieri, sembra un secolo, quando iniziò tutto e si gridava: bisogna bruciare in fretta.

Ora siamo qui, in viaggio verso il North Dakota e il tour si colora di miglia e rughe dell'anima: sentirsi così giovane, tra la polvere e le stelle.

Go on, Aerosmith.

Notte e ci penso io

Ci sono io. Ci sono cose che sistemerò io, anche se non sono capace.

E se non imparerò, comunque ci sarò. Qualcosa saprò inventarmi.

Notte e ci penso io.

I fiori degli amici

I fiori degli amici, gli amici sono fiori.

Quando le poesie sono cariche di meraviglia e uniscono le persone, compiono questi miracoli.

Sala Monaco, biblioteca. Rosella, Loredana, Antonio, Pietro. Poi Michele, Luigi, Aurora, Anna Maria. Quanti altri ancora.

Tre rose, per tre maestri e Amici.

E noi abbracciati dai fiordalisi, che crescono e spuntano con gioia in ogni angolo. Fiordalisi è il libro con cui coltivare la pace, anche prendendosi cura del tempio civico, del campo proprio della pace che Busto ha seminato grazie alla testimonianza di Angioletto Castiglioni. C'è speranza oltre l'orrore di Flossenburg, oltre ogni orrore.

Conosco da tanti anni Rosella Formenti, eppure mi stupisce sempre. Anche in queste pagine, anche stasera, anche domani. 

I fiori degli amici questa musica che non strilla, ma che profuma l'aria troppo intrisa ancora di dolore.

I fiori degli amici, colorano la biblioteca questa sera e sono pronti già a viaggiare oltre, con un sorriso di gratitudine.

Grazie, Rosella.











Proprio me

Non sono la più attendibile, la più accomodante: sulla pazienza lascio a desiderare. Irrimediabilmente distratta verso il prossimo pensiero, inciampo nelle cose da fare. Quante altre lacune mi seguono con costanza.

Eppure tu aspetti me. Proprio me. Ogni giorno, su quella soglia vuoi vedermi rientrare presto.

E ogni giorno non c'è null'altro che mi commuova di più

Nothing left to fear - canzone per il giorno

Non c'è niente di meglio di una suadente minaccia per cominciare bene i prossimi 50 anni, Slash.

Che poi a qualcosa i traguardi devono servire, forse proprio a questo.

A capire che non c'è più niente di cui avere timore, che la paura non serve a niente. Che andare a cercarla è stupido, quanto aprirle la porta. In un modo o nell'altro, è vero, riuscirà a entrare travestita di ottime ragioni.

Ma tu puoi sempre canticchiare così.

Nothing left to fear, Slash, canzone per il giorno e buon compleanno.

Il palco sotto le nuvole

Il palco sotto le nuvole sembra proprio pronto. Come se avesse avuto bisogno di un'ultima benedizione, dal sapore inusuale.

Attorno, cowboy e cavalli attendono come non ci fosse un orario stabilito. E la polvere, la polvere continua a salire.

Non la consuma nemmeno la notte. Non la scioglie il sudore, la musica che se ne nutre.

Il palco sotto le nuvole, come in cerca di una protezione, per celebrare un ultimo rito. E quando è sazio, si disintegra con grazia per rinascere più in là. Miglia scolpite nell'aria, mentre gli Aerosmith si muovono verso la prossima tappa, con cowboy e cavalli che voleranno là, verso una nuova attesa.

mercoledì 22 luglio 2015

Volevo una santa tutta per me

Quando ero piccola, mi sapevo comportare da perfetta rompiballe. Ora sbaglio giusto qualche volta, va bene, Arguta Paffuta.

Comunque ripudiavo il mio onomastico ufficiale, ovvero oggi, Santa Maria Maddalena.

Piagnucolavo: ma io voglio una santa tutta per me, una con il mio nome, punto, non che mi assomigli.

Non avevo capito un granché e come al solito ci ho messo qualche annetto per capire la gravità del mio errore.

Maria Maddalena è una santa meravigliosa, che è stata accanto a Gesù. Con una storia di redenzione e devozione in grado di scuotere chiunque, persino una tontolona come me.

I due nomi uniscono le mie bisnonne, così come un pochino faccio io, loro cocciuta discendente.

E poi che stress voler avere tutto per sé: proprio da figlia unica.

Oh come vado fiera di questo onomastico e sono grata a questa santa che ha sopportato anche la lontananza di questa piccola creatura.

I fiordalisi, la musica e un angelo

In questi giorni di luglio, Angioletto Castiglioni parte da Praga, verso la sua città. Ha un bastone e una forza interiore che lo allontana dai luoghi del martirio di tanti innocenti, ma la memoria e il cuore non possono certo voltare pagina.

Piuttosto, appena potrà, porterà la loro voce in tante altre pagine di vita, di incontri, di coraggio.

Pagine. Come quelle che il 23 luglio Rosella Formenti offrirà alla sua città nella sala Monaco della biblioteca di Busto. Fiordalisi, poesie e pensieri: mi ha commosso subito che Rosella sia partita da questi fiori bellissimi e quasi dimenticati e l'abbia fatto attraverso lo strumento dei versi.

Conosco Rosella, giornalista appassionata, oserei definirla indomita, da più di vent'anni: la vedo impegnata nelle battaglie per gli ultimi con la penna e con gesti silenziosi. La vedo accanto ad Angioletto, con devozione, fino all'ultimo e oltre.  Lei non ama parlare di sé e per questo pudore mi fermo qui.

Voglio però parlare di quelle poesie, di quei versi, che conducono in un'altra dimensione pur restando abbracciati al nostro mondo. Che raccontano attraverso la musica, i fiori, il dolore e la speranza ciò che siamo capaci di essere, se lo vogliamo. 

Pagine unite dall'amore per il tempio civico che, grazie ad Angioletto, ha reso Busto speciale: un luogo del ricordo delle vittime nel nome della pace. In questo 2015 di anniversario doloroso, queste parole e i sentimenti che le plasmano vanno ai caduti della prima guerra mondiale, del secondo conflitto che sconvolto il pianeta e dei campi di odio e sterminio.

Giovedì sera ci sarà Loredana Vaccani, altra donna che ama la cultura e la semina senza far rumore, ad accompagnarci in questi versi. 

E Angioletto, che sorride, tra i fiordalisi e note che non possiamo ancora cogliere in tutto il loro splendore.

Giovedì 23 luglio, ore 21, biblioteca. 

Notte e i maestri non parlano male

Neanche le parole guariscono dalle improvvise partenze.

Scrivo e non passa; soffro ancora di più, per chi ha diritto di soffrire di più. E ascolto chi ti ha conosciuto di più, finché uno di loro dà voce a una mia sensazione.

Tu non hai mai parlato male di nessuno, nemmeno quando ne avevi diritto conclamato.

