venerdì 31 maggio 2013

Un nostro maggio sotto questo cielo

Sento che era maggio, un mese che sa abbracciare Roma. Una corsa su un'auto follemente riconoscibile. Una cena insaporita dalle risate. Cerco di sfiorare un sogno, ragazzina, e sono con mia mamma e mio fratello.

Lui la tratta da regina, com'è giusto, e la principessa degli stracci se ne rallegra, perché non ha mai sopportato chi non attribuiva le debite attenzioni alla sua rosa.

È maggio, come ora, profumato come una preghiera. Il cielo di Roma si sta addormentando, come adesso. Tu vorresti persino portarci a ballare.

Noi siamo ragazzi che afferrano il mondo tra le dita. La vita, crediamo. Ma lei decide per conto suo, e non vogliamo capirlo.

Siamo ragazzi, alla corte di una regina. Adesso ti direi: andiamo a ballare. E poi il cielo si risveglierà.

Il tifoso è questo

La promozione? Meravigliosa. Ma i miei amici di tifo, di più. Mi ha commossa la decisione del Pro Patria club di adottare un insolito biglietto di ingresso per la festa della birra a giugno: un abito in buono stato, per continuare ad aiutare i clochard.

E il Tigrotto sostiene i piccoli di un Paese lontano, ma non nel cuore, grazie alle quote.

I miei amici alla corte della tigre sono questi... Io sono fiera di loro, la promozione che ogni anno è assicurata. E mi fa dimenticare tutti coloro