martedì 31 maggio 2016

Chi mi fa sorridere la mattina

Chi mi fa sorridere la mattina, con un bacio, uno scherzo, una tirata di orecchie che si scioglie in moto scanzonato.

Chi mi dice cosa fare e chi guarda ciò che faccio, entrambi con dolcezza.

Io osservo e ringrazio, la felicità che si fa strada più salda.

Voglio bene a chi mi fa sorridere la mattina. E agli altri cerco di più (ma mi sto solo sforzando).

Giugno, finalmente

Un raggio di sole silenzioso, forse perché indeciso se restare. Tu che conti i giorni al mio arrivo. La promessa del giorno più lungo, che poi ci frenerà i sorrisi: perché subito dopo gli altri sembreranno più piccini.

E l'estate si fa ammirare da lontano, ma troverà il tempo di una carezza.

Ogni volta lo dico: giugno, finalmente. E mi sento di nuovo bambina.

buon compleanno Marco e la tua vittoria

Oggi ti sarà dedicata la piscina della tua, nostra città. Quella che tu hai fortemente voluto, perché sapevi cos'era lo sport, con, come il sacrificio.

Oggi diranno un sacco di parole: molti sono specializzati in quello, non fa nemmeno sudare. Spero che dicano anche: grazie.

Io lo ripeto e oggi aggiungo solo: buon compleanno, Marco, lassù.

Ragazzo, ex ragazzo. Uomo che ha lottato quando si doveva, quando poteva e no. Che ha detto cose scomode e che non ha abbassato lo sguardo. E ha guardato anche nella telecamera e negli occhi di ogni dipendente Inail quando ha annunciato l'ultima lotta, la malattia.

Quello che dicono alcuni, ha senso fino a un certo punto per me. Spero che qualcuno dica a se stesso, se non agli altri: ho sbagliato. Per se stesso e per cercare di migliorare questa città.

Per il resto  non importa, perché ti pensiamo, ti vogliamo bene, ti siamo grati in tanti. È questa la vera vittoria. Eppure a ogni vittoria rinunceremmo in cambio della possibilità di abbracciarti.

Buon compleanno, Marco Sartori. E che il tempo sia galantuomo, continua a ricordarmelo, ma aiutami a scoprirlo, perché a volte sono testarda e mi sembra solo che il tempo ci abbia tolto te.

C'è sempre un altro dolore (dietro il tuo)

Stai avvertendo tutto il dolore, quando percepisci una strana tregua. È quando un'altra persona che non ha neanche conosciuto il tuo amico, si commuove.

Ne sei colpito, ma non puoi darti ragioni. Poi hai occasione di parlarle e vieni a sapere che c'è un altro dolore, dietro quella drammatica empatia.

E senti anche il suo, ma non puoi darti ragioni.

Sai solo che c'è sempre un altro dolore, dietro, dentro il tuo.

Notte e Il tuo whisky sarà sempre qua

Il tuo whisky, quello che  neanche mi piaceva. Perché volevo essere come te eppure differente, per assomigliarti ancora di più.

Per pensarla come te eppure scolpire qualcosa di diverso, come ti sarebbe piaciuto.

Sai che ho lasciato da anni un dito, un dito solo della tua bottiglia preferita. Perché penso che tornerai oppure te la porterò.

Papà.

Notte e il tuo whisky.

Sereno è - canzone per il giorno

Mi sveglia un amico con una canzone di quando ero troppo piccola per capire. Praticamente adesso.

Perché sento che sei in cucina, ma se sto ferma ti tiro qui ancora con me. E quando ogni notte cala su di noi, fingendo di amarci e separando i nostri sogni, chi se ne frega. Già il giorno ci chiama e sereno è, anche se finge di piovere.

Noi due soli senza compagnia

Sereno è, Drupi, canzone per il giorno.


lunedì 30 maggio 2016

La fame del bene (e di essere liberi)

Si scrive show cooking, ma a me piace leggerlo: creatività del bene, anche ai fornelli. "Cotti dentro", uno slogan, un invito a entrare in carcere o a uscire dai propri confini.

Sono felice di apprendere diverse occasioni di questo tipo, negli ultimi tempi, che passano dal lavoro, dallo sport, dalla cultura. Anche dalla cucina.

VoceLibera, la cooperativa 3B e tutti coloro che vedete nell'invito, lanciano questa iniziativa -  uno "show cooking da galeotto" - sorridono, mercoledì 8 giugno. E dietro quella che sarà una serata sicuramente speciale, c'è un invito ancora più forte: a trovare il desiderio di conoscere ciò che accade "dentro" e sostenere ciò che aiuta a portare "fuori", al reinserimento sociale.

Se fossi Gaber (mi perdonerà?), mi chiederei: ma cos'è dentro, cos'è fuori.

Mi limito a dirmi che ci dev'essere un modo per ricominciare, per ciascuno di noi. 

Il bene vien mangiando. Non vi è venuta fame?


INFO: Per ragioni di sicurezza, le prenotazioni devono avvenire entro il 31 maggio 2016 fornendo le tue generalità complete di nome e cognome, luogo e data di nascita, attuale residenza un recapito telefonico e un indirizzo mail.
 Per confermare la presenza  inviare i dati alla mail info@3bcoop.it o al fax 0331-1393061, o nella redazione “esterna”  di VoceLibera, in Villa Calcaterra, Via Magenta n. 70, Busto Arsizio (lunedì e venerdì dalle 9,30 alle 12,30 dalle 14,30 alle 18, il martedì mercoledì e giovedì dalle 9,30 alle 12,30). Vi diranno anche come pagare, entro il 3 giugno.

Notte e scusami Sara per l'eternità

Per l'intera giornata ho cercato di rimuovere invano questa angoscia. Questo dolore fitto e insopportabile della tua fine, Sara.

E quanto orrore. E quante parole. Io posso solo donarti il mio silenzio, Sara.

Potevi essere mia figlia e ti cerco, in quella strada maledetta. Sentirò ancora altre parole e mi faranno solo più male.

Non a te, che di male non hai fatto nulla e quindi nulla potrai più subire. Scusami, Sara, che non ho saputo proteggerti. Scusami Sara, se non mi sono fermata, se non ho capito, se sono passata troppo tardi o troppo tardi. Perché ciò che fa o non fa ciascuno uno di noi, ci unisce tutti. Scusami Sara, se faccio parte di questa umanità fottuta.  E fottuti siamo, se sappiamo concepire simili delitti.

Scusami Sara per l'eternità.

Notte e scusami Sara.

Dialoghi reali - Pessimismo

- Mi vedi meglio ora?

- Sì, prima ti vedevo sudare, fredda, bianca... Sembravi...

- Morta?

- al collasso.

Mai essere pessimisti.

domenica 29 maggio 2016

Volevo sognarti

Volevo sognarti. Per questo motivo, sono rimasta sveglia. La notte non mi è parsa più breve o inconsapevole, si è abbracciata a te con la stessa dedizione.

E a sognarti, ora che dicono sia giorno, sono pronta ancora.

Dialoghi reali - La replica di Barnaby

- Sì, ma cavolo, questa puntata dell'ispettore Barbaby è una replica. L'ho vista non  molto tempo fa. Che seccatura.

- Davvero, alla tv non c'è più nulla.

- Davvero!

- Ma allora perché continui a guardarla, gira.

 - Non mi ricordo chi è l'assassino.

La pioggia trova le lacrime

La pioggia sembra racchiudere ogni potere e con disincanto liberarlo. Anche quello di rilasciare le tue lacrime.

Chi se ne accorgerà mai, mentre piove. Già non se ne avvedono sotto il sole cocente, ti dici. E poi senti un sussulto, sai che lei capisce e consola. La pioggia trova le lacrime, le accarezza, se le addossa.

La pioggia, non ti lascia solo.

Notte e davanti agli occhi di Spencer Tracy (siamo migliori)

Capaci di sparare giudizi a ritmo insostenibile, e diffondendoli alla massima potenza, potremmo fermarci lì. Davanti agli occhi di Spencer Tracy.

Prima di congedarsi dalle scene della vita, ha detto tanto in "Indovina chi viene a cena". Abbiamo incrollabili certezze, specialmente su noi stessi, ed ecco che franano di fronte a una scelta nostra e altrui. Sappiamo cos'è giusto, o così sbandieriamo, oggi fin sui social, ma poi sbandiamo miseramente alla prova.

È quando fissiamo gli occhi di Spencer Tracy, la loro battaglia, la loro vittoria, che sappiamo come vincere su noi stessi. Non vantandoci di essere migliori, ma lasciandoci aiutare dalla vita a esserlo e magari a diventare come credevamo di essere

Notte e davanti agli occhi di Spencer Tracy (siamo migliori)


Chi porta malattie

La signora che ama tutti gli animali e offre cibo anche ai bistrattati piccioni, confessa l'ostracismo. Dei vicini l'accusano, perché questi volatili portano malattie.

Me lo racconta con gli occhi offuscati dal dispiacere: quelli sono anche vicini molto, molto lontani in realtà.

A me viene da dirle che è vero che i piccioni portano malattie. Ma c'è un animale che ne reca addirittura di mortali.

- Quali? mi chiede.

- Gli esseri umani, mi sento rispondere.

Portano tante, tante malattie. Le due peggiori, cattiveria e invidia.

Solo che se nutri questa specie, questi malanni, non si lamenta nessuno di noi. O peggio, non cambia.

sabato 28 maggio 2016

Notte e so cos'è un fulmine

In cielo danzano e sembrano bellissimi. Lo sono, come noi quando vogliamo.

So cos'è un fulmine, però, quando ti guarda negli occhi. Quando colpisce e fa scoppiare tutto attorno a te: una luce bianca, assordante. Me lo ricordo con le mura sventrate e la pioggia che sembrava confortare dopo l'assalto.

Un brontolio, un grido, una musica che diventa fracasso.

Adesso scriveranno fulmini assassini, finché andrà di moda.

Ma tutto ferisce, travolge, risparmia, dà un'altra chance o la toglie. E' la natura, a cui apparteniamo.

