martedì 31 gennaio 2017

Non coloro il cielo

Non coloro il cielo, lo contemplo grigio come me l'hanno affidato. 

Come un foglio troppo importante per pasticciarlo, lo lascio in quel cassetto alto e testardo dove sei sicuro di ritrovare i ricordi riposti.

Non cerco sfumature di vita con lo sguardo, il cuore già sta disegnando quaggiù.

Notte e quello che capisci con la nebbia

Il viale illuminato dalla nebbia, come una rivelazione. Vecchi alberi che vi si riparano e pensieri che ugualmente vi trovano rifugio.

Sembra possibile respirarla, toccarla persino. E con questo gesto capire tutto ciò che è sfuggito finora: solo, non sfoggiarlo, ma riporlo nei cassetti dell'anima, perché altro si possa comprendere ancora.

Quello che capisci con la nebbia, non si fa nemmeno sfiorare sotto la luce del giorno.

Notte e quello che capisci con la nebbia.

Dialoghi reali - Come i bambini

La cucciola, la sbircia mentre scende dall'auto, ma poi già ce ne stiamo andando. Invece sento la voce della bimba.

- Scusi, posso accarezzare la cagnolina?

E sono carezze, spontanee e profonde, preludio di un abbraccio che non si può dare a una creatura quasi libera. Quindi, la piccola si allontana, sotto lo sguardo che si tinge di un sorriso fiero, quello di suo padre.

- Grazie, signora.

- Grazie a te, figurati.

Non ti ho detto la cosa più importante, bambina.

Da grande, voglio essere come te.

lunedì 30 gennaio 2017

Notte e quanto vive una coccinella

Il cucciolo trova un'amica o un passatempo e scopro che è una coccinella. Sento le parole dell'altro essere umano, qui: buttala nel bagno.

- Ma è viva!

Sento la mia voce, più forte di me stessa.

Quanto vive una coccinella. Un lampo, come noi.

Anche per questo va salvata. Non dal gioco di un cucciolo, ma dalla nostra superficialità. Dall'egocentrismo di essere uomini, minuscole pedine nel mondo.

Notte e quanto vive una coccinella.

Metti sia l'inizio

Metti sia l'inizio, e non un tramonto intinto nello smog. Uno strappo umano nell'incanto nel cielo, no, non si può vedere.

Fingiamo che sia l'inizio, un'alba ancora malferma perché non sa quanto lontano dovrà andare.

Metti che sia l'inizio e tu abbia la libertà di scegliere la strada, perché la sera è ancora invisibile e l'aria senza ferite scure come i pensieri.

domenica 29 gennaio 2017

Notte e se ci fosse il mare

Devo tenere basso il volume sullo schermo della follia del mondo, altrimenti impazzisco pure io. Ottusi o crudeli, spesso entrambe le cose; nel fare o commentare, spesso entrambe le cose.

Così penso - perché devo pur afferrare qualche pensiero consolatorio - che vorrei che ci fosse il mare. Se ci fosse il mare, qui a portata di orecchio, ne farei scivolare il canto sopra ogni rumore di odio. Se ci fosse il mare, riuscirei persino a sentire meno dolore.

Notte e se ci fosse il mare.

Il fiume da dove viene

La mente risale il fiume,viaggiando negli anni lontani e mai vissuti, ma ugualmente veri perché li hanno vissuti coloro che hanno permesso ci fossi tu.

Volti conosciuti, o accarezzati solo in fotografia, oppure neanche dalle immagini concessi. Eppure tu sai che appartieni a loro. Devi avere un loro guizzo, un'efelide, forse la sfumatura degli occhi quando il sole corre via. Devi avere il loro orgoglio o le loro esitazioni. La voglia rabbiosa di leggere e cercare nomi strani.

Oppure non assomigli per niente a loro, ma ti ostini a pensarlo. Perché devi cercarli, devi cercarti. E quando ti sembra di averli trovati, ti specchi nel fiume, il tempo necessario per distogliere poi lo sguardo.

Il fiume, da dove viene. O importa più dove scorrerà, ancora.

sabato 28 gennaio 2017

Dialoghi reali - non l'hai mica capito

- ma quella là è qua perché là.

- non ho capito cosa hai detto.

- ma io cosa ho detto l'ho capito bene. 

Comunicare, dicevamo. 

Notte e oltre il giardino


In ventiquattr'ore, tutto accade, anche se travestito da niente. Tu continui a camminare lungo la tua vita, che ormai però è irrimediabilmente cambiata.

E c'è quella frase che corre nella tua  mente.

Oltre il giardino. L'ha nominato un amico, che sa sempre tutto in anticipo. L'ha detto prima ancora colui del quale hai iniziato a scrivere, quando ancora solo intravedevi la sua grandezza sussurrata.

Un film, con il tuo attore preferito, Peter Sellers. E la certezza che i saggi sono quelli che vivono con semplicità. Forse per questo vanno aiutati, in questo complesso mondo. Forse anche per salvarci.

Se avessi un telecomando stasera, lo userei per riavere coloro che mi guidavano, che io lo volessi o no.

Ma intanto sono già oltre il giardino.

Notte e oltre il giardino.