Ma se qualcuno ti fa del male, se davvero è andata così (ma non avranno inteso), non sarà una ferita, sarà un'occasione per ripartire.

Maestro che non parlavi mai male, mi ricordi il maestro che ho la fortuna di avere sempre vicino.

I maestri non parlano male, perché troppo impegnati a fare del bene. E restano oltre il momento in cui devono fingersi di allontanarsi.

Notte e i maestri non parlano male.

martedì 21 luglio 2015

Notte e 4.563 sedie inutilizzate

Arriviamo in questo gioiello, che ha compiuto 79 anni. Coscritto della mamma e di Papa Francesco.

Santa Barbara, un luogo immenso nella Carolina del Sud: 4.562 posti a sedere. Nota di cronaca dagli Aerosmith: nessuna di queste sedie è stata usata, in questa lunga notte. Tutti in piedi a cantare e danzare nel vento del rock.

Nemmeno io, ho avuto il coraggio o la pazienza di sedermi.

Notte e 4.563 sedie inutilizzate.

Appuntamento al buio sul treno

Il viaggio è iniziato da pochi minuti, quando si spegne il treno per Arona. E' sera, ma sul convoglio diventa notte.

Suggestivo, all'inizio, un po' inquietante quando le luci non si riaccendono subito. Alziamo la voce della conversazione, ci scherziamo anche su, perché in quella carrozza siamo solo in tre. Diamo uno sguardo più avanti e intravediamo una luce in fondo al tunnel, ops, al treno. Fuori sembra tutto ancora più buio del solito, nonostante l'illuminazione delle case che incrociamo.

Succede, con tutti i disguidi che accadono in questi giorni, ci consoliamo. 

Il giorno dopo, una persona a me cara mi dà un appuntamento per un'ora. Poi precisa: se non mi sopprimono il treno come ieri.

Accipicchia, non è qui finiremo con il buio pesto?

#nnvabene

Ribellarsi alla pazienza

L'età ti porterà la pazienza, mi assicurano. E cerco avidamente conferme.

A un semaforo vedo un'anziana, vestitino fresco e impeccabile, che aspetta il verde. Con pazienza, perché da quando hanno voluto migliorare la viabilità, i tempi si sono inesorabilmente allungati.

Lei non si muove, o così pare. Perché un braccio si alza lievemente, poi batte la mano sul fianco. E ancora, senza accentuare il movimento.

Come una ribellione pacifica alla pazienza, che l'età - mi assicurano - porta.

lunedì 20 luglio 2015

Senza mani senza pensare

Chissà perché questa insistenza nell'adocchiare il corrimano e poi sfiorarlo con una scusa.

Scendere e salire con la rete, anche quando ti ingombra.

E a volte rischiare, riempie il cuore di avventata gioia.

Libertà che affrontano il percorso con te.

Senza mani senza pensare, su e giù per la vita.

Notte e i colori parlano di Elio

Mentre sono circondata dalla natura, mentre mi arrendo volentieri, mi arriva la notizia della tua scomparsa.

Sarà un segno, un ultimo sorriso. Perché - mi dico - chissà come sarai occupato ora a prenderti ancora più cura di tutti, dei tuoi cari, delle persone che fanno parte della tua vita, di chi hai incontrato per poche ore, e della creatura più minuscola.

Sai che sono una fan delle tinte scure, eppure dopo il nostro incontro ho osato sfumature impensabili per me. E non solo indossate.

I colori sono dipinti tutti nel mio cielo, che non sa come racchiuderli: credo che tu sia già arrivato lassù. 

Riposa in pace, Elio Fiorucci, maestro e creatura che si prende cura del creato.

La Germania, Heine e come finiremo sulla rupe

Il tormentone di moda sui social afferma lapidario che la Grecia ci ha dato tutto, la Germania nazismo e guerre.

Mi devo essere distratta al liceo e aver capito male, proprio male. E devo essere stata ancora più disattenta, quando ho vissuto in Germania. Quando ho studiato, quando sono caduta sul dialetto più ostico del mondo e facendo il verso ai miei amici li ho dolcemente costretti a parlare hochdeutsch. Quando anni dopo con Marianne abbiamo cercato di unire il mondo alla città, mischiando gioiosamente le barriere.

Frammenti in cui però voglio usare un filo rosso letterario. Come se la letteratura fosse separata dalla vita.

Io so cosa mi ha dato anche la Germania. Ad esempio, mi ha dato uno splendido Heinrich Heine. Fuggito, ma determinante, poetico e ironico. Capace di iniziare una delle più belle ballate del mondo con una frase di incertezza: non so cosa significhi questo sentirmi così triste.

Perdonami, io oggi lo so. Sono triste delle cavolate che leggo, dei qualunquismi, del mettere uno contro l'altro in Europa (quando l'Europa scomparirà se continuiamo così, e non per i cattivoni di turno, ma per l'ignavia di ciascuno di noi) come se attorno avessimo un mondo benevolo che vuole solo coccolarci.

Oh sì, lo so cosa mi renda così triste. Che ci comportiamo come idioti.

E mi fermo, indignata e innamorata di ciò che potremmo essere. Come tanti anni fa, mi fermo all'esitare della barca sul Reno e canto l'unica poesia tedesca che io conosca a memoria.

Una favola di altri tempi, un richiamo al nostro presente: c'è un'insenatura pericolosa che stiamo avvicinando e su quella rupe c'è la Loreley. E' meravigliosa, con capelli d'oro e voce invincibile.

Si chiama dabbenaggine, si chiama qualunquismo, si chiama seguire l'onda.

Continuiamo a fissare lassù e sentirci abili marinai. Quando ci accorgeremo che c'è anche un'altra riva, un altro punto di osservazione e forse dovremmo remare tutti dalla stessa parte, la Loreley si sarà già beata del suo risultato, temo.


La rupe è lì ad aspettarci. Possiamo finirci contro in scioltezza, se continuiamo a dividere i buoni e i cattivi in Europa. Chiunque siano i buoni e i cattivi.

domenica 19 luglio 2015

C'è solo un filo d'aria

C'è solo un filo d'aria, che si libera dell'oppressione dell'afa, la mattina.

Un pensiero, una carezza, una risarella, un brivido di un istante, tu.

E arriva sfidando tutti, resta sfidando tutti, dà sollievo a ogni gesto, come te.

Il bosco non ti illude

Quando esco dal bosco, ho la pelle arrossata, e qualcuno direbbe ferita tra rovi, ricci, foglie aspre di caduta e animaletti pungenti.

Ma io credo che rispecchi l'anima, colorata di gioia.

Il bosco ti protegge a volte, ma non ti illude. Ti accoglie, se accetti le sue regole. Più duro e pietoso, allo stesso tempo, dell'umanità.

Notte e Steven Tyler si prepara

Il camerino di Steven Tyler è un gran casino; poi, all'improvviso è impeccabile. Come la musica, che all'inizio sembra sforzarsi di radunare tutte le note e invece le mette in un ordine che non è noioso.