Stasera mi affaccio alla finestra e guardo danzare i fulmini, finché ho coraggio. Poi penso agli uomini e alla loro crudeltà. E il coraggio vacilla, ma quelle luci non abbagliano quanto noi stesi.

Notte e so cos'è un fulmine.


Dialoghi reali - comprendi di calcio?

- Dovevi chiamarmi tra un quarto d'ora.

- Sì, ma c'era la partita. E io ero in pena per l'Atletico.

- Quindi? Anch'io, è logico.

- Perdeva come da copione, quindi ero nervosa. Poi ha pareggiato e ho pensato: cribbio, non posso guardarlo, sto anche peggio. Lo faranno perdere alla fine e sarà stata una sofferenza in più.

- Non capisci niente di calcio.

- Capirai, tu cistone.

- Ma va'…

- Vai tu…

- Vado a vedere la partita.

- Io no (abbasso il volume).

A volte basterebbe che tornasse McEnroe

Mica chiediamo tanto, in questo universo confuso e confusionario. Basterebbe che tornasse McEnroe. Quattro sfuriate, non sarà mica serio lei: e chi lo è fino in fondo, quando si mette a giudicare?

Non è male con la chitarra, ma è la racchetta che vorrei sentir suonare, ancora. E vorrei tornare a gridare con lui, senza che mi si senta troppo con la mia misera voce.

Non sarà la stessa cosa, poi il consulente non scende in campo,d'accordo: sarà Raonic a fare il proprio gioco.

Ma ci vuole qualcosa che ti faccia tornare indietro e correre avanti: meglio entrambe le cose.

A volte basterebbe che tornasse McEnroe. E guarda che torna davvero.

Guess if Mr. McEnroe came back.

venerdì 27 maggio 2016

La ciminiera sperduta

Tra le case antiche e la via che si risveglia per i bambini, noto lei quasi per sbaglio.

Ne sono rimaste poche, di ciminiere, in centro. Questa è rosso mattone, tace da un po', o così credo. E si alza verso il cielo blu, con un'armonia battagliera.

Tante ciminiere, tante storie, abbiamo smarrito.

Lei sembra solo sperduta.

Lei è qui ancora, deliziosamente testarda. E voglio tornare per vederla con la testa tra sogni travestiti da nuvole.

Efrem e cose da sussurrare

La bellezza attorno a noi, dentro di noi. La respiro già avvicinandomi alla sede della mostra, in una via che troppo spesso dimentico: percorsa a piedi si svela senza timidezze.

Quando varco la soglia della R&P Legal, la avverto ancora di più: perché ci sono luoghi meravigliosi, capaci cioè di meravigliare. Luoghi dove si lavora, si produce, eppure si può alzare lo sguardo per lasciarsi incantare.

Ora mi chiamano le pareti. Le fotografie di Efrem Raimondi. Lui il 16 giugno (al museo del Tessile, sempre a Busto Arsizio) terrà una lectio magistralis spiegando che la fotografia non esiste. Non senza di noi.

Cancello il termine spiegando. Riscrivo: narrando. Lo credo, perché narrano le sue fotografie. Self-portrait è un viaggio che mi interroga, mi scuote, mi fa (ri)conoscere persone. Alcune al primo sguardo, altre scavando nella memoria, altre ancora scrutando negli occhi ciò che hanno tessuto nella loro vita quotidiana.

Ciascuna di questi venti fotografie ha un proprio potere. Io ne porto nell'anima tre in maniera speciale. Fernanda Pivano, così radiosa, di una bellezza che toglie il fiato e incoraggia a correre avanti. Mark Knopfler, come un'ombra di malinconia, di apparente stanchezza, che sta già mettendo in moto altra musica.

Poi l'operaio tessile. Sarà che mi accende ricordi e speranze, oggi più che mai.

Ma mi fa anche guardare attorno, di nuovo, e raccogliere le sensazioni tra la gente vicino a me. Che bello, sento, sembra di essere a Milano: qui si sta tessendo, ancora.

Perché c'è qualcosa di nuovo che si respira in questo luogo così bello e capace di aprire le porte alla fotografia e alla città. Ha invitato Busto Arsizio, e non solo, a osare: uscire, rientrare, ammirare l'arte e volerla incontrare attraverso le opere e la voce di Efrem in questa mostra con il patrocinio del Comune.

Sono cose da sussurrare, e ho già detto troppo. Ma l'unica parola che devo aggiungere, è grazie. Perché abbiamo bisogno di una scossa, di abbassare i toni e alzare gli occhi, trovando - come scrive Efrem nella presentazione - la nostra voce.

Nessuno ti può giudicare (nemmeno tu)

Lascio che la canzone si smorzi, per cambiarla. Una sola lettera, un mondo capovolto.

Il primo che si deve esimere dal giudicarti, il primo che ama farlo sei tu. Nessuno ti può giudicare, nemmeno tu. Sai così poco del mondo, poco di te. Se hai sbagliato, lo cogli, ma non condannarti, non mettere il muso.

C'è fretta di ricominciare.
non ti giudicare.

Notte e mi piacerebbe iniziare (ancora)

Dopo una marea di anni, tiri fuori la testa dall'acqua e mediti su dove tu voglia andare realmente. Devi proseguire il viaggio, ma non puoi essere certa della meta. Eppure una sicurezza si fa largo: dove non hai la minima intenzione di andare.

Così ti sorprendi a parlare con una persona che  hai incontrato dietro quella marea di anni, quando eri (ancora) esitante, incerta della meta. Avete viaggiato a lungo insieme, poi avete dovuto nuotare in apparenza  lontani.

E quando senti che vuole iniziare qualcosa, tu hai una certezza in più: mi piacerebbe iniziare con te. Ancora. Chissà che inizieremo: è già stupendo aver voglia di iniziare, ancora.

Notte e mi piacerebbe iniziare (ancora).

giovedì 26 maggio 2016

Notte e se sei in prima linea

In un luogo stupendo, il passato si prende la briga di tornare con insistenza. Mi porta un volto solare di un viaggio di tanti anni fa. La bimba che mi raccontava Shrek a New York all'inizio del nuovo millennio, ora giovane donna che quasi arrossisce al ricordo. Flash anche più recenti, ma poi mi ributta indietro.

E io che sono un orso, avvicino un signore brizzolato per chiedergli se fosse un consigliere in un paese della valle molto tempo fa. Lui finge di no, poi ride e lo ammette: voleva tergiversare per cercare di ricordare chi fossi io.

Una piccola cronista di città, che doveva iniziare in un paese della mia amata valle. Che non sapeva nulla, che fremeva di imparare e che lì ha davvero appreso tanto. Compresi dibattiti intensi di persone preparate, che da tempo non sento così spesso nemmeno nelle auguste città.

E lui mi chiede: ma sei sempre in prima linea?

Non lo so, non so più neppure cosa mi aspettassi venticinque anni fa, quando varcavo la soglia della prima sala di un consiglio comunale. Quando ho dovuto guardare in faccia la sofferenza e la morte come cronista di nera. Oggi economia vorrebbe dire forse prima linea.

Ma facendo eco alle mie parole di ieri sera, non sono troppo convinta.

So solo che sono trascorsi tanti anni, ma non ho dimenticato come iniziare: guardando negli occhi le persone. E forse questo è un po' prima linea. Tanto che si può ripartire.

Notte e se sei in prima linea

La finestra che canta il gioco

Passare di corsa e bloccarsi a un ordine. Perché è un ordine, tu ne sei consapevole.

Un due tre stella.

Risuona da una finestra e subito segue una cascata di risate. Più voci di ragazzini, e forse un adulto che comanda o si lascia comandare. Un gioco così lontano, che pensavi si fosse ficcato in qualche cassetto della memoria collettiva per non farsi scovare mai più.

Invece, provi a muoverti finché senti ancora.

Un due tre stella.

E quando ti fermi ancora, ridi anche tu. Prima che la finestra riprenda a cantare il gioco.

La serietà che si annulla

Prendere qualcosa troppo sul serio: che rischio di mostrare come non lo si prenda sul serio affatto. A partire da se stessi.

La serietà che si annulla, quando la stringi troppo forte, con un abbraccio soffocante.

Poi non importa più

Una fiammata di dolore, di indignazione, una di quelle che ti mette in moto per l'intero pianeta quasi potessi riparare tutto.

Una foto, il volto di un bambino, il frammento di un aereo, occhi chiusi sull'umanità.  E di colpo importa a tutti, potrebbe formarsi un esercito di sostenitori del bene e accade.

Finché una unica foto un altro bimbo, un altro dramma. E di colpo non importa più. L'esercito del bene si è già sciolto, si riforma per altro e si sta indignando.

Ma presto, non importa più. Ancora.

mercoledì 25 maggio 2016

Sai che c'è il sole

In un intreccio di incubi la notte sembra non lasciarti mai. Poi la pelle sente un calore che non è febbre. Un messaggio gentile, una luce premurosa, e sai che c'è il sole.

Se lo vuole e se lo vuoi. Se hai la forza di accorgertene o la trovi.

Il libro e la copertina

Non mi fermo mai alla copertina di un libro, ma non per profondità o intelligenza.  È che detesto aver buttato via energie per imparare a leggere.

Tante cose che fanno male

Tante cose che fanno male, ferite inferte dagli altri e da me, atteggiamenti, vizi e gesti sporadici, quasi casuali.

Tante cosse che fanno male, non è che siano scomparse con il tempo. Avviene solo  - e mi sconvolge - che qua e là io le capisca. E anche se ufficialmente procurano comunque dolore, mi viene da sorridere. Da andare oltre, da annuire, persino da amare di più.

Tante cose che fanno male, si lasciano capire se lo vuoi. E ti senti più libera.

Alone together - canzone per la notte

Capita che la birra sia calda e talvolta che neanche tu possa berla. Che la cena sia orribile o invitante, ma c'è qualcosa che ti rode e ti impedisce di allungare una mano.

Che nella notte risuoni una canzone nota, eppure tu sappia benissimo che sta regnando il silenzio.

E ascolti parole, ricevi messaggi, ma ancora ti senti solo. Non c'è bisogno che tutto vada male, per sentirti fuori posto.