Sosteniamoli con il libro su Giannino Brenna
https://www.facebook.com/Oltre-il-giardino-onlus-168763697524/?fref=ts
http://www.laprovinciadicomo.it/stories/Economia/un-fiume-di-bene-libro-su-giannino-brenna_1221381_11/
foot by brown



Nuove preghiere

Nuove preghiere, mormorate controvento, quando ancora nessuno sembra sveglio. Persino il cielo sembra ancora assopito, e con pigrizia di sogni.

Nuove preghiere, che stentano a levarsi. Eppure basta un sospiro appena più forte, che sia nostro o della brezza mattutina, e le sentiamo che si staccano da noi.

Nuove preghiere, così antiche da apparire senza età e ritrovarsi in muti appelli che non sanno darsi un nome.

venerdì 27 gennaio 2017

Notte e non si vede in prima fila

Chissà perché questa smania di essere in prima fila, quando da lì non si vede nulla.

Tre passi indietro senza bisogno di auguri e si apre un panorama tutto da gustare. Il più bello, persino noi stessi: contemplati senza bisogno di vedersi in prima fila.

Notte e non si vede in prima fila.

giovedì 26 gennaio 2017

Buon compleanno, Giannino (e il dono da te)

Tu compi gli anni e il dono, lo porti tu. Mi ricorda ciò che accade con nonno Mario, da sempre.

E il dono che mi ha offerto Giannino Brenna in questi mesi non è descrivibile, né quantificabile. È una strada di visi, anime, speranza, gratitudine e quella sensazione più forte di altre: devi offrire ciò che hai ricevuto agli altri. Devi, come se altrimenti tutta l'acqua tra le mani si disperdesse.

Intervistare tante persone e scrivere "Un fiume di bene" è stato un accumularsi di doni. E non poteva non cambiare la vita.

Grazie, Giannino Brenna.

(Grazie a La Provincia e a Sara Della Torre)

Dialoghi reali - di gusto

- Mi ricredo, buono il cioccolatino allo yogurt.

- è al cocco.

Ricredersi, di gusto.

Notte e tutte le forze di una città (in una tradizione)

Capitano giornate che ne contengono ventimila, giornate in cui scorrono vite e volti senza esserne sopraffatti.  Non si può raccontare una tradizione antica, senza perdersi nei volti dei bambini. Non si può far risuonare una tradizione innovativa, senza salire sull'Apecar.  Non si può spalancare la propria mente al mondo senza partire dagli amici con i quali sei cresciuta o persino diventata un po' più saggia.

Questa è stata per me la Missione Giöbia.
Ed è solo la prima storia che i B300 hanno voluto attraversare, con disegni, parole e un fuoco che è più forte anche del falò della tradizione.

Tutte le forze della città, vederle, toccarle, assaporarle, in una tradizione. E ripartire di corsa verso il futuro. 

https://www.facebook.com/BTrecento/

Ho sognato che tutti avevamo qualcosa da dire

Ho sognato che tutti avevamo qualcosa da dire, da certezze granitiche scolpite. E, improvvisamente innamorati della vita, tacevamo.

mercoledì 25 gennaio 2017

Notte e senza troppo cercare

Senza troppo cercare, le risposte si presentano. Sì, apparentemente alla rinfusa: ma a uno sguardo attento, esse appaiono ordinate.

Sei tu che hai mescolato tutto ciò che potevi, dentro di te, e ora hai gli occhi che danzano da un senso all'altro. Basterebbe fermarsi e ammirarle, come soldatini che sanno persino rinunciare a obbedire. Senza troppo cercare, stai già respirando la verità della tua strada tanto che ti trovi già in cammino.

Notte e senza troppo cercare.

Spiare il mattino

Mi piace spiare il mattino, quando si stiracchia e mette fuori i primi colori come ali stropicciate. Una sbavatura senza imbarazzo sul tetto, un'altra in fondo alla viuzza e dove l'orizzonte si spalanca, efelidi di varie sfumature.

Mi piace spiare il mattino, turbato ma non timido, come i desideri adolescenti.  E mi vesto delle sue esitazioni per non tremare di fronte alle sfacciataggine della giornata e degli adulti annoiati.

martedì 24 gennaio 2017

Notte e ci verrà in mente una grande strategia

Sotto il peso liberatorio di gnocchi fritti e Gutturnio, piano piano si fa largo una strada. La convinzione che in questo groviglio che non mi appartiene, ci sia un'uscita illuminata a giorno.

Sì, ci sarà una grande strategia. Ci verrà in mente, questa grande strategia: perfetta, convincente, senza effetti collaterali. Un atterraggio morbido e tra gli applausi.

Ci verrà in mente una grande strategia. E, liberi, ce ne terremo a distanza.

Buona notte e ci verrà in mente una grande strategia.

lunedì 23 gennaio 2017

Il mondo si riaccende

Sotto uno spicchio di luna, il mondo si accende e sembra che accada per caso. Forse persino per stanchezza, annoiato dalla notte.

Pensa che meraviglia se fosse per amore.

Notte e ancora i mari, ancora i monti

Feroci, implacabili, scossi dall'inverno e capaci di rivoltarsi contro di noi. Così ce li dipingiamo, i mari e i monti. 

Come se potessero scegliere il corso da seguire, come se potessero fare del male consapevolmente: come noi. Ancora i mari, ancora i monti mi sembrano un rifugio accogliente, più della mente degli uomini.

Notte e ancora i mari, ancora i monti.

Resto nel mio angolo

Resto nel mio angolo, non perché io abbia paura, ma perché è talmente fiorito che non posso separarmi da questi aromi.

