lunedì 31 agosto 2015

Notte e un mese straordinario

Non è solo la fine di un giorno, ma di un mese, forse di una fase: posso chiamarla era? Tutta questa tentazione di enfatizzare viene da un mese straordinario.

Quello si chiude. Tra incontri spettacolari e dipinti di pudore, profumi che fedeli mi hanno seguito, colori che mi hanno immersa in stupore infantile, ferite che mi hanno inchiodato all'essere adulta.

E tutto ciò mi sembra straordinario. Poi guardo i fiori che devono impallidire, ma vedo i semi che stanno per rituffarsi nella vita.

È stato un mese straordinario. Si apre un mese straordinario. E auguro un mese straordinario a ogni viandante dei cassetti.

Notte e un mese straordinario.

E già tutti hanno più fretta

Non fa in tempo a finire l'estate e già tutti sembrano avere più fretta.

Di svegliarsi, di correre, di parlare. Assisto alla gara per chi rompe per primo il velo del silenzio mattutino. E mi consolo muovendomi silenziosamente.

Quando sono stronza

Quando mi dimentico, quando mi rivelo e mi chiudo. Quando scappo, magari inseguita dal dolore.

Ma se a te non frega niente, ti dico: sì, in quelle occasioni sono stronza.

Ma non quando vuoi intrappolarmi nel tuo pubblico Non quando vuoi aggredirmi, per sentirti meglio o sentirti davvero.

Non mi piace assalire. Non mi piace subire.

Io sono libera, quel che basta per vivere e dire grazie solo per amore.


quando sono stronza. Quando lo voglio io, per esistere fuori dalle parti che qualcuno pensa di dover decidere.

Amiche

L'azalea che sembrava spacciata per la siccità, ora sta lottando con timide, verdi foglioline.

Me l'hai regalata tu, trent'anni fa, ricordo alla mia cara amica che riabbraccio. Con noi, la terza amica. E tre, è davvero la perfezione.

Amiche, da sempre, dal momento giusto. Incontrate, smarrite perché la vita fa provare anche questo, ritrovate, sempre a fianco.

Amiche. Ridiamo è il pudore lo perdiamo solo più tardi, per un attimo.

Amiche. Non c'è altro, da dire.

Separator - canzone per il giorno

Cadere da un letto, cadere da un sogno. E perdere tutto quel peso che chiamano vita, ma non è così.

Non conosci più confini, resta solo una sensazione: quella di prendere quota, su un volatile enorme, e ammirare giardini carichi di frutti e bellezza.

Chissà che un giorno diventi realtà. Chissà che lo sia già.

Separator, Radiohead, canzone per il giorno.

domenica 30 agosto 2015

Non passano più

Non passano più le notti. E passano troppo i giorni. Non riesco ad afferrare un frammento di ciò che sembra importante.

Non passano più i dolori. Non pesano meno le assenze improvvise, i vuoti ritagliati nella vita.

Non passa la voglia di vivere, tra i segni del tuo amore.

Entrambe al mondo

Sospinta dalla luce perfida, cadi vicino a me. Non so neanche cosa sei: una versione scura e senza macchie di coccinelle. Forse nemmeno tu sai cosa sono io.

E potresti finire in un secondo, se lo volessi o per caso o destino (spostiamo la leva sulla parola che preferiamo). Sì, bestiolina, chissà quanto resterai qui, su questa terra. E pure io.

Siamo così diverse, eppure così simili. Di passaggio, senza poteri e ingombri.

Entrambe al mondo, entrambe amate, ed è l'unica certezza che resta.

Notte e avevano ragione i Motley Crue

Potrebbe essere un dialogo ideale, se non reale. Ma Marilena, perché ti abbiamo mandato a studiare i testi sacri della filosofia, se poi citi sempre il rock?

non so, forse perché è sporco, cattivo, non lo prende sul serio nessuno (quest'ultimo aspetto mi piace molto di più). Ma più di trent'anni  fa mi accaparravo Theatre of pain dei Motley Crue, che mostrava un rapido promemoria. Perbacco, forse anche in questo il rock è efficace: è rapido, fulmineo.

Le maschere del teatro.Le lacrime e la risata.

Ripenso alla giornata di oggi. Iniziata con l'eco di grandi gioie e i dolori di un corpo acciaccato.

Ho risalito i monti con i sorrisi, miei e di chi amo. Sono corsa libera nel prato, confinante con il bosco, e un riccio mi ha punto. Ho preso il sole, e la tachipirina.

Sono corsa su un altro lago, per amore di un'amica. E ho trovato tante sorprese, tanti amici.

sono tornata a casa e ho trovato che una persona cara se n'era andata.

E rido, e piango, e sono viva, finché vorrà.

Notte e avevano ragione i Motley Crue.

Come se ancora papà

E ci sono persone che se ne vanno, che ti hanno ascoltato, che ti hanno voluto bene, che hanno insistito con garbo, per te, quando volevi fuggire.

Ci sono persone che hanno amato la natura, proprio come tuo padre.

E ti hanno aiutata, anche solo a sorridere, proprio come tuo padre.

Hanno creduto in te, proprio come tuo padre.

Poi, hanno avuto da fare tra gli angeli, proprio come tuo padre.

E così senti, così non riesci quasi a dire, così piangi solo

Come se ancora papà.

Dialoghi reali - Quando l'ascensore

Dalla scala emerge una donna, ma dietro di sé come un'eco di respiro sofferente.  

Scendendo incontro suo marito, che arranca grintoso sulla scala. Di fronte a tanta fatica mi viene spontaneo dirgli: signore, guardi che qui al cimitero c'è l'ascensore.

Con una luce negli occhi si ferma: signora grazie, ma lo prenderò da morto.
Nella fatica, brilla più forte la tenacia. E mi chiedo se la mia generazione si staccherà mai dall'ascensore.

sabato 29 agosto 2015

Lo scettro e la mano

Non mi interessano scettri o microfoni o altri aggeggi che mi impediscano di abbracciare o di tendere la mano.

Un dito toglie una lacrima, l'altro fa il solletico a un fiore. Tutte stringono chi chiede un abbraccio senza corti e re.

Notte e il mondo continua

Ho camminato un po' a fatica attraverso il mondo, per tornare dalla mia famiglia. Stanca e carica di emozioni, grata e acciaccata, ho assaggiato gli ultimi Paesi, gli ultimi volti.

Viaggio con persone care verso casa. Il mondo si allontana con le luci di Expo, che non sono l'aspetto che mi piace di più, ma capisco serva per attirare gli sguardi.

Sul treno, una donna intercetta la conversazione, rivelandosi una vecchia conoscenza. Dalla pensione al futuro, alla scuola che è cambiata. Finché racconta dei suoi figli. Una di loro viene da uno stupendo Paese dell'America Latina e ci spiega come un giorno ci siano tornati a cercare la famiglia d'origine, su richiesta di lei.

Gli occhi della donna, ora nonna, brillano. Lei ama il Paese di sua figlia e lo descrive come fosse il suo. E' il suo. E penso: questo è l'amore.

Notte e il mondo continua

Quando siamo solo vigliacchi

Poi vedo lei, che si è dovuta allontanare per curarsi. E' vero, non eravamo mai state amiche. E' vero, le ho mandato un messaggio per interposta (e cara) persona, perché non osavo disturbarla.

Ora la vedo tornata in azione (ma c'era un'azione più azione di prima?) e mi rallegro, l'abbraccio.

Era delicatezza, mi dico. Ma forse, era solo vigliaccheria. La paura di stare con il dolore, che trova mille scuse.

Quando siamo solo vigliacchi, ci piace parlare di delicatezza.

Dialoghi reali - Ragazzotta

- Oh signore, guardi la conosco da una vita, Marilena. Proprio una  brava ragazza.

Il terzo non incomodo osserva e io mi sento in dovere di riportare la situazione ai confini della realtà: Non sono così brava. E a onor del vero neanche più una ragazza.

Pausa di riflessione, poi la signora autrice della lusinghiera affermazione corregge: Ragazzotta.

Sto meglio. Forse.

venerdì 28 agosto 2015

Un giorno unico

Ti svegli da un giorno unico, tanto che in realtà quasi non hai dormito.

