martedì 23 maggio 2017

Notte e non posso fingere (solo rispettare)

Mi piacerebbe dire cose se non intelligenti, sensate. E anche sensibili. Ma su tragedie come Manchester mi rinchiudo nel silenzio, non solo mio.

Non riesco a parlare, neanche ad ascoltare. Sfuggo come una bambina (e mi vengono in mente quei volti innocenti, sì) a ogni telegiornale e ogni commento stile accetta.

Poi è la musica, ancora una volta, che si offre come un balsamo lieve. I Kiss tra pochi giorni dovrebbero essere lì, a Manchester, e non so cosa faranno. Intanto piangono, e così gli Iron Maiden che annunciano che non si fermeranno con i concerti nel Regno Unito. Ariana Grande sì, e io la rispetto.

Perché in fondo è questo tutto ciò che posso fare di fronte a questo orrore. Rispettare ciascuno. 

Me lo dice, in fondo, anche il "presidente" Alice Cooper. Nel suo messaggio di cordoglio, scrive: non posso fingere di conoscere o anche solo immaginare il dolore di genitori, fratelli, sorelle, familiari. Per quanto soffriamo, non possiamo. Mi piace prendere la parola "pretend" e forzarla in un doppio senso, inglese e italiano: fingere e pretendere.

Non posso avere la pretesa di capire l'immensità di quel dolore. Ma di rispettare le reazioni di ciascuno, sì: questo posso farlo o almeno provarci.

Notte e non posso fingere (solo rispettare).

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