mercoledì 2 agosto 2017

Tra motori e gesti gentili

C'era un papà che era così alto e da piccola non riuscivo a guardarlo negli occhi. 

Ma lui era gentile, di quella gentilezza che non fa troppo rumore, e si chinava. Poi sono cresciuta, eppure l'ho visto sempre compiere quel gesto cortese in tanti modi.

Anche portando il paté speciale di un amico che speciale era ancora di più, a mio padre ogni Natale e intanto non facendogli mai mancare una chiacchierata e un'occasione di svago. Un'amicizia che non doveva farsi notare, per essere autentica.

E quando non poteva più rinnovare questo rito, perché il mio papà era volato in cielo, l'ha sempre fatto con la figlia. Aprendo le porte e il cuore, parlando di motori e della sua città che cambiava, mostrando le sue radio e il suo mondo. 

Tutto questo accanto alla sua Giovanna, certo. E accanto a lei non poteva che voler essere ancora.

È così naturale, anche se non meno doloroso, signor Vincenzo.

Perché mi mancheranno il vostro spalancare porte e cuore e il vostro prendervi cura degli altri, senza rumore.


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