E i veleni che bussano per entrare, li mette in fuga il mio giardino.

Resto nel mio angolo, non per difendermi, ma per respirare a fondo la vita.

Bed of roses - canzone per la notte

Vorrei preparare per te un letto di rose, e più forte lo voglio, sdraiata su un letto di spine. Dolorante e felice di non dover provare niente a nessuno, capace di ridere forte fino a morire.

Ma consapevole dei miei desideri: forse persino di come realizzarli.

Bed of rosse, Bon Jovi, canzone per la notte.

domenica 22 gennaio 2017

Notte ed è solo l'inizio (con gli amici)

Metti su un sogno e lo guardi senza troppa convinzione, perché ti hanno vaccinata a non credere mai troppo a ciò che non si lascia toccare.

Poi il sogno non è più solo tuo, ma lo vedi negli occhi degli amici. Piccolo e testardo, si realizza nelle notti consumate tra fogli e matite, pc e bicchieri dove danzano liquidi vari e non meglio identificati.

E' bello, quando lo vedi fiorire, ma soprattutto per un motivo: perché è solo l'inizio.

notte ed è solo l'inizio (con gli amici).

Wasting love - canzone per la notte

Un incipit delizioso, per frenare tutti gli imperativi (auto)inflitti del mondo.

Forse un giorno sarò una persona onesta:intanto faccio ciò che posso. Mentre sprechiamo amore e siamo inseguiti dalle maree del tempo.

Wasting love, Iron Maiden, canzone per la notte.

Nel frattempo, gli alpini

Consulto nervosamente il meteo pensando alla minaccia della neve per i miei almeno cento chilometri quotidiani. Poi guardo i muri bianchi che si abbattono su chi già è ferito dal terremoto e sento tutta la mia ignavia.

Non è finita. Che cosa faccio per questi miei fratelli? Per le creature tutte che laggiù stanno pagando un prezzo troppo alto? Smanetto su Facebook? Faccio proclami impalpabili? Dico una preghiera mentre mi addormento, una preghiera che lascio a metà come troppi miei propositi? O mi decido a fare qualcosa, fino in fondo?

I miei alpini sono già arrivati, nel frattempo. Franco Montalto gira le foto per documentare. Per mostrare che c'è qualcosa più forte della neve, del silenzio che schiaccia, della paura. E' un coraggio taciturno, che sfreccerebbe via senza farsi notare se qualche voce non lo raccoglie. E anche qui, non per celebrarlo - quello è capace di scappare, schivo com'è - bensì per raccontare cosa si può fare. Cosa accade, più forte di ciò che lasciamo accadere.

I miei alpini, tra gli angeli più deliziosamente testardi della mia città, mentre parliamo sono già là. Castellalto, ma quanti altri nomi ci possono essere: un unico grande volto da accarezzare. Don Gnocchi lassù, fiero di loro. Noi quaggiù qualcosa dobbiamo fare accanto a loro, oltre a perderci nel sentiero delle parole.


sabato 21 gennaio 2017

Notte e quanto sono stabile

Anche oggi avevo speranze e sussulti, eppure ero ferma. Perché sono stabile, dannatamente stabile. Poco importa se c'è chi non ti vede così, a maggior ragione se sei donna: quindi in qualche modo dovrai pure vacillare.

Benvenuti nel 2017, a proposito.

Ma non puoi pretendere che ti vedano stabile: stanno tremando troppo, loro.

Notte e quanto sono stabile.

Arianna piena d'oro (la vita quando ti svegli)

Incontro Arianna in un pomeriggio pieno di luce, tra persone care e attente agli altri. Anche lei, che scrive versi di vita e non ha paura di far iniziare il suo libro dalla data più dolorosa per lei, la data in cui la vita cambia e non si sa perché.

Venti maggio. Sono piena d'oro. Piena di luce.

Quella luce, Arianna riesce a trasmetterla tutti. Tra le righe e le foto, nel sorriso che ci rivolge quando ci offre "Da un'altra angolazione". Questo titolo che apre un mondo e lo fa scorrere con delicatezza, che racconta il vivere adesso, così diverso eppure così autentico. 

Speranze, umanità, gratitudine, amore e persino Dio. Un nome che si può invocare, sussurrare, accarezzare nella malattia, che è un'altra pagina di vita.

La vita - che Arianna scandisce così - "è quando ti svegli e capisci!": credo sia una delle descrizioni più magiche che io abbia mai sentito della nostra esistenza.

Da un'altra angolazione è tutto possibile e Arianna tutto mi ha già detto, con la sua gentile forza: sarà per questo che ho tanta voglia di ascoltarla ancora.

Arianna Sonia Scollo, Da un'altra angolazione, C.A.S.A edizioni.


venerdì 20 gennaio 2017

Notte ed è sempre la vita

Amici con cui hai costruito, anche con un tratto di penna, e volti stanchi di coloro che aiutano gli altri: ma da quando la stanchezza brilla così? Da quando scivola via dal cuore.

Medici e infermieri che anche oggi ti hanno dato una lezione di vita, e le persone che essi curano, con la medesima forza.

Tutto ti sembra già così bello, eppure quando ti fermi e consulti per la prima volta un sito apprendi che degli uomini strepitosi stanno strappando da neve e cemento tante persone.