Lo risenti sulla pelle e il sorriso batte la stanchezza, per tutto ciò che ha vissuto.

Ti svegli in un giorno unico, lo vuoi, lo puoi ancora.

Notte e il mondo è così vicino

Sono una fottuta sentimentale, che non vuol dire per forza buona, anzi. Oggi per la prima volta a Expo ho avuto la tentazione delle lacrime (io, che non voglio, non posso più  piangere).

Perché mi sentivo ignorante, più che mai: non solo apprendevo di colture (e culture), alimenti sconosciuti; comparivano persino Paesi di cui intuivo vagamente l'esistenza. Perché le persone esploravano felici. Perché se vuoi  un grande luna park. Ma se vuoi, scopri anche i problemi e i tentativi di superarli.

Piangevo, per la coda a Palazzo Italia. Per la resistenza dimostrata da tanti. Perché sbirciando Israele c'era pure la coda, che mai avevo visto. Perché i volti erano luminosi. Perché i miei amici comaschi erano fieri e ancora più contenti.

Il mondo, così vicino.

Poi, quando corro a mangiare una cosa nel mio amico Cile, sento:

Marilena!

Sono miei cari amici, che abitano nella mia città.

Mio Dio com'è grande il mondo, e com'è vicino.

Notte e il mondo è così vicino.

Entra tu cielo

Le imposte sono troppo diffidenti, le pareti eccessivamente paurose. E io so solo una cosa: mi manchi cielo.

Non riesco ad afferrarti e baciarti più con gli occhi, i colori si stingono al pensiero di non potermi perdere in te.

Se non ti fanno entrare, se non ti faccio entrare, fammi un piacere.

Perdonami, ed entra tu, che puoi, in ogni stagione, in ogni porta, anche in quelle che non ci sono.

Entra tu cielo.

Non ci vuole tanto

Non ci vuole tanto a litigare,  a  mandare al diavolo, a salire sul piedistallo e sbraitare. A denigrare ciò che costa il sudore agli altri, o che è anche solo un colpo di fortuna.

Non ci vuole tanto a vedere il marcio e a organizzare guerre di parole, in sostituzione alle altre.

E non è per bontà - che non possiedo - che non mi va di accodarmi. E' che non ci vuole tanto, e forse, tristemente, a me le cose facili non piacciono.


Dialoghi reali - Ascolto a ore

- Alle sette ho fatto questo, alle otto quest'altro. Alle dieci poi… Ma mi ascolti

Sobbalzo tipico dell'uomo colpevole: Sì, certo.

- Che cosa stavo dicendo?

- Che alle sette hai fatto questo.

- Sono passate tre ore, nel frattempo.

- Come vola il tempo quando ci si diverte.

Dove non ci vogliono

Cucciola, è anche la tua vacanza. Scendiamo in paese e facciamo un bel giro nel parco. Compare un avviso: l'immagine sembra un cane, non può essere un cane.

Vietato l'ingresso ai cani.

E benvenuti nel 2015, no?

Cucciola, consoliamoci con uno spritz.

Al bar compare un avviso: io qui non posso entrare.

C'è la tua faccia, non la mia, ma non entro neppure io.

Dove non ci vogliono, non ci meritano.

giovedì 27 agosto 2015

La visibilità e la complicità

I terroristi che cercano visibilità, gli assassini in salsa social che chiedono altrettanto.

E noi sulle nostre bacheche diffondiamo i loro messaggi e i loro volti avidi di notorietà, per sé o ideali folli?

Esponiamo le vittime all'ultimo sacrilegio, dall'espressione d'orrore al massacro.

Noi siamo complici all'ennesima potenza, se diamo agli assassini ciò che cercano. E quindi, assassini anche noi.

Notte e l'amicizia come una cartolina

Quando trovi dietro l'angolo un amico che non ti aspetti, che pensavi ancora via. Quando lo trovi perché la cucciola lo sa quanto il tuo cuore. Quando la mattina ha subito questo sapore di certezza oltre la ragione, il profumo di una pianta speciale, il volto di un seme che è diventato pianta contro ogni umano scetticismo.

Come una cartolina che ti sei portata dietro per l'intera giornata: ora la estrai, dolcemente, e la rimiri, con gioia. 

L'amicizia come una cartolina, in un viaggio di vita.

Notte e l'amicizia come una cartolina.

Berta filava - canzone per il giorno

Quando Berta filava - mi assicuravano - tutto andava bene. Tempi lontani e certi, in cui le cose giravano per il verso giusto, come quell'opera costante di tessitrice.

Ci vuole un poeta, per mandare a gambe all'aria tutto e dare un senso nuovo, un senso vero.

Quando Berta filava, tutto era un grande caos, come adesso. Ed era bello, ed era vita.

Berta filava, Rino Gaetano, canzone per il giorno.

mercoledì 26 agosto 2015

Forse è ancora estate

La pelle fresca la mattina. La consapevolezza che le decisioni vanno prese, prima dell'inverno, come le provviste. La luce, che non è più sfrontata, come i sogni.

Finché mi giro e guardo te.

Forse è ancora estate.

Come saluta la natura

L'ultimo volo impeccabile della poiana, divisa tra il cielo blu e le soffici nubi che incombono. E la merenda sbarazzina dello scoiattolo, che si esibisce ancora, a ricordare la propria presenza nel bosco.

E la libellula, gigantesca, si congeda con una buffa danza: rischia persino un frontale con una farfalla.

Tutti, in qualche modo, ti salutano. Ma come saluta la natura, è speciale. Perché ti ricorda che le appartieni e non puoi starle lontano.

Il televisore che non c'è (e quando c'è)

Anche quest'anno non è entrato a casa. Dopo l'avvento del digitale terrestre, ci si era posti il problema in montagna: vediamo se dobbiamo prendere un televisore.

Di anno in anno, è stato messo da parte. E questa volta non ci siamo nemmeno posti il problema: completamente dimenticati.

Me ne sono resa conto una volta in città. Quando ho visto quell'aggeggio scuro e per un attimo mi sono sentita spaesata: a che serve?

L'ho acceso e mi ha aggredita una sfilza di telegiornali. In dieci minuti incidenti, omicidi, disastri di varia natura. Sfinita, ho afferrato il telecomando, ma non cambiava nulla: le voci, di canale in canale, sembravano accompagnare le stesse, strazianti immagini.

Una speranza, per favore, televisione?

Ho trovato pace solo con la recita del rosario, su Tv2000.

Il televisore che non c'è, e non te ne accorgi.

E quando c'è ha un senso se almeno serve per recitare il rosario.

Notte e non bisogna fidarsi (ma si fa)

In un giorno sbilenco, prende a parlarti chi finora ti ha ignorato o sbeffeggiato, o così pensavi tu. E la sua voce è musica, addolcisce il tempo, ti permette di respirare umanità.

Poi arriva una persona pragmatica: occhio, non fidarti, non fidarti mai.

Non bisogna fidarsi, lo so. Ma sai come  è bello parlare e ridere, e sentire che siamo persone? Non bisogna fidarsi, ma si fa. Costi quel che costi, anche quando oserai maledirti per questo.

E quante volte, hai sbagliato tu?

Sono felice, ora, in fiducia.

Notte e non bisogna fidarsi (ma si fa).

martedì 25 agosto 2015

Notte e fuori il motore

Piccoli indizi che ti spronano a continuare, disseminati dalla natura. Ma se guardi attorno, tra testardaggini umane, inceppi burocratici e la rivolta delle macchine, maturi ben altra idea.

Capitano, mi sa che tutto ci rema contro.

E la senti la sua voce: forse è l'ora di tirar fuori il motore.

Notte e fuori il motore.

Metti che la vita sia come gli Scorpions

Metti che la vita sia come gli Scorpions. Incazzata ma per finta. Innamorata e senza pudori. Desiderosa di abbattere muri ma non solo per mostrare il meglio in società.

Che faccia un gran casino e poi si sciolga in un sorriso. Che sia un uragano, ma sia un vento che sa, fa cambiare.

Un metallo che si fonde, per troppo amore.