Questa tournée  dura e le tappe si confondono. Uno stuolo di Tir attraversa non spazi e il Blue Army Tour viaggia tra la polvere e le stelle.

Blue, I'm blue. Triste, eppure euforico, forse semplicemente libero.

Steven Tyler si prepara e canzoni di tante vite, anche più di nove, scaldano muscoli e desideri sul palco. Quasi quasi, ci salgo anch'io. Sono già su, guarda, e una magia diventa così contagiosa, che finalmente riesco a suonare davanti a questi milioni di facce e le scuoto tutto di rock.

A questo punto, gli Aerosmith colgono la citazione bonjoviana e mi sbattono giù dal palco, sibila Arguta Paffuta.

Ma non capisce niente, 

Notte e Steven Tyler si prepara.

Un'amica sa quando hai bisogno di un ombrello

Apro un pacchetto e mi emoziono: ancora, l'amicizia mi stupisce e mi ricarica.

Dentro ci sono due preziosi oggetti. Uno, di più ancora se possibile. Un piccolo ombrello, che sboccia in un fiore.

La mia amica sa che detesto gli ombrelli, perché sono troppo scozzese per sottrarmi alla pioggia. Infantilismo, che mi fa sempre finire bagnata fradicia. Perché qui la pioggia non è scozzese e quando arriva, spesso non annunciata, mi strazia.

L'ultima doccia, poche settimane fa, (lei se lo ricorda bene) mi ha aiutata a prendere una decisione di vita. Ma non è che posso sempre rischiare la polmonite, per scegliere le strade.

La mia amica sa tutto. Anche quando ho bisogno di un ombrello.

Il bello delle amiche

Il bello delle amiche è che basta una parola e si è insieme in una nuova avventura o nella traballante routine.

Amiche che non sai come gestire una piccola sfida e corrono. Amiche che ti chiedono di fermarti e tu resti. Amiche che non ti fanno mai sentire sola o giudicata (che poi è la stessa cosa).

Che non frugano nella tua vita per aggiornare database e piazze, ma la condividono con gioia e delicatezza.

Il bello delle amiche è un momento solo nostro, una birra condivisa, il guinzaglio che tieni tu, e anche i piccoli sogni, il pensiero che corre a un altro amico. Perché amicizia è aprirsi, più forte di ogni muro.

Grazie alle mie amiche 

sabato 18 luglio 2015

Troppo facile amare una farfalla

Troppo facile amare una farfalla, che non si posa mai su di te, ma si lascia solo desiderare. Ti delizia con i suoi colori e ti induce a pensare che anche tu potrai volare.

Non ti inchioda mai alla terra e al suo profumo sincero.

E se detesti le creature che invece lo fanno - aspre, vibranti, pesanti o capaci di insinuarsi - non potrai vivere con tutte le tue energie ciò per cui sei stato creato. Perso dietro un cielo che già sarebbe in te, se tu baciassi la terra e il suo profumo sincero.

Troppo facile amare una farfalla, quando esistono migliaia di altri terribilmente vicine creature.

Notte e le parole restano pietre

Ci vuole una filastrocca per chiamare il sonno. E in questo mondo social poco sociale me la ripeto.

Le parole non sono quella cosa che se la dice l'altro, è un bastardo, e tu invece gli stessi termini usi ed elevi. Le parole vengono dal cuore, o da un copione: ma con questo non diventano meno pietre.

E le parole non sono quella cosa che se la dico io bene, ma solo se l'ultima è mia, e la tua parola cosa sarà mai, perché se le parole le dico io si trasformano in rose.

No, se sono pietre, tali restano.

Alla fine, se devo proprio prenderle, preferisco sentirle pronunciare dalla parte dichiaratamente bastarda, piuttosto che da quella che si assume il ruolo di promotrice di civiltà.

Notte e le  parole restano pietre.


La mia nuova casa

La mia nuova casa non è comoda, non è facile, e sudo tantissimo, perché non sono adeguata.

Ma mi regala ogni giorno una missione di quelle che fanno battere il cuore.

Sto tornando a casa,a ciò che sono, a ciò per cui incredibilmente sono stata creata. Nonostante i pirla e gli affaristi facili.

Torno.

nella mia nuova casa.

Forse la libertà

Forse la libertà è non dover difendere una posizione, perché muoversi fa scoprire gli altri e se stessi.

Forse la libertà è non dover rendere conto ad altri, a un sistema, alla popolarità o a ciò che fa comodo, delle proprie fragili opinioni.

Forse è compassione e forse è sbagliare.

Forse la libertà è non correre quando ti chiamano a servire, ma quando hanno realmente bisogno di te.

E forse la libertà è camminare maldestramente con i forse accanto.

I'm the coolest - canzone per il giorno

Lui è uno tra i pochi che si possa permettere di dirlo. Perché è uno dei pochi che ama prendersi in giro.

Il più figo di tutti, roba che se si avvicina, in città se ne accorgono tutti dall'aria che si surriscalda.

Il suo segreto non dichiarato viaggia in queste note: prendersi in giro aiuta, prendersi sul serio uccide.

Ehi, certo che sono il più grande: devo esserlo, a chi altri può toccare?

I'm the coolest, Alice Cooper, canzone per il giorno.

venerdì 17 luglio 2015

Notte e chissà come ridi

Le nostre cocciutaggini che si infrangono e per una volta restano tramortite, fino a mettersi in discussione.

Io a volte penso di sentire come ridi. Non per sfotterci, e neanche per vanagloria. Piuttosto, con tenerezza e la gioia nascosta di vedere che impariamo qualcosa, che ci avviciniamo all'unica meta che conti.

Tutto ciò che era imprescindibile, ora si è perso per strada.

Mi piace il suono della tua risata.

Notte e chissà come ridi.

Lo so che Nessie non esiste

Ti arrendi, cacciatore? Alla buonora, cacciatore scozzese. Anzi no, che coraggio a dirsi basta, a un certo punto.

Nessie non esiste, lo so bene.

Anzi, forse un giorno scopriranno che non esistiamo neanche noi.

Spiami quanto vuoi

Spiami quanto vuoi.

Tanto non mi troverai mai.

Sweet Dreams - canzone per la notte

Anche i sogni ondeggiano tra passato e futuro. Dolci ma chissà quanto sinceri, quando si attardano sul nostro trucco.

E il sogno più bello è che riderai ancora e io sarò lì ad ascoltarti.

Sweet Dreams, Yes, canzone per la notte.

Dal gregge al branco

Dal gregge al branco, il passo è lieve.

Ti senti così rassicurato da belare con gli altri, ben protetto, che basta poco, per lanciare l'attacco e sbranare.

Se la protezione dura, e se l'altro non è pericoloso, il tuo abito da lupo è pronto. Infilalo e vai, tanto non rischi niente. Sei persino sotto la prima protezione che rifiuti, quella della democrazia.