Sei felice quando arriva e comunque tu ti senta, lo sai: che sarete soli insieme.

Grazie, Raffaele.

Even when life isn't hard it always seems uneasy



Alone together, Chet Baker, canzone per la notte.

Notte e non sono troppo convinta

A volte pensi di dover essere coraggiosa. Poi non ne sei troppo convinta: basta una frase per capire che sei stata solo un po' scema.

E che sarà di così grave. Il bello di una scemata è che quando la cogli, puoi imparare a non ripeterla.

Inoltre chi lo sa: magari sono stata una scema coraggiosa.


Notte e non sono troppo convinta.




martedì 24 maggio 2016

La vicinanza

A te basta essere vicino a me. Sentire il mio contatto, avvertire il mio profumo, stringere il mio sguardo.

E a volte penso che il Creatore dalla vicinanza ci giudicherà e prima premierà le fedeltà più semplici e commoventi, che attingono alla sua.

La tua onnipotenza, uomo

Uccidere, anche solo calpestandole e non voglio leggere oltre, una miriade di animali che chiedevano solo un po' di pace. Quella pace che tu sembri neanche voler concepire, come se fosse una bestemmia: umani o no, che importa, non ritieni nessuno simile a te.

Straziarle, esibirle, godere della loro fine, tu che finirai come tutte le creature. In un'oasi dove cercavano di salvarle o in ogni luogo dove la natura chiede pietà anche per un singolo animale.

La tua onnipotenza, uomo, è plateale: non sei solo malvagio, sei onnipotentemente pirla.

Tempesta del mare (un giorno avrò il coraggio)

Un giorno avrò il coraggio di ammirarti. Di incontrarti. Di attraversarti, senza trattenere il fiato.

Tempesta del mare.

Dialoghi reali - La colpa

- Comunque è un po' colpa tua. Dai l'idea di essere indistruttibile.

- E' sempre colpa mia.

- Be'…

- Mi dai una risposta arguta che la metto nei dialoghi reali?

Silenzio.

Va bene, metto tutto lo stesso.

Things have changed - canzone per la notte

Un poeta sa dire ciò a cui siamo abituati dandogli forza e ragione. Sì, lo so che la poesia non è abbinata con la ragione, che sgorga nella musica e sembra ribaltare tutto.

Ma quante volte ci diciamo, per un ritornello annoiato, che le cose sono cambiate. E ha ragione il mio amico Fra, poche canzoni sono così belle e autentiche.

Fare del male senza accorgersene e forse perdere per strada anche il proprio dolore. Un tempo, ci facevi caso, adesso le cose sono cambiate. E il mondo chissà se esploderà, come profetizzano i testi sacri.

Le cose sono cambiate, e noi con loro. Chissà se cambieranno, cambieremo ancora, mentre aspettiamo eleganti l'ultimo treno.

Buon compleanno, Bob.

People are crazy and times are strange
I'm locked in tight, I'm out of range
I used to care, but things have changed

 



Things have changed, Bob Dylan, canzone per la notte.

Notte e (si potrebbero lasciar cadere) briciole d'umanità

Si potrebbero lasciar cadere briciole d'umanità. Passare e svuotare tasche di frammenti di vita che abbondano, che non servono, ma possono far sorridere qualcuno. Far sentire che uno conta senza essere un numero. Preoccuparsi o almeno mostrare un po' di attenzione a chi è in difficoltà.

Anche per caso, anche per sbaglio, anche alla persona sbagliata. Come la pioggia, su comando gentile, che non fa differenze, ancor meno calcoli.

Sarebbe bello sbagliarsi per il bene, se proprio non vogliamo essere buoni apposta.

Notte e (si potrebbero lasciar cadere) briciole d'umanità.

lunedì 23 maggio 2016

Chiedersi troppo

L'unica cosa che batte in stupidità il chiedersi troppo, è meravigliarsi della risposta.

Della forza che si scioglie. Della febbre che prende le redini da te ritenute saldamente in mano. 

Tu credi di non risponderti più, invece ti stai dando la vera risposta.

Vorrei saltare

Vorrei saltare nella vita come tu nella giornata.

Con una zampata che accompagna il tuo risveglio nella mattina, quasi volessi spingere il sole.

Con un mormorio di gioia a scoprirti e a scoprire che nuove ore di esperienze - ciascuna irrinunciabile - ti attendono.

Con uno sguardo buono e vorace, dove vibra la gratitudine.

Ascolto te

Tutto il giorno ad ascoltare musica, dicono anche per sopravvivere.

Adesso, ascolto solo te. Rapita e indignata di me stessa, schiava prima di tutto della libertà.

Pioggia, amplificata dalla superbia dei tuoni, per un attimo impetuosa e poi ancora umile, nel riunirsi alla terra.

Ascolto te.

Parliamo allo stesso modo

Parliamo tutti allo stesso modo, per essere sicuri di non capirci. La corsa alle banalità non conosce ostacoli.

Salta tutto, se non un sottile disagio che a stento resta sotto la pelle: sappiamo di non voler ascoltare, di non volerci dire niente. Per cui parliamo allo stesso modo.

Notte e queste nuvole

Questa mattina mi incalzavano, oscure e senza tentennamenti.

Questa sera si sono schiarite e sono fuggite come bambine a nascondersi sopra le montagne.

Poche nuvole nel cielo finalmente dorato e sembrano sorridere. Come a dirti: ci eri cascata.  

Queste nuvole.

No, rispondo, ci casco ora. Ci casco sempre. Nella vostra bellezza.

Notte e queste nuvole.

domenica 22 maggio 2016

La bellezza di stupire

E' così rigenerante stupire, quasi un atto di egoismo. Perché stupisci, prima di tutto te stesso. E ti racconti che puoi fare ancora tanto, che forse puoi seminare quando ti sembra di esserti troppo addentrata in campi coltivati.

La bellezza di stupire è quella di scoprirsi. Ancora.

Dialoghi reali - religioso silenzio

La mamma e il bimbo camminano lungo la strada, finché lei gli chiede.

- che ti ha detto il prete?

- niente.

Reticenza o religioso silenzio.

Notte e dentro l'aria

Dicono che dentro l'aria ci sia già la pioggia, ma ci sento tanti altri ospiti. Quel guizzo di primavera, che resiste a ogni clima, la domanda  di un adulto e la risposta di un bambino, la sofferenza e quella strana reazione di nome vita, e molto altro che non sta nemmeno nel cuore.

Dentro l'aria c'è il mondo, e quindi ci sei tu: questo me la fa respirare.

Notte e dentro l'aria.

Vulnerabile

Quanto ti rende vulnerabile, imbrigliando i tuoi passi. Un vestito nuovo, uno sguardo che si incolla, una lingua che non conosci e scava parole ancora più di pietra, un bivio inatteso.

Vulnerabile inciampi talvolta e quando ti risollevi, potresti sentirti ancora più vulnerabile sotto l'immenso cielo. Chissà come mai all'improvviso ti senti cullata da una forza inesprimibile.

Finché ci troviamo unici (grazie Stefano)

Fermo l'auto per continuare a leggere "Il bambino che torna da lontano" di Stefano Ferri (Robin Edizioni).  Ma la vita sembra galoppare più forte, con gli interrogativi, la poesia, l'essenzialità che scorrono in ogni riga.

Non si può descrivere, senza tradirne la profondità, questo romanzo. La trama, non si può che scoprire, anzi occorre farsi scoprire da essa. Eppure si può riassumere in una parola, anzi in un nome: Renato, anche qui andando alla sua essenza. Bisogna cercare, trattenersi a volte, perché si è sul punto di darsi una risposta, eppure si capisce che manca un tassello ancora. Che se quello che pensiamo di trovare sembra stupefacente, quello che si rivelerà realmente lo sarà molto di più.

Che vediamo doppio, solo fino a quando non abbiamo la forza di trovarci unici.

Che la vita è sconfinata, intrecci che ci imprigionano in apparenza e invece ci liberano, se abbiamo la pazienza di cercare senza lasciarsi schiacciare dalla fretta superficiale.

La vita è piccola, così piccola che può stare in una scatola di latta.

Quando ho terminato il romanzo, ed ero pronta a ripartire nel mio viaggio, emozionata e felice, prima ho riaperto la prima pagina: quelle parole acquistavano ora una potenza ancora superiore. E sono andata avanti ancora di poco. Spesso sembriamo le persone sbagliate nel posto sbagliato: e non potremmo essere nel luogo più giusto.

Grazie.

sabato 21 maggio 2016

Audace come l'ape

L'ape fruga nella persiana: un foro diventa l'universo. Insiste e scava nel mattino, continua a borbottare o sta solo raccontando quanto sia felice di aver trovato un universo da esplorare.

E di non potersi accontentare.

Siamo belli da umani

Siamo così belli da umani. Spesso ce lo ricordano le ferite, per quanto male facciano.

Ci squarciano, ci espongono, ci rivelano. E anche se siamo distanti, ci ritroviamo vicini.

Siamo così belli da umani. Se solo ci ricordassimo sempre che non siamo numeri, personaggi e strumenti.

Solo belli, da umani.

Non basta che si inabissi

Non basta che si inabissi un aereo carico di vita, anche appena sbocciata. Oltre al velivolo si inabissa la nostra coscienza.

Del resto, è successo in Egitto: ci siamo già allontanati e rassegnati. Italiani? No. Europei? Va be', ma mica siamo di mezzo davvero noi. E altre nazionalità ancora: mica saremo umani tutti.

Scivola via la notizia, in altro affaccendati.

Anche quando si inabissa un aereo carico di vita, riusciamo a non farci troppo caso.

Non basta che si inabissi: va a fondo la nostra coscienza.

Il rosso e la rinascita

Sono felice. Non posso ignorare questo. So quanto mi costi essere felice.

Stamattina ho acquistato un vestito (anche) rosso dopo non so quanti anni. Poi ho avuto una notizia terribile.

Ho pianto, pregato. E scelto di essere felice, anche per chi non c'è più.