Forse è così la vita. Come una canzone degli Scorpions.

Quando tutto si calma

Quando tutto si calma e l'acqua si addormenta, resta nell'aria solo una sostanza misteriosa.

Impastata di sogni, tormenti, sollievo, annusa la terra umida e si mette a vagare nell'atmosfera.

In compagnia dei primi rumori, della danza delle foglie ancora bagnate e di tutto un mondo che non vuole farsi notare.

Ma c'è, freme, si stacca, ti abbraccia.

Quando tutto si calma.

lunedì 24 agosto 2015

Mi fermo, aspetto

Mi chiamano, mi esigono, mi spengono.

E io ora so come comportarmi.

Mi fermo, aspetto. Finché non trovo me.

Non sono

Non sono la migliore, non sono neanche un granché. E questo dovrebbe mortificarmi? No, mi dà almeno un beneficio: la forza di non dire a qualcun altro: sono migliore di te.

E di provare a migliorare.


Dialoghi reali - ma quali bamboccioni

- comunque, basta con questa storia dei nostri ragazzi che sono tutti bamboccioni. Guarda su quella salita, guarda quei giovani che si stanno arrampicando, carichi dei loro zaini. Noi non l'avremmo mai fatto. Bravi ragazzi italiani, dimostrate che non siete bamboccioni.

- parlano francese.

Mais oui

Notte fragili creature

Che cos'è la pioggia, una carezza, uno schiaffo, un'iniezione di vita, un brivido.

E quando si fa sferzante, il suono dei campanelli delle bestiole e il loro vociare mi percuotono insieme. Il loro vagare, da fragili creature, sotto un'acqua che non consente di trovare riparo.

Notte, fragili creature.

Più di quello che mi serve

Con la tempesta, ora sottile, presto impetuosa, in corso, raduno mentalmente le armi a disposizione.

Pasta calda e abbondante. Squisiti biscotti al miele. Barbera che scorre dal Boschetto, sanamente indifferente all'acqua. Amore. Tanto Amore.

Tutto quello che mi serve. Più di quello che serve. E vorrei dividerlo, come si può.

Buona giornata.

domenica 23 agosto 2015

Notte e ciò che piove

Fai cadere la frenesia, chi se ne frega che siamo in ritardo se andiamo dove ci accolgono per ciò che siamo. Così, tra un bicchiere, un fungo e la polenta riviviamo i nostri cammini e gli amici che abbiamo incontrato.

Si fa strada un'altra frenesia. Quella di vivere, energie di costruire, un nuovo progetto di cui fai partecipi gli altri: tutto prende corpo sotto la pioggia.

Ciò che piove è Vita.

Notte e ciò che piove.

Words (don't come easy) - canzone per il giorno

Le parole non escono troppo facilmente, quando sono preziose. E se lo fanno, perdono il calore e si colorano di finzione.

Ma se le parole non escono facilmente, un modo dovrò trovarlo per dirtelo. Così si ruba una canzone, si inventa una sigla misteriosa, si fa scivolare una carezza in un momento inaspettato. Per dirtelo meglio, per dirtelo davvero, oltre la mia povertà.

This is my only way... i love You

Words (don't come easy), F. R. David, canzone per il giorno.

sabato 22 agosto 2015

Come se la pioggia non fosse vera

Caduta sulle nostre ore, silenziosa benedizione che taluni scambiano per seccatura.

Uno dei guai che accadono con le creature che non rovesciano parole dietro parole.

Così alla pioggia non si vuole credere a volte, quando racconta la verità. Meglio rumorose bugie del suo canto attutito.

Come se la pioggia non fosse vera, solo perché non ha bisogno di parlare.

Notte e l'ultimo sguardo (sul) sereno

Dicono che stia arrivando la tempesta tenace, anche se il cielo lo nega. Così guardiamo il nostro mondo sereno, con un po' di malinconia. Non osiamo confidarcelo, ma per un po' ci chiediamo quanto durerà quest'ultimo sguardo sul sereno. Quanto a lungo sereni i nostri occhi rimarranno.

Questa pace non è però illusoria, perché ci induce a guardarci. E io so fino a quando sereni resteremo: finché i nostri sguardi intrecciati rimarranno.

Notte e l'ultimo sguardo (sul) sereno.

Viaggio nell'arte del Ruché

La mia spiaggia preferita si presenta come un ventaglio di colori: il verde intenso, che si accende al primo raggio di sole, e quelle sfumature dei grappoli che ridono.


L'ardita uva del Ruché, qui ancora aspra, là già mansueta e bramosa della vendemmia: avevo promesso questa visita, dal nuovo incontro con don Giacomo Cauda, attraverso il libro che versa il ricordo e l'orgoglio nei bicchieri di oggi.




Mi inchino, Maestà. Ma non sei un re solitario, lo narra la discreta compagnia del Grignolino: più timido si ripara dietro foglie generose. Non importa se oggi sia meno ricercato: lui resta lì, fedele, nelle vallate e sa quanto può offrire. Così pare sussurrare, mentre accarezziamo le foglie e il terreno di questo scrigno verde.


In qualche modo, sono a casa. Arrivata a Scurzolengo, mi incanta questo villaggio, dove anche il grande Paolo Conte ama trarre ispirazione. Alle Cantine Sant'Agata mi accolgono tradizioni e racconti che potrei ascoltare per ore, grazie anche al cantastorie Claudio: avevo già avuto prova della sua capacità di condurre nel cuore del vino e delle sue note, tra la gente, tra i vigneti, tra castelli veri e nascosti.

Gli sono grata per l'ospitalità e le descrizioni che si intrecciano: non riesco ancora a vedere il Monte Rosa, in questa mattina inizialmente uggiosa; devo solo intuire Superga.

Ma quando ci spostiamo a Castagnole Monferrato, anche la luce si smuove. I primi terreni coltivati con amore e fede da don Giacomo Cauda, non riesce a riconoscerli la bambina. Arrivando alla piazza, il cuore batte però forte: quella chiesa, che lui fece riparare dai danni del tempo e del terremoto. Si è innescato un movimento antico, e allo stesso tempo specchio di vita.


Dal simpatico tabaccaio un cartello che mi intima di trovare un'ora al giorno almeno, per coltivare la felicità. Come questa uva miracolosa, cantata dalla Bibbia: che contraddizione, che peccato c'è? La voce di don Giacomo risuona con l'amore per questa terra, ponte del cielo.

E  miracoli vedo anche tornando, come la pianta di limoni florida, ancora nel mastello della nonna a Sant'Agata.

Gattini che gironzolano, curiosi, tra queste valli buone e riservate. E anziani che con dolce testardaggine compiono il loro dovere, sia prendersi cura di una vigna, di un orto o anche solo percorrere con i limiti e la lentezza dell'età queste strade morbide.

tutto è benedizione.

Siamo tornati alla spiaggia del Ruché, alle onde che riversano ogni ben di Dio tra le vallate. Non mi stupisco che Claudio sia anche un artista, e futurista: perché è nelle radici che sfreccia l'arte del futuro.



L'amicizia ai tempi delle bottiglie

  Ore a domare ricordi ed emozioni. Ma perché dovrei domarli?

Si apre la prima bottiglia del nettare degli dei e il suo riversarsi nei bicchieri ha il sapore di saggezza millenaria. Radici, frontiere, questo fiume il re Ruché travolge tutto.

E prima ancora sui monti con gli amici, autentici, forse anch'essi millenari, mi viene da dire, perché ci sono sempre stati.

I "ti ricordi" solo ponte per i "In futuro faremo". È questo esserci sempre, ieri e domani.

Ora sulla collina brindiamo, perché la vita ha un gusto speziato, che si abbina oltre tempi e frontiere. Come il nostro legame.
 
Guarda caso, le bottiglie esistono ancora!
Buona serata!


venerdì 21 agosto 2015

Tra i brividi crediamo

Un velo gelido sulle cime, scende a valle, corre sull'acqua ma non è ancora abbastanza sveglio.

Noi crediamo nell'estate. Anche tra i brividi che non allarmano o intristiscono, ci fanno solo pulsare di più la vita dentro.