E lo sai che c'è chi piangerà comunque oggi, e provi a piangere con lui, ma sai anche che è sempre la vita, quella che ci fa collezionare sguardi, baci e lacrime, un disegno e un caffè preparato con amore.  La vita che c'è, si salva, si nutre e da qualche parte continua anche quando non la scorgiamo più. Sai che niente andrà perduto, finché qualcuno ci crede.

In questa vita.

notte ed è sempre la vita.

Paul Stanley, when I am 65

Sei, cinque. Rileggo le due cifre e mi rendo conto che pesano più sulle mie spalle - almeno in apparenza - che sulle sue.

Perché Paul Stanley mi appare sempre così in forma, ma non intendo parlare delle condizioni fisiche, che immagino quanto impegno possano richiedere.

Leggo i suoi post su Twitter e vedo il vero fuoco, quello che scorre da più di quarant'anni e carica persino me: la gioia di fronte a una canzone come a un piatto cucinato ad arte, il calore della famiglia, la voracità del pensiero, sì, la curiosità.

When I am 64, cantavano i Beatles. Paul ha superato quel traguardo e mi sento più giovane anch'io.

Will you still need me, will you still feed me

giovedì 19 gennaio 2017

Notte e vogliamo interpretare la terra

Accidenti a me, mentre accendo la televisione già mi sto rimproverando. Come se ascoltare dibattiti in tv, aiutasse a soffocare il dolore di quanto accade nel mio Paese scosso dal terremoto e dalla neve.

Come no. Ascolto interminabili esperti e qualche aspirante tale, interpretare la terra. La creatura più imponderabile, facilmente accusata di malignità, forse perché non conosciamo quella più terribile e imprevedibile: l'uomo.

Notte e vogliamo interpretare la terra.

mercoledì 18 gennaio 2017

Notte e palazzi così illuminati

Palazzi così illuminati per contrastare invano la notte nella città e (non così) lontano case senza un barlume, scosse dalla paura.

E noi tutti a gridare: fate qualcosa per chi ancora è stato colpito dal terremoto.

Facciamo, lo dicono in pochi: le mani solo aggrappate allo smartphone. 

Notte e palazzi così illuminati ma (non così lontano) il buio. 

Pensa a mangiare, disse la regina

Pensa a mangiare. Nel parco incastrato tra i palazzi, mi giro strappata a meditazioni malferme a Milano.

È una donna su una panchina che divide il pane con i piccioni. Loro saltellano e gustano, ma uno deve essersi distratto perché lei lo ammonisce così: pensa a mangiare.

Sono in un parco vagamente anonimo oppure in una fiaba, perché lei ha il tono di una regina e lui riprende ad afferrare le briciole donate. Solo un poco, prima di spiccare il volo verso il cielo azzurro testardo, mentre gli altri rimangono nella corte.

martedì 17 gennaio 2017

L'occhio nel cielo

Un occhio incastrato tra il cielo e antichi tetti, sospeso come l'umanità.

E brilla ancora, superata l'alba, ma con la timidezza di chi osserva senza volersi intromettere.


Testimone traballante in un copione scribacchiato, con ruoli cangianti come la luce del mattino.

Notte e un sogno di scarpe

Un'anima gentile mi dice che il freddo, il nostro freddo, si è portato via un altro angelo.

Mi affida un'ultima immagine, poche settimane fa, quando aveva trovato un paio di scarpe della sua misura e si era illuminato di un sorriso. Un piccolo sogno, immenso per lui, scarpe che non facessero male nel cammino quotidiano.

Senza un tetto e con un sogno coronato, quanti altri non so.

Ecco, non so se l'immagine del suo sorriso conforti o renda tutto più doloroso.

Buon volo, angelo. 

Notte e un sogno di scarpe.

Dove tutto inizia

Il piccolo santuario si apre una volta all'anno o giù di lì, non per pigrizia. Combatte contro i segni del tempo e intanto ci toglie la tentazione dell'abitudine.

Ma io lo respiro, nella sua umidità di luogo che troppo poco si schiude.

Qui è iniziato tutto: qui i miei bisnonni hanno giurato il loro eterno amore. Lei felice di poter costruire quella casa, che non c'era mai stata da bambina. Lui, chissà se osava guardarla in volto. Del resto, lì dentro c'è un'oscurità amica, di quelle che ti permettono di pensare ciò che vuoi.

Dove tutto inizia, anche la mia vita, e non solo.

Sant'Antonio, apriti piano e ripetimelo ancora mentre prego per mio padre: che nulla, finisce mai, se vogliamo tutto e non ci perdiamo dietro ogni cosa.

Ci vorrebbe un omino di zenzero

Ci vorrebbe un omino di zenzero, a spazzare via numeri, cose e pensieri spezzati.

Uno che compaia, con un sorriso contagioso, capace poi di sbriciolarsi. Scappato da un forno di delizie, per accarezzare un mondo amaro.

Ci vorrebbe un omino di zenzero, anche solo il suo profumo.

Sapessimo parlare con gli occhi

Quando guardo i tuoi occhi, cucciola, sento un frastuono: quella marea di sentimenti che si scaglia amorevolmente contro ogni muro per liberarmi, visto che io non riesco a farlo.

Quante parole contraddittorie ascolto ogni giorno e tu con un solo sguardo dici tutto, senza rinnegarlo mai.

In fondo penso che sia questo il grosso guaio: sparpagliamo parole per non dire nulla.