Un giorno vi spiegherò forse cosa significhi il rosso. Oggi mi ricordo grazie a un magnifico libro e a un incontro non meno magnifico cosa significhi la vita.

Il bambino che torna da lontano: l'ho già divorato metà e ho fretta di tornare da lui.

Anche il suo autore, Stefano Ferri, è nato l'11 giugno. Anch'io, pur indebitamente segnata il 12. 

Nella vita si trovano persone che cercano di annullarti. E altre che ti curano: non è una terapia tutta rose, perché bisogna passare dal dolore, esserne marchiati.

Non detesto chi ha provato ad annullarmi: non dovevo dare loro questo potere.

Sono grata a chi mi ha aiutato a curarmi. A entrare nella fase: non ho paura.

Se ripenso a questi meravigliosi fili, che non si possono spiegare.

Stefano, conosciuto grazie a Daniela Basilico, dono del nostro angelo Fabrizio Canciani, incontrato grazie a Tiziano Riverso.

La rinascita è colore. Forse rosso.


Let me breathe you (Smokehead)

I forgot to breathe you, as my thirst was stronger. But you called me back, Mr. Smokehead. You taught me to be patient and to smell first of all.

Smoke. Freedom. Salt. Water. Freedom again. Something only whisky can sing in the night.

Let me breathe you, Smokehead, as we're alive.

Speranze di zenzero

Quando ero a Varese e volevo far sorridere una persona speciale, sapevo dove correre. Nella storica drogheria. Che poi, che aggettivo stupido. Una drogheria, in questo mondo scolpito dagli, negli standard, è storica.

Il Ruché, lo trovavo senza chiedere. E poi c'erano quelle delizie di zenzero, la delizia che pizzicava: correvo a portarne frammenti a colui dal quale amavo imparare.

In queste ore, in cui il signor Vercellini se n'è andato, ci ripenso e rivedo quelle speranze di zenzero. Quell'idea che ci sono incantesimi forgiati dal passato che in realtà sono senza tempo. Buon viaggio, tra dolcezze che pizzicano e ridanno la vita.

Notte e non è giusto (ma tocca a noi)

Due bimbe avevano ritrovato l'amore di una mamma e ora bisogna dire loro che è andata in cielo. Dentro di me risuonano le parole della mia amica: non è giusto.

No, non è giusto. Ma non solo non possiamo deciderlo noi: forse non dobbiamo nemmeno gridarlo lassù, se non prima di sentire ciò che succede poi. Capire che tocca a noi, cercare di amare anche per chi in apparenza non c'è più e far scorrere quell'amore che in realtà è il suo dono.

Con dolore, tenerezza, ostinazione, mormorando tra di noi: non è giusto. Ma ripartendo sempre, come se la giustizia potessimo raddrizzarla noi.

Notte e non è giusto.

venerdì 20 maggio 2016

Risuonano ancora i passi

Nell'eco dei sogni risuonano ancora i passi della tua ombra, aggrappata alla chiesetta. Nulla si muove, forse nemmeno tu: eppure ti tradisce quel rumore.

La porta chiusa, da cui riesci a vedere le statue almeno parzialmente si direbbe: ma si, ti spalancano sull'infinito.

Sei tu, sei la tua città, sei dove tutto si svolge che tu ci sia o no. E risuonano ancora i passi, quando sogni, quando ricominci, quando ti riposi.

Dialoghi reali - Motivato

- Devo riprendere anch'io i vostri corsi, perché ho il tesserino pure da voi.

- Sai che a un corso un anno fa veniva un tuo collega? Arrivava tardi, dopo un corso del vostro Ordine, e rimaneva fino a tardi a bombardare di domande il professore. Era…

- Rincoglionito?

- Volevo dire motivato…

- Va be'…

- Lo stesso?


Notte e quelli che non aspettano

Nel brulichio di grigio e ferraglie si ritaglia spazio la natura. Brandelli di verde, alberi incerti, papaveri ostinati tra i binari. Se si ha il coraggio di seguirli, si arriva al Monte Rosa che si scrolla di dosso le ultime luci.

La natura sa aspettare. Sa aspettarti, mentre gli umani corrono e non vedono che cerchi di prendere fiato.

L'amore riposa in quelli che ti aspettano, senza esibirsi, farsi notare. E loro rallentano timidi per non lasciarti solo.

Notte e quelli che ti aspettano…. Quelli che non aspettano, corrino pure.

Come il ragazzo sullo skateboard

Inseguo con gli occhi il ragazzo lanciato sullo skateboard, lungo la strada, rigorosamente contromano. Vuole finire male, insinua il buonsenso. Oppure sta iniziando.

Sarà per questo che vorrei non più inseguirlo, ma rubargli il posto su quello skateboard, lanciato sulla strada contromano o così dicono.

giovedì 19 maggio 2016

Il cane e la Romania (per farci incontrare)

Nella girandola di saluti occasionali per la cucciola, vedo un'emozione più intensa negli occhi di un uomo. E sono costretta a fermarmi.

- anch'io ho un cane, in Romania.

Me lo descrive, mentre accarezza il mio. Mi sembra di vederlo, di sentirlo qui. Dietro quella frase c'è la nostalgia per il cagnolino specchio di tutto il resto.

Mentre riparto, penso che non avrei mai parlato a quell'uomo senza il mio cane.

Mi spiace per chi ritiene che gli animali possano dividerci dagli umani, quando spesso mi pare che cerchino disperatamente di tenerci insieme.

Costruiamo grandi strade

Costruiamo strade grandi, gigantesche. Progettiamo svincoli che forse potrebbero accogliere (o spaventare, vuoi vedere che lo scopo sia quello) le navicelle degli alieni.  Febbrilmente facciamo svettare ponti che ci consentono di superare mille ostacoli.

Poi, basta che gli svizzeri tornino a casa dopo una festività, e viaggiamo a un chilometro all'ora. A passo d'uomo, ma con le sembianze di robot che hanno vaghi ricordi dell'umanità.

I vicini e il mio cane

Pensa che senza il mio cane, io conficcata nella mia tana, non avrei mai scoperto molti dei miei vicini. La loro presenza, le loro fragilità, i loro vizi, i loro muti appelli.


Senza polemiche, sommersa dalle semplificazioni in cui intrappolano i messaggi, mi interrogo proprio solo così.

Senza il mio cane non mi sarei mai accorta dei miei vicini.

Della loro presenza. E della mia.

Notte e a chi dire il primo no

So che i Queen raccomandavano di volere tutto, e sopra. E sono anche ragionevolmente d'accordo.

Eppure c'è un momento in cui capisci che devi dire dei no alla persona più testarda ed esigente, quella che ti tormenta perché tu a quel traguardo onnivoro arrivi a tutti i costi.

Quella persona sei tu. E quando ti dici il primo no, sei un po' sgomenta: giusto il tempo di essere felice.

Notte e a chi dire il primo no.

Quando si salta sul carro

Quando si salta sul carro, non bisogna solo fare attenzione a essere agili. Occhio anche che questo non si sposti.

Dialoghi reali - non sopporto più

- Comunque questo è intollerabile. Voglio dirlo a chiare lettere. Che ne dici?

- Mm?

- Che ne dici?

- Non ti seguivo, scusa.

Ok.

mercoledì 18 maggio 2016

I due canti

Il mattino è scosso dai tuoni, illuminato ferocemente dai lampi. Un frastuono che smorza il mormorio della pioggia.

Ma nelle pause si impone il risveglio degli uccellini, dolce e impertinente.

E mi sembra ora che anche quel cupo brontolare diventi canto.

Se il mio corpo

Se il mio corpo si mette a fare ciò che vuole, forse è per spronarmi a fare altrettanto. E immagino che dietro ci sia lei, quella gran seccatrice dell'anima, che sa tutto prima, ma poi manda avanti lui.

Io indietro a contemplarli, e a far finta a decidere ciò che voglio, davvero.

Ps: a proposito, loro non direbbero mai "davvero".

Ciò a cui appartieni da sempre

Ciò a cui appartieni da sempre, può prendere altre strade oppure puoi farlo tu. Ti può tenere lontano o tu stai alla larga per un po', perché senti la distanza scavata da maschere e abitudini.

E quando senti che basta, non puoi lottare per stare a disagio, ciò a cui appartieni da sempre ti abbraccia. Forse ti farà male o ti spingerà via ancora, ma ciò a cui appartieni da sempre sei tu.

Notte e il profumo dei fiori non ti fa scegliere

Certo che mediti sul tuo cassetto della notte. Ma quando esci e ti immergi nella primavera, non hai scelta.

Lo senti, il profumo intenso e avvolgente, amplificato dall'acqua improvvisa, quasi cieca. Quindi terribilmente saggia.

Il profumo dei fiori, conta solo e nient'altro. Ti traccia la strada, anche un po' deridendoti per amore. Ti entra nei polmoni e nei frammenti d'anima.

Il profumo dei fiori non ti fa scegliere.

Notte e il profumo dei fiori non ti fa scegliere.

Never say goodbye - canzone per la notte

Sono troppo ribelle in questi giorni, in queste notti per non captare la nota ribelle di questa canzone. Scusa Bon Jovi. Se ti senti in mezzo agli stranieri, più di una bottiglia ti porta via il tuo cuore.

A volte è bellissimo dirsi addio, almeno arrivederci. Ci vedremo in un'altra vita, quando le cose saranno più chiare.  Persone che ti hanno segnato l'esistenza e il cuore, un'esistenza fa, e ora fingono di non riconoscerti: o magari, peggio, non ti riconoscono davvero. Persone che hanno dichiarato di stare dalla tua parte e l'hanno fatto, sotto i riflettori. Ma quando piangevi all'oscuro, ti hanno lasciato nel buio.

A volte, è importante non dirsi mai addio.

A volte, ancora di più dirselo. Tanto avremo un'altra vita, in cui ci spiegheremo tutto. Anzi, non sarà necessario. E intanto ti abbracci tutti gli altri.

As I sit in this smokey room
The night about to end
I pass my time with strangers
But this bottle's my only friend
Scusa, Bon Jovi.

