martedì 12 dicembre 2017

Io ex piccione e i pendolari da premiare

Una premessa: Max Rogora è uno degli amministratori per i quali nutro stima in virtù di un motivo che appare banale, ma non in questa epoca politica. Lavora. Di più, ha un mestiere duro, di quelli che ti fanno alzare all'alba e ti espongono alla durezza di ogni condizione meteorologica.

La sua frase sui pendolari che nidificano come i piccioni - riferendosi ai parcheggi - ha fatto male a molti. Anche a me. Ma il punto è un altro e non si nutre di parole.

Sono stata grande pendolare in auto, e Dio sa quanto mi è costato, anche in termini di anima sotto pressione. La mia esperienza costante di viaggi in treno è avvenuta invece parecchi anni fa, quando avevo molte più energie. E forse quando le cose erano più facili, nonostante i mezzi obsoleti e scarpe sciolte di inverno sugli scaldini.

Intendiamoci, ho attraversato un mio piccolo inferno, perché anche se avevo vent'anni, mi sono sobbarcata quella cosa terribile di nome trasbordi. Cioè per andare da Busto Arsizio a Milano e portare a casa la mia doverosa laurea, ho vissuto tutti i disagi legati ai lavori per l'interramento. Ciò ha significato che per pochissimi mesi ho affrontato in scioltezza il treno Busto-Milano. Più spesso ho preso l'auto e sono andata a Castellanza, ed era il minore dei mail. Oppure sono salita sul  bus a Busto, sono scesa se non erro a Rescaldina, ho preso il treno di nuovo a Saronno… Anche poco dopo le sei di mattina, per arrivare puntuale alle lezioni di Logica. Logica… così sembra un amaro paradosso.

Un solo problema non mi sfiorava: il parcheggio. Perché ce l'avevo facile. Posteggiare era normale per i pendolari, allora. A differenza di oggi. 

Quando prendo il treno delle Nord, vado a piedi perché ho la fortuna di poter contare su una base prima del mercato, spero abbastanza lontana dallo spettro del disco orario. E perché posso permettermelo, finora, con le mie zampe (scusate, questa immagine dei piccioni mi condiziona, a volte ho pure le ali mentre corro alla stazione). Quando mi sono fatta male, non ho potuto, ad esempio e ho dovuto fare ricorso alla macchina.

Penso a chi ogni giorno si sobbarca il viaggio fino a Milano o altri luoghi. Non è che lo faccia per masochismo, di solito non ha alternativa. Penso ai costi che deve sostenere. E credo anche che qualcuno che libera le autostrade da macchine e smog, abbia diritto a un incentivo, non a un aggravio di nome posteggio a pagamento.

L'immagine dei piccioni mi spiace, forse perché anche i piccioni mi sembrano così simpatici: spesso, in barba ai pregiudizi, mi hanno insegnato più degli umani, con la loro costanza, il loro orgoglio mai urlato, la loro semplicità.

Ma ancora di più mi insegnano i pendolari, che viaggiano in condizioni spesso allucinanti, che fanno sacrifici che molti politici (non Max Rogora, che, ripeto, fa un duro lavoro) non hanno mai nemmeno visto da lontano.

Sogno che chi con sacrifici vive, si trovi unito. A difendere il lavoro, la tenacia del costruire, le difficoltà. Chiunque faccia uno sforzo per vivere e rendere migliore la vita agli altri, merita un aiuto.Non di essere (tar)tassato.


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