Sapessimo parlare con gli occhi, diremmo solo che conta.

lunedì 16 gennaio 2017

Notte e io so chi sono

Come le luci sparpagliate dalla pioggia nella notte, accolgo le parole da fuori. Partono con un'intenzione, si dirigono verso un'altra affermazione e mi potrebbero lasciar confusa.

Ma sono io al volante.

Io so chi sono.

E ciò che accade fuori, non può essere più distante da me.

Notte e io so chi sono.

domenica 15 gennaio 2017

Notte e anche se non c'è tempo

Ho rincorso ancora il tempo, lui mi ha aspettato e poi ha ripreso a fuggire ridendo. Non voleva prendermi in giro, credo, ma solo spronarmi. 

Ho pensato di riuscire a concludere tutto e alla fine della giornata ho capito che no, non ce l'avevo fatta. Eppure indosso una strana felicità: quella di vivere la vita a fondo, anche se non c'è tempo, di fare tutto ciò che ci sentiamo, anche se non ci bastiamo mai.

Anche se non c'è tempo.

Anche se non ci bastiamo mai.

Essere così felici da non rendercene conto.

Notte e anche se non c'è tempo.

Luci senza ribalta


Ci sono luci artificiali che sembrano avere un'anima, tanto che non riescono a staccarsi dalle feste. Restano appese al cielo gelido di blu, in equilibrio tra i campanili. E quando passa il sole, acquistano un fulgore che ormai hanno dimenticato.

Luci senza ribalta, che di altra luce parlano.

Forse restano perché siamo noi a non volerci staccare dalle feste e non possiamo ammetterlo, se non alzando lo sguardo.

sabato 14 gennaio 2017

Sperare come Diana

Anche se tutti i cani mi sembrano stupendi, irresistibile mi appariva Diana. Eppure con quell'ombra negli occhi di chi si è rassegnato a non avere amore in una casa tutta per sé.

Che bello scoprire che quell'ombra, l'abbiamo appiccicata noi su quel volto. Perché Diana oggi non si ricorda nulla, credo, la sua sofferenza, il suo vagare tra coccole meravigliose, ma condivise.

Diana oggi ha una casa e deve ricordarsi solo questo: l'amore, tutto per sé, che pur si ha fretta e gioia di restituire.

Sperare come Diana, un atto coraggioso e premiato.

Notte e non è troppo chiaro

La luna si ficca in testa di brillare, poi si nasconde dietro un rivolo di nebbia. Sembra dirmi esattamente ciò che penso o ci provo.

Non è troppo chiaro, dove andiamo. Non è troppo chiaro, perché lo facciamo. Eppure il cuore batte forte, sino allo sfinimento: vuoi vedere che siamo sulla retta via.

Notte e non è troppo chiaro.

venerdì 13 gennaio 2017

Notte e se avanza un pezzo di luna

Frugando nella cappa nera della notte, trovo un lampione testardo. Quando alzo la testa, mi rendo conto che è lei, la luna.

Neanche ritenevo potesse esistere, in questi giorni infreddoliti: invece è lì che sprizza un sorriso di luce.

Se avanza un pezzo di te, luna, le mie mani sono aperte. E il mio cuore.

Notte e se avanza un pezzo di luna. 

Lettera aperta della Befana

Sono la Befana per davvero, cara bambina, e non posso gridartelo: neanche adesso che sei lontana. 

Per tanti anni ti ho lasciato la calza fuori dalla porta, più familiare del mio viso. E ogni volta mi hai offerto fuori dalla soglia mia un disegno, un pensiero.

Quest'anno sapevo che sarebbe stato l'ultimo, ma volevo che fossi tu a dirmelo.

Forse sei anche diventata troppo grande per la calza, ma non per i disegni. E penso a quante altre storie racconterai così, con tratti semplici e sinceri. Magari un giorno dirai anche ai tuoi bambini che hai conosciuto la Befana. 

Mi mancherai anche tu, ma non potevo scrivertelo. Perché la Befana non può lasciarsi sfuggire una lacrima, mentre pensa ai bambini del mondo. Ed è capace di raggiungerli dappertutto: persino da un cassetto.

Anche oggi

Anche oggi combinerò qualche casino.

E vorrò dire una cosa, ne sputerò fuori un'altra.

Avrò perfettamente ragione, tanto che sarò lesta a sedermi sulla panchina del torto.

Mi truccherò splendidamente e avrò qualche sgorbio sul volto.

Ascolterò promesse e le infilerò nell'occhiello, che non ho.

Anche oggi sarò così umana, da poter fallire e vivere.

giovedì 12 gennaio 2017

Le parole in una notte

Ritroviamo la piccola, che si è allungata solo un poco, e ricordiamo bene le poche parole, quasi a mozziconi, che rivolgeva a me e alla cucciola.

- Uta (seduta).

- Ole (sole).

Mi sembrano trascorse poche settimane e la sua tata la invita a dirmi cosa le ha portato Babbo Natale. Mi sintonizzo e sento un fiume di parole con una vocina di donna. Mi colpisce l'ultimo dono.

- E che ci fai, con una bacchetta magica.

Penso di averla messo in crisi, perché dovrà far fiorire una frase troppo lunga, e mi rammarico. Eppure la sua pausa è solo per prendere la rincorsa.

-Con la bacchetta magica farò tanti incantesimi.