Never say goodbye, Bon Jovi, canzone per la notte.

martedì 17 maggio 2016

Notte e non chi si tira indietro (la Scozia è qui)

Non ci si può tirare indietro. Non si può tornare indietro. E non siamo bloccati, anche se sembra di non poterci muovere.

Me ne convinco, quando arriva lei, la Scozia. Da sei mesi l'aspettavo perché l'attesa è un insegnamento che ti può trasmettere solo chi ami, chi ti ama. E si presenta questo whisky, che mi fa paura: perché sei mesi fa l'avevo provato a Edimburgo e mi aveva spalancato un mondo. Ma quando me lo sono trovata davanti, ho temuto: ecco, ora che è qui, magari non sarà lo stesso, non mi porterà in quell'universo.

E lui mi sgrida dalle parole stampate, prima che dall'aroma e dal sapore. Guarda che non sono per chi ha il cuore fragile. Guarda che non sono per i pavidi. Guarda che sono qui. E tu pure.

Notte e non chi si tira indietro.

Ti rincorri

Corri dietro a tutto o così ti pare, ti tuffi avanti, inciampi e ti rialzi. In quel mezzo istante che separano le due azioni, ti chiedi: perché?

E tu lo sai, perché corri dietro a tutto o così ti pare, ti tuffi, inciampi, ti rialzi.

Corri, perché ti rincorri.

Dialoghi reali - antiossidante

- vieni qui a pranzo. Per caso vuoi la pasta col pomodoro?

- no, grazie.

- peccato, è antiossidante.

Non l'avevo considerato.

lunedì 16 maggio 2016

Siamo così fragili

Siamo così fragili che ci carichiamo all'inverosimile, che mettiamo in mostra i muscoli invisibili, che marciamo impettiti.

Così fragili che ci ridiamo su, ma guai a chi ride di noi. Che non ci tiriamo indietro o così dichiariamo, ma daremmo tutto per essere sospinti avanti dalla tua Voce.

La politica, il peggio o il meglio

Poi sotto la luce deviata dei social, o forse terribilmente reale, penso che la politica non sia mai stata trattata peggio. Quasi quanto le persone.

Improvvisamente ti cercano, senza quasi avere il tempo di salutarti. Ma guardano già oltre, nella fila. Ti sommergono di richieste di like o santini. Di attenzione come essere umano, non solo elettore, poca.

Poi sotto la luce di un teatro della mia città, del mio rione, vedo tantissima gente  accorsa a un confronto. Accorsa per questa politica qua. E anche se mi illuderò senz'altro, io mi dico che il meglio della politica può avvenire.

Un po' di rispetto

Mica tutti gli incontri sono magici. Ripeterlo, con dolcezza, senza cadere nelle grinfie del magone.

Un anziano che cammina, finché nel vento in strada irrompe la voce della moglie: sei un cretino, hai visto che c'è il vento? Ma vaff…

Lei lo sorpassa e va avanti urlando come una furia. Lui non pronuncia una parola.

Un po' di rispetto, se non amore, sarebbe prezioso. Un po' di rispetto per il silenzio, lo merita lui. Anche se viene voglia di metterlo in fuga con il vento.

Ci scontriamo

Siamo convinti di saperne ogni giorno di più, guardiamo al passato spesso con scherno e possiamo parlare in ogni modo, con mille strumenti.

Invece, preferiamo scontrarci ticchettando su tasti o sfiorandoli appena. Spesso dicendo la stessa cosa, malferma, ci scontriamo. E scontrarsi diventa l'unica nostra certezza.

Notte e le strade non sono vuote

Scendi tra le pieghe del rione e ti sembrano nude. Un brivido ti unisce a quella sensazione di vuoto.
Ciascuno tornato al proprio posto, o concentrato su altro, o ancora immerso in distrazione.

E si lasciano le strade così, spoglie e silenziose. Ma c'è una voce che ti fa pensare che le strade non siano vuote: è quella della primavera.

Notte e le strade non sono vuote.

domenica 15 maggio 2016

Sarai presto una donna

Per fuggire dal tempo, ti senti una ragazza. Per fuggire nella vita, ti senti sul punto di trasformarti.

Non importa quanti anni hai, nemmeno quanto tu sia felice. C'è un momento in cui contro ogni ragionamento pensi che il meglio stia arrivando.

Che sarai una donna, presto, come ti sussurra la canzone.

Se non sai dire grazie

Se non sai dire grazie a chi ti ha aiutato ad accendere il fuoco, mentre infuriava la pioggia, forse ora sentirai la pelle calda. Ma prima o poi sentiranno il gelo del tuo cuore.

Se il vento ti sta ancora dicendo qualcosa

Se il vento ti sta ancora dicendo qualcosa, non c'è verso: devi ascoltarlo.

E se ti soffierà fredde verità, devi dargli retta, ancora di più.

Prendere il largo nell'aria, per non chiuderti in polverose certezze.

Se il vento ti sta ancora dicendo qualcosa, puoi ricominciare a sognare.

Notte e il suono del flauto

Levo la polvere dal piano, cercando di vincere la timidezza. Con la chitarra, non ci provo più neppure: per ora. L'armonica, è la mia dolce scoperta di questi tempi.

Eppure solo passando sotto una finestra e ascoltando i tentativi di un ragazzino con il flauto, avverto una sensazione unica: come se qualcosa potesse cominciare ancora. E forse, è proprio così.

Notte e il suono del flauto.

sabato 14 maggio 2016

Dai che c'è una cosa importante

Dai che c'è una cosa importante da fare, dai che ce n'è una da esclamare. 

Che l'aria scorre gioiosa sulla pelle e nei polmoni, che c'è fretta e non ce n'è abbastanza. Che il sole ti riserva ancora attenzione e la pioggia ti fa il filo, come se tutta la natura fosse pazza di te.

Modern life

Ogni tanto mi sembra che mi prendano in giro. Solo perché le altre volte mi distraggo.

Arguta Paffuta.

Neanche si sfiorano

Procedono con lentezza e sento subito che si tratta di una parola inadeguata. Forse, è solo il tempo giusto.

Si potrebbero dire fragili, incerti, i due anziani. Ma non si sostengono, come altri che ho visto lungo la strada. Neanche si sfiorano, perché non ne hanno bisogno, credo.

Ad un tratto lei sembra avvicinarsi lievemente, eppure neanche in quell'occasione regge lui o l'aiuta, in apparenza. Anche se sento che proprio quello avviene.

Neanche si sfiorano. Ma si sostengono.

Notte e quella striscia di cielo

Sopra l'autostrada e il suo grigio ormai sciolto nel buio, io ti vedo: una striscia di cielo libero e candido. Ti scavi una tua via, tra le nuvole, e alla fine sembri riuscirci. Lì, non arriverà mai la tempesta.

Ti ammiro, perché mi fai credere che ci riuscirò anch'io.

Notte e quella striscia di cielo.

Chissà perché la notte si veste così

Chissà perché la notte si veste così. Distratta, eppure impeccabile. Coperta e trasparente, la diresti in abito scuro ma emana mille colori. Quando i miei sogni si intrecciano ai tuoi.

Chissà perché la notte si veste così e il giorno non riesce a fare altrettanto, troppo teso nel dover giustificare ogni suo accessorio alla luce del sole per poter scegliere l'abito dei desideri.

Love is only a feeling - canzone per il giorno

Saggio cercare di convincersi che l'amore sia solo un sentimento. In balìa dell'aria, peggio, della mutevolezza umana.

Eppure tutto sta in quella mezza ammissione, circondata da due timide parentesi. Tra le tue braccia comincio a credere (che sia qui per rimanere).

Un'incertezza cronica, che si vuole abbandonare. L'amore solo un sentimento, che scandisce una intera canzone, come la vita.

When I'm in your arms I start believing 
(It's here to stay) 

Love is only a feeling, Darkness, canzone per il giorno.

venerdì 13 maggio 2016

Sei nato prima di tutti

Sei nato prima di tutti, prima che io potessi accorgermi che i tuoi genitori e io, tutta la nostra generazione, crescevamo o che scoprissi cosa significava. Prima che io mi affidassi a finzioni o  facili illusioni in questo campo.

Tu eri la realtà che correva così veloce, da poterla quasi solo ammirare.

Oggi sei grande, e di una bellezza che grida tutta quella della tua anima. Non oso quasi parlarti. Mi fermo ad ascoltare la tua musica, quando possiamo, e mi chiedo come sia possibile germogliare così rapidamente e con una tale perfezione. Quella che ti permette di sorridere, solo perché aiuti gli altri a fare altrettanto, a farlo prima. Contemplo le tue foto e ammiro la tua luce, specchio dei tuoi genitori insieme da sempre e in te.

Sei nato prima di tutti. E a volte, spesso, mi sembra prima di me.

Notte e sono un po' stanchino

Non sarei capace di stare dietro a Forrest Gump, nella saggezza né nella corsa. Ma guardo le scarpe e le trovo così impolverate. Come è successo?

Finalmente, in pochi giorni mi è arrivata la risposta. Ho percorso poca strada per realizzare ciò che dovevo, volevo. Troppa per esaudire i desideri o le prepotenze degli altri: su due piedi, per rimanere in tema, in questo momento neanche individuerei la differenza.

Adesso non corro più. Voglio sentire ogni passo, prima di tutto dell'anima. Ho troppa strada per realizzare ciò che dovevo, volevo.

E a chi mi ha cercato solo per esaudire i propri desideri o le proprie prepotenze, non posso ripetere che l frase di Forrest Gump.

Sono un po' stanchino. Vado - piano - per la mia strada.

Notte e sono un po' stanchino.

Io difendo Gene Simmons (anche se ha ragione Paul)

Gene Simmons ha fatto ciò che Paul detesta: si è affrettato a giudicare.

Riguarda Prince, che pur lui adora, ma non importa nemmeno questo. È il principio.

Dopo 40 anni insieme, in ogni sorte, nei Kiss Paul Stanley non ci sta. Fa una cosa meravigliosa, ed è inutile che la signora Simmons si incavoli: si scusa. Si scusa lui.