O forse, se e quando non ci sarà più, tornerai a belare canzoni diverse. Sempre che potrai emettere ancora suoni.


Ps: chiedo perdono a pecore e lupi, grandi animali che noi non conosciamo nella loro bellezza.

Walking the dog - canzone per il giorno

I personaggi che incontri con gli Aerosmith e le scuse più banali o improbabili per fare un pezzo di strada con loro.

Mary che non può cucire - colpa di quell'ago spezzato - ed elefantini che saltano fino al 4 luglio.

Alla fine ti insegno io la passeggiata del cane e ti giuro che l'elefantino può saltare così in alto da sfiorare il cielo.

Sogni leggeri e battiti d'ali che non ci sono.

Walking the dog, Aerosmith, canzone per il giorno.

giovedì 16 luglio 2015

Dialoghi reali - la domanda intelligente

- Come va?

- Altra domanda?

- Mi vuoi bene?

- Chiaro, ma non puoi fare una domanda intelligente?

- Dal punto di vista strettamente epistemologico, tu ritieni che le fondamenta della filosofia siano da rintracciarsi in Occidente oppure abbiano radici spiccatamente orientali?

-Direi orientali.

- Tu sai che finirà nei dialoghi reali, no?

- Mi fai un'altra domanda intelligente?

Sentitevi sicuri

Vorrei tanto, giuro, sentirmi nel fiume tranquillizzante e buonista.

Ma mi hanno disegnata male. Scusate se esterno pensieri così goffi, ma almeno sono miei.

Sentitevi sicuri, ringraziate Mr. Obama.

Le sanzioni, da ogni parte, per me sono sempre state una stronzata, anzi un'atrocità.

Scusate se non mi unisco al coro. E se anche le ombre di democrazia mi sembrano migliori di terre dove una donna non può scoprirsi il capo o due esseri dello stesso sesso non possono sposarsi.

Dove sono finiti i vostri profili arcobaleno?

Scusate se sono stronza, o meglio me stessa.

Benvenuto anche ufficialmente nel mondo dell'atomica, Iran.

Grazie Obama.

Notte e non so mai quali chilometri

Anche oggi ho consumato chilometri, o loro hanno consumato me. E non so mai, proprio mai se i più duri sono stati quelli affrontati in macchina, a piedi o con l'anima.

Notte e non so mai quali chilometri.

Love in an elevator - canzone per la notte

Che mica tutti i sogni devono essere in grande stile. Ci sono anche le sciocchezze, e chi ha diritto di definirle tali.

Una giornata dura e una consapevolezza.

Si può vivere in alto, anche quando sembra di scendere. Forse, c'è un ascensore per ogni cosa.

Livin' it up when I'm goin' down

Love in an elevator, Aerosmith, canzone per la notte.

mercoledì 15 luglio 2015

Il tempo che si prende gioco di te

Metti la sveglia un'ora prima e contempla il mondo addormentato.

Chissà perché l'hai fatto. Forse volevi giocare un po' o fare qualcosa di tremendamente serio.

Adesso è il tempo che si prende gioco di te; di solito lo fa correndo come un matto, precipitandosi senza fingere di aspettarti.

Ora è lì, immobile, e ti fissa senza un'espressione. Come a sfidarti: be' ora sono qua ad attenderti.

E non badargli ti sembra un'assoluta libertà, che ti rende felice.

Notte via da strade surreali

Ti chiudono l'autostrada (oh sì, lo fanno apposta per te), vaghi in improbabili scenari tra luci che non rischiarano, ritrovi la retta via, resti bloccata per un incidente.

Se non ti arrabbi, è perché è più importante sussurrare una preghiera per chi sta soffrendo.

E ostacoli bizzarri, contrattempi casuali, troppo casuali, ti inseguono lungo la via. Forse per indurti a rivolgerti qualche domanda. Una più potente delle altre: perché ti trovi su queste strade surreali?

La strada della realtà, al bivio del sogno, è la più irresistibile.

Notte via da strade surreali.

Everybody hurts - canzone per la notte

A volte, è la parola che cade come una goccia. Gioca con tutto e non scivola più lontano.

Perché a volte, tutto è sbagliato. A volte, tutti piangono. E a volte tutti fanno del male.

A volte pensi: be', ho dato tanto, forse ho dato tutto.

A volte, pensi di fermarti.

A volte, tutti…

Hold on.

Everybody hurts, Rem, canzone per la notte.

martedì 14 luglio 2015

I vecchi ragazzi

Ripulire il palco da strumenti e desideri, infilarsi nei sogni e il mattino mettersi un ampio cappello e respirare l'alba.

Prima che i mezzi scatenino la polvere, i miei vecchi ragazzi posano per uno scatto. Incuranti degli anni e delle rughe, scarni, fragili e inossidabili.

Stasera cena con altri vecchi cowboy e poi c'è da mettere sotto ferro e rock un'altra città.

Aerosmith, i miei vecchi ragazzi, in viaggio.

Quando pensi di riparare tutto

Quando sei ragazzino, pensi di poter riparare tutto. Ti agiti goffamente, pensando che tu solo sia eterno. Ma ogni tuo gesto sia una carezza o comunque non  possa arrecare danni irreversibili.

come un precursore di giochi web, pensi di poter sempre ricominciare da capo.

Ci vuole tempo, e mai abbastanza, per capire che non si può riparare tutto. E allora forse hai due alternative: o te ne freghi, o prima di allungare una mano, e lasciare anche solo un graffio, ritrarre la mano e pensare. Mai abbastanza.

Impiccioni

Tanti vogliono sapere di te, perché non ti vogliono conoscere.

Arguta Paffuta

Arrivo di soppiatto

arrivo di soppiatto, perché non trovo casa in alcun luogo. E quindi sembro voler chiedere scusa in ogni circostanza, parlando poco e piano.

Arrivo di soppiatto, ma poi é difficile che io fugga. Anche quando me ne vado.

Il bacio del sole

Grazie alla cucciola, mi offro al sole tutto l'anno. Nel contratto è ammessa al massimo una scottatura a febbraio, poi carta bianca. Anzi a pois.

Ogni lentiggine mi rafforza sentimenti e decisioni. Mi spiana la strada della personalità, mia e altrui. Ma è la mia, che mi preme.

Il bacio del sole mi dà alla testa, alla pelle di più, all'anima senza remore. Più lentiggini di rughe, più testardaggini che sì mormorati.

Il bacio del sole passa dalla mia pelle e arriva dritto al cuore con un'esplosione d'orgoglio.

no, non siamo tutti uguali. E io sto alla larga da chi vuole esserlo o - peggio - pretende che lo sia io.

Notte e una bimba si addormenta con gli AcDc

Che cos'è una  ninna nanna? Sentirsi sicuri, non tranquilli. Anche se entrambe le sensazioni non esistono, mi assicurano, se non sporadicamente dentro di noi.