Mi viene in mente quella mattina che mi svegliai e improvvisamente riuscii a pronunciare la r: ne tirai fuori un torrente inarrestabile.

Le parole in una notte, un incantesimo bambino.

Notte e quello che insegna il ghiaccio

Non bisogna scomodare una canzone dei Pink Floyd, ma anche solo solcare un'autostrada per rendersi conto del ghiaccio sottile in agguato.

Sull'asfalto, sui gradini, sulle strade della vita. In un attimo ti puoi trovare incapace di compiere un passo senza pensare: io cadrò.

E puoi cadere su uno strato di ghiaccio, steso per l'occasione naturalmente dall'inverno. Oppure vacillare su quello che cerca di sbatterti davanti una persona.

Non è sicuro che non finirai a terra, con i piedi. Ma se guardi il cielo, non lo troverai ghiacciato.

Quello che ti insegna il ghiaccio, è a fare attenzione ai tuoi passi a terra, senza dimenticare che in un modo o nell'altro è quel cielo che conta.

notte e quello che insegna il ghiaccio.

mercoledì 11 gennaio 2017

Non puoi cadere

Sei infilato in una giacca a vento che sembra poter contenere tre bimbi come te. Il tuo faccino  spunta appena dal cappuccio. Ogni passo tuo mi fa tremare, persino le carezze della brezza sembrano spintoni per la tua piccola figura.

E di fronte al marciapiede gigantesco ecco, tu inciampi.

Ma non cadi. Perché la tua manina è stretta dal nonno, che ti tiene anche l'enorme zaino.

Inciampi ma non cadi, finché una mano forte ti sospinge. Finché crescerai, anzi anche oltre.

Notte e non sono più forte perché

Ogni tanto incrocio, come, tra tante altre persone, chi pensa di spezzarmi i nervi. Ma non capisce che non ci può riuscire, perché qualcuno si mette di mezzo. Ed è il mio cuore.

non sono più forte perché mi piace calpestare gli altri o arrampicarmi su attici di orgoglio. Solo perché comanda il mio cuore.

notte e non sono più forte perché sono migliore (ma perché comanda il mio cuore)

martedì 10 gennaio 2017

Notte e avrò una speranza

Mi sono svegliata o addormentata - bene la differenza non so - con una strana speranza cucita addosso: non che la identificassi con precisione, ma mi camminava sopra come un ragno prudente.

E invece di rimproverarmi in base al manuale del perfetto realista, mi viene da sorridere: proprio come se il ragno mi procurasse il solletico.

Sono felice perché ho addosso una bizzarra e indecifrabile speranza. Figurati quando capirò di cosa si tratta.

Notte e avrò una speranza.

Notte e meglio di un libro che nasce e ti cambia la vita

Stai nascendo. Oggi a mezzogiorno il comando è partito, con un clic che non dà l'idea di tutto ciò che c'è dietro. Certo, l'ascolto, gli incontri, le interviste e una figura che prende corpo, o meglio anima.

Sei un libro, no, sei un uomo, anche adesso che sei lassù. Una pagina, o quante altre di vita: hai cambiato la mia. Cavolo, se l'hai cambiata. Mi hai messo davanti gli occhi di qualcuno che mi ha scosso la coscienza, con una forza irresistibile. E mi hai portata a una distanza che non potevo più recuperare, mi hai portato dentro me stessa.

Stasera arrivo in un posto gioioso e a pochi metri colgo la scritta su un bar: quante volte ci sono passata davanti, non lo so. Solo in questa serata solo spaventata per scherzo dalla neve, l'ho vista davvero. Tuo figlio mi ha esclamato: ma era il suo grazie!

Non lo so, non perché tu non potessi ringraziarmi, anzi sarebbe proprio da te. E' che io non merito proprio nulla, perché per parlare di te mi sono sentita ancora più piccina.

Te lo dico io, grazie, perché mi hai cambiato la vita. Me l'hai resa più scomoda, quindi stupenda.

E penso a quanto sia pazzesco questo giorno, visto che nelle stesse ore partiva la stampa di un libro così diverso, un fumetto, ma ugualmente importante anche perché realizzato con amici.

Un uomo saggio, quindi generoso. Una vecchia tradizione che vuole portarci avanti.

Sai cosa: meglio di un libro che nasce e ti cambia la vita, ce ne sono solo due.

notte e meglio di un libro.

lunedì 9 gennaio 2017

Un cielo per bambini

Questo cielo concentrato di pensieri nevosi, fiocchi di sogni, gioie cristallizzate proprio non va bene per noi.

A meno che osiamo ridere, ridere forte. Questo è un cielo per bambini.

Notte e chi ha meno maschere

Nei graffi freddi della notte dibattiamo che tutti o quasi hanno maschere.


Qualcuno però ne ha meno. E fa più fatica a togliersele.

Notte e chi ha meno maschere.

Chiusi nelle nostre scatole e nel buio

Io la vedo, la città. Ma non ci trovo noi.

Basta un'ombra di buio e a volte nemmeno quell'alibi serve: eccoci chiusi nelle nostre scatole, immobili o viaggianti.

E le piazze tacciono, i viali parlano solo linguaggi metallici. I nostri passi non risuonano più.

Del resto, perché dovremmo camminare, dove dirigerci.

Io la vedo, la città. La mattina presto, la notte, al primo tremare del buio.