Tutti addosso a Gene. Mi spiace che tra quelli che si tuffano nel nuovo giudizio ci sia Nikki Sixx.

Ma io lo difendo, Gene. Perché ha chiesto scusa. Perché ha detto: boccaccia mia, io detesto la droga e chi si distrugge, ma non dovevo parlare così. Non sappiamo e anche se sapessimo non abbiamo il diritto di giudicare nessuno.

Gene a volte parla troppo. Ma dice anche una parola raramente pronunciata dagli altri: ho sbagliato.

E siccome sono una sognatrice, voglio pensare che le scuse di un fratello siano state la scintilla di questo fuoco buono.

*** Perhaps Gene talked too much. He talks too much or he jumps into judge, as Paul says.

But he's brave enough to say a very important word: sorry. And this matters to me.

L'amico più giovane

Il nonno beve il caffè macchiato con gli amici al bar e nella foga delle chiacchiere rovescia la tazzina. Niente di male, era quasi vuota e si macchia solo un po' le dita.

Uno della compagnia - che poco prima si era definito scherzosamente il suo semibadante -  si stacca e prende un tovagliolino. Glielo mette in mano dicendo: ti ui', ti se un bel sacramentu. 

L'altro ride e si pulisce obbediente. Quando siamo fuori, mi confessa: questo mondo non mi piace. Lui è del '33, spiega, come l'amico che hanno appena accompagnato nel suo ultimo viaggio, e prima era diverso.

L'assistente scrupoloso è del '35, precisa. E sorridiamo tutti.

L'amico più giovane è quello che si prende cura di te, anche quando sembra che tu non ne abbia bisogno.

giovedì 12 maggio 2016

Notte e la pioggia non nasconde

Dicono, persino gli occhi, che la pioggia nasconda tutto. Anche il lago: coperto da nuvole e confuso da tanta ostinazione in sere di primavera.

Ma basta che taccia un attimo e i profumi si esaltano. E pure quando riprende, non credo a questo suo gioco: il lago tradisce la pigrizia nel fondersi con l'acqua del cielo, poi l'impazienza quando le nubi si alzano e corrono a prendere il loro posto le luci.

La pioggia non nasconde, chiede di scoprire.

Notte e la pioggia non nasconde.

Dialoghi reali - Maleducata

- Maleducata!

- A chi dici? A me? Che ho fatto?

- Sto parlando al cane.

- Ok.

Pfui, l'ho scampata.

- Comunque, quando ci sei tu in giro, non mi obbedisce ed è maleducata.

L'avevo scampata.

Ciò che basta con la pioggia

Che poi la pioggia è davvero la compagna ideale della notte, testarda e discreta allo stesso tempo. È quella del risveglio, avvolgente come una cantilena.

Basta avere un tetto sopra la testa. Oppure convincersene.

L'unico eroismo

L'unico eroismo in ciò che facciamo, quando pensiamo di aver compiuto qualcosa meritevole di lode, è di stare in silenzio. Anzi di non pensarlo nemmeno.

Chi ti guarisce (non ho niente da mettermi)

Un giorno ti viene inferta una ferita. Chi ti è vicino magari ti vuole aiutare anche ignorandola. Ed emerge che tra chi si è mostrato vicino, c'è chi non appena ha avuto l'occasione su quella ferita getta il sale.

Allora la ignori anche tu, persino quando ti fa male. La avvolgi di mille trucchi, pensieri alternativi, progetti goffi. Ogni tanto ci provi a dire a chi ti ama davvero: mi fa male, tanto, ancora. Ma poi ti penti, perché devi fuggire anche dal suo dolore.

Ti vesti come puoi, nel corpo e nell'anima. Finché un giorno incontri una persona speciale, un'amicizia inaspettata.

E dopo poche ore tu apri l'armadio e ti dici: ma non ho niente da mettermi. Un pensiero così vanitoso e liberatorio.

Non ho niente da mettermi. E sono grata a chi mi guarisce.  

mercoledì 11 maggio 2016

Quasi mai

Quasi mai trovi il cartello che ti indica dove andare.  Eppure quasi sempre senti se ti stai ostinando su un vicolo cieco.

Come se l'errore fosse l'unica guida affidabile, in questo vagare di nome vita.

Hangman Jury - canzone per il giorno

Misfatti di varia natura ci seguono fedelmente fino al punto dove ci sediamo. Che non coincide quasi mai con quello dove vorremmo essere.

Quella roccia dove si trovava Mosé, dove c'era un Senso, dove persino le regole erano amore. Dove la memoria era chiara: mica come qui, come adesso.

E in ogni momento invocheremo la nostra innocenza, fino a sentirla davvero.

Siamo tutti poveri ragazzi, che sudano nelle notti roventi d'estate.

Me old my lady sittin' in the shade
Talkin' about the money that I ain't made

Hangman Jury, Aerosmith, canzone per il giorno.

Notte e la tempesta nella mente

Dicono che piova. Non è esatto, piove furiosamente. Un fiume che accompagna la strada, la disseta e la bruciata, poi si riversa lì: nella mente.

Vorresti essere vicino a chi ha bisogno e chi non ne vuole avere. Vorresti che tanti la smettessero di considerarti la persona che se la cava e magari pensassero a riparare anche te.

Ma la tempesta nella mente è energia che si libera, e libera te. Che ti avvicina a chi ne ha bisogno e che ti allontana da chi trova comodo pensare che tanto sei la persona che se la cava, e non occorre riparare  te.

Notte e la tempesta nella mente (ti rende libera).

martedì 10 maggio 2016

Forse non sono elezioni virtuali

Che poi mi sbagliavo, forse via social non sono elezioni virtuali: sono terribilmente reali.

Gente che non ti considera per cinque anni e poi ti chiede di mettere like alla sua candidatura. Dimmi che non è specchio preciso di molta realtà. Ringrazio le lodevoli eccezioni: rarissime eccezioni.

http://neicassettidimalu.blogspot.it/2016/05/troppe-persone-convinte-che-si-voti-su.html

Notte e l'ultima passeggiata

La forza di Shakira è quella di cercare ancora una carezza e il suo Creatore l'ha ricompensata con una domenica di sole e coccole prima di mostrarle la via del Ponte.

Ti vedo al canile, nella tua cuccia, dolorante eppure ancora affamata: di cibo e dell'amore che i volontari non ti hanno fatto mancare mai. Tanto da convincerti a fare qualche passo, qualche passo ancora, con il tuo carrellino che ti aveva ridato la possibilità di muoverti.

Quanti animali abbandonati, e dentro c'è anche l'uomo, quante storie sgradevoli e terribili raccolgo ogni giorno e tento invano di spingere via dal cuore.

Si può sopravvivere solo con la tua forza, quella che corre anche oltre il dolore. Quella di divorare gli ultimi raggi di sole, gli ultimi baci e la passeggiata, l'ultima passeggiata: o almeno provarci.


Notte e l'ultima passeggiata.

La comprensione

Tu capivi ciò che volevo esprimere, prima che io maldestramente mi sforzassi.

La maggior parte delle persone è impegnata a stravolgere ciò che si cerca di dire, dopo che l'hai invano soppesato.

La comprensione è empatia. È origine, e non destino.

Ecco perché oggi sto quasi sempre in silenzio, papà.

Forse era con l'Alfredo (i giorni di Moro)

Se n'è andato l'Alfredo, che per aiutare il nonno faceva la spola dalla valle alla città.

Mario, via la bicicletta, ma che pullman, non scomodare tua figlia: ti porto io.

Nei paesi funziona così e io ho visto spesso arrivare il nonno con l'Alfredo, silenzioso milanista, una macchina piccola che per me allora era enorme.

Adesso mi dicono che l'Alfredo se n'è andato, tanti anni dopo la partenza ultima del nonno, e in quei momenti in televisione si parla di Moro. E io ricordo dov'ero quando seppi di Moro: in auto, con il nonno che scuoteva la testa, con gli occhi addolorati.

Non so se fossimo con l'Alfredo, forse eravamo con l'Alfredo. Chissà perché sento che eravamo davvero con l'Alfredo e il dolore aveva, se non un senso, una consolazione, perché viaggiavo con il nonno e il suo amico su una macchina piccola, ma per me enorme, dove non poteva accadermi nulla.

lunedì 9 maggio 2016

Perché mi guardi

In un'affollata messa, una signora resta seduta mentre si recita il Credo. Ad un tratto si gira e mi guarda. Io penso che mi ha beccata, perché stavo guardando l'affresco al centro e mille ricordi affioravano: risultato vergognoso, mi sono distratta dalla preghiera. O meglio, signora giuro, pregavo in un altro modo.

Trascorrono altri lunghi minuti, poi si volta ancora e mi fa un cenno: "Sa, io non riesco più ad alzarmi, mi è venuto un dolore all'anca tremendo". Lo dice a me, a una persona che non conosce, un'estranea, quasi a giustificarsi.

Si vergogna, come mi vergognavo poco prima io. Istintivamente le metto una mano sulla spalla: "Non si preoccupi, stia come è meno doloroso stare".

Quando uno sguardo si posa su di te, ti giudica solo se tu ti stai giudicando. Ti ama, se ti consenti di amare.



La settimana da cui ripartire

Io, la scorsa settimana, l'adoro. Maggio ha fatto irruzione nella vita, non strappando le erbacce (non sono forse esse stesse creature?), ma scostandole con dolcezza.

Non importano le grane, i rompiscatole e nemmeno la bronchite. I fiori sono stati tanti, irresistibili. Gli angeli, anche di più. E' questo proprio il tuo mese, Mamma, perché mi ha aperto la porta delicatamente e mi hai fatta entrare in nuove strade.

Certo, penso a una serata magica in modo particolare. A Milano, con la febbre, con te che ti preoccupavi perché in auto non facevo che tossire. Poi, quando mi sono seduta accanto a Daniela Basilico a Orasenzombra con la sua straordinaria sensibilità,  quando ho sentito le splendide parole di Stefano Ferri, quando ho udito la musica e visto le pietre di Laura a forme di angelo che si levavano, la voce si è messa a correre per conto suo.

E mi hanno strappato promesse. Che intendo mantenere.