Un papà mi racconta che la sua bimba si addormenta con la musica degli AcDc.

E forse, anch'io.

Notte e una bimba si addormenta con la musica degli AcDc.

Dialoghi reali - i morsi

- quanti morsi di zanzare la scorsa notte.

- ma per favore, non ci sono zanzare.
 
- e questi morsi, allora?

- chissà perché non mordono me.

- già... Chissà perché.

lunedì 13 luglio 2015

Chi vince

Se per goderti una vittoria, devi umiliare chi credi nella polvere, non hai vinto nulla. O - peggio, persino - neanche ti sei messo in gioco.

Insopportabili qualunquismi

Non ho voglia di ascoltare qualunquismi, tanto più vestiti di rispettabilità, se non fighetti.

Insopportabile qualunque qualunquismo, non riesco a sentire. Questo compreso.

Notte e quanti camion per gli Aerosmith

Non sono tagliata per le mezze misure, quando lascio i libri e indosso il giubbotto di pelle.

Mi puoi passare il giubbotto di pelle?

C'è un altro concerto nell'aria e servono dei camion per trasportare tutto il ben di Dio degli Aerosmith. Forse anche il mio cuore.

Autocarri. Si chiamano i Tir, immensi e americani.

Ti ricordi quando volevo provare a guidare uno? E a suonare la chitarra davanti a migliaia di persone.

Forse stasera lo faccio. E comunque non conosco le mezze misure.

Suono davanti a te. Ma quelli che compaiono nel nulla della notte e mai si interessano realmente di me, danzino senza la mia musica.

Notte e quanti camion per gli Aerosmith.

Chi mi rovina la foto - dialoghi reali

- cavolo, saltamartino, proprio su quella magnifica ortensia che volevo fotografare ti metti? Mi rovini la visuale.

- tu pure. E mi togli il sole.

Giuro, io l'ho sentito. E non so ribattergli.

domenica 12 luglio 2015

I ragazzini, le belve

Questa storia mi viene raccontata da una persona sincera e mi addolora, perché vorrei non credervi.

Un gruppo di ragazzini passa in bici davanti a un terreno dove ci sono dei cani: vi scagliano dentro un sacchetto e fuggono. In quel sacchetto c'è un micino di pochi giorni.

I cani si avvicinano e non lo toccano, anzi il gatto viene portato in una struttura e spero salvato.

Se tutto ciò è vero, due parole si rincorrono nella mia mente.

I ragazzini, le belve. E una virgola che si scioglie, per una lacrima forse.

Notte e il lago guarda che tramonti

Il tramonto esita, il lago non vuole saperne di cambiare colore. È ancora presto, ma tu hai l'impazienza di bambina.

Ci giri attorno, mentre guardi i fiori che si ritirano. Anche gli uccellini stanno abbassando la voce e la poiana, quella che è scomparsa da un pezzo dopo essersi avventurata a quote umane.

Manchi solo tu, lago, dai, accontentami. E dentro di me sento la sua voce seccata: ma perché non tramonti tu.

A ciascuna ora il suo colore. io sono rossa adesso e vuoi vedere che ha vinto lui.

Notte e il lago guarda che tu tramonti.

sabato 11 luglio 2015

Notte e con noncuranza varco il confine

Raffica di foto americane di un amico, che esplorano New York. Eravamo insieme lì 13 anni fa: quando conto mi stupisco e anche lui.

La Grande Mela, in realtà la dividemmo poco. Di più, un tour di alcuni giorni, dove ho visto meraviglie. Comprese le cascata del Niagara, ma poi gli confesso la cosa che mi emozionava tantissimo: attraversare a piedi, con noncuranza, il confine tra USA e Canada.

Mi inebriava. Mi è accaduto con - pochi - altri confini, ma senza quella sensazione sbàrazzina. Come se la mia natura anarchica trovasse piena e naturale conferma. Poi Arguta Paffuta mi ricorda che c'era una minima somma da pagare: ma quella non vede l'ora di togliere poesia.

Io con noncuranza vorrei varcare confini. A ogni prezzo.

Notte e con noncuranza varco il confine.

Che fortuna, non torno

La fortuna di essere una disorientata cronica è tutta lì.

Non torno mai indietro. Anche solo perché non so ritrovare la strada.

Non è peccato chiedere scusa

Non è peccato chiedere scusa. Ti conosco da sempre, sei un'amica speciale e ho scordato un giorno speciale per te.

Dovevamo creare un progetto insieme, da amici, e ti ho trattata da funzionaria.

Dovevo fermarmi a indagare su una lacrima, o su un sorriso, ma avevo fretta.

Scusa non è peccato. E visto che non lo sento, lo dico io.

Quel che dice una zampa


Tutti uguali: siamo tutti uguali davanti a loro. 

I cani della ONLUS Carolina arrivano tra gli anziani e comincia la festa. Un coro di sguardi e di carezze. Una dimostrazione gioiosa di quanto possano aiutare nell'esistenza quotidiana. E nulla può aiutare più dell'amore.

Siamo tutti uguali. Tutti preziosi.

Ce lo raccontano loro e lo riconosciamo. Gli occhi di ogni creatura sono felici, in questa scoperta di amorevole umiltà.

Il personale della Provvidenza, già alla ricerca di nuovi modi per dare gioia. Così la Onlus.

Non ci si può fermare mai, una zampa ti ricorda che ne devi subito porgere un'altra.


I'm waiting for the man - canzone per il giorno

Angeli del male ti spingono nei sobborghi dove non dovresti nemmeno avvicinarti. E hai pure il folle ardire di definirli amici per giustificare la tua presenza lì.

Droghe moderne e impalpabili, dipendenze di cui non potevamo immaginare.

C'è sempre qualcuno che si fa aspettare, qualcuno che non è mai in anticipo, né in ritardo. Che ti convince che starai bene fino a domani. E fino a domani è solo altro tempo.

I'm waiting for the man, Lou Reed, canzone per il giorno.

venerdì 10 luglio 2015

Si può avere un cuore, da ladri

Come un bambino che non ha ancora voluto accettare la bieca umanità, non mando giù il furto della bicicletta di una dolce creatura.

Quella bici, con tre ruote, racconta con forza che ne ha bisogno. Che un mezzo qualsiasi non le basta per muoversi. E che portarla via è da stronzi.

Come un bimbo che non ha ancora voluto accettare la bieca umanità, penso che forse qualcuno si pentirà e leggendo l'appello delle Cuffie colorate, tornerà sui suoi passi.

Si può avere un cuore, da ladri. E  il mio pensiero torna a tanti anni fa. A quando in una casa ci fu un'incursione e buttarono in aria a caccia di ciò che non c'era. Si misero a svuotare anche la scarpiera, forse per disperazione. Trovarono due calzature che in modo evidente potevano andare bene solo per una persona precisa, che ne aveva bisogno per muoversi.