Ma non trovo noi.

Only blue

Only blue. Only you.

Una consolazione azzurra: non scrivo blu, perché strizza l'occhio alla tristezza. Blu di vita, per questo di gioia, consapevoli del fatto che nebbia e nubi nutrono anche di più.

Ma blu ci riporta bambini e felici di credere alle favole, che niente hanno a che fare con le apparenze.

Only blue, per un'ora, un giorno. Quindi per sempre.

domenica 8 gennaio 2017

Notte e per fortuna ci sono io

In questo groviglio, il bandolo è così chiaro almeno. Lo tengo saldamente in pugno. Tutto mi scivola attorno, trema, danza, scalpita, mi fa anche incavolare e ridere fino allo sfinimento.


Ma per fortuna ci sono io. Il bandolo sono io, e adesso sbroglio tutto. Aspetta, ogni cosa si sistema: un miracolo di ingegneria, di scienza e tecnica all'ennesima potenza.

Occhio che arrivo io, saldamente padrone della mia vita.

Per fortuna ci sono io. E va bene, ci sei Tu.

Notte e per fortuna ci sono io.

sabato 7 gennaio 2017

Una vita non basta (per scoprirti)

Non so quante volte abbia attraversato e vissuto il santuario, il prete. Ma mi colpisce che - in procinto di uscire dalla messa - si fermi un istante per guardare un affresco laterale, più di altri silenzioso.

In realtà i suoi piedi quasi non sostano, sono gli occhi a posarsi sulle figure, come se fosse la prima volta.

Una vita non basta per scoprire una chiesa piena di meraviglie. Figurarsi per scoprire Te.

Il gelo, senza aggettivi

Il gelo non ha bisogno di aggettivi, quando entra nella vita dei più fragili. Non si presenta nemmeno, quando annienta chi non ha un tetto, umani e non: tutte creature che hanno qualcosa in comune. Non c'è infatti qualcuno su questa terra, che si stia prendendo cura di loro.

Il gelo non è mortale, perché sarebbe impotente senza di noi. Protagonisti assoluti nel relegare i poveri e gli afflitti negli spazi bui della nostra coscienza.

Il gelo, senza aggettivi, un sostantivo che dà il cambio ad altri, lungo il sentiero della povertà e dell'indifferenza, scrutato dalle stagioni, dai nostri occhi mai.

Notte e le parole che non sappiamo più usare

Ogni freddo che ci spinga ad attrezzarci di sciarpa e cappello è polare. E le bombe d'acqua sono in agguato tra qualche mese. Del resto, partiamo dall'amore, lo facciamo scivolare con noncuranza: ci l'ovviamo, per la precisione.

Quante parole abbiamo perduto e usiamo maldestramente, come un unico catalogo dismesso. Le parole che non sappiamo più usare, ci usano.

Svaniti buongiorno, grazie, scusa, per favore e tante tracce di gentilezza o buonsenso.

Le parole che abbiamo abbandonato, ci lasceranno per sempre.

Coro di voci uniformi e sconclusionate, procediamo.


Notte e le parole che non sappiamo più usare, ci usano.

Anche tornare piccola

Sì, va bene, rinnego tutto.

Ma ogni tanto tornare piccola non guasta. Sentire qualcuno più grande di te - oh, come ti stressava, allora, questo divario - chiederti: come stai.

E scalpitare, per riafferrare un gioco.

Anche tornare piccola, proprio schifo non fa.

http://neicassettidimalu.blogspot.it/2017/01/notte-e-indegnamente-adulta.html

venerdì 6 gennaio 2017

Dialoghi reali - quella là

 - Ehi, dammi un bacio, animaletto. Su.

Silenzio, poi rumore di zampe.

- Dai su. Possibile che tu lo dia solo a quella là?

quella là. io per la precisione. O in sintesi.

Notte e indegnamente adulta

Un volto alla finestra ad attenderti, uno a osservare il passaggio, uno a chiederti: come va.

Sei bambina e hai un sacco da sognare, corri veloce più di tutta l'umanità.

Poi, un giorno bussano alla porta di tua madre e chiedono un consiglio proprio a te. Si è appena congedato uno di quei volti e ti fa affiorare tutti quelli prima.

Sono i momenti in cui tu ti trovi indegnamente adulta. E il palazzo della tua infanzia sembra spegnersi, di umanità.

Notte e ogni volta in cui ti trovi adulta. 

giovedì 5 gennaio 2017

Dialoghi reali - attenta a cosa

Raccomandazione di un amico nella notte.

- Mari, stai attenta.

- a che cosa?

- a tutto.

In sintesi.

Tumulto

In te c'è tutto ciò che conta: il sussultare della vita, il rientrare in se stessi e guardare in alto fino a permettere di specchiarsi. Senza perdersi lontano, senza chiudersi in se stessi.

Tumulto, quello che bacia il mio lago, e sparge i colori a caso. Quando ha terminato, contempla e credo sia felice. Perché lascia un tumulo anche dentro il mio cuore, incapace di perdersi lontano da lui e di chiudersi in se stesso.

Notte e io non può parlare sempre giusto

I giganti gentili ricordano le piccole certezze. Ci richiedono in tanti una perfezione seccante, che ci stritola, ed è bello ribellarsi. Anche disegnando strani accostamenti di parole.

E che cavolo: io non può sempre parlare giusto. Lo dice con dolcezza il Grande Gigante Gentile. Sbagliare svela il sapore della vita e non occorre essere per forza in una fiaba.

Notte e io non può parlare sempre giusto.


Epifania con i gessetti (la capisco di più)

Epifania, misteriosa espressione che con Joyce mi è apparsa più chiara, persino con retrogusto di malinconia.
E tanto a rifletterci e a perdersi, finché nel parco non inciampo nel lavoro di un bambino o di qualcuno che ha voluto guidarlo. Gessetti che rendono manifesto tutto ciò che non sappiamo spiegare. Le espressioni gioiose di chi porta doni e non si rassegna mai al male.

Epifania, con i gessetti ti capisco di più.

mercoledì 4 gennaio 2017

Notte e porti via tutto (ma non abbastanza)

Chissà che ti sei messo in testa, vento, stasera giocando goffamente con l'inverno. Tu sembri portare via tutto.

Ma sono stata con il dolore di una mamma, con stelle ferite e farfalle che per un giorno danzano senza consegnarsi alla malinconia.

Tu porti via tutto. Ma non abbastanza.

Notte e porti via tutto (ma non abbastanza)

martedì 3 gennaio 2017

Viaggi nel buio della speranza

Ne avevo sentito parlare, ora che inciampo in uno di loro non riesco a non provare dolore e fatica.

Viaggi della speranza. 

Una donna straniera nel buio con borse gonfie: tutto ciò che può mandare a casa sua. Si ferma un furgone e nell'oscurità parole che non posso decifrare, il balenare dei soldi.

Si aiuta casa come si può, spedendo tutto ciò che si riesce. Il proprio cuore, è troppo pesante per trovare spazio. E prima di tornare al dovere in una casa italiana, un'ultima contrattazione. 

Viaggi della speranza. Allora chissà perché nei polmoni ho tanto buio.

Notte e qualcosa da dire

Tutti hanno qualcosa da dire, alla luce ingannevole del giorno.

Tu mu sussurri qualcosa con la carezza della notte. E ha il sapore della verità: riesco a pregustarlo persino io.

Notte e qualcosa da dire.


lunedì 2 gennaio 2017

Notte e l'orrore in Brasile (o dentro di noi)

Devo far scivolare lo sguardo in fondo alle homepage e sui social neanche posso farlo vagare.

L'orrore delle vite martoriate nel carcere in Brasile.

E un orrore che quasi lo raggiunge: la nostra indifferenza.

Notte e l'orrore dentro di noi.

Christmas forever (potere alle lettere)

Sono distratta, ma so che è trascorso il Natale. Solo che è rimasto un pezzo qui con me. 

Una lettera di un amico dalla Norvegia, è il rito che si rinnova da ormai da più di trent'anni. E mi vede in colpevole difetto, ma lui da signore qual è neanche me lo rinfaccia.

Se ci penso, a quante lettere scrivevo da donzella. Alcune erano talmente intense che erano seguite da telefonate degli amici. No, non perché fossero capolavori letterari: "Mari, grazie per avermi scritto, adesso mi traduci la tua calligrafia?".

Non me la prendevo, anzi era un'occasione per riderci su e aggiungere altri particolari tra di noi.

Non ho scritto abbastanza lettere, tuttavia, già quando potevo. Poi le dannate mail mi hanno viziata e sono fuggita. Neanche tanto prendere la penna, era il guaio. Piuttosto sai che fatica imbustare, andare a prendere i francobolli e imbucare: roba che se ci penso, mi infurio con me stessa per la mia pigrizia.

Perché il mio pen friend mi scrive da più di trent'anni la lettera di Natale. Prima, la nostra corrispondenza era più fitta, quindi è arrivata l'era della rete senza legami in cui sono scivolata pure io. Lui è fedele a questo appuntamento e mi trasporta in Norvegia, ma anche più lontano, nella loro vita, sento il loro tempo, guardo prima di uscire se ha nevicato molto, cerco un raggio di sole.

Christmas forever, grazie a te amico. E potere alle lettere, un po' dovremmo restituirlo a questo mezzo antico ed eterno come il Natale.


domenica 1 gennaio 2017

Nuvole sulle luci

Si addensano come un promemoria che non riesco a cogliere minaccioso.

Nuvole sulle luci di Natale, scrutano la piazza vuota dell'alba. Scintillano i riflessi, ma sono loro - creature vive dell'inverno - ad attirare l'attenzione.

E rivelano ciò che dimentichiamo, anche quando ci può salvare.

Notte e i passi nel buio (o nelle luci effimere)

Le luci urlano ancora la loro potenza, o almeno quella in cui sembrano credere gli uomini. Ma i passi risuonano nel vuoto.

Trovi l'aspirante truffatrice, che a ogni passante offre una storia strappalacrime e le vorresti chiedere perché. Persone che si nascondono nel buio e altre che ne fuggono. Sofferenze mascherate da una risata e conversazioni solitarie per soffocare la paura.

Ti fanno affiorare brividi le vie deserte, ma anche quelle in cui appare un volto sconosciuto.

Perché ci hanno messo in testa questo: che le luci sono tutto ciò che contano. Ma non ci hanno insegnato a tenere luminoso il nostro cuore. I passi nel buio, o nelle luci effimere, ci conducono lontano da noi.

Notte e i passi nel buio ci conducono lontano da noi.