La settimana da cui ripartire, è quella in cui ti scopri e vuoi farlo di più.

http://www.youcanprint.it/youcanprint-libreria/narrativa/chi-ha-bisogno-di-willy-ebook.html


Notte e quelli ai quali hanno portato via tutto

Parli con una persona che ti ha sempre ispirato allegria e si confida. Ti confida: quando le hanno portato via tutto. Quando la sua fiducia è stata calpestata e ci ha riprovato. E le hanno rubato tutto ancora.

Tu non ci credi che sia lei, quella che ti ispira carica e allegria. Ha versato lacrime, anche per gli altri ai quali hanno portato via tutto: quelli non ce l'hanno fatta.

E' qui a costruire, riprovare, accelerare sulla strada della vita. E aiuta gli altri raccontando così: che ti puoi rialzare.

Notte e quelli ai quali hanno portato via tutto.

Dialoghi reali - sei unica

- sei unica, Loredana.

- mi chiamo Luisa.

L- factor

domenica 8 maggio 2016

Notte e un'unica mamma

Una piacevole confusione ha giocato con i colori di questa domenica. La mia mamma, unica e indiscutibile, non vuole il posto da regina. E capisco perché.

Quando entro in chiesa, vedo la Madonna delle Rose. Poco più in là è arrivata però la statua della Madonna dell'Aiuto e lo sguardo si sposta da una all'altra.

Ma è un'unica Mamma. O una mamma unica. Perché coloro che sanno fare da mamme, sanno anche far convergere le loro energie sulla creatura più piccola.

E non vogliono apparire come regine, non vogliono apparire affatto, ma solo amarci.

notte e un'unica mamma.

Chi ti dà una mano

Lello il combattente torna dalla passeggiata: oggi si è avventurato più a lungo fuori dal canile, complice una fidanzata.

Quando si riposa e mi metto vicino, allunga subito la zampa. Tra poco, dovrà sottoporsi a un'altra flebo.

Adesso prende fiato, ma prima allunga la zampina e resta in contatto così, dolcemente.

Chi ti chiede una mano, a volte te la dà. A capire cosa siano i valori che noi uomini sbandieriamo troppo spesso a parole.


Dov'è finita

Te lo chiedi per una saggia epifania, che ti ha colto ancora più di sorpresa: ma dov'è finita quella parte di te?

Non è che individui con precisione il luogo, anche se ti sembra di intravedere un varco.

Solo una certezza si fa strada, lentamente: ciò che pareva finito, ora può prendere corpo ancora.

Dov'eri finita? Stavo iniziando.

sabato 7 maggio 2016

Troppe persone convinte che si voti su Facebook

Ti arrivano inviti a esprimere la preferenza da chi conosci appena, da chi ti conosce abbastanza (pochi) da sapere che tu non lo voteresti mai e comunque nella tua vita non hai mai gridato a nessuno il tuo voto. Tutto questo su Facebook.

Non sto a impazzire sul fatto che il voto sarebbe segreto. Neanche sul fatto che essendo giornalista negli anni ho fatto ancora più attenzione a mantenere una distanza critica: con tutti i tappetini dei politici, anche solo per un buffet più ricco, che esistono nel mio campo, non insisto a tirar fuori l'appartenenza a una categoria simile come motivazione.

Mi rendo conto che per tanti sembri esistere solo Facebook. Vale per le elezioni. Per il tuo compleanno, che se togli dai social viene scordato anche da chi ti è dichiaratamente amico da una vita. Per il fatto che tu esisti: se non piangi in diretta, starai benissimo; se non ridi davanti a tutti, sei odioso.

Lì dentro siamo sempre più una massa, a volte persino per le persone ufficialmente care. 

Comunque, care pagine dei candidati, riposate tranquille. Non voto su Facebook.

Anzi, farò come mio padre: quando gli telefonavano a casa gli aspiranti sindaci & C, lui già faceva una croce, ma non sulla scheda elettorale. Specialmente se in quel momento schiacciava un pisolino.

Ecco, facciamo che mi riposo fino al 5 giugno. Tranne con chi mi guarda negli occhi e mi dice cosa farà per la mia città. Fare eh. Non riversarmi addosso proclami, persino su di sé.

Non puoi buttarti

Non puoi buttare te stesso, le tue energie, per chi non vuole essere salvato. Per chi ti chiede tutto per il suo progetto, ma neanche sta ad ascoltare quello altrui. Per chi è troppo occupato a lustrare la propria vetrina e non si cura del dolore in strada.

Non puoi buttarti, spremere tutto ciò che sei e gettarlo come in mezzo a un falò, probabilmente per nessuno. Neanche per te stesso.

Le energie si seminano, si coccolano, si condividono.

Perfetta (o il denaro rende felici?)

Poi succede. In un momento inatteso, nella polvere di una giornata, lo sguardo si fa incantato e la voce sussurra: perfetta.

Io mi sto già commuovendo, non pensavo di poter arrivare a tale traguardo, figurarsi se ritenevo possibile sentirselo dire.

Ringrazio l'uomo che me l'ha detto: il casellante in autostrada. Potere delle monetine giuste giuste.

Poi dicono che il denaro non renda felici.

venerdì 6 maggio 2016

Tutto questo rumore

 Verrà un giorno in cui ci chiederanno conto di tutto questo rumore che abbiamo infilato nel mondo.

Potevamo avvolgerlo solo di musica e parole necessarie come l'amore.

Per questo cullo la mattina, quando non ci siamo ancora affacciati con arroganza.

Avere il tempo per fingere sempre

Avere il tempo per fingere di esserci, sempre, non significa la cosa più preziosa.

Esserci, sempre. Bruciare le distanze che mette la vita, oltre i propri limiti.

I propri, non quelli del social network di turno, che facilita chi ha il tempo di fingere di esserci sempre.

Notte e nessun tramonto

Non saprei scegliere un tramonto che superi gli altri nella mia vita: ne sono rimasta sempre incantata, anche con la complicità della pigrizia che mi ha tenuta a maggiore distanza dall'alba.

Li porterei via tutti con me, magari per lasciarli volare per un po', a patto che tornino da me, bambina egoista.

E quando penso che forse li ho visti tutti i tramonti o meglio non posso più lasciarmi incantare, inciampo in un sole rosso ma senza montarsi la testa in autostrada. Il cielo è spalancato, e lui lo colora con discrezione.

Io sto tornando da te e nessun tramonto è più meraviglioso.

Notte e nessun tramonto.

Le nuvole non ci abbracciano

Le nuvole ci accerchiano, ci aspettano, ci soffiano addosso, si sciolgono, fuggono. Ma non ci abbracciano.

Accade raramente, quando lasciamo cadere la nostra pesantezza. Allora, lievi come loro, ci troviamo così vicino al cielo da poterle abbracciare.

Le nuvole ci abbracciano, quando crediamo di poterlo fare noi, forse per riconoscenza.

Ore di grazia

Travolti, più combattiamo più affondiamo talvolta. Soprattutto quando non diamo retta al nostro corpo, come se non fosse una voce dell'anima.

Quando ci arrendiamo, se ci proviamo, accade anche questo: che sboccino attimi di grazia. E possono diventare minuti, persino ore.

Ogni male ti abbandona, quasi esce da te per osservarti e dire: ma che ci facevo lì?

Ore di grazia che arrivano da una resa, dalle anime attorno che ti aiutano a farlo: accettarti con i tuoi limiti e scoprire così di avere tracce di infinito.

giovedì 5 maggio 2016

Notte e chi incontri

Una notte che non vuole sconfinare nel sonno, perché sa dove vuole restare.

A Milano, tra le bollicine, dopo aver respirato musica, abbracci e parole importanti. Persone che conosci e sanno sempre sorprenderti con la loro intensità. Persone che ascolti e assapori per la prima volta, ma fanno già parte di te.

Chi incontri, è ciò che ti fa crescere, emozionare, scegliere, sorridere: in una parola, vivere.

Chi incontri, è un dono che cerchi poi di meritarti, almeno un poco.

Notte e chi incontri

Le bandiere non si scambiano

I fans degli AcDc che chiedono il rimborso del biglietto perché c'è Axl al posto di Brian. Quanto li comprendo.

Le bandiere, si possono spiegazzare, sporcare, persino fare a pezzi.

Ma non si possono scambiare. A partire dal rock.

Le parole perdute

Anche oggi sono confluite migliaia di parole nella  mente: frammenti di sensazioni o di dialoghi reali, canzoni che hanno viaggiato per conto proprio.

Ma non ci sono più: dimenticate o perdute.

Chissà se erano davvero insignificanti. Oppure le più importanti, e proprio per questo motivo hanno seguito una strada tutta loro, in cui non potevo avventurarmi. Come un bacio che dura una manciata di istanti, che non sai descrivere ma resta in te. Più di mille parole.

C'è sempre un pensiero (come la sera)

C'è sempre un pensiero, come la sera, che arriva non richiesto. Si veste di penombra e più oscuro ancora diventerà.

E resta sotto pelle per ore, fingendo di bearsi di luci fittizie.

Finché non lo lascia vagare libero è lontano il giorno.

mercoledì 4 maggio 2016

La pazienza di due piante

Contemplavo il castagno e il pino abbracciarsi con la primavera.

Per anni si sono guardati, poi sfiorati. Ora i rami si intrecciano, i germogli si baciano.

Tanta pazienza hanno avuto, tanta ne avranno ancora. O si chiama amore.

Notte e l'amore non si ferma

Il coraggio di due famiglie amiche  mi segue stasera. Hanno perso un angelo con la coda, invece che con le ali. Ma hanno deciso di non perderlo affatto e hanno portato nella loro casa un altro cagnolino.

Con coraggio, con dolore, con amore. Sì, è quest'ultima la parola decisiva. L'amore. Il loro, e quello delle creature che li ha inondati in questi anni.

Il coraggio, è umano, può tremare. Il dolore può frenare. Ma l'amore no, quello non si ferma.

Io li immagino stasera, abbracciati a quelle creature, con lo sguardo innamorato dei due angeli che insieme alla coda hanno ritrovato le ali.