Io mi ricordo, come ritrovammo quelle scarpe, perché le ritrovammo: appoggiate con cura, una accanto all'altra, in un ordine quasi commovente.

Forse anche per quella visione, a volte mi ostino a essere una bambina, fiduciosa nell'umanità.

Io sogno che una dolce creatura possa riavere la sua bicicletta.

Non mostratemi la sofferenza

Non mostratemi la sofferenza degli umani e degli animali. Non è sfoggiando le devastazioni delle creature che mi convincerete.

Non mostratemi la sofferenza, che è già in me. Quella che ho vissuto, quella che ho visto, in ogni esistenza, quella che ho solo immaginato.

La denuncia non è la foto di un'atrocità. E' la forza di reagire, anche oltre ogni visione: come credere senza vedere e con questo cambiare il mondo, più forti di San Tommaso.

giovedì 9 luglio 2015

Come se ci fossero tante vite

Come se ci fossero tante vite per incontrarsi, mantenere promesse, dipingere, diventare ciò che si è.

Si rimanda, si lascia in sospeso un sogno o un piccolo o grande dovere, si sorride pensando già ad altro, si manda una mail per non fare.

Come se ci fossero tante vite. E l'unica irripetibile giornata, occasione, esistenza, non fosse questa.

Dialoghi reali - in francese

Un orso incontra un francese al telefono, al cospetto di un sottopasso in una brillante città. E siccome è un orso, ma non si fa davvero gli affari suoi, alla domanda faticosamente mormorata in italiano dello straniero risponde in francese. Per pietà vostra, scrivo in italiano.

 - Ma signora, lei parla francese?

-  Poco.

- Che meraviglia

- Guardi che lo parlo male, è terza lingua per me.

Segue serie di istruzioni per arrivare dall'autostrada dal parcheggio.

- Signora, grazie. Ma lei di che Paese è?

- Italiana.

- No, è impossibile.

- Possibile possibile.

- Il suo francese è stupendo.

Ok, telecamere di Candid Camera uscite allo scoperto che mi allontano. Oppure questo francese è proprio messo male?

ps: confesso che quando vedo arrivare l'auto con gli altri francesi al parcheggio, mi sento quasi commossa.

Come si dice in francese, che culo? non mi ricordo

Notte e meglio metà (ma fatto bene)

Balzandosa, affronto quattro tappe necessarie. Indispensabili, le definirebbe la vecchia Malu.

Invece, riesco a portarne a casa solo due compiute. Una di cuore, l'altra un rifornimento semi alcolico per la famiglia.

Due mete molto diverse, ma che si allungano (non con l'acqua la seconda, nota di Arguta Paffuta) perché incontro l'uu,Anita. Perché se incontri un cucciolo, devi dargli le giuste attenzioni. E se devi comprare birra, devi ascoltare e imparare, anche oltre ciò che scorre nel boccale.

Così ti sembra di aver fatto me, praticamente la metà. Ma bene. E vale il doppio.

Notte e meglio metà (ma fatto bene).

mercoledì 8 luglio 2015

Macchie d'oro

Macchie d'oro, modeste, quasi spaventate. Accompagnano l'ingresso della mattina. Sui vetri, sui muri, sulla pelle.

Non servono a comprare nulla, ma regalano un sorriso oltre ogni dolore del mondo.

Lupo almeno una volta

Un libro che ti sconvolge, una persona che l'ha indovinato.

Non serve solo una tournée: come impatto, forse è indispensabile essere lupi, almeno una volta.

Non potersi mai palesare per ciò che si è, aggirarsi anche per la aule universitarie come un pacato cagnolino e non rinunciare  mai a dire la propria idea: neanche quando sei solo un cucciolo di lupo, schiacciato da un cane gigante.

Ma sei lupo una volta, e lupo per sempre. Persino pronto a uscire di scena e a tornare come tua Madre (o Padre) decidono, per consolare chi è ancora troppo umano per capire.

Io vorrei essere lupo almeno una volta. Per essere libera nel branco.

Notte e c'è un nuovo

Un bimbo straordinario porta una luce e la mia amica riservata porta la sua voce pudica a bussare alla mia porta: guarda, c'è una nuova creatura che bussa nella mia vita.

E c'è un nuovo progetto nella vita mia e di due donne straordinarie, il cui nome inizia per le stesse, tre  magiche lettere: e in realtà per molte di più.

Forse, io funziono meglio nel nuovo, perché sono una bambina impaziente. O forse così mi hanno disegnata, o selezionata.

Ma il nuovo più bello è quando continua.

Notte e c'è un nuovo.

Dov'è il cuore

Ti toccano la pelle, e non sanno che sfregiano il cuore. Perché in superficie tu sei come vibra nel tuo profondo.

Senza bisogno di mascherarsi o di omologarsi, a modo tuo coerente anche nelle sfumature.

Dov'è il cuore, lo decidi tu.

martedì 7 luglio 2015

Quando si muove appena il giorno

Quando si muove appena il giorno, ma tu non ne vedi l'ora, per desiderio o incoscienza.

Allora quel timido passo ti sembra una danza immensa.

Dialoghi reali - Jobs Act

- Che cos'è questo libretto? Jobs Act? Ma sai che non ho ancora capito cos'è questo Jobs Act? E' quello di cui parlano in televisione, ecco.

Ecco.

E ancora una volta, hai detto tutto tu.

Notte e nasce sempre Ringo Starr

No, ma è il compleanno di Ringo Starr? Mi sembrava ieri.

No, ma spegne 75 candeline? Allora è così: festeggia il compleanno due volte all'anno. Non ci può essere altra spiegazione.

Perché Ringo Starr è un ragazzino. Che si ingegni di essere il batterista dei Beatles o che acconsenta di fare il figlio di Peter Sellers. Che mille altre cose.

Ringo Starr mi aiuta a stare giovane. Nasce sempre, quel birbante, e noi a sentirci più vecchi di lui.

Notte e nasce sempre Ringo Starr.

Non c'è spazio per tutti

Non ti rammaricare, se non arriva risposta. Se un gesto distratto segue, se forse lo compi tu.

Non c'è spazio per tutti, nelle vite. Compressi da ciò che è invadente, non necessariamente conta.

Non c'è spazio per tutti, nelle vite. E a volte, per nessuno.

lunedì 6 luglio 2015

I vestiti dell'aria

Ancora restano sospesi i vestiti dell'aria della notte.

Quelli che restano incollati ai pensieri, scuri e di un tessuto spesso, inutili cambiarli, il cuore ne viene inseguito.

E poi quell'abito inaspettato, con e come la brezza. Non resta mai a lungo, come per timore di sgualcirsi. Eppure danza con te il tempo necessario per osare rinascere con leggerezza.