Siamo tutti europei (anche in strada)

Passaggio pedonale: sono assalita dalla voglia infantile di contare gli automobilisti che non si fermano. Cielo, qui mi addormento.

Cambio, guardo le targhe di chi impunemente se ne frega di tutto sì, persino di questa signora appiccicata alle strisce con le borse pesanti (non sotto gli occhi, Arguta Paffuta, ti ho sentita).

Un italiano. Un tedesco. Francia bene, e buongiorno famigliola del Belgio. Nessuno accenna una timida frenata, let's go. Avanti così.

Ha ragione Franceschini,mica solo nell'arte però.

Sdrammatizziamo un po'?

Siamo tutti europei. Anche in strada.

Notte e tutto quello che ti chiama

Succede che ci sia un coro, quasi un'orchestra: prima avverti solo una nota, poi inciampi in uno strumento, quindi ti vola in faccia uno spartito.

Succede che tu voglia ostinarti a non ascoltare, a non vedere. Forse, anche per paura.

Ma tutto ciò che ti chiama, è per intonare con te il tuo destino. Che timore, dovresti coltivare? Forse, quello di restare immobile.

Avanti.

Notte e tutto quello che ti chiama.

Foxy lady - canzone per la notte

Piccole rubacuori davvero, le volpi. Come questa graziosa donzella che fa strillare Jimi Hendrix.

L'incontro con la piccola volpe, all'alba, non mi uscirà mai dalla testa. Le canto questi versi, ringraziandola di essere rimasta con me. Non volevo farle alcun male, ed è rimasta qui, con quel sorriso enigmatico, mascherato dalla penombra della mattina.

Foxy Lady, Jimi Hendrix, canzone per la notte.

The sound of silence - canzone per il giorno

Risalendo i tornanti, non mi spavento del buio, vecchio amico: c'è solo posto per il cielo blu.

E tante persone che non so ascoltare, altre che non sanno parlare, scorrono sotto i baci dell'estate. Le mie parole, come tante altre, gocce di pioggia silenziosa: ora ad ascoltarle non mi sembrano così importanti.

Come mi strazia la violenza del neon qui, sotto la luce vera, immersi nel suono del silenzio.

The sound of silence, Simon & Garfunkel, canzone per il giorno.

giovedì 20 agosto 2015

Quello che cerchi sotto l'alba

Quello che cerchi sotto l'alba, lo fa fiorire il sole quasi intimorito. Lo vai a cercare lontano, scavando tra i segni del mattino. 

E ti spingi sempre oltre, finché vedi quella luce farsi più audace e sei tu ciò che vedi.

Ciò che cerchi sotto l'alba.

Contraddirmi

Il bello di contraddirmi, il bello di essere vera. Sempre uguale, anche quando cambio. Incavolata e capace di perdonare, gentile e capace di chiudere porte ai percorsi.

Contraddirmi per cadere meglio e meglio ripartire.

Contraddirmi è vivere, e non dare mai per scontata nemmeno me Stessa.

E guarda che crescerò

Ti sembravo così audace, ma le mie paure hanno rubato la scena.

Forse resteranno sempre aggrappate al palco, che io detesto.

Eppure crescerò e ti stupirò per il coraggio ritrovato. Quello di prima era fuffa, perché dietro avevo una forza che non era mia. E ancora adesso, a ben guardare.

Ma crescerò e saprò esserne consapevole, senza credere che sia un limite. Saprò accogliere ferite, senza infilare corazze di facciata.

Forse sto già crescendo.

Guarda che crescerò.

Notte e quanta strada insieme

Ritrovarsi davanti a un panorama e ripercorrere le miglia di una vita. Forse, delle vite che ciascuna contiene.

Quanta strada insieme. Eravamo piccoli, eravamo apprendisti entusiasti, eravamo coraggiosi pionieri, eravamo creature accudite tanto, troppo.

Ma mai una volta ci siamo giudicati.

Come siamo cambiati e come siamo gli stessi oggi qui davanti a un panorama e tante vite.

Amici.

E non c'è parola più importante.

Notte e quanta strada insieme.


In alto, senza difese

Sono in alto. Come importa a me: in alto non su torri del pensiero e di status, ma ad annusare il cielo. Posso sentire quasi lo spostamento d'aria, quando passa affamato il falco.

In alto non significa potenti. Significa esposti. Fragili, ancora di più un puntino, ma con la possibilità di osservare tanto. Senza difese e con immensi doni.

E forse non ci sta tutto, nel cuore.

Paradise city - canzone per il giorno

Dove cresce verde l'erba, in barba anche alla siccità. Dove è casa e casa significa libertà.

Una città paradiso, inutile chiedere di portarti lì. Ma si implora lo stesso, in questo gioco d'azzardo di vita.

Portami nella città paradiso, quella che realizza piccoli e grandi desideri. Il disco sta gracchiando, l'ho afferrato tra i vinili sotto il Duomo. Questi folli, che avranno da dirmi. O se mi piacciono, questi malefici anni '80, anche quando finiscono, come un disco troppo bello.

Per favore portami a casa, qui tra l'erba verde.

Paradise city, Guns n' roses, canzone per il giorno.

mercoledì 19 agosto 2015

Notte e cosa è artificiale

Quanti amici e conoscenti postano con entusiasmo le immagini dell'Albero della Vita a Expo. Un segno glorioso e artificiale, mi rammenta la regia, mentre si parla del futuro del pianeta, dell'ambiente.

Quanto ci emoziona la vista di un aereo sull'acqua, che prende il posto della luna e la fa volare. Mentre attorno le stelle sbirciano un po' intimidite.

E mi chiedo cosa sia naturale, cosa sia artificiale. Se esista davvero una differenza, quando fa battere il cuore.

Notte e cosa è artificiale.

I momenti che non esistono più

Lampi più forti della tempesta, i momenti che non esistono più. Una festicciola tra ragazzini distanti, una camminata per inseguire discorsi da grandi, boschi che sembravano immensi e non dominabili da nessuno.

I momenti che non esistono più, lasciano il posto ad altri. Ai momenti che arriveranno, graffieranno, baceranno. Un turno dopo l'altro, per esistere ancora.

Il sole che sussurra

Ti ho sempre atteso a quest'ora, per abbandonare precauzioni ed esitazioni. 

Il sole che sussurra e non ti vuole imporre nulla; ti viene incontro, ma non gli spiace se lo vai a cercare.

Noi a respirarti e ci sembra il modo migliore per ringraziare te e Lui.

Il sole che sussurra, non ti nasconde nulla e ti protegge con un sorriso che si spalma sull'acqua, sull'erba, nell'anima.

Non devi piangere - canzone per il giorno

Succede così, succede spesso: se qualcuno ti invita a non piangere, anche scherzosamente, è perché ha lacrime sue e ne conosce bene il sapore.

Durano un attimo o un'eternità.

Ma amico, non puoi restare qui, c'è troppa polvere.

Non devi piangere, Alberto Camerini, canzone per il giorno.

martedì 18 agosto 2015

Notte e cosa è sospeso

Strisce nere, luci volanti, pensieri e desideri: tutti mischiati lassù, sospesi a guardarsi con sorpresa.

Come a chiedersi: che ci fai anche tu quassù? Che c'entriamo l'uno con l'altro?

Forse siamo tutti sospesi, a respirare la terra e il cielo, non per indecisione, ma per troppo amore.

Notte e cosa è sospeso.

If you don't like rock... - canzone per la notte

Nessuno è obbligato ad amare il rock. Ma quando c'è un tuono che scuote, devi affrettarti ad entrare.

Cartelli bianchi, grosse scritte nere e una musica che comincia a caricarti.

Se non ti piace il rock, non è grave.

È solo tardi.

If you don't like rock'n'roll, Rainbow, Canzone per la notte.

Five to one - canzone per il giorno

Fragili, forse innocui sotto questo cielo, ma non per scelta, sfogliamo una carica di rabbia e felicità.

Perché ancora non so se sia più inutile aggirarsi con i fucili o con i fiori in mano, quando il mondo ha una forza propria per cambiare.

Ci vuole una settimana, o molto di più. Ci vuole la capacità di unirsi, che è la più ardua.