Notte e l'amore non si ferma.

La prima farfalla, dove vuoi

Sono stata talmente immersa nei fiori, nelle loro luci coinvolgenti di primavera, che avevo perso di vista le farfalle.

Nella collina ne arriva una maestosa. E' di un candore disarmante e danza più forte del vento, senza sforzo apparente. Io penso che solo lì, in quel momento, posso vedere la prima farfalla, così maestosa e aggraziata.

Poi, in un angolo offuscato di città, mi fermo e la scorgo: una farfalla maestosa, aggraziata, che danza più forte del vento.

E penso che solo dove si vuole, dove si cerca, si possa vedere la prima farfalla.

Esistono le persone buone

Nessuno di noi è perfetto e dalle nostre ombre vediamo a dismisura quelle altrui.

Eppure ci sono persone di cui non possiamo non vedere la luce. Sono una bellezza per gli occhi dell'anima, sono una speranza, un motore buono che ci mette in moto nella direzione giusta.

Affiora in me questo pensiero pensando al compleanno di una donna speciale. Delicata, che usa le parole come carezze e non le getta mai a caso o a valanga; nel dubbio, si fa aiutare dalle immagini. Lei combatte sempre con il sorriso.

E mi fa pensare questo: che esistono le persone buone e meritano che noi tiriamo fuori tutta la nostra bontà, tanta o poca, quanta ne abbiamo, per camminare con loro.

Volevo dire una battuta (social silence)

Volevo rispondere con una battuta a un mio amico su un social.

Poi ho pensato: metti che qualcuno la prenda sul serio e si offenda. Poi mi piazza un commento al vetriolo. Passa un altro, la capisce e si indigna con lui. Passa un terzo e si infuria con tutti e due.

Arriva un quarto... No, mi sono già stancata.

I Social che bravi: mi insegnano il valore del silenzio.

martedì 3 maggio 2016

Il bello di essere principiante

Ogni giorno mi sento principiante. Non colgo la trappola, il meccanismo della cricca, la strumentalizzazione di turno. E non ne vado affatto fiera.

Poi una persona cara e con poche primavere più di me, una di coloro alle quali vorrei assomigliare, si trova, si sente usata.

E io vorrei solo assomigliarle di più.

Il bello di essere principiante: forse se non riconosci il meccanismo di turno, è perché non lo sai usare. Con un po' di fortuna, non ci riuscirai mai.

Notte e l'addio ha i suoi colori

Poi Mario se ne va così. Nel mese che aveva già visto la partenza di un caro amico. Angioletto in quelle ore  ci regalò un arcobaleno per consolarci con i colori.

Mentre passo a mormorare l'ultimo saluto, alzo gli occhi e vedo il viale invaso dai nastri della festa, quelli della patronale di San Giuseppe. Il cielo non è più azzurro come prima, eppure lo abbracciano tutte quelle sfumature. Nella camera ardente i sorrisi si affiancano alle lacrime.

Perché il Mario è andato via nel mese del suo, nostro amico. E anche lui regala a chi lo ama i colori, per consolarlo. Per mostrargli la bellezza che ci aspetta.

Notte e l'addio ha i suoi colori.

Dialoghi reali - invecchiato, passo

- Sai che ho visto X e mi sono spaventato? Com'è invecchiata. Quanti anni ha?

- non so.

- la tua età?

- no, penso almeno cinque in più.

- ah, allora è passabile.

Passo.

La risata della libertà

Lasciato cadere il groviglio di gesti con cui l'umanità cerca di farsi valere, cammino libera nel silenzio. Poi la cucciola mi chiama per il gioco.

E quando le faccio desiderare la pallina, all'improvviso con la zampina compie un gesto nuovo. Come un moto di impazienza, per la voglia di giocare insieme, come una protesta dal sapore persino gioioso. Tutto ciò che vuole non è farsi sentire importante o imporre, ma condividere.

Quel gesto mi scardina e rido, rido di gusto, rido come non so fare spesso. Finché mi fermo e ricordo che Willy me l'aveva già detto, già scritto. Willy o qualcuno. Che strano sentirsi libera, anche se qualcuno l'aveva già scritto. Anzi soprattutto per quello.

http://www.youcanprint.it/youcanprint-libreria/narrativa/chi-ha-bisogno-di-willy-ebook.html

Giovedì 5 maggio ore 21 Orasenzombra, Admiral Hotel, Milano.

lunedì 2 maggio 2016

Milano e la voce della primavera

Sono lieta di portare Willy e le creature del bosco a Milano, tra gli amici di Orasenzombra. Anche se ci siamo persi tra i sentieri della collina o al cospetto del lago, non possiamo scordarci quanto amiamo questa città. Una delle poche del mondo dove riesco a provare felicità.

E' anche entrata nella storia, con un incontro, anzi più di uno, l'incantesimo di un prato cosparso di margherite che ho rivisto pochi giorni fa. Milano poi mi fa pensare a Elio, Elio Fiorucci, a quei momenti intensi condivisi poco più di un anno fa nel suo regno colorato di umiltà.

E a Fabrizio Canciani, naturalmente. Quando andai a condividere una serata di Orasenzombra per "L'importanza di essere secondi", c'era lui accanto alla splendida Daniela Basilico. Mi ricordo l'emozione di quelle ore e l'intensità di una sua telefonata, di un suo messaggio che mi sospinse ancora in viaggio nonostante la mia riluttanza.

Sono grata a ognuno di queste persone. Quelle che sembrano non esserci più, ma vegliano. Quelle che sono accanto a me e non mi perdono di vista, con la loro amicizia.

La natura è un mondo meraviglioso. Anche l'umanità può entrarvi, in punta di piedi, con quell'empatia che - credo che Elio abbia ragione - sia l'unica risorsa in grado di salvarci. Quindi farci felici.

Vi aspettiamo giovedì 5 a Milano con Daniela, Stefano, la musica, gli amici tutti.
Con Willy, il bosco e i fiori milanesi.


http://www.youcanprint.it/youcanprint-libreria/narrativa/chi-ha-bisogno-di-willy-ebook.html

Notte e la colomba bianca

Compare nel prato verdissimo di pioggia, a racimolare le briciole lasciate dai piccioni.

Lei che è una colomba bianca, impettita ma non arrogante, la coda simile a uno sbuffo diventato sorriso.

Dicono che da qualche giorno vaghi lì. E quando la si osserva troppo, peggio, se ne parla, si rifugia sulla balaustra di un balcone e scruta di tanto in tanto i passanti.

Più tardi sento parlare in tv di disegni di bambini sballottati tra male e speranza. Uno di quei fogli vede una colomba bianca al centro.

E mi viene da pensare che forse lei sia volata via da lì.

Notte e la colomba bianca.

Dialoghi reali - hai ragione

- Hai ragione.

- No, ma questa volta l'ho sentito sul serio.

- Certo.

- Quindi ho ragione!

- No però almeno la pianti lì.


domenica 1 maggio 2016

Il canto d'esordio

Il canto d'esordio nella giornata non è timido per voi, uccellini. Racconta di voglia di vivere, l'impazienza di cominciare, l'obbedienza alle leggi della natura.

Il canto d'esordio viene offerto da dilettanti per finta, per amore.  E comanda l'aria senza imporsi. Come non sappiamo spesso fare noi.

E' evidente

Quando qualcosa mi appare evidente, scolpita nella sua chiarezza, allora sento quel moto dentro.

Devo ricominciare da capo.

Il bello di essere fuori uso

Il bello di essere fuori uso, per uno o mille motivi, è di farti scoprire quanti ti stiano usando.

Smancerie appassite, proclami spenti,  tornaconti che si rivelano nel loro vuoto.

Il bello di essere fuori uso è che non ti possono usare più.

Purtroppo usano qualcun altro.  Ma quando sei fuori uso, non puoi preoccuparti, puoi solo provare ad aiutare qualcuno che viene usato, se a lui tieni veramente.

Expo senza gridare

Non sono ancora le nove, aspetto e fremo di entrare. Ma è fuori che inizia il confronto con il mondo. Un australiano, una svizzera e un abitante di Rho: potrebbe sembrare una barzelletta,invece è Expo.

In fin della fiera, da fiera potevo trattarla. Penso a quelli che - spesso dalla comoda e noiosa sedia - mi hanno etichettata come fanatica, o come Expo ottimista in termini ironici.

Eppure ho vissuto un unico ottimismo: la possibilità di incontrare il mondo, di stupirmi, di trovare ciò che mai avevo cercato.

Non so quante volte io sia stata a Expo. Per lavoro più che altro, poche volte spensierata, una volta per esperimento social.

So solo che ogni volta ho imparato qualcosa. E non conosco niente di più bello.

Expo, senza gridare, solo sforzandosi di imparare, per migliorare se stessi, se non il mondo.

http://www.amazon.it/Expo-nessuno-uscir%C3%A0-uguale-qui-ebook/dp/B01B0460DA

Notte e ogni angolo del mondo (è affar mio)

Gli affari non sono mai stati il mio forte. Ma dopo Expo ho qualche certezza. Con tutti i volti, le storie, i sorrisi, anche le lacrime, adesso è ancora più difficile.

Più difficile chiudere gli occhi e fregarsene di ciò che accade lontano: il che è generalmente lo sport più diffuso.

Ci pensavo stasera vedendo le foto del primo giorno: il padiglione dell'Ecuador, quello del Giappone. Due Paesi sconvolti da una tragedia simile, in questo periodo. Ma altri casi potrei citare.

Io non so se i conti siano tornati, se Expo sia stato un grande affare o un flop.


So che adesso nel mio cuore ogni angolo del mondo è affar mio.

Notte e ogni angolo del mondo.

La pianta spezzata

La pianta spezzata dal vento o dal fulmine, dicono. Ne osservo il legno spalancato con stupore: chiaro e giovane, strappato al suo sonno.

Se accarezzo quella ferita, sento anche le mie, quelle di troppi. 

La pianta spezzata, riflesso della nostra fragilità e di una legge che suona senza amore apparente, o forse troppo profondo per rivelarsi alla nostra debolezza.