Notte e chissà se ci sono 40 gradi

Quando scendo dall'auto, sirena senza ritegno, sento che sto affondando. E quando vedo il display sulla fiera "Quaranta gradi" quasi mi congratulo con il mio sesto senso.

O primo. Oppure illusione ancora.

Perché chissà se ci sono quaranta gradi, chissà quando imperversano davvero e quando compaiono su uno schermo quasi per accontentarci.

Io lo so, quando non soffrivo ferocemente il caldo: quando non avevo rifugi illusori, sirene senza ritegno che mi conducevano a non saper più riconoscere le stagioni.

Allora, il caldo era caldo. E io ci stavo maledettamente bene.

Notte e chissà se ci sono quaranta gradi.

Ogni volta - canzone per la notte

Vasco, questo contrasto mi piace, e suona quasi come armonia. Una presenza, anche inaspettata; un'assenza, dolorosa.

Ogni volta che qualcuno si preoccupa per me
ogni volta che non c'e'
proprio quando la stavo cercando

Non guardare in faccia a  niente, eppure piangere. Ogni volta, circoli viziosi e rigeneranti. E un lato B, una canzone seconda di quando seguivo Vasco, di quando non c'era quella folla. Eppure non mi sentivo mai sola.

Ogni volta, Vasco Rossi, canzone per la notte.

Luce sulla Grecia

Da romantica, anche per colpa sua, pure io voglio vedere una luce sulla Grecia.

che sia alba o tramonto, non lo so.

Mi sembra di sapere soltanto che varrà anche per noi.

domenica 5 luglio 2015

Quando penso forte

Quando penso forte, trattengo almeno il volume delle parole esteriori.

Perché l'esplosione dentro le coprirebbe e nemmeno io sentirei ciò che dico.

Ma quando penso forte, gli occhi, non li posso frenare.

Loro corrono avanti e strillano, con gioia inaudita. E nemmeno riesco a sgridarli, perché la loro felicità, indifferente alle conseguenze, è contagiosa.

Quelli che non fanno del male a una mosca

Che poi spesso quelli che si vantano di non poter fare del male a una mosca, sembrano bravissimi nel cercare di strapparti le ali.

Notte e tutto al suo posto (o quasi)

In paese, il calore è gentile e nel tuo bar c'è ancora il governo indiscusso della signora Anna. Che a novant'anni non accetta mercanzie che abbiano solo garanzia decennale: "E poi?".

E lo stradino ancora beve il caffè da lei. E ancora non so definirlo in altro modo. Il negozio di alimentari è una gastronomia di tutto rispetto, ma con una semplicità che mi impedisce di tirare fuori questa etichetta moderna e insapore.

Scorre il ruscello, e ogni volta spunta un rivolo di case dimenticate, solo per darmi conferme.

Tutto è al suo posto. Manchi solo tu, che alla terra preferisci il cielo o hai dovuto preferirlo. O forse sei lì a prendere un Martini, ma non vuoi farti vedere.

Notte e tutto è al suo posto (o quasi).

Hooligan - canzone per la notte

No, mia nonna non ha mai pensato che io fossi una teppista. Mi chiamava cittadina, però, e francamente mi faceva sentire peggio.

Perché c'è un momento in cui canti queste note e vorresti crederci. Basta, sono un teppista, non voglio più andare a scuola e vi voglio spaventare tutti.

Un solenne buuu e nessuno si scompone. A scuola ci vai, e pure piuttosto bene. Eppure, in qualche modo, puoi essere una pecora nera: perché non ti va di chinare la testa alla tendenza del momento.

Il mio nome, forse, è ciò di cui meno so fare lo spelling: tempo di farlo sul serio. Pronta persino a indossare il giubbotto di pelle e ululare…

I'm a hooligan, won't go to school again.

Hooligan, Kiss, canzone per la notte.

sabato 4 luglio 2015

Notte e non so fare niente

 A volte il pensiero si fissa su questa immagine, dal retrogusto di certezza. Se non so coltivare, aiutare il terreno a fiorire, plasmare creta o modellare tessuti, con le  mani e l'ingegno far vibrare la realtà.

Se mi ostino a navigare tra le parole e non so far nascere nulla che si possa toccare.

Non so fare niente.

Notte e non so fare niente.

(ma posso imparare)

Love is your name - canzone per la notte

Accumulando anni e desideri, si può far cadere l'anima rock, forse solo per una notte.

Confessarsi ciò che aveva una sua dignità, solo se la chitarra strillava selvaggia insieme.

Bisogna farsi perdonare di cadere in trappole sdolcinate e di avere la forza di camminare appena nel fuoco, ma correre nella pioggia.

Tutto è concesso a una vecchia volpe indifesa del rock. Se guarda un'anima, prima che una persona, che si chiama Amore.

Love is your name, Steven Tyler, canzone per la notte.

Con tuo figlio, sempre

Ho tentato di metabolizzare la notizia della tua scomparsa, nonostante dovessi sapere che è impossibile.

Sono cocciuta come tanti anni fa. Sì, come in quel periodo terribile in cui ho dovuto scrivere di troppe tragedie, tra cui la morte di tuo figlio.

Da allora sei stato un padre dilaniato e dignitoso, impegnato a portare il messaggio della generosità del tuo ragazzo e della tua famiglia, con il dono finale degli organi.

Pallidi flash di quei giorni, perché sono stata impegnata nel tentativo maldestro di rimuovere. Solo il tuo sguardo che incrociavo, specialmente nel mio rione natio, mi riapriva tutte quelle sequenze.

Ma ora che lo raggiungi, senza farti troppo notare,  il libro si chiude con un per sempre. Per sempre la pace, che ci attende ogni oltre dolore. E per sempre il coraggio che consegni, come tanti padri provati. A noi il compito di usarlo per non dimenticare come solo dare conti , per il tempo che qui saremo.

Ciao Gildo.

La prima ombra di benvenuto

Quando il sole si intrufola, con l'aria di chi chiede scusa, appare la prima ombra.

Pochi istanti dopo, il volo di un uccellino si staglia sul muro. Neanche canta, quasi non volesse squarciare l'ultimo sonno.

Timido mattino di luci e ombre, quando è troppo presto per correre, per fortuna.

Un angolo della notte

C'è un angolo della notte, in cui ti vedo meglio. Neanche devo compiere lo sforzo di aprire gli occhi. Anzi, tenerli socchiusi, mi aiuta a concentrarmi e a dare spazio alla tua visione.

Un angolo della notte, in cui tutto rischia di essere chiaro e neanche importa troppo, perché lo sguardo vaga a colpo sicuro e si posa su di te. Lì è il riposo, lì il risveglio e tutto ciò che vi scorre in mezzo, è vita.

venerdì 3 luglio 2015

JJ (Just Jim)

E lei dice: senza quella faccia, non avrebbe retto due canzoni.

Io stanotte, con il caldo di Parigi già sazio di vita, penso.

Non so se ti avrebbero seguito oltre due canzoni, senza quel bel volto.