Numeri, sogni, tutto a mandare in pensione i giorni del ballo e delle apparenze.

C'è una vita da abbandonare, una da riconquistare.

Five to one, Doors, canzone per il giorno.

Come un cielo spalancato

Un cielo spalancato ti stringe, ti apre, ti spaventa, ti fa innamorare. E non puoi più farne a meno.

Come un cielo spalancato, sei tu.

lunedì 17 agosto 2015

Decisioni rivoluzionarie

Decisioni rivoluzionarie, solenni promesse all'ombra di un castagno.

Non faranno chiasso, neanche saranno notati gli indizi. Macchie di colore e piccole ombre che danno sollievo, non possono intercettare i treni in corsa.

Ma decisioni rivoluzionarie neanche possono essere tradite, alla corte di un tale re.

Troppo spazio

E se qualcuno, qualcosa troppo spazio ha nei miei incubi, troppo spazio gli concedo, nella vita.

Doni

Abbracciata a te svegliarsi e un mondo non riuscire a contenere. Non saper contare le sfumature dell'acqua, né volerlo fare. Ascoltare il bosco e volergli dare voce, ancora.

Scoprirsi così fragile da tremare, e per questo ringraziare.

Doni, che non si possono restituire. Neanche nascondere. Solo attingere da loro per  amare.

Notte e ciascuna nuvola

Una massa di nuvole si sposta lentamente, come dopo una indigestione. E perde fili scuri, come nel tentativo di alleggerirsi: chissà cosa rimane impigliato.

Un'altra striscia buia, avvolge, sconvolge, unisce e divide, con magica noncuranza.

Poi l'ultima luce del sole, cerca la propria strada.

Ciascuna nuvola, il proprio colore, la propria strada, la propria sofferenza, e liberazione.

Notte e ciascuna nuvola.

Dichiarazione di amicizia

Chissà cosa sono gli amici estivi, quando sono gli amici di una vita e scompaiono le stagioni.

Forse anche quando senti parole così: Marilena, ogni domenica dopo la mia squadra guardo cosa ha fatto la Pro Patria.

Dichiarazione di amicizia, semplice ed efficace, da diversi, persino opposti confini.

Ps: anch'io guardo le vostre.

domenica 16 agosto 2015

Notte e tutto rallenta

L'arcobaleno non se ne vuole andare. Il rossore ultimo della sera, nemmeno.

Tutto rallenta, perché vuole stare con te. Perché vuole darti l'ultima parola.

L'ultima parola, pensa,in questo universo ansioso di strillare per primo.

Sia benedetta madre natura, che sai rallentare.

Notte e tutto rallenta.

L'arcobaleno più lungo del mondo

Quanti anni che non vedo un vero arcobaleno. Uno di quelli che ti danno speranza autentica, inesauribile.

L'ultimo sulla collina, con te.

L'ultimo in città quando Angioletto ti raggiunse.

E compare sul lago un arcobaleno di speranza, dolce e inesauribile. Segna il confine tra il buio e la speranza. E mi invita ad attraversarlo.

E non se ne va più.

Ti amo, papà.


Dialoghi reali - pioggia (non) scozzese

- Speriamo non venga una pioggia noiosa.

- com'è la pioggia noiosa?

- come una pioggia scozzese, ma senza Scozia.

You see.

sabato 15 agosto 2015

La pace più forte

Urla la tempesta, poi la pace di più. Non ha voce, perché nessuno la presta a una signora usata solo per i cortei di piazza e virtuali.

Abusata e smessa, viene abbracciata dalla natura, che le offre i suoi colori. Anche l'aria trattiene il respiro per consolarla e per un attimo sembra esserci solo lei.

La pace, più forte di tutto.

Un nuovo spartito

La sveglia rispettosa della pioggia. Il russare di chi respira la pace. La protesta gioiosa dell'uccellino. Le campane che chiamano fino in cima al monte, canto attutito dalle nuvole.

E se fossimo capaci, sentiremmo il fruscio della fuga della lucertola o il brontolio della formica interrotta nella sua opera.

C'è tanta musica nell'universo e ogni giorno un nuovo spartito viene scritto.

Notte e chi ha più coraggio

Con le nuvole che inchiodano sulla sedia, indecisi se ammirare o tremare. Finché vediamo un aereo che si leva e le punta, per poi attraversarle.

Ci sentiamo piccoli, e quel pilota coraggioso.

Finché sotto la tempesta sentiamo il tintinnio dei campanelli indossati da mucche e capre al pascolo, ancora vaganti.

Chi ha più coraggio, non lo sappiamo.

Notte e chi ha più coraggio.

C'è sempre una via che non conosci

Questi luoghi, li conosco con le mie tasche. Ogni atto di superbia viene punito, e poi per attitudine al perdono, premiato.

Solo fermandomi in un posto a lungo snobbato, scopro che c'è un'altra strada, là dove svoltavo con - eccessiva - scioltezza. E scalette ripide e addormentate, le case di pietra che si interrogano sul brusio della pioggia, una cappelletta scavata  dall'umidità.

Lei, tuttavia, brilla sempre come una stella e le altre figure tracciate la ammirano. Come noi.

C'è sempre un via che non conosci. E ti può dare risposte.

Dialoghi reali - luna

- dici che uscirà il sole?

- più facile la luna

Ore 8.30 buongiorno e buon ferragosto

venerdì 14 agosto 2015

Piccola creatura

Piccola creatura, mai un guaito, come quasi nessuno di voi. Una sopportazione serafica del dolore, gli occhi tesi solo a ringraziare chi si prende cura di voi.

Noi a vomitare parole su piccoli ed enormi problemi.

Tu, piccola creatura, ti incammini verso una coccola. E solo quando guardo a terra e vedo i segni dei tuoi tormenti, mi rendo conto che il male non è passato. Sei tu che cerchi di ignorarlo, per arrivare prima a gesti d'amore.

Notte e per splendere

Che casino in questo cielo. E sotto di più.

Le mie paure corrono più veloci dei fulmini, pensando a chi mi è caro.

Poi arrivano i loro sorrisi, e l'orizzonte si apre.

Un orizzonte libero, tanto da poter accogliere tante, tantissime luci.

Per poter splendere, bisogna attraversare il buio.

Notte e per splendere.

Cosa c'era di più importante

Il lungolago, appena addormentata l'alba, nell'ultimo giorno - dicono - di autentica estate?

Lo attendi un anno e che c'è di più importante?

Niente, se non ascoltare un amico su un monte.

Le estremità che si osservano e si danno un valore, appena addormentata l'alba.

Non cercando dappertutto

Non è cercando dappertutto che trovi ciò che conta. Lì puoi solo perdere ciò che conta, a partire da te.

giovedì 13 agosto 2015

Basterebbe una domanda

Basterebbe chiedermi come sto. Io o chi amo, se proprio sto sul piloro io.

Basterebbe rivolgermi una domanda, tra i fiumi di parole che sanno tutto e non si fermano mai a un dubbio.

A volte, basterebbe chiedere per non dimenticarsi che su questa terra siamo qui aggrappati a poco, speriamo destinati a molto, anche se non lo meritiamo. 

Tracce d'Amore deragliate nell'universo, malconce ciascuna a modo suo. 

Basterebbe una domanda, per far soffrire un po' meno e magari persino per essere più felici.

Notte e non ci può essere il temporale

In questa cortina di stelle, più testarde di noi, tu commenti: non può esserci il temporale, è troppo sereno.

Invece, ci sarà, assicurano i tetri bollettini.

Ma hai ragione anche tu, forse di più. Il sereno  tornerà.

Notte e non ci può essere il temporale.

Essere come il gatto

Che fracasso fa il cagnolino, al cancello? Il muso all'insù, ostentando feroce insofferenza.

Sul pilastro siede un gatto, in posizione di sicurezza ma senza strafare. Forse sente sul pelo il fiato del cane, ma lo osserva, con il crapino appena voltato. Ostentando feroce indifferenza.

Vorrei essere come quel gatto, coltivando atarassia di fronte agli attaccabrighe.

mercoledì 12 agosto 2015

Solo le stelle

In poche sono riuscite a sfilarsi dalla coperta di broncio. Eppure brillano senza orgoglio, le stelle.

