domenica 23 aprile 2017

Notte e se conoscevo la felicità

Una canzone dei Supertramp scandisce il mio piccolo viaggio e mi avvolge di una strana sensazione. Anni felici, quando loro guidavano le danze: non capivo le parole da piccola, ma mi pareva che qualsiasi cosa dicessero, doveva essere terribilmente piacevole e spingerti a una gioia inarrestabile.

La sento ancora, quando l'auto mi restituisce queste note. Anni felici, non posso però sbriciolarli fino ai giorni e  mantenere il sorriso. Happy Days. Joanie era uno dei volti più allegri, ma un personaggio non è una persona. Ripenso al nonno che in maniera dolcemente testarda chiamava Ron Howard "pipetta" e neanche questo mi strappa l'improvviso velo di malinconia.

Se conoscevo la felicità, mi dico però, non può essere scomparsa. Adesso cambio musica e gli Iron Maiden tornano i miei guru: gli anni d'oro sono quelli che si vivono ora. Perché ci sono e tutto può essere mantenuto o cambiato, divorato, urlato, sussurrato con piacere.

Forse prima era un'illusione o una grande messinscena, forse era deliziosamente reale. So solo che prima ho conosciuto la felicità, ora la riconosco nella musica dentro di me, nei silenzi, in una preghiera e nella capacità di sorridere anche con la radio che si smarrisce, stretta tra i monti.


Notte e se conoscevo la felicità (la riconosco)


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