Io credo, mi illudo che ti avrei seguito con quella tua voce che indaga nel profondo, come i versi che trovavi e offrivi.

Buon Riposo, Jim Morrison.

Just Jim.

44 anni dopo e sempre, c'è sempre bisogno di un amico che non abbia bisogno di te.

Notte e sono anch'io in Scozia

Le immagini scorrono fino a me, grazie al sostegno del wifi. Raccolgo con gioia gli scorci e le atmosfere che arrivano dal telefonino di un'anima buona.

Pensa, continuo a chiamarlo telefonino, e dentro c'è il mondo.

Riconosco le casette colorate e sincere di Portree: non lontano, e non domato dall'isola, scorre il Talisker. Whisky, acqua, mormorii di gabbiani che si fanno più selvaggi la mattina. Un'isola, che non è più isola, quella di Skye, eppure non basta un ponte a scrollarle di dosso la sua natura.

Specchio di Scozia, ecco infatti che altre foto arrivano ad abbracciare la mia memoria.

Manco solo da un anno, dagli amici scozzesi. Skye, è molto più distante nei ricordi. Ma pochi luoghi sono rimasti così fedeli in me.

Del resto, quanto spesso si viaggia e si resta irrimediabilmente fermi. Talvolta, si è sospinti dai viaggi altrui.

Notte e sono anch'io in Scozia.

Ci dev'essere un modo

Ci dev'essere un modo, quando ti si ostenta una baggianata per una cosa seria, quasi drammatica. Quando te la fanno pesare come questione di vita o di morte, in un universo che di morte respira rumorosamente.

Ci dev'essere un modo per ridere, ridere forte, quando si spaccia una baggianata per una cosa serissima.

La stessa urgenza

Quando ostenterai la stessa fretta di ascoltarmi, la stessa urgenza che sfoggi nel voler parlare o nel portare a casa qualcosa da me.

Allora credo che ti ascolterò.

Arguta Paffuta

Tempo di emigrare

Quando le persone attorno a me affermano: siamo dalla parte giusta.

Allora so che ho il dovere di emigrare, anche dove sarò terribilmente scomoda.

giovedì 2 luglio 2015

Notte e il temporale sincero

Non l'attendevo, questo temporale, e subito girano voci o favole.

Dicono che sarà un temporale cattivo. Forse, è solo sincero. E se ne andrà senza lasciare traccia, sarà come noi, quando siamo sul punto di vuotare il sacco, poi ci rintaniamo nella muta routine.

C'è sempre un momento, c'è sempre una sera in cui non fermarsi e pronunciare la parola decisiva. Per un po'.

Notte e il temporale sincero.

Piccoli leoni

Piccoli leoni lottano, nel canile amorevole che avrei sognato per i trovatelli, tanti anni fa, quando erano in gabbie fredde o roventi, senza esistere. Un rifugio pieno di persone attente e innamorate.

Piccoli leoni vengono incontro e ti chiedono una carezza, anche una sola.

Tu, sembri il più minuscolo e fragile di tutti. Eppure i tuoi segni di fiera lotta si fanno sempre più evidenti.

Non metti su peso, ma senti come abbai adesso quando cogli che è il tuo dovere. Il tuo musino sofferente si alza e poi torna a cercare ciò che preme, un po' di luce, un po' di amore, una briciola.

Piccoli leoni, che fanno apparire così piccole le nostre grandi lotte.

You don't own me - canzone per il giorno

Ogni tanto qualcuno pensa di poterti ordinare cosa fare. Con dolcezza o con veemenza, cercano di disporre anche di un'ora della tua vita: ottimo mezzo per non governare la loro.

Joan Jett lo urlava da giovane, ma è un promemoria eterno.

Non mi possiedi. Nessuno lo fa. Non ti dico cosa fare, tu non dirlo a me.

Let me be myself.

You don't own me, Joan Jett, canzone per il giorno.

mercoledì 1 luglio 2015

Tutto sta tornando a posto

Quando tutto cade, ogni pezzetto in realtà sta cercando di tornare al posto.

Ciò che assicura il rabbi, viene da lontano e tu lo sai.

Quel movimento scomposto è una danza aggraziata, con una meta precisa oltre il palco apparente.

Tutto sta tornando a posto.

Notte e quando sei stanca

Muscoli doloranti di vita, per una volta i pensieri sono rimasti indietro rispetto ai tanti chilometri consumati.

Dentro di te avverti lampi della fatica della natura e respiri l'aria umida con testardaggine.

Quando sei stanca così, sei felice.

Notte e quando sei stanca.

Il potere di un lago

Una mia cara amica, e artista con la penna (ma quanto bene sa pure disegnare), fa uno splendido ritratto di parole del suo lago.

Non è il mio, ma la storia, le sensazioni, i brividi sono i medesimi. E medesimo è lo specchio in cui mi tuffo di anno in anno.

Devo condividere le sue riflessioni e a un tratto irrompe un amico scozzese: ma questo sembra un lago della Scozia!

Non lo è amico, o forse sì. Abbiamo visto tre laghi differenti, persino in Stati differenti, e ci ritroviamo tutti.

È questo, forse, il potere di un lago. Se teniamo il cuore pronto a tuffarsi. E questa sera già il tramonto lo tenta, ancora.

I treni affollati, i treni vuoti (e perché si dice ancora)

C'è un momento in cui mi rallegro di un treno affollato. Una sera tardi, tornando da Expo. Mi va quasi alla testa, perché è stupendo viaggiare senza paura, immersi tra la gente. È quello che dovrebbe essere di solito, che ci toglierebbe l'insicurezza in cui a volte ci siamo cacciati.

La fine della poesia avviene con uno sguardo al tabellone, che mi riporta alla routine. Ritardi di cinque minuti qua e là (record di venti per un convoglio), un treno di quelli tardivi che arriva sul tuo binario senza annuncio e quattro ignari signori ci salgono felici, strappati in extremis da una voce amica: avete sbagliato treno!

Treni affollati. Treni vuoti: penso a quelli che si ostinano a passare  senza fermarsi a Busto Arsizio, ebbri di un fattore turisti Expo che francamente non ho respirato sui Malpensa Express.

Sono grata del fatto che venga ripristinata la fermata delle 8.04 da settembre. Era una prima necessità e l'assessore Sorte e il consigliere Marsico dopo aver ascoltato, hanno agito: grazie.

Bene.

Sembreremo noiosi a dire: bene, ma ancora.
Il Comitato pendolari tuttavia lo deve fare, perché la battaglia non è fine a se stessa. Qui non ci sono medaglie, ma le vite, le loro fatiche quotidiane.

Io spero che questo sia solo il primo passo.

Spero  di non vedere più treni vuoti, sfrecciare davanti a una massa di persone che devono andare a lavorare e studiare.

E di vedere treni affollati solo per gioia, per scelta ,come quelli serali per e da Expo.