Con consapevolezza di doverci essere, oltre ogni schermo, o forse arrese al proprio destino.

Ma solo le stelle danno vera luce a una notte di lustrini. Finché si ritirano senza nulla chiedere.

Notte e non solo i gufi

Quando ero giovane e saggia, mi beavo dei controsensi di Twin Peaks. Mi rassicuravano nella loro impossibilità.

Adesso mi sono convinta che tutto ciò è familiare, può diventare terribilmente estraneo, e non è detto che accada il contrario.

Non è detto niente, per la precisione.

Forse ritrovare Twin Peaks mi inquieterà troppo.

Perché non sono solo i gufi ad apparire diversi da ciò che sono.

Notte e non solo i gufi.

School's out - canzone per la notte

Oh sì, dissolti compiti, insegnanti, presidi e costrizioni. Si sciolgono sotto il sole dell'estate e mai più si ridesteranno.

O così dicono.

L'unica perdita sicura, l'innocenza.

School's out, Alice Cooper, canzone per la notte.

Dialoghi reali - Fai quello che vuoi

- E se facessi così?

- va bene.

- e se poi non funziona?

- Non fare così allora.

- no, io lo faccio.

- fai quello che vuoi.

- senti, io faccio così
.
- Ottimo, ma me l'hai già detto tre volte.

- perché tu non mi rispondi.

- Fai quello che vuoi!

- Tu dici?


Quanto basta

Pigri quanto basta, sazi quanto basta, in ricerca e felici quanto basta. Distanti quanto basta e pur a portata di pensiero.

Quanti si affaccendano ad arraffare e non si accorgono che troppo smarriscono tra le dita.

Quanto basta sotto il sole, e appagati da un'ombra.

Quanto basta per ricominciare.

martedì 11 agosto 2015

Le tue ferite, le nostre

Le ferite, se non le ha colte nemmeno vagamente chi ti era a fianco con grande partecipazione, figurati se le racconterai a qualcun altro.

Te le terrai dentro, sotto pelle ben nascoste. E anche quando sentirai il dolore, le ignorerai.

Poi, accade che qualcuno, di tremendamente timido, ti confessi: mi sta accadendo questo. E tu sai cosa significhi, anche se ciascuno indossa il dolore a modo suo.

A quel punto, sveli le tue ferite e quella pulsazione che ti ha mandato in tilt per anni, se non cessa, frena.

Respiri con più libertà e mastichi parole sconnesse. Eppure, riesci a parlare.

Le tue ferite, diventano le nostre. E se non le hai sconfitte, non ti senti più nemmeno sconfitta da loro.

Senza cielo, incontri il cielo

Bisogna forse vedere così poco il cielo, e quel poco per atti di ribellione che per lo più passano inosservati.

Bisogna esserne privati, quasi come il respiro, per caderne vittima alla prima occhiata.

La finestra si spalanca sul suo sguardo immenso, che si perde nell'acqua. E tu, vittima fiera, lo abbracci, senza impossessartene.

Senza cielo, incontri il cielo.

Notte e c'è sempre una luce dimenticata

In questa gara di luci, quasi non l'avevo notata. Da tempo era spenta, chissà se per timidezza o al contrario eccesso di orgoglio: l'occhio ci aveva fatto l'abitudine.

Ma stasera la vede, ritrovata dopo anni. Riaffiorata con la naturalezza di chi resta al tuo fianco: non vuole solo sopraffarti.

E penso che c'è sempre forse una luce dimenticata, su cui puoi contare: non è la più sfavillante.

Notte e c'è sempre una luce dimenticata.

Antica a chi

Nel bar frizzante chiacchieriamo tra i caffè e brandendo il quotidiano del posto. Finché entra una signora dal look antico.

Si avvicina al bancone e ordina la sua colazione. Poi indaga: qui c'è il Wi-Fi, vero?

Antica a chi, baby.

lunedì 10 agosto 2015

Dialoghi reali - disperato

- Sai che mi è parso disperato?

- E'  morto?

- Ma… come fa a essere disperato, se è morto?

Silenzio disperato.

Notte e sono libera

Tanti anni fa sognavo la libertà. Poi ho incontrato te, il calore dei tuoi abbracci, di una tua risata e di un pensiero che mi metteva in discussione senza che tu lo volessi, io lo volessi.

Così sono diventata libera.

Notte e sono libera,

Omaggio danzante

Arrivano tutti senza preavviso, neanche un insolito movimento di foglie.

Chissà che uccellini sono. So solo che danzano, danzano con una gioia che ci riempie di ammirazione. Ciascuno previene e accompagna l'altro, così vicino agli occhi che si vede ora il colore della pancia, ora una sfumatura delle ali. Mi parrebbe persino di individuare l'ombra luminosa di un sorriso.

Ballano, ridono, cantano sottovoce e disegnano cerchi sopra la siepe.

Omaggio danzante, che non abbiamo meritato. Come tanti doni che la natura ci fa scivolare silenziosamente addosso.

Non esistono stagioni (in Colombia)

Si è insinuata dentro di noi la danza di questo pensiero e non smettiamo di sentirne il ritmo, muovendoci a nostra volta.

Affascinati, ci ripetiamo quanto appreso a Expo: non esistono stagioni, in Colombia. Piani termici, invece, luoghi o condizioni in cui specchiarsi ogni giorno. Può essere il paradiso o la tortura: dipende dai punti di vista.

Ma chi l'ha detto che le stagioni, metodiche o confusionarie, siano l'unico modo di vivere. Per una terra o l'anima.

Non esistono le stagioni, in Colombia. E forse nemmeno in noi.

Quello che non scompare

Tutta l'acqua che scorre, tutto il mondo che si rallegra, ma non durerà molto, perché presto si lagnerà ancora. E anche tu lo sai.

Ma scuoti questa mattina d'estate, come è tuo dovere. Non importa ciò che dicono, forse nemmeno li senti, immerso nella tua natura. Scorri, ancora.

Quello che non scompare con l'acqua, è il profumo della vita.


domenica 9 agosto 2015

Lascio tutte le ragioni

Lascio tutte le ragioni a chi grida, perché sembra che ne abbia disperato bisogno.

A me non starebbero tra le mani e nel cuore contraddittorio  si troverebbero fuori posto.

Mi tengo tutti i torti, veri o presunti, perché sono docili e grati, visto che non li vuole nessuno.

Lascio tutte le ragioni, per fare spazio alla vita, alla possibilità di sbagliare ma cercando di non strillare mai in faccia per non ascoltare. E sbagliando, voglio bene, a modo mio.


Buona notte suonatori

Mai ho capito se si trattasse con certezza dichiaratamente matematica di


1) buona notte suonatori

2) buona notte sognatori

Perché solo la musica mi scorta nei sogni, io scelgo questa versione, rinvigorita dal temporale.

Buona notte suonatori.

sabato 8 agosto 2015

Esitante

Mi piacciono le albe esitanti, quelle che lasciano uno spazio di libertà.

Che ti convincono che sei all'inizio, come loro. E come la ragazza dei Led Zeppelin, puoi ottenere ciò che vuoi con una parola.

Tu, esitante, la chiami preghiera.

Bisogna spaccare tutto (quando perdi qualcuno)

Puoi mentire a te stessa, ma non a un amico. Quando perdi qualcuno, devi spaccare tutto.

Arrogarti il diritto di incazzarti come una iena, ridurre tutto a brandelli minimali, vomitare un vigoroso disprezzo per ogni creatura e persino prendertela con Qualcuno di superiore.

Bisogna spaccare tutto, per ricominciare. Anche per posizionare un mezzo, scalcagnato mattone.

Quando perdi qualcuno, persino te stesso, prima spacca tutto.

Notte e il bacio della tempesta

Sarà questa la tempesta? Quest'aria che inizia ad avvolgere i nostri boschi?

Non so, per sicurezza ci vuole un bacio. E non ha più importanza se la tempesta esploderà oppure sarà solo un maestoso sberleffo. Intanto, in questa danza ci siamo solo noi.

