giovedì 31 marzo 2016

Se non cantaste (non ci crederei)

Sentirvi cantare così, in questo buio umido. 

Se non cantaste, non ci crederei che sta arrivando la mattina. E che qualcosa può cambiare sempre. Che ogni giorno c'è un dono. Che ogni istante può portare stupore di una cosa antica come il mondo.

Il sarcasmo non è figo

Oh sì. Lo so che molti si sentono fighi per i loro commenti sarcastici, per saper recuperare il sorrisetto a un problema altrui (salvo lagnarsi per ore dei propri), per avere la battuta pronta e tagliente. E poi fingono di chiedere scusa, il tempo di poter ricominciare.

Il sarcasmo non è figo. E' da poveracci. Quando ero più giovane, ne ho mandato giù molto. Poi ho capito cosa fosse quel peso sullo stomaco.

E soprattutto ho capito che chi riversa sarcasmo, è perché non ha amore. Provare ad aiutarlo è lodevole, ma viene un momento in cui è meglio allontanarsi.

Perché chi si sente così figo, ha bisogno di schiacciarti per continuare a esserlo. E noi invece abbiamo diritto di volare.

Sono felice di aver lasciato alle spalle persone che ridevano dei miei problemi, se si degnavano di ascoltare.

Di avere anche voglia di volare.

No dark sarcasm in the classroom.

Dialoghi reali - L'animale

- Ma guarda che è un animale, sento dire con disprezzo.

- Anch'io.

Anche tu, per la precisione.

Notte e tutto così sfacciatamente di passaggio

Ti accade di non poter aiutare chi sta soffrendo. Di neanche poter compiere un gesto e di consegnarti alla finzione. Ti capita di dover proteggere qualcuno, facendoti del male.

E cerchi di ripararti in qualche modo, da altre storie che ti sfilano davanti.

Lo vedi tutto questo dolore, e per questo ti stupisci di tutte le vaccate che ci inventiamo e che buttiamo addosso agli altri.

Finzioni per ferire. Litigi per sentirsi vivi. Furti per avere ciò che poi se ne andrà, con te.

Perché sei di passaggio. Siamo tutti di passaggio. Tutto è così sfacciatamente di passaggio.

Che cerchiamo di ignorarlo con vacate, litigi, furti e molto altro.

Notte e tutto così sfacciatamente di passaggio.

E se domani - canzone per la notte

Non lo puoi nemmeno ipotizzare, sforzarti di immaginare. Se domani. E se domani, come ad allontanare ancora di più l'eventualità.

Una sola certezza resta in te, all'ombra di quell'interrogativo: quello che basta all'altra gente non è niente, per te.

quello che basta all'altra gente 
non mi darà 
nemmeno l'ombra 
della perduta felicità.

E se domani, Mina (rip Giorgio Calabrese) canzone per la notte.

Grazie da una vita

Nella cameretta d'ospedale lei arriva e il volto di lui splende. La moglie, 84 anni, mette a posto le cose, poi si avvicina al letto.

Lui - mi spiegano - di anni ne ha 88. Sono insieme da una vita.

E con fedeltà e orgoglio la compagna di sempre lo aiuta a sollevarsi e a sedersi sulla carrozzina. Una volta sistemato, lui dice: grazie.

Soppeso quella parola, che mi sembra bellissima. Perché aiutarsi in una coppia è un'armonia, che diventa un meccanismo a volte.

E dire grazie di un gesto per molti scontato, è il "ti amo" più autentico.

Grazie, da una vita.

Non so se sia tornata la merla, ma (amico)…

Non so - e mi struggo - se sia tornata la merla, caro amico.

So che io sono qui, io resto con te.

http://neicassettidimalu.blogspot.it/2016/03/torna-merla-o-almeno-un-angelo.html

mercoledì 30 marzo 2016

Apparire tutto

Invece di apparire tutto ciò che possa fare spettacolo, cassa o altre amare delizie, si potrebbe fare di più.

Si potrebbe essere qualcosa, meglio qualcuno.

Si potrebbe essere: sarebbe già tutto.

Torna merla, o almeno un angelo

Ho proprio bisogno di parlare a una merla. Lo devo fare, per affetto verso un amico che non si sa consolare. Che ha agito in modo umano, certo, ma non nel senso deleterio: non ha inteso mancare di rispetto a nessuna creatura.

Ha solo visto un miracolo, di quelli che se non stai attento, se ti fai irretire dall'abitudine, ti sfuggono. E non possiamo permettercelo, cara merla. Non in questo mondo balordo, che abbiamo sconquassato a dovere.

Lui mi scrive così e io soffro con lui.
"L'ho conosciuta per l'assidua frequentazione di un grosso e basso cespuglio nel mio giardino: stava costruendo un nido. L'ho vista deporre, uno al giorno, quattro uova di in bel verde smeraldo. Potevo io non fare partecipi i miei nipotini?
Sono venuti, hanno guardato a lungo stupiti, il papà ha fotografato...
La merla è volata. Sono due giorni che non torna. Ha abbandonato il nido".

non si dà pace, il mio amico. E nemmeno io. 

Dove sei, merla? Nessuno voleva guastare o usurparti le tue creature. Dicci che tornerai.

Ti vorrei rivolgere le parole più belle che invocano un ritorno, quelle di Rimbaud a Verlaine. Oso sussurrarle, seppure in circostanze così differenti, perché mi sembrano una preghiera stupenda.

"Ritorna, ritorna, amico mio, caro, unico amico, ritorna. Ti giuro che sarò buono. Se sono stato grossolano con te, era uno scherzo in cui m'incaponivo, me ne pento più di quel che non sia possibile dire. Ritorna, tutto sarà dimenticato. Che disgrazia, che tu abbia dato peso a quello scherzo. Da due giorni non smetto di piangere. Ritorna. Sii coraggioso, amico mio, caro. Non c'è niente di irrimediabile. Basterà che tu rifaccia il viaggio".

Cara merla, il mio amico neanche voleva farti uno scherzo: al contrario, ti vuole bene e voleva far ammirare la tua bellezza, il tuo amore.

Torna, o cara merla. O almeno un angelo, sappia sostenere il volo più bello, il volo più alto di quelle creature.

Notte e chi mi conosce (e mi vuole bene)

Non è facile nella vita capire chi ti conosce davvero. Figurarsi chi ti vuole bene.

Grazie ai social una scrematura è possibile.

Non ti conosce davvero chi ti invita a parteggiare per un candidato politico. Chi ti invita a mettere like su un negozio o un prodotto. Chi ti considera in pubblico, per seppellirti in privato.

Figurarsi chi ti vuole bene.

E sono felice di vedere che tanti mi conoscono. E tanti mi vogliono bene.

Notte e chi mi conosce (e mi vuole bene).

The man who sold the world - canzone per la notte

Che la vita sia tutto ciò: parlare di questo e quello, vagare in cerca di una forma e di una terra. E non sapere quanto apparteniamo a quest'ultima.

Non perdere mai il controllo, anche se ci troviamo di fronte, anche se potremmo essere noi l'uomo che vendette il mondo.

Andare avanti a qualsiasi prezzo. Magari anche ridendo, stringendo una mano e tornando a casa.

We must have died alone, a long long time ago

The man who sold the world, David Bowie, canzone per la notte.

martedì 29 marzo 2016

La paura che scodinzola

Quasi quasi non mi accorgo di te, che riposi sulla branda nel canile. All'aperto, anche sotto la pioggia,  così preferisci forse perché abituata da una libertà non voluta.

Ma basta che io ti guardi e tu scodinzoli. Resti immobile, solo la coda si agita senza però levarsi.

Riconosco in quel movimento la paura, mista al desiderio di fidarsi, di provarci nonostante le ferite.

Quando mi avvicino, il tuo codino sta danzando ancora così: ma i tuoi occhi mi rivelano che la paura non vincerà.

Tu si 'na cosa grande - canzone per la notte

Che poi solo una cosa vorresti sapere, quando tremi d'amore: se anche l'altro stia tremando.

E non lo scopri mai abbastanza, perché così immenso ti appare che non puoi abbracciarlo con lo sguardo.

Sai solo dirgli, meglio cantargli quanto è grande per te


A dille'na vota sola
che pure tu stai tremmanno

Tu si 'na cosa grande, Domenico Modugno, canzone per la notte

Ma quelli non soffrono

Ma quelli non soffrono. Che siano agnelli, gatti, ippopotami o persino la specie più temibile, ovvero quella umana, poco importa.

Per ostentare questa certezza, possiamo solo essere nella loro pelle.

Notte e qual è il suono dell'amicizia

Ci sono giorni in cui la stanchezza ti afferra e ti capovolge, eppure sai tornare in te. Perché c'è un'amica da festeggiare e come piace a lei.

Così prendiamo quota mentre si cena e si canta, nell'angolo partenopeo della mia città, che tanto ha scandito i momenti della mia vita.

E se Pulcinella ci mette allegria, aspettiamo la voce intensa e seria di Massimo. Lui, umile e senza peccati di protagonismo, offre la sua voce generosa.

Ma è bella anche quella di suo fratello Angelo, quando commenta: siete amiche da tanto, si vede che vi volete bene.

Sì, la vita ci ha preso, capovolte, abbiamo riso insieme, discusso, pianto e oggi cantato: vissuto.

Notte e qual è il suono dell'amicizia, io so.

Ci fosse un momento per pensare

Tu dici: avessi un momento per pensare alla meta reale e ambìta. Trovassi un momento per pensare a chi sono veramente.

Ci fosse un momento per pensare, probabilmente scapperemmo.

Per non pensare.

Pioggia di fiori

Prima che l'aria si liberasse delle sue lacrime, noi stavamo danzando già sotto la pioggia.

Pioggia di fiori, petali pesanti, già stanchi di tutti quegli sguardi.

Tu con il musino a studiare il momento di ogni distacco dal ramo e poi a ballare insieme a me.

Oggi quei petali sono già marci e scivolosi. La nostra voglia di danzare no.

Dialoghi reali - La scemata

- Forse ho fatto una scemata.

- Perché forse?

lunedì 28 marzo 2016

Notte e se credi nella primavera

Quando vedo le tue nuvole, vorrei attirarle su di me. Non perché io sia coraggiosa, ma perché mi è più penoso assistere alla sofferenza di chi mi è caro.

E quando le nuvole si accaniscono, io ti parlo di primavera; tu ti spazientisci.

Come si fa a parlare di primavera, con tutto questo gelo.

Io non so darti grandi risposte, solo un goffo tentativo.

Se credi alla primavera, non puoi non vederla. Mentre a volte la vedi e non ci credi.

Notte e se credi nella primavera.


Cose da sussurrare

Ci sono cose così deliziose che puoi solo sussurrare, per non metterle in fuga: esponendole agli sguardi si sentirebbero giudicate, senza difese.

Ci sono cose così tristi che puoi solo sussurrare, mica che restino conficcate in te per paura, per sempre.

Non entro nel parco oggi

Non entro nel parco oggi e il tempo pazzerello non c'entra: i folli, siamo noi.

Noi umani da strapazzo, che osserviamo felici i bambini giocare nel parco. E non ci rendiamo conto che non ci sono più.

In un giardino del Pakistan questo stavano facendo, dei bimbi con le loro famiglie: giocando e festeggiando la Pasqua.

Noi siamo andati avanti a brindare, indignandoci il minimo sindacale. Tanto crediamo di poter continuare a osservare felici i nostri figli nel parco. Ah, anche prendere un aereo con loro, scendere in metropolitana, mangiarci un gelato, tutti quegli atti banali di vita.

No, non entro nel parco, perché anche se oggi la pioggia l'ha cosparso di lacrime, non vedo le nostre. Quelle vere, che scavano, ribaltano il mondo, difendono i più piccoli.

Non vedo la nostra voglia di svegliarci.

Tutte le volte in cui non ti ho capito

Tutte le volte in cui non ti ho capito, forse ho capito bene.

Dialoghi reali - meteo alle strette

- domani che tempo fa?

- non ne ho idea.

- ma se oggi hai tolto il telecomando a tutti per intimare: voglio vedere il meteo.

- brutto.

Piove sul bagnato.

Stanno già cantando

Tra la pioggia fitta e cocciuta, loro stanno già cantando.

Gli uccellini, li consideriamo minuscoli e indifferenti, anche se Gesù ci ammonì su come il Creatore li avesse ciascuno nel cuore.

Gli uccellini cantano, perché vedono avanti, vedono lontano. Vedono ciò che noi a stento scopriamo quando ce l'abbiamo avanti.

domenica 27 marzo 2016

Come il vecchio calzolaio

Il vecchio calzolaio sembra far vacillare tutte le certezze. Si assenta più a lungo di quanto ha promesso il cartello e non ha le tue scarpe pronte, come ti aveva detto.

Al di là di bisogno e delle sue ragionevoli difficoltà fisiche, respiri un'umana delusione. Il vecchio calzolaio e la sua parola erano una certezza.

E mentre frigni via che non è più affidabile questo mondo, ti arriva una telefonata. E' trascorsa solo mezz'ora, ma lui vuole dirti: torni, gliele ho fatte io, non il mio garzone.


Quando entri nel negozio, lui te le porge con la mano dolorante.

Vorresti che il mondo fosse come il vecchio calzolaio.

E tutto torna a muoversi nella notte

Nella notte scura e frenata dalla pioggia, non si muove nulla. Nulla parla,né canta, né sussurra.

Resto a osservarla dal balcone, senza osare quasi respirare, perché faccio parte di un universo inanimato e lo devo rispettare.

Poi sento come un tonfo e scorgo una macchia bianca nella notte. E' un gatto, che di questa convenzione immaginaria se ne frega e subito si lancia ad attraversare la strada deserta e bagnata.

Mi sembra di avvertire la sua felicità, la sua libertà, fino a qui. E tutto torna a muoversi fino alla bellezza dell'alba.

Notte e l'aria appena prima della pioggia

L'aria appena prima della pioggia nasconde qualcosa di magico. Qualcosa di trattenuto, che sia un sospiro o che siano lacrime: non lo so.

So solo che ci fermiamo ad annusarla, come per catturare gocce impalpabili di saggezza. Un'attesa che non si può definire, perché non sai se rammaricarti o gioire dell'imminente arrivo.

L'unica certezza è che l'aria appena prima della pioggia ne sa di più di noi, sempre.

Notte e l'aria appena prima della pioggia.

Basta una fisarmonica

Basta una fisarmonica, per ricordarti che qualcuno è solo. Basta una fisarmonica per ricordarti che qualcuno ha qualcosa da dire.

Che è festa, ma forse non solo.

Vecchie melodie, nelle vie vuote, al cospetto di grandi palazzi. È un mondo che, in qualche modo, ha bisogno di musica, che lo confessi o no.

Come si riceve

Da quindici anni, ogni festa, una ragazza (per me ancora è così) mi fa gli auguri.

Una ragazza coraggiosa, emigrata da un Paese povero, e con un lavoro umile. Un giorno si convinse che l'avevo aiutata, anche se non ho fatto davvero granché: è un altro che le ha permesso di cambiare vita.

Eppure lei mai si dimentica di me e rischiara le mie feste.

Questo mi fa pensare che il cuore con cui  si riceve, anche poco, è più importante di chi dà magari ostentando.

Il fango, il bimbo e la coperta (buona Pasqua)

Oggi il cassetto non è mio, ma dei miei amici greci. Che mi scrivono così, di un luogo tormentato e luminoso. Vicino a Scopie, mi dicono, da dove mio padre tanti anni fa tornò vivo per miracolo.

Il fango, una coperta, la vita. Non conosco augurio più bello.

Buona Pasqua

"Ieri è nato un bambino sotto una tenda a Idomeni confine con Scopie
il medici volontario ha messo un coperta sopra il fango ed è riuscito
a far nascere un essere umano ....come è nato un altro bambino 2016
anni fa.....
abbracci infiniti"

sabato 26 marzo 2016

So dire basta

So dire basta, anche senza gridarli. O soprattutto senza gridarli.

1000 oceans - canzone per la notte

Devi attraversare mille oceani sotto il sole congelato, per perderti. Devi contare almeno mille stelle prima di ritrovarti.

E devi sbattere mille volte contro una marea che sembra non finire mai, prima di sentirti libero. Prima di sapere che hai perso ogni fiducia eppure riporla in qualcuno.

1000 oceans, Tokio Hotel, canzone per la notte.

Notte e ci sono le campane

Sulla sera ancora di tormento irrompono le campane. La loro voce è insistente e quasi fastidiosa, se penso a tutto ciò che ci scuote.  Invece, loro corrono avanti per cantare che andrà tutto bene. Che la luce è più forte, anche in questa notte ostinata e nera.

Ci sono le campane ad anticiparci che questa veglia avrà un senso.

Ci sono le campane a riempire i silenzi di chi non vuole amare.

Ci sono le campane e può bastare in un mondo così desolato, impregnato della necessità di postare, non parlare.

Notte e ci sono e le campane.

Come fossi una star (lezione di un maestro)

Facebook mi ricorda che un anno fa entravo a Expo. Non può assorbire le sensazioni contrastanti che avvertivo dentro di me.

Il fermento e allo stesso tempo la confusione dell'incompletezza. Che bello. Non finiremo mai in tempo. I due sentimenti plasmati insieme.

Ero già stata lì, a settembre, con la posa della prima pietra di un padiglione superefficiente. Poi il tempo si è messo a correre e torno per l'inaugurazione di uno dei pochi spazi terminati.

Incontro Michele De Lucchi. Lo fotografo. Lui mi guarda e sorride commentando: lei mi fotografa, come se fossi una star.

Lei è più di una star, è un maestro. La sua umiltà lo tradisce.

E' quando il giorno mi incute terrore

I giorni brillano di ottusità e crudeltà, miscelati con la sapienza di un barman millenario.

E' quando il giorno mi incute terrore, terrore puro, che mi rifugio nella notte. Meglio le tenebre apparenti, che la falsa luce.

venerdì 25 marzo 2016

Tu (domani) - canzone o preghiera per la notte

Come una preghiera, in cui le note corrono avanti a spianare la strada, risuona da sempre per me questa canzone.

Si apre con la prima delle richieste, un po' bambina e quindi così autentica: dacci un po' di sole in più. E c'è un mondo da ritrovare per ciascuno, il proprio mondo: il Polo Nord per le balene, la pietà per un bombardiere.

Non ci lasciare troppo soli tu

Scandisce la vita, fino alla vecchiaia e a un grido. Un ultimo desiderio: ascoltare ancora una volta Yesterday e poi chiudere gli occhi accanto alla persona amata.

No, non ci lasciare troppo soli, Tu.

Tu (domani), Umberto Tozzi, canzone per la notte.

Notte e anche il cielo ha bisogno

Forse suonerà blasfemo, ma ho bisogno di consolarmi e in fondo ci credo davvero.

Più di quanto io possa confessare battendo su tasti consumati.

Oggi Paolo Poli, ieri Cruyff. E non voglio parlare della musica, perché non avrei più ritegno.

Io mi voglio persuadere che sia così: anche il cielo ha bisogno delle sue stelle, di farle diventare più numerose e belle. Forse per consolarci meglio, perché non c'è mai egoismo lassù.

Notte e anche il cielo ha bisogno.

giovedì 24 marzo 2016

Si ferma tutto

Oggi si ferma tutto e nulla sembra avere senso, sotto il peso dell'ingiustizia e del dolore.

Venerdì Santo, specchio spalancato sull'umanità trafitta.

Duemila anni fa, per poter ricominciare e
Vivere liberi.

Perché anche noi oggi, sotto il peso dell'ingiustizia e del dolore, non rimaniamo fermi e schiacciati.


Non sono una bacheca

Sono una persona, non una bacheca.

Se non ti importa di me, perché mi scrivi sopra? 

Il piccolo della geografia

Da tempo ho pronunciato il mea culpa ai ragazzi nelle scuole, l'ultima volta nel giro di incontri per Expo: non fate come me, studiate la geografia.

Era una materia troppo concreta per una come me, persa nei sogni e devota alla storia. Mi ricordo però che avevo pochi capisaldi a scuola in campo geografico. Uno era un'espressione che mi affascinava: Benelux.

Ho sempre adorato l'Olanda, gli altri due Paesi giusto per trasposizione d'affetto. Così piccoli, da osare per primi mettersi insieme e tracciare la storia. O almeno provarci, o almeno illuderci.

Il piccolo della geografia si mette in testa di diventare grande. E anche oggi che è martoriato, sa  ricordarmi questo: possiamo ancora osare metterci insieme oppure morire da soli.

Forse bisogna tornare a sentirsi piccoli per vivere e lottare.

L'ordine e l'anima sporca

Lei ti chiama sempre con un altro nome, cucciola, ma non è un nome sbagliato: è semplicemente il nome che ha scelto per te questa nonna.

E ogni volta che tu le corri incontro, condivide con noi lezioni di tenera saggezza. L'ultima - ammette - l'ha un po' assorbita dalla tv: si prende cura della casa, ma senza ossessioni.

Perché l'ordine è una buona cosa, se non diventa una malattia.

Chi pensa solo all'ordine e alla pulizia - spiega - è perché l'anima sporca.

Migliaia di anni fa (grazie amico)

Nella nebbia invisibile, un amico mi manda un messaggio stupendo. Ringraziandomi per qualcosa che non ho fatto davvero, perché se lui ce l'ha fatta, sempre, è solo merito suo.

Ma c'è un'espressione che mi trasmette una sensazione dolcissima: migliaia di anni fa.

Migliaia di anni fa - mi scrive - tu hai fatto così per me. Migliaia di anni fa, mi spinge indietro nel tempo, un tempo che quasi non ha volto perché sembra appartenere a un'altra vita. Eppure mi sospinge anche avanti, in un'armonia strana.

Migliaia di anni fa è ciò che dovresti anche stentare a ricordare, eppure fa parte di te.

Fa parte di te, come un'amicizia che ha solcato gli anni e i decenni.

Notte e vorrei un sogno arancione

Prima della parentesi brasiliana e del ritorno all'ovile azzurro, avevo avuto una seria batosta. Una deriva, se così possiamo chiamarla per un'italiana, olandese.

Intendiamoci, amavo tutto dell'Olanda. Ogni luogo comune e ogni presunta verità: complice gli amichetti di quel Paese che trovavo al mare, diciamolo.

Ma iniziavo ad accostarmi al calcio e quello fu il colpo di grazia. Per questo motivo, in un giorno così grigio, se non nero, in cui ci ferisce la scomparsa di Cruyff, cerco di cancellare le lacrime e di tornare a quei folli giorni. In quegli anni in cui sognavo arancione e mi inchinavo alla  bellezza di uno sport che poi il tempo avrebbe divorato e snaturato a sufficienza.

Io so cosa voglio fare stanotte: voglio un sogno arancione.

Avanti, capitano: facci sognare, ancora.

Notte e vorrei un sogno arancione.

Dialoghi reali - il numero

- Scusa, ti ricordi il numero di telefono di quel negozio?

- No.

- Va bene, proviamo a vedere se lo trovo su Internet. Eccolo!

- Com'è?

- xxxxxxx

- Sì, è giusto.

mercoledì 23 marzo 2016

Consola la prima luce

Consola la prima luce del mattino e allo stesso tempo ti mostra che non ti eri sognata nulla.

Siamo un groviglio di incertezze impregnato di crudeltà. Consola la prima luce: potremmo essere diversi, forse da qualche angolo lo siamo e lei tenta di mostrarlo con una carezza.

Scoprire quello che posso fare

Scoprire quello che posso fare, con un battito di ciglia, è magnifico. Quasi quanto scoprire quanto voglio fare.

Notte e cos'è il destino

Non credevo di potermi levare di testa il pensiero del papà e delle bimbe che sfuggono all'attentato, per caso, mentre muore la mamma.

Non ci riuscirò.

Ma poi sento che una creatura indifesa si ammala e non posso dire nulla.

Poi, un tizio davanti a me se ne sbatte del rosso e me lo trovo addosso fino all'ultimo istante, quello in cui qualcuno forse - non io, che dici? - sterza per me

Cos'è il destino, mi ringhio addosso.

Vivi per miracolo, morti perché scritto. Rinati se Qualcuno lo vorrà.

I pensieri non fuggono, si abbracciano.

Notte e cos'è il destino.

martedì 22 marzo 2016

Ogni mattino

Ogni mattino ha un sogno da conservare, uno da buttare. Ognuno ha diritto di confondersi e buttare quello sbagliato, come il dovere di pagarne le conseguenze.

Ogni mattino ha una musica e colori, che può portare con sé, anche dopo la notte più cupa. E dopo aver subìto il buio, noi ogni mattino possiamo scegliere di vivere e forse persino di infliggere meno male agli altri.

Le parole e la musica del tuo cuore

Con te non devo misurare le parole. Pensare: mi sto esprimendo bene? Capirà ciò che vorrei dire?

Con te non devo misurare, soppesare, temere le parole, perché subito sono coperte dalla musica del tuo cuore.

Quando l'Europa esiste

Pensa, attaccano l'Europa. L'Europa che non esiste. Ci credono più loro, gli assassini, che noi a questa impalpabile realtà.

L'Europa esiste, solo come bersaglio. Nel cuore, nelle vite, nelle scelte che ogni giorno compiamo, per usare un giro di parole è solo una farsa. Forse sarebbe meglio che ci ricordassimo noi perché dovevamo nascere, come dovremmo farla vivere e non solo ritrovarla di tanto in tanto per offrirla alla morte, per una volta tristemente non in ordine sparso.



Notte e ci fosse meno notte

Neanche la pioggia riesce a stingere questa notte. Scura come il cuore che non sa rassegnarsi all'orrore umano.

L'unica cosa positiva che porta la notte dopo Bruxelles, è il silenzio. Dopo rivoli di parole spesso fastidiose, si fa accarezzare finalmente l'aria muta. Muti, dovremmo essere tutti, finché non torniamo umani. Allora, forse ci sarà meno notte.

Notte e ci fosse meno notte.

L'importante è non perdere

Inutile osservarsi le mani, quando si sa dove sono nascosti i tesori. Quelli che mai sopporteresti di perdere.

In poche ore,  sobbalzo, quasi controllo che tutto sia a posto. E tutto a posto non è mai.

Tuttavia, qualcosa si, mi, conferma.

L'importante è non perdere un amico, che è stato fondamentale per te e chi amavi. Anche se a volte percorriamo convinzioni differenti, ecco che ci ritroviamo con questa consapevolezza, più importante.

L'importante è non perdere la fiducia di chi ami, e arrivare in tempo, dove il cuore decide il confine del tempo.

L'importante è non perdere se stessi. Avere la forza di dire le cose, costi quel che costi, e di vivere.

L'importante è non perdere il sorriso.

La grande sciocchezza

Lo so, ho compiuto una grande sciocchezza. Contro ogni ragionevolezza, in balìa di emozioni e convinzioni scolpite nel cielo.

Ne sono consapevole, che sciocchezza iperbolica ho lasciato fiorire.

Per questo, ne sono così fiera.

Tutte le volte che siamo passati di lì (liberi)

Viaggiare, ci ha resi più liberi o così ci siamo detti. Viaggiare oltre il destino o per incontrarlo, poco importa.

Viaggiare ci rende fragili, come ogni libertà.

E al dolore delle ragazze in Spagna, si unisce quello di Bruxelles. Quante volte siamo passati di lì, da quell'aeroporto, da quella città, dal cuore d'Europa.

Quante volte passeremo ancora di lì: questo ci dirà che siamo feriti ma sì, siamo ancora liberi.

lunedì 21 marzo 2016

La penna del mio amico

Un amico che soffre e sorride, quando vede coloro che hanno fatto parte della sua vita. Ricorda e si dice fortunato, anche se ora non può muoversi quasi più.

E quando esco, mi dice: ho una cosa per te. Apro il pacchetto ed è una penna, una stupenda penna: la mia grafia da gallina e il mio cuore non me ne rendono degna.

Eppure so che, se potrò migliorare, sarà anche grazie alla penna del mio amico.

Buona notte e quello che so fare (lo dice mamma)

Non so fare molto, generazione astratta a sufficienza.

Ma credo di saper voler bene. Di rispettare. Di voler cercare. Sono persino un'anarchica gerarchica. 

Stasera però ho fatto una piccola cosa per mia mamma, che molti farebbero meglio di me. Eppure lei mi ha detto: nessuno lo fa meglio di te, voglio te.

Non posso essere più felice. Non posso sentirmi più utile. 

Grazie e quello che so fare (lo dice mia madre per prima).


Dialoghi reali - escalation

- sei pronta?

- Chi?

Silenzio rassegnato.

- Che cosa?

Silenzio turbato.

- Che cosa vuoi.

Silenzio ammirato di fronte a questa escalation di interrogativi esistenziali.

domenica 20 marzo 2016

Una nebbia che cammina

Aggrappata al sole compare lei, una nebbia bizzarra. Come se avesse il cuore gonfio, cammina per liberarsene.

Sembrano lacrime rattrappite i suoi sospiri. E spero, prego che si sciolgano, che se ne vada per raccontarmi un'altra favola di primavera.

I fili parlano

Fibre, fili, febbre di sapere ciò che le menti e le mani sanno realizzare. Il trisnonno contadino tessitore sapeva creare molto più di me, inutile giocatrice di parole.

Avessi un filatoio, un telaio o fossi in grado di costruirli, sarei capace di portare un sorriso nel cielo.

Ma qui dal professor Ugo Crespi, davvero la mia identità tessile è pulsante, come il mio cuore.

Le fibre si offrono a noi, i fili parlano. Scopro un liquido che racconta la viscosa, e torno fiera della testarda storia del cotone.

Qui al museo del tessile, il tempo finalmente non passa. E quando devo congedarmi, a malincuore, incontro la macchina da cucire della nonna.

Anche i fili parlano. Noi, dobbiamo ancora imparare ad ascoltare.

Notte e la domenica più bella

Fin da piccola ho sempre sentito questa come la domenica più bella. Non sappiamo ancora, non davvero, che si risorgerà, ma nemmeno abbiamo tutte le piaghe della cattiveria umana, molte offerte da lui.

Non abbiamo il calore della luce, ma non abbiamo ancora attraversato le tenebre. Gli uomini ci possono sembrare ottusi, non crudeli. E le palme hanno una voce che accompagna quella festosa degli animali.

Come una tregua, un respiro forte prima di andare sott'acqua. Pur consapevoli che si riemergerà, non procura meno dolore.

Notte e la domenica più bella.

Non è che non abbia avuto una vita facile

Non è che non ho (abbia, siamo fini) avuto una vita facile, io figlia unica del marinaio (cit). Uno schiocco di dita e ottenevo ciò che volevo, ma ciò che - poi - più ho amato sono i no.

Non è che non ho avuto una vita facile, desiderata e coccolata. È che non l'ho voluta, perché ti amavo troppo e volevo essere come te.

Ogni tuo desiderio

Ogni tuo desiderio mi smuove dalla mia consolidata pigrizia. E mi convince a mettermi in moto, mettermi in gioco.

Ma ogni tuo desiderio è ordine, da eseguire immediatamente, se viene dai tuoi occhi.

Forse la primavera

Forse la primavera è capire che il fiore più appariscente non la rivela davvero. Che quello acciaccato ha fame di vita o che quello spogliato di colori ha troppe sfumature per essere compreso.

E forse la primavera è respirare e sorridere, godere di ciò che si può, perché non si può comprendere.

sabato 19 marzo 2016

Ogni traccia di silenzio

Tracce di silenzio, impastate a un fischio di treno, un accenno di canto, un respiro, un sussulto di primavera.

E voglia di andare a prendersela, la primavera, ma stranamente anche di stare fermi, a sospirarla da dietro il vetro.

A intuirla seguendo tracce di silenzio, incerte e deliziose.

Ogni traccia di silenzio mi conduce a te.

Oltre a dirti ce la farai

Ma tanti oltre a dirti "ce la farai" non potrebbero almeno qualche volta passarti un attrezzo o accenderti la luce?

Riprendere un quaderno

Forse bisogna riprendere in mano un quaderno, per procedere con ordine e scrivere ciò che conta con caratteri nitidi.

Per ricordarsi meglio la lezione che si sta ancora appendendo. E per essere fiduciosi che a qualcosa servirà.

L'amico non è mai avversario

Ecco che un mio amico mi manda un messaggio: buona partita.

Nel caos di questi giorni, l'avevo rimossa. O forse è solo che gli voglio bene e non lo sento come avversario.

Che gioia, appendere le scarpe al chiodo di un pensiero: l'amico non è mai avversario.

Notte e ogni uomo è mio fratello (ma qualcuno...)

Quando scorrono i titoli di coda della Pasqua dell'atleta, nella mia amata città, vedo tanti tratti di cammino palesarsi durante la presentazione scandita con intensità da Giovanni Castiglioni. Persone speciali o silenziose (spesso dovrei cambiare la o con la e) che ho visto impegnate, senza chiedere niente. Persone di ogni età, e che nella mia esistenza hanno significato cose diverse, e comunque importanti.

Penso ai campioni della Pro Patria, da quelli che non ci sono più (dicono) come Emidio Cavigioli a testimoni dai capelli bianchi ma un orgoglio tenace come Visco Gilardi.

A storie di calcio plasmate dalla dedizione del mio rione, Sant'Edoardo, con Angelo Borri e l'Ardor ma che incontro ogni giorno con Giorgio Mutinelli: giovane e invidiabile di entusiasmo, generazione che non emuleremo mai.

All'orgoglio e all'onore che persone come il maestro Giorgio Gazich hanno saputo trasmettere ai giovani. E le arti marziali, in ogni società, mi inducono a inchinarmi di riconoscenza.

Infine, e non per ultimo, penso a Luca. Mio fratello Luca Cirigliano. Si è tuffato nel progetto del calcio in carcere, e in campo ha scatenato il cuore. Infatti, i risultati si vedono.

Notte e ogni uomo è mio fratello. Ma qualcuno sa esserlo di più, perché mi guida.


Bella come un'ombra

Questa estasi di colori che si riversa sulle ore, mi elettrizza come una bambina. Fiori e cielo mischiati, con un'armonia che mi sembra di non aver mai conosciuto prima.

Poi, scorgo un'ombra: penso sia una colomba, ma non la vedo abbracciata al cielo. Solo la sua sagoma scura che si arrampica su un muro ingrigito.

Solo... Mi appare così bella. Bella come un'ombra, come ciò che non si è degni di vedere, eppure ti si offre generoso.

venerdì 18 marzo 2016

Notte e il mio cielo è rosa

Quando mi convinco che il cielo sia azzurrissimo, e nulla ne possa superare la bellezza, gli occhi si fanno rapire dai fiori rosa al cospetto del campanile. Così orgogliosi di nascere prima del tempo, al mio sguardo umano.

E i boccioli ormai adulti mi guidano verso tanti incontri lungo la via. Il più intenso, quello con una mia saggia amica. Lei ha attraversato la tempesta, ma sa sempre porgere fiori. Io amo ascoltarla, come una musica che ti placa e ti sprona, insieme.

Accettare tutto, non si può, non è bontà. È quieto vivere. E noi vogliamo vivere e basta.

Quando se ne va, non mi stupisco di quanto sia rosa il cielo.

Notte e il mio cielo è rosa.

Frugare tra ciò che non conta più per gli altri

Poi la vedo, con i miei distratti occhi. Una donna che fruga nei sacchi della spazzatura. Esposta a ogni sguardo, sul viale scolpito un tempo dagli alberi, oggi da Tir, alberi e smog.

Ma cosa vuoi che importi, quando stai compiendo questo gesto. Quando stai frugando tra ciò non conta più per gli altri: anche tu hai smesso di contare forse, mentre cerchi gli avanzi di vita sotto gli sguardi vani di tutti. Chissà perché sento - spero non per affondare in stupide consolazioni - che in qualche modo sei una regina, più di noi che abbandoniamo ciò, chi non ci serve più.

Ti ho deluso

Lo so, ieri ti ho deluso. È per questo che oggi sarò incredibilmente migliore.

Come si spegne il giorno

Come si spegne il giorno, donando i suoi colori più belli.

Come si accende la sera, vestendosi di fascino oscuro.

Come si diverte l'altalena delle ore e della vita, quando noi non ci stanchiamo di osservarla. Per dovere o per amore, forse per entrambi, ma senza lasciarcelo scoprire in modo definitivo,  va avanti nella sua rincorsa sotto il sorriso del tramonto. E noi possiamo scegliere di essere bambini.

giovedì 17 marzo 2016

Notte e hai trovato la tua casa

Ci sono momenti in cui fuggire, momenti in cui cercare frammenti e riflessi della tua casa. La luna appiccicata sul campanile, il freddo che sta lontano anche dalla notte e tu dietro la vetrina scorgi due fratelli speciali.

C'è la calma, lì dentro, e devi entrare. Anche per sentire, risentire ciò che in questi anni vi ha unito lì, a quelle strade, a volti che sono più forti dei nomi. E se qualcuno manca a questo appello, un batterista gentile e il suo amico fedele che è andato avanti per prima, avvertì una fitta, ma sei più forte.

Sarà per quella luna appiccicata al campanile. O perché semplicemente hai ritrovato la tua casa.

Notte e hai trovato la tua casa.

Gloria - canzone per la notte

Mi perdoni, Patti Smith, se le ribalto subito l'attacco.

Mi sembra che Gesù sia morto soprattutto per i miei peccati.

Attraverso poi questo mare  di emozioni che evoca una persona, un'apparizione, un desiderio e ne sono travolta. Ma afferro anche la certezza di come nulla possa esprimerle, a malapena la musica.

Eh sì, Patti, che plasmi la canzone di Van Morrison e la rendi così tua...

Le parole sono solo regole, per me.

A meno che non siano un nome.

Gloria...

Gloria, Patti Smith, canzone per la notte.

Devi fare tutto

Devi fare tutto giusto. Devi fare tutto bene.

Devi fare tutto sempre.

No. Specialmente se lo dicono altri, e non il tuo cuore.

Dialoghi reali - ragazza

- Signora, ma è lei? Mentre entrava, con quel cappello, l'avevo presa per una ragazza.

- Be', dai, erano anni che nessuno mi prendeva per una ragazza.

Vediamo il bicchiere semipieno, sempre. Come i ragazzi.

mercoledì 16 marzo 2016

Notte e quanto è freddo

Turbata dalla fuga della primavera, non so trovare un rifugio adeguato. L'incedere del freddo, assomiglia a quello di un esercito.

E chiudo tutto, accumulo vane protezioni, provo a serrare persino gli occhi. Finché arrivi e so come spalancare di nuovo la porta alla primavera, tenendola stretta.

Notte e quanto è freddo (finché ti apro).

Troppo dolorose

Ci sono cose troppo dolorose da guardare. E altre da ignorare.

Shout it loud and its lessons

I still don't know if Shout it loud is my favourite song in Destroyer. I listened to it for the first time late, in the Eighties, I guess.

I just know there was something reassuring. Life was simple, not really 'cause when the night had begun, you just wanted to have fun.

This song gave you other good lessons to live.

1 You got to treat yourself like number one

2 When you don't feel like doing this… well, never sit broken hearted.

3 And when you are young… you must - yes, must - think your parents are too old to understand. Otherwise, you won't change the world, that's ok: but you won't even try.

Anything…
SHOUT IT LOUD

thank you Kiss, 40 years later.

ehi… it's time for you to take a stand


__________

Shout it loud, non so ancora se sia la mia canzone preferita di Destroyer dopo quarant'anni. 

So che mi ha trasmesso alcune lezioni, oserei chiamarle certezze se ci credessi. Ecco perché era rassicurante, non solo perché la sera e la festa erano appena iniziate.

1 devi trattarti come il numero uno (e non per egoismo)

2 Se non te la senti, non sederti mai lì con il cuore spezzato

3 e da ragazzo sì, devi pensare che i tuoi sono troppo vecchi per capire, altrimenti non è che non cambierai il mondo e basta: proprio non ci proverai.

Su...
Qualsiasi cosa gridiamola forte.




Dialoghi reali - la roba new style

(Dal dialetto indegnamente)
- ha fatto tutta la vita a lavorare come un matto e comprare questo questo e quell'altro... 

- e poi è morto.

- e poi è morto e gli sono saltati tutti addosso. 

martedì 15 marzo 2016

Quando non credi alla primavera

Quando non credi alla primavera, nel frastuono fustigante del vento, nei brividi ritrovati, nella luce che stenta a raggiungerti.

Quando non credi alla primavera, allora un uccellino canta. E canta la primavera,

Notte e quello che il vento spazza via

Eri tu che frugavi prima tra i miei cassetti, vento. Il tuo mormorio è diventato un grido che non fa rumore.

Penso a tutto ciò che spazzi via, gioiosamente dominatore senza essere padrone. Penso a tutto ciò di cui ci liberi, che lo riconosciamo o no.

Sento che adesso posso sognare meglio, con il tuo bacio fresco.

Notte e quello che il vento spazza via, ci rende liberi.

Un mito di nome mamma

Non parlo mai volentieri di mia madre, anche perché se lei mi becca sono guai.

Tuttavia, oggi la osservo di soppiatto, altrimenti lei si accorge e mi legge nel pensiero.

E capisco solo una cosa, ancora una volta.

Mia mamma è un mito e mi spiace non essere come lei. O forse no: perché almeno ancora con più sicurezza posso vedere l'abisso di valore tra di noi e dal mio piccolo, riconoscerlo.

Forte, quando è fragile. Aggraziata, quando è forte. E ogni suo passo, sicuro o incerto, è una lezione per me.

Oggi più che mai ti dico: sei un mito, mamma.

E guai a chi fa la spia: accidenti, forse l'ha già fatto il mio sguardo.

Non ti devo più permettere

Da fanciulla avrei detto: non ti devi più permettere.

Ora preferisco: non ti devo più permettere.

Anzi, non ti permetto più.

lunedì 14 marzo 2016

Essere inferiore (io)

Tu riconosci subito chi ha bisogno di un abbraccio, di una leccatina. Dispensi le tue rincorse a chi non osa più pensare di poter essere atteso. Ridai un sorriso con uno tuo slancio buffo e sei insofferente alle pareti, alle divisioni.

Tu, cucciola, sai subito chi devi sostenere, perché ha bisogno davvero, non perché vuole risucchiare energie.

Essere inferiore, io.

La tua foto sul comodino

La tua foto sul comodino. Non solo il mio. Una persona che hai conosciuto per pochi anni, che ti ha aiutato, ma che ha sentito di essere aiutata da te, perché le spalancavi un mondo. Perché eri elegante fin nell'anima, intelligente, spiritoso, perché non rinunciavi mai.

Quando ci penso che la tua foto è sul comodino di una persona che non ha il tuo sangue e che ha condiviso solo un piccolo tratto di strada apparentemente, mi emoziono.

Non sono gelosa, ma fiera. Penso che è giusto che vegli su di lui, anche con il tuo sguardo birichino.

E così forse più  intensamente ancora - se fosse possibile - su tua figlia, papà.

Poche pennellate per un capolavoro

Quando attraverso il cielo dell'alba, vedo un lavoro appena iniziato in apparenza. Eppure stupendo.

Completo.

Poche pennellate bastano per un capolavoro, quando chi crea ama.

Notte e ne ho abbastanza

Che cosa significa allegramente invecchiare? Poter dire - con dolcezza - di averne abbastanza quando è necessario.

Recite, beghe da cortile, celerità nel chiederti favori e lentezza nel ricordarsi di donare un sorriso, smancerie trasformate in veleno e più di tutto i palcoscenici anche apparentemente neutrali, dove non voglio stare.

Ne ho abbastanza di sentirmi dire che devo truccarmi, quando sono bella perché  difetti e virtù si mescolano sulla mia pelle. Ne ho abbastanza di chi usa le parole perché non sa pensare. E di un sacco di idiozie che allontanano dalla vita, a partire dalle mie.

Ne ho abbastanza di tanto.

Ho voglia di vivere Tutto.

Notte e ho abbastanza.

Non posso chiederti niente

Con le mani infangate, quasi quanto il cuore, non posso chiederti niente.

E tu mi mandi la pioggia, a cercare di lavare via quanto di male ho fatto. Mi consegni il sole a illuminare il poco bene non sprecato. Ogni dono che mi consegni all'inizio e alla fine della giornata, e in ogni istante in mezzo, mi inonda di stupore.

Non posso chiederti niente. E tu mi dai lo stesso.

domenica 13 marzo 2016

Il primo canto

Il primo canto degli uccellini, il primo pensiero. Il primo sguardo su un giorno timido. Il primo tentativo di colori nel buio.

È tutto una preghiera.

Il conto a mano

C'è un conto un po' complesso da affrontare, allora lei si affida al mezzo sicuro.

Prende carta e penna, la signora che da una vita regge le sorti del negozio senza arroganza, e con attenzione calcola. Quando ha terminato l'operazione, si rivolge a una calcolatrice che sembra appartenere a un'altra epoca ed esegue una verifica. Tutto bene e parte lo scontrino.

Signora, le sue cifre vergate sembrano un piccolo quadro. Mi sovviene della giovane gelataia che calcolava sempre il prezzo di due coni con l'aggeggio elettronico.

Lo dico, alla scrupolosa signora, e le sfugge un sorriso, prima di prendersi cura di un altro e della propria mente, ancora.

Non parliamo di gentilezza

Raccolgo lo sfogo di un'amica, soffocata da chi fa teoria sulla gentilezza e poi calpesta le buone intenzioni altrui.

Mi spiace e non posso ripararla, nemmeno con un abbraccio.

Perché siamo così. Parliamo di gentilezza, forse per non doverla compiere.

non parliamo di gentilezza, se non la vogliamo praticare. Il silenzio almeno coprirà il nostro rossore.

Dialoghi reali - Il posteggio e la colpa

- Temo di aver portato via il posteggio nell'autosilo a un altro. Non ho certezza, eh.

- Bene.

- Come bene… Sai qual è la cosa peggiore?

- Che cosa?

- Che non provo il minimo senso di colpa.

- Ottimo, significa che stai diventando normale.

- Normale è così? Adesso sto male.

Notte e capisci chi ti sta vicino

Un cuoricino su Messenger. Una corsa per trovarti ciò che ti manca. Un'idea per risparmiarti l'ennesima strada di troppo. Una telefonata che si presenta quasi casuale.

Capisci chi ti sta vicino, dai piccoli gesti.

E di chi fa in fretta a dimenticare, ti sei già scordato.

L'amicizia è una vicinanza non taggata, un abbraccio che non fa rumore, una preghiera che si confonde nella sera.

Notte e capisci chi sta vicino.

Dialoghi reali - L'animale non prova niente

- Un animale non prova niente.

-probabilmente tu.

Le parolacce

Sei arrivata aspirante sciantosa da un minuto e hai già detto quattro parole volgari.

Hai anche qualcosa da dire? 

sabato 12 marzo 2016

Notte e sogna ogni creatura

Ci sono creature innocenti che soffrono, e magari non lo sanno ancora: lo capiscono, se leggono negli occhi di coloro che amano e questi non riescono a sfuggire.

Ma io penso che stiano sognando, sognano ugualmente in questa notte. E il loro sogno è una ricompensa del loro amore per la vita e ogni suo profumo.

Sogna ogni creatura, che lo meriti o no. Se ne ricorda o meno, che importa. Ha un valore questo momento in cui sembriamo così lontani, invece siamo qui immersi in una dolcezza che è solo un assaggio.

Sogna ogni creatura, e tu - creatura innocente - più delle altre riposa serena. Perché nulla ti può veramente toccare, sotto questa coperta d'Amore.

Notte e sogna ogni creatura.

Sai dove va la musica (come gli angeli)

La stavi ancora ascoltando e si rimette in cammino. La rimproveri: non puoi lasciarmi, sei appena arrivata. Oppure, peggio ancora: sei con me da sempre, mica puoi allontanarti adesso, non ce la farei.

Lei danza su un basso, sprigiona la follia sana da una tastiera, si nutre di una voce, si aggrappa a una chitarra.

Ma se ne va.

La musica forse è come gli angeli. Quando va, non si sa mai con certezza dove sia diretta o almeno non lo vediamo. Eppure resta con te.

Nel vostro sguardo

Nel vostro sguardo, c'è tutta quella gravità di fanciulla cantata da Chesterton, che i fanciulli sembrano indossare sempre meno.

C'è l'attenzione massima, spasmodica. La consapevolezza che davanti avete un umano incerto, eppure in qualche modo adorabile, anche quando è chiaramente insopportabile. La sopportazione di quello strano aggeggio che vi sta fotografando e chissà poi perché si è messo in testa proprio questo.

Nel vostro sguardo, animali, c'è tutta l'anima perduta da noi.

Metti che mi sia sbagliata (è estate)

Metti che mi sia sbagliata: è estate. Lo sento sulla pelle.

Non ci sarebbe errore più bello. Tutte le mie forze mi guardano e sorridono, c'è tutto quello che posso fare, non devo.

Metti che stia arrivando la sera, eppure mi guida ancora il sole. Ho tante emozioni da riversare sull'anima.

L'unica cosa più meravigliosa è che tu sia con me, in ogni mia stagione.

venerdì 11 marzo 2016

Usually, such a strange word

Usually is such a strange word. It tries to make you feel safe.

Yet  you can feel there is no comfort at all.

Usually means you went on like that for such a long time.

If you're not happy, why are you going on.

Usually means it's time to escape.

Notte ed è tutto abbastanza lontano da noi

Vago tra giornali alla ricerca di un perché, finché inciampo in un articolo. Parla del dolore, dell'umiliazione, della morte in una città del Sudan.

Sudan? Da quanto tempo leggo di un articolo sul Sudan? Conosco questa città? Pensa, era della speranza, ora della paura: così leggo.

L'articolo è del New York Times. Sì, di un giornale degli americani che se ne fregano del mondo, esistono solo loro. Infatti, tutti i giorni leggo sui siti europei della tragedia sudanese o di altri Paesi africani.

Fino alla fine del mondo, nei Paesi dove la guerra non c'è, secondo noi.

On paper, the war is supposed to be over.

Sulla carta. Ma nei cuori, nella carne, è in corso. Solo che a noi non frega un tubo. Perché non è qui tra noi, è in un angolo di pianeta, non importa quanto vicino. E' tutto abbastanza lontano da noi, se lo vogliamo.

Notte ed è tutto abbastanza lontano da noi.

Ho scordato la matematica

Non mi ricordo come io abbia potuto prendere un bel voto in matematica alla fine dell'anno, di tanti anni fa. Forse, anche perché ho scordato la matematica.

L'ho fatto, perché tanto ho la musica, che le assomiglia molto.

L'ho fatto, perché tanto non mi serve nemmeno per scandire il tempo, che non esiste.

L'ho fatto per non avere mai la tentazione di considerare una persona per i soldi o i beni che ha.

Non li so più contare: per queste le persone contano, per me.

Si inizia sempre

La bimba inizia a camminare. Il nonno a portare il bastone.

La bimba indossa i suoi occhialini colorati, alla moda. Il nonno non vede più con i suoi occhiali.

Lei inizia a parlare con fiducia. Lui inizia a tacere in un mondo troppo sgarbato.

Si inizia sempre, in qualche modo.

giovedì 10 marzo 2016

chi è bravo

Chi ci conferma, non importa se noioso.

Bravo è chi la pensa come noi.

chi ci lascia, uguali.

Eppure siamo ancora a suonare (stiamo tutti invecchiando)

Non bastava questo passaggio d'anno sciagurato? Che cosa significa che i Rush si fermano. Che il cantante degli AcDc sta diventando sordo. E che non è neanche l'unico ad avere questo problema, in mezzo al casino liberatorio ma a duro prezzo.

Significa che stiamo tutti invecchiando.

Eppure, siamo ancora qui a suonare.

Notte e goffa è raffinata

Mi perdo nelle nebbie della goffaggine, senza neanche rammaricarmi troppo, sopratutto quando incontro mondi travestiti di luce. Tutto impeccabile e faccio attenzione a non guastarlo, invece è sicuro che commetto un'azione impropria.

 Finché un amico mi passa il commento di un uomo che ho imparato a stimare. Il primo aggettivo che usa a proposito di un mio scritto, è raffinato. Mi sembra impossibile e penso che quelle parole pubblicate non sono farina del mio sacco, bensì lo specchio di ciò che sa fare lui.

Ma a un tratto mi sento ugualmente meno goffa. Come una spugna che sa trattenere il bene. E mi illudo che sia proprio così.

Notte e goffa è raffinata.


A un'amica (rimprovero)

A un'amica rimprovero: perché quando ti ho mandato il messaggio alle 6, come d'accordo, non mi hai risposto? Sarei andata in chiesa, con te, come te.

Ma lei si è addormentata, e così io.

Un'amica vera non ti risponde.

La sera dopo ti chiama: domani, ti mando un messaggio alle sei, vieni in chiesa con me?

A un'amica non rimprovero niente. Perché ha sempre da insegnarmi.

mercoledì 9 marzo 2016

So che mi stai aspettando

So che mi stai aspettando. Nel sincero buio del garage o in quello ancora più autentico della notte dall'aria fresca e finalmente pura.

Sotto il sole indeciso o nella nebbia pungente.

So che mi stai aspettando, auto mia. Prima o poi troverò le chiavi.

Notte e l'ultima storia

Sembra una storia come tante. Stupenda, dolcemente devastante, ma sa quante ne avrai incontrate così.

Eppure senti un sapore diverso, e pensi che stai davvero diventando troppo sentimentale. Senti di credere in valori, come famiglia, umanità, futuro. E che bello ribellarsi ai numeri.

L'ultima storia, dai, poi me ne vado. Chiudo il blocco e scrivo qualcos'altro, che nessuno mi può raccontare.

Quando ti congedi, uno di loro ti dice: scusi, ho dimenticato di menzionare una persona importante, a cui dobbiamo tanto.

Mi dice il nome, poi capisco: è un cane.

L'ultima storia è quella che ti spiega, perché sai ancora essere così. E capire che hai davanti persone.

Notte e l'ultima storia.


Combattere amando come Lello

Arrivo a portarti cibo e baci, ma tu non ci sei, Lello. C'è la tua compagna di coccole, che non sta molto bene, eppure si consola con le carezze al posto del cibo.

E tu sei fuori con ragazzini speciali, che sono venuti qui al canile per portare a spasso un combattente adorabile. Ti aspetto, anche se so che non potrò fermarmi. Ma l'amore è ciò che ti fa pensare: lui è fuori con amici straordinari, è questo che conta.

Invece, arrivi e rinunci a proseguire la passeggiata. Non voglio pensarti stanco, egoisticamente preferisco credere che mi hai vista. Ed è una marea di baci che mi assale: i biscottini contano, le carezze di più.

Lello. Che cos'è la Leishmaniosi. Basta pronunciarla per spaventarsi, per allontanarsi irragionevolmente. Ma basta curarla, come tutto. Basta cioè prendersi cura di te.

Ciascuno di voi cagnolini mi offre un esempio di dignità, di amore, di dolce testardaggine, che mi sfugge talora tra gli animali.

Tu sei unico, tuttavia, Lello, perché ti ho visto distrutto, ti ho visto rinascere. Con quelle flebo attaccate alla tua pelle, tu  nutrito dalle medicine e dall'amore dei volontari.

La tua bellezza splende ora, come il tuo cuore.

Quanto amore stai restituendo, Lello. Combattere, amando come te: è questo, essere creature sagge. Avrai una casa, tesoro, quando incontrerai una creatura che non ha paura di essere saggia come te.

martedì 8 marzo 2016

Alice Cooper is back (just for me)

Sometimes I feel this year has stolen everything for me. It started with Lemmy's funeral, it went on with David Bowie's departure. And every day offered some sad surprise.

Sometimes I feel rock is really disappearing. Music is fading. And our brain and soul don't feel better, I am afraid.

Then the news: Alice Cooper is back. Italy, Milan and more: there will be a new record, new songs.

I think I need some good arrogance: Alice Cooper is back. Just for me, so that I can survive and more. I can live, in this silent world.




Hard luck woman - canzone per questa notte

La fortuna di una donna sfortunata si esprime nelle parole tra le più belle del rock.

Sei una principessa, troppo orgogliosa per essere una regina.

Oh sì, chi se ne frega di diventare una regina e dover obbedire a tutti, per credere che qualcuno obbedisca a te.

Sono la figlia unica del marinaio. E del resto, francamente me ne infischio.

Grazie, Kiss.

Hard luck woman, Kiss, canzone per questa notte.

Notte e dipende da noi se è retorica (grazie vicina)

Diciamo che affrontare questa esistenza nella giungla quotidiana si sta complicando. Forse un po' troppo. Tra le difficoltà reali e virtuali, mi perdo un po'.

Faccio gli auguri per la festa della donna, sbaglio. Non li faccio, idem.

C'è sempre qualcuno pronto ad azzannarti per la retorica.

Allora cammino per la mia strada, con la cucciola, finché incrocio la vicina della mia famiglia. Viene da  un Paese sconosciuto e in un anno ci siamo solo salutate. La incontro altrove, e quasi non me ne accorgo, perché sono immersa nei miei pensieri. E' lei a dirmi: buongiorno.

Così, frettolosamente, mi scuso e ricambio.

Il semaforo si concede al verde e prima di incamminarsi lei con un sorriso aggiunge: buona festa.

Io so che è retorica. Se lo vogliamo noi.

Tutto, dipende da noi.

Notte e dipende da noi se è retorica (grazie vicina).

Dialoghi reali - la foto della patente

A un'adorabile ragazza che si avvicina al traguardo della patente confesso che presto rinnoverò la mia. E preciso: voglio tenere la foto originaria.

Così afferro il documento e lo mostro a lei, osando: mi riconosci?

- no,

Altre domande masochistiche, ne abbiamo?

lunedì 7 marzo 2016

Il mattino grida troppo silenzio

Quando il mattino grida troppo silenzio, non c'è spazio nemmeno per i pensieri. Un attimo interminabile di sospensione, prima che tutti si mettano a correre alla rinfusa. E nessuno avanza più degli altri, in quella confusione liberatrice.

Il mattino, un urlo di silenzio che sussurra l'inutilità delle parole.

Pensavo fosse coraggio

No, ma… le scelte coraggiose che ho abbracciato, quasi con furia in passato?

Pensavo fosse coraggio, almeno. Invece, è che c'eri tu, papà.

Notte e l'ultima speranza

Poi ti sgridi, ti concedi del tempo e ti ammonisci: questa però è l'ultima speranza. La osservi con placido distacco, che stranamente si trasforma in euforia.

Dai, è l'ultima speranza. L'ultima da concedere, l'ultima da vivere, l'ultima da cui ripartire. Mica hai tempo infinito, devi pur tracciare un limite.

Poi ti viene il dubbio che l'ultima fosse la penultima. Ti arrabbi rigorosamente con te stessa, ma ci ridi anche su. Basta un lampo di giustizia, improvviso e incredibile. Basta un'espressione stanca di chi stimi ancora. Basta che la devi trovare, una ragione.

L'ultima speranza era  la penultima. Per ora.

Notte e l'ultima speranza (era la penultima, ma non per sempre).

Le parole giuste

Le parole giuste, non rendono degni dei giusti.

E non importa se vengano così bene:a volte  è perché avevano tanto spazio in cui muoversi, lontane dalle buone azioni.

Dialoghi reali - ciao bella

- ciao bella.

- ma... Dici a me o al cane?

- piantala dai.

Sorriso felice.

- al cane.


domenica 6 marzo 2016

Una gran voglia di studiare

Che poi tornare alla mia università non mi fa venire voglia di fermarmi al bar dei fighetti o aggirarmi in centro, tra un gelato, un amore e la vetrina piena di cagnolini.

Accidenti no, devo essere invecchiata sul serio.

Mi ispira una grande voglia di studiare.

Il tempo più veloce di me

Passavo davanti al tuo ufficio, dove hai lanciato tante nuove avventure pensando prima di tutto agli altri. A chi dovevi rendere orgoglioso, a chi dovevi ringraziare, a chi dovevi aiutare.

Passavo poche sere fa e dicevo a un'amica: devo portargli il libro, come mi ha chiesto, per amore dei nostri animali. Per amore del nostro don Gnocchi, che dei più piccoli si è sempre preso cura.


Passavo e il tempo è passato più veloce di me. Quel bastardo di tempo che non esiste, sa come battermi. Verrò a portartelo, un giorno, lassù.

Notte e la fine della favola

Mi ricordo i tempi in cui volevo sentire solo la favola della neve. Da quando uscimmo in montagna da una festa di capodanno e per due giorni non vedemmo altro che bianco, ringraziando un considerevole rifornimento. A quando fui... costretta a rinunciare alla scuola per una solenne imbiancata.

Oggi l'emozione torna bambina ai fiocchi. Ma già qualche pagina dopo ti assale la voglia di strappare tutto. Guidare. Andare a quell'appuntamento. E la strada chiusa. E la corrente non c'è.

Eppure la neve resta un po' favola, anche perché per condurti al sorriso speranzoso ti fa toccare con mano gli ostacoli del mondo.

Fammi sognare, fino al prossimo disagio. Le favole vere non sono mai perfette. O forse capirlo è già non crederci più.

Notte e la fine della favola.

La cornacchia e il treno

Noi piegati, rapidi e scomposti. Lei lenta e nobile, come se cercasse qualcosa, e senza tradire se stessa.

Una cornacchia sulla banchina a passeggiare, incerta se stare tra gli umani che di lei non si curano. 

Forse in attesa di un treno o di una qualsiasi ragione per volare.

sabato 5 marzo 2016

Notte e non ho toccato la neve

Sì, l'ho vista la neve, dalle vostre foto. E sgomitavo, viaggiavo con una segreta speranza: che prima o poi l'avrei incontrata.

Macché, mi ha aggirata ed evitata. Solo a un certo punto sono stata colta da un brivido di illusione: ma era troppo pesante e violenta, per essere vera.

Difatti, di grandine si trattava. E io, un po' delusa, mi sono allontanata.

Mica l'ho toccata, la neve; quindi, da povera umana, io credo non esista.

Notte e non ho toccato la neve.


Dialoghi reali - Il motivo

- Ma c'è un motivo per cui stai soffrendo così?

- Sì, perché non te ne accorgi.

Dialoghi reali - La strada

Giù il finestrino a raffica e poi l'automobilista strepita

- Scusiiii, per viale X?

- Guardi, vada avanti fino a…

- Devo andare in un posto vicino al supermercato Y.

- Sì prosegua dritto fino al semaforo e lì…

- Insomma sono sulla strada giusta.

Allora facciamo che vai avanti da solo, ciao.


venerdì 4 marzo 2016

Se si scioglie l'inverno mai stato

Se si scioglie l'inverno mai stato, mai esistito, in acqua, neve e pensieri, all'inizio ci ritroviamo con quel batticuore infantile.

E crediamo di poter tornare indietro, davvero.

Quanto durano gocce e fiocchi, i pensieri più gravi e insistenti.

Se si risveglia e subito si scioglie l'inverno, presto ci sentiamo un po' dissolti anche noi. Come se neanche la primavera già assaggiata potesse essere vera.

Il passo e l'eleganza

Non importa dove deve andare: è sempre elegante.

Non importa se non ci vede molto bene: non ha mai nulla fuori posto.

E se ogni passo costa fatica, con l'aiuto striminzito di un bastone, lui ne compie due. Guai a offrirgli un passaggio, perché sta già andando avanti.

Il passo e l'eleganza. E una generazione di cui non so se saremo mai degni.

So che è assurdo parlare agli animali

Lo so, è assurdo parlare agli animali. Loro ti ascoltano, a differenza degli umani. E quindi possono risponderti senza le inutili parole di chi non ha sentito che suoni.

Mi scappano le idee più geniali

Spesso mi scappano le idee più geniali.

E lo so, che vanno a stare meglio.

I pochi e il tutto

Parlare tra pochi vale per convincersi di tutto. E imporre il niente sui molti.

Notte e se ti dicono "no, perché sei una donna"

Sento da una donna ciò che ho avuto modo di incrociare a mia volta, spesso neanche con le parole.

No, non puoi fare questo: sei una donna. 

Le dico, mi dico: se questo è il limite (per) loro, sarà il nostro punto di forza. Perché significa che non hanno altri argomenti.

Notte e se ti dicono "no, perché sei donna" sei forte.

Un fiore, non un agrume (le persone speciali)

Le persone speciali, quelle che danno tanto, tutto, anche quando non potrebbero o non dovrebbero, assomigliano a un fiore.

Da guardare, annusare, accarezzare con rispetto. Per loro, è giusto far sbocciare una preghiera in più in cielo, ringraziando di quanto Egli ci ha donato, immeritatamente.

Troppo spesso, le vedo invece trattate come un frutto, un agrume da spremere più in fretta  e  avidamente che si può. Incuranti del male che facciamo, come se accumulare energie a scapito degli altri ci potesse far sentire speciali a nostra volta.

Macché.

Rimaniamo solo cocci vuoti, che si approfittano di un fiore.

giovedì 3 marzo 2016

I would like to be as brave as Dundee

Now more than ever. I know why I've always loved Dundee. It's just as if it were in my blood, in my soul. Admiration, envy, love: call it as you like.

I would live to be as brave as Dundee.

Say yes, while other people  whisper no. 

Look at my soul like a waterfront and say: ok, I'll pull down everything and build a new life. Feel lost and say: ok, I'll discover something new, so new that I could find myself again.

I would like to be as brave as Dundee. And start again.

Il tempo tra due cuori

Una voce di vecchia data mi spinge da sempre a guardare i muri. Un giorno apprendo che si è spenta una donna con molti anni e amore alle spalle: le dice addio anche il compagno di una vita.

Trascorrono pochi giorni e scorgo un altro manifesto. Rileggo quel nome sul manifesto, come se mi fosse familiare. Lo è. E' il compagno della donna con molti anni e amore alle spalle.

Pochi giorni li hanno divisi e devono essere già risuonati come insopportabili.

Il tempo tra due cuori, non lo misura la vita. Figurarsi la morte.

Non mi riconoscete per la libertà

Sì, sono con stivali infangati e pantaloni in cui brillano i peli della cucciola. Non sono truccata, del resto il make up non trova molto spazio nella mia vita: lascio maschere e lampade selvagge ad altri, non preoccupatevi.

Non riconoscetemi, perché sono felice. La mia libertà e il mio amore sono il velo di cipria sul mio volto, forse dipingono persino il mio cuore.

Non riconoscetemi, per la libertà, in questo cammino mattutino che mi fa respirare la vita profondamente.

Notte e se cambi la rotta (ami)

Un vecchio film di Robert Redford, riafferrato sul finale. Lui bellissimo nell'età scolpita sulla pelle e nei movimenti, lei tardi un po' a scoprire che sia Julie Christie.

Eppure è uno dei pochi film che hai visto al cinema. Convinta fosse dieci anni fa, invece molto meno.

Ma come allora, sai cosa ti lascia questo viaggio nel tempo e nella pace di un lago.

Se cambi la rotta, ami. E ti senti più sicura.

Notte e se cambi la rotta.

La bimba del Nino (ciao signor Luigi)

La bimba del Nino sa quando è il momento di dire ciao, senza abbandonare, davvero. Torna piccolissima, in mezzo all'erba e al gioco: ecco perché a suo papà piace tanto lavorare nell'azienda del signor Luigi, si dice. Eppure, non gli piace mai quanto stare con lei.

Tra fili fini e profumati e animaletti, lei non sa nemmeno gustare un uovo fresco, come fa la bambina che arriva all'improvviso accanto a lei.

Ma la bimba del Nino ha una certezza nel cuore: il signor Luigi vuole bene a suo papà e sa quanto vale, quanto è capace di solcare il mondo con la sua determinazione.

E oggi, quarant'anni dopo un addio che non ha potuto ben capire, dice:


Ciao signor Luigi.

mercoledì 2 marzo 2016

Tra il ricamo e la palla

Accade ancora che ti dicano: tu pensa al ricamo. Ma quando ho cercato di frequentare l'oratorio e le suore mi hanno messa a fare ricamo, io impazzivo guardando il campo sportivo.

Preferivo la palla, al ricamo, già, una delle tante cose da cui i signori maschi ancora cercano di tenerti alla larga, forse per rassicurare se stessi. E anche a maglia faccio abbastanza pena. Eppure di tanto in tanto mi arrampico sui vetri delle mie incombenze per imparare a sferruzzare qualcosa di decente.

Chi ti dice pensa al ricamo, crede di ricordarti che sei "solo" una donna. Ci sorrido sopra, perché sfugge loro quanto sia un complimento.

Non a loro ma a me, oggi finalmente libera, dico: finora non sono riuscita a produrre niente con le mani, in balìa della mente. Ma non vi ho detto la cosa più sorprendente.

Che presto, ci riuscirò.

Quelli che non sanno dove andare

Chissà perché quelli che non sanno dove andare, sembri trovarli tutti sulla tua strada.

Notte e come i nostri animali

Nel centro buio e tempestato dalla pioggia, assisto a un'adorabile scenetta. Una signora dai capelli grigio luna si avvicina all'angolo di una via; una donna con un dalmata fa lo stesso, da un'altra direzione.

Il cagnolino e la nonna gentile si incontrano all'improvviso ed entrambi urlano di sorpresa: il primo più spaventato della seconda, come lei stessa rileva.

Diciamolo, io sono piuttosto triste e disorientata, ma rido. Rido forte. E la nonna gentile mi parla: ci raccontiamo dei giochi con i nostri animali che - spiegato in modo tangibile significa - sono gli esseri con l'anima che ci stanno a fianco.

Lei non smette più, tra gatti salvati, passerotti misericordiosi e altri racconti sotto la pioggia, scusandosi di cuore.

Eppure io le sono grata. Come i nostri animali, come coloro che hanno l'anima, vorrei sognare una notte piena di compassione. Di amore.

notte e come i nostri animali.

Dialoghi reali - noi ragazzi

Intenso dialogo tra due nonne sui figli ormai adulti, attingendo a vecchie foto. Con sospiro finale.

-  D'altronde anche noi eravamo ragazzi.

Anch'io, giuro.

martedì 1 marzo 2016

Cos'è invecchiare

Si può invecchiare così: trovando solo la propria idea, la propria strada, il proprio mondo.

Si può invecchiare così: cercando sempre un'idea altrui, una strada diversa, un altro mondo.

Cos'è invecchiare, è scegliere. Ogni giorno.

Notte e non divento

Divento più vecchia, divento più stanca, divento capace di inaspettate energie, divento dubbiosa, divento felice di essere dubbiosa.

Divento molto, ma non tutto. Ad esempio non divento ciò in cui vogliono trasformarmi gli altri.

Notte e non divento.

Non c'entro niente

Talvolta mi chiedo: ma che ci faccio lì, dove non c'entro niente. E solo quando oso, mi rispondo: forse devo stare lì, in nome di chi non c'entra niente.

Non inciampa l'amore

Il cielo è azzurrissimo sopra il camposanto, come se ne avesse attinto ulteriore pace. In questo quadro fisso, procede una donna e sembra che debba inciampare a ogni passo.

Rallento perché intravedo come un bastone, che mi sembra poco di sostegno.

Finché lei parla e vedo che dietro in realtà c'è un bimbo che cammina appena. Questa è la nonna, gli dice indicando una lapide.

Pensavo fosse il suo bastone. Lo è davvero. E molto di più.

Sconsigliato in modo intelligente

Mai riporre oggetti (chiavi prima di tutto, naturalmente) con efficienti ragionamenti, in modo intelligente.

Tanto meno nei momenti in cui non ti senti molto intelligente.

Cercami tu, oggetto inanimato.