Notte e il bacio della tempesta.

Debolezze

Chi ritiene che tu metta in mostra le tue debolezze, per vantarti. Chi per esibire la facciata perfetta di contrizione.

Grazie a chi capisce che mostri le tue debolezze, perché ci sono.

Liberi probabilmente

Come il volo delle poiane. Le vedo disegnare desideri nel cielo e ciascuna sembra così libera.

Capaci di itinerari personali e irrinunciabili, finché arriva un compagno di volo, e un altro ancora.

Allora, sfrecciano dolcemente insieme e c'è un disegno così armonioso da perdersi dentro.

Ciascuno per conto suo. Ciascuno fedele all'altro.

Liberi probabilmente.

venerdì 7 agosto 2015

Il prossimo tour

Quella scritta ti fustiga, ti toglie il fiato. Come il silenzio prolungato che ne segue.

Non c'è più una località, un nome che indichi grigiori urbani e poesia.

Ci vediamo al prossimo tour. E non c'è bis che tu possa invocare, perché le luci sono già spente. Gli strumenti verso l'insistente riposo e ti chiedi cosa faranno quei tir che hanno divorato miglia per portare musica e sogni.

Al prossimo tour. Ti aggrappi al prossimo, ti dimentichi che sul palco ci saranno sessantenni e più. Perché forse il tempo è il primo a riposarsi, fino al prossimo tour.

Rock on, Aerosmith.

D'estate invincibile

Senza remore, spogliata di pudori, l'estate è solita buttare in aria le carte. Come un ragazzino che vuole sempre dominare la partita, ma per ridere, ridere più forte.

E l'estate corre, parla forte e fa anche di peggio: si intrufola nei pensieri. Scava, strappa, semina e finge di addormentarsi.

Tutto sa l'estate, tranne una cosa: che d'estate sei invincibile.

Possessivi - dialoghi reali

- Comunque il mio cagnolino è proprio bravo.

- Veramente sarebbe mio.

Dopo poche ore

- Stavo pensando di portare a casa un gatto.

Tuono: fuori dalle balle, te, il tuo cane, il tuo gatto.

Vado a ripassare gli aggettivi possessivi, intanto.

Notte e volo sui girasoli

Di fronte all'immensità di una palma, non posso trattenere le lacrime e ringrazio il buio, che non rivela mia età poco bambina.

E nulla è in confronto un volo tecnologico, scardinando pianeti e raffiche di energia. Finché non inseguo cavalli capaci di fuggire ogni tempo e sfioro a velocità mozzafiato i girasoli.

Non li ho mai accarezzati così, di corsa e con l'idea che tutto andasse arraffato dalla vita.

Chiamalo virtuale, se lo vuoi.

Notte e volo sui girasoli.

Ohio come un'eco rock

Ohio. Poche ore e tutto è da rimettere in sesto, insieme, in sé. Giochiamo con le parole, come Steven sa fare adorabilmente al microfono.

Scioglilingua mentre la strada si accorcia di nuovo. E si catapultano fuori strumenti, desideri e timori. Un'ultima controllatina alla lista delle canzoni: pescarle, come nell'oceano e non sentirsi soffocati dalla rete.

Ohio, aspettaci, perché suoni come un'eco rock. Un'eco che non vuole smettere.

Rock on, Aerosmith.

giovedì 6 agosto 2015

Quante volte il gallo

Il gallo, lui me l'ero quasi dimenticato. Vittima del fascino della vista, incline più a respirare la musica.

Ma non è musica, questa? Il suo richiamo all'alba che non sai quante volte la percuoterà.

E preghi ogni volta di essere perdonato.

Notte e supera tutto

Chissà perché ti ostini a perdere tempo ed energie di fronte a chi non si sofferma mai a interessarsi veramente di te.

Chissà perché, quando scivola un messaggio prezioso: tutto ok? Quando una collega ti pedina virtualmente, per essere sicura che ce la farai a tornare a casa. Quando un sorriso ti coglie inaspettato. E quando atteso è il tuo abbraccio.

Supera tutto, questo rivolo di bene che non strepita di fronte alla platea. Ma rinfresca il cuore tormentato dall'afa.

Notte e supera tutto.

Un buongiorno per cominciare

Mi colpisce,anzi sempre mi commuove qualcuno che inizia una conversazione - reale o virtuale,se esiste una differenza - con un buongiorno.

Dialoghi reali- Carburante nevrosi

- Mi fa 30 euro? di benzina?

-Sì signora, ma lo sa che questo impianto ha solo benzina.

- Lo so, ma è così rassicurante sentirle dire che questo impianto ha solo benzina quando specifico che voglio benzina.

Ora scappa, lo so.

mercoledì 5 agosto 2015

Sarà colpa della luna

Sarà colpa della luna se non ho chiuso occhio.

Se anche i sogni si rifiutavano di arrivare, intimiditi dalla bellezza della sua danza, da quel suo luminoso vagare nel cielo fino a frugare nella mia finestra.

O forse colpa mia che non riesco a smettere di stupirmi.

DIaloghi reali - e se piove

- Accidenti, vedo tutte queste nuvole all'orizzonte e non ho preso l'ombrello. E se piove?

- Ma vaffa.

- Come, vaffa? Le nuvole sono minacciose, direi.

- Certo che piove.

Ora sto meglio

Notte tra musini e musoni

Ho cominciato la giornata con un musino ferito, che chiedeva affetto. Questo gli premeva, più del cibo che pur gli è necessario: ma chissà cosa ci serve, davvero.

E attorno a lui altri musini, segnati dal tempo, dai no, dalle testardaggini.


Come possono importarmi i musoni, quelli che pensano di sapere tutto di te quando non si fermavano un attimo ad ascoltarti.

Musoni che si credono vittime di te, e sono vittime di sé.

Musini che ti perdonano tutto, anche e soprattutto non poter fare nulla per alleviare il loro dolore. Perché non sembra contare, quando ci sei tu.

Notte tra musini e musoni.

All my love - canzone per la notte

In questa perenne confusione, di fuochi e piume, di totalità e leggerezza, io preferisco perdermi nella madre di tutte le domande.

Questa è la fine oppure l'inizio?

Forse, poco importa quando tutto il mio Amore è per te.

All my love, Led Zeppelin, canzone per la notte.

Just - canzone per il giorno

Non so se il suo odore te lo rivelerà davvero. E perché verrà a prendere proprio te.

Ma c'è qualcosa che solo tu puoi fare a te stesso.

Questo è ciò che forse più dispiace, che tu possa fare del male a te stesso. Solo tu e te stesso, è nelle tue mani.

E solo tu puoi smettere e cominciare a guarirti.

Vivere, scandito da tanti "solo" che ti possono unire agli altri se lo vuoi.

Just, Radiohead, canzone per il giorno

martedì 4 agosto 2015

Se si sciogliesse

Se si sciogliesse questa luce del mattino per restare su di noi.

Se si sciogliesse la paura, la rabbia,per sparire, e persino la gioia per raggiungere altri.

Se in questi momenti di pace ci guardassimo dentro per scovare le guerre e mandarli via.

Se rimanessimo fermi e incantati a respirare l'inizio e come bambini ci vedessimo, senza infierire sulle nostre fragilità. 

Senza trucco. Tutto sciolto dolcemente per poter ricominciare.

Un tempo importava tutto

Un tempo importava tutto. Ora, non importa niente. Se non quella sensazione di essere vivi, e quella che la supera ancora.

Quella che ti convince che sei qui per un motivo e te lo devi giocare.

Notte e c'è un appuntamento

Non ascoltiamo spesso le stesse canzoni. Non proveniamo dalla stessa città. Ci vediamo poco o ci vediamo troppo.

Siamo uno strano gruppo, a volte disciolto nell'oceano di eventi e impedimenti. Eppure una volta all'anno, nel cuore dell'estate, ci ritroviamo nel silenzio e lo riempiamo di voce. Entriamo in un luogo che sfama migliaia di persone e che ora tace, per farlo profumare ancora di vita. Mischiamo sapori, tradizioni e frammenti di ricordi e progetti di vacanze.

C'è un appuntamento, che non so nemmeno bene come sia nato. Ma in qualche modo, lo rispettiamo. E dura poco, e c'è un treno da prendere o un lavoro da finire.

Ma prima, c'è un appuntamento dove nessun altro ci può trovare, perché insieme siamo felici.

Chissà quanti hanno un appuntamento, raro e da rispettare, dove nessun altro li può trovare, perché insieme sono felici.

Notte e c'è un appuntamento.

lunedì 3 agosto 2015

Il gigante Jim e la bambina

Ho due mesi, solo due mesi. C'è un festival in un posto lontano, che poi per me tutto è lontano ora, se non è tra le braccia di mamma e papà.

Sentissi la voce del gigante. O forse in qualche parte di sé ne sono raggiunta.

Un festival a New York, una New York così diversa da quella che pur con gioia avrei conosciuto poi. C'è qualcosa di folle e unico, in quegli anni.

C'è la voce di Jim Morrison, la musica dei Doors che non vuole finire e spegnere le luci.

Che agosto è questo, in cui il mondo potrebbe persino cambiare. Cambia.

Fuori dai binari

Accantonata l'esperienza del treno al buio, voglio ridarmi una chance di speranza e salgo su un convoglio mattutino.

O meglio, provo a salire. Il treno rapido è in ritardo di dieci minuti, si annuncia, allora ricorro al piano B, anche se significa il doppio del tempo.

Provo a salire perché io e un altro gruppetto di sventurati invano cerchiamo di aprire la porta. Dopo qualche esercizio di buona volontà, frustrato, corriamo avanti.

Ci imbarchiamo per il viaggio rallentato, finché passa un controllore. E' interessato a dove andiamo, non ai nostri biglietti però.

Lei scende a Milano? Giù da quella porta. Lei a Rho? Da quell'altra.

Non mi sembrava così complicata la vita sui treni lombardi, fino a qualche tempo fa, ma non metto in discussione gli ordini, anche perché il signore mi pare pure sconfortato.

Ripassa: ho già controllato il suo biglietto?

- No, ha controllato solo dove scendessi io.

Il ragazzo accanto a me toglie le cuffie e lo osserva con occhi timidi. Quando il controllore gli ribadisce che a Milano deve scendere "da quella porta là" lui si sbilancia e chiede: ma perché, c'è qualche problema sulle porte?

La risposta è perentoria: lei scenda di lì e basta.

Obbedisco. Ma mi sembra che stiamo andando fuori dai binari.

Notte ed è facile contestare (ma voglio andare avanti)

Ogni volta che posso aprire bocca, sento un freno. Se non è una parola positiva, forse non è necessaria.

Sulla strada di pietre e spine incontro una santa che amo tanto, alla quale devo tanto, anche se ho voluto imparare poco.

Teresa di Lisieux, solo tu e io (oh che follia, tutti i volti buoni del cielo) sappiamo che dono mi hai fatto con la tua preghiera. E le tue parole riposano nel mio cuore.

«E' meglio lasciar ciascuno nel suo sentimento piuttosto che fermarsi a contestare» 

Notte ed è facile contestare (ma voglio andare avanti)

Grand rapids e che poesia rock

Grand Rapids, andiamo lì. Sento queste parole e mi immagino già un tuffo stile Niagara.

Poi mi ricordo la mia ignoranza geografica e studio questa ridente località del Michigan. Ridente. Leggo anche cose che non fanno ridere.

Tuttavia, vi è nato il cantante dei Red Hot Chili Peppers, apprendo. Basta a trovare il sorriso, eppure arriva un altro nome, irresistibile.

Judy Garland.

In un battibaleno (o dovevo dire arcobaleno?), il mago di Oz si cimenta nel rock: che poesia.

Go on, Aerosmith. E questa tournée che mi fa deliziosamente impazzire.

domenica 2 agosto 2015

Il bello dei miei errori

Il bello dei miei errori è che non li so contare. E anche grazie a questa solenne incertezza e altrettanto poderosa sconfitta, non mi passerebbe mai per la testa di dire: sono migliore di te.

Stasera pago io - canzone per la notte

Non è sempre necessario pagare. Non è il più ricco che paga. Non è nemmeno il più colpevole.

Ma ci dev'essere qualcuno che si assume questo compito, ridendo o piangendo poco importa.

E in questa piccola sceneggiatura, melodrammatica quanto basta in anni dove tutto era più terribile e semplice, si ritrova la certezza.

Guardate la finestra, è ancora illuminata.

Stasera pago io, Domenico Modugno, canzone per la notte.

Notte e se fossi gentile

Ora studio la gentilezza. Incarico affidato da un maestro d'eccezione, che voleva convertirmi ai colori senza dirmelo. Da Gemelli, sapeva di non potermi opprimere con questo ordine: meglio farlo sgorgare con naturalezza.

Ma tra i doni, mi diede questo libro e oggi ho cominciato a studiarlo all'ombra dei castagni. Mi sono commossa e indignata (con me stessa).

La forza della gentilezza, si intitola. Un grande Ferrucci.

E il facile essere di turno, sentenzierà con scarsa cortesia e quindi verosimiglianza: che studi tu la gentilezza a fare?

Perché non sono gentile. Se fossi gentile, non avrei bisogno di studiarla.

A proposito, vai al diavolo. Ops, no. Vai dove ti pare,e con gioia.

Mentre studio la forza della gentilezza.

Notte e se fossi gentile.

sabato 1 agosto 2015

L'amico che rende felice i colombi

Un mio amico che condivide il dolore della natura, spesso provocato da noi, oggi quasi sorride.

Sta curando il maschio della colomba che è volata troppo in alto per noi. Teme che si lasci morire di fame e allora coltiva questa missione, questo semplice scopo, lo definisce.

Rendere felice un colombo. Questo lo rende felice.

It takes a lot to laugh - canzone per la notte

Come, Dylan la stava cantando 44 anni fa? Io la sento adesso, nelle vene.

Per ridere, davvero, ci vuole tanto. E un treno per piangere.

Qua siamo tutti matti, mentre la luna splende tra gli alberi. E attenzione, perché l'inverno non si annuncerà e piomberà su di noi.

Ma io sentirò sempre il calore di ciò che possiamo essere, quando penso: non sarò mai il boss di nessuno.

Preferisco amare.

It takes a lot to laugh, Bob Dyland, canzone per la notte.

Notte tra un cappello e un portafoglio

Ho un cappello che mi aspetta in Sardegna o forse io aspetterò lui. Che importa. M ricordo quando l'ho preso: enorme, per proteggere la mia pelle. E ho viaggiato sul gommone, sfidando la paura e il sole, aggrappata anche a lui.

Quando sono partita, gli ho detto: ti lascio qui, perché tu altri protegga. E perché un giorno ci ritroveremo.

Oggi ripenso a ogni persona che era con me quell'estate e sono vicine, per cui anche questo cappello enorme e fragile quasi mi pesa con dolcezza sul capo.

E intanto la  mente corre, spinta da un messaggio, a New York. Un'amica che mi dice: ho ancora il tuo portafoglio, dopo tanti anni, e lo tengo anche perché mi sembra di essere con te.

Il mondo così piccino e io ad abbracciarlo, con un cappello e un portafoglio.

Notte tra un cappello e un portafoglio.

Non hai più niente da dirmi

Non è quando te ne freghi di chi amo. Quello, lo sopporto persino, perché il mio Amore è più forte di tutto.

Quando calpesti qualcuno che non mi piace nemmeno, allora non hai più niente da dirmi.

Serve tutto ma

Serve tutto. Il cielo seducente e quello oscuro. I complimenti immeritati e quelli grazie a Dio taciuti. I rimproveri giusti e i rivoli di pietre scaricati. Le attese e il tempo divorato. 

Serve tutto per vivere e crescere, sbagliare ancora, provare a ritrarsi e a non trattare gli altri come bersagli senza pensare a quanto puoi uccidere, cadere ancora, piangere e scoppiare a ridere. 

Serve, molto, a non bearsi di sé e contare le rughe degli errori.

Serve tutto, ma è bello anche fermarsi e meravigliarsi per qualcosa di inutile. Che in quel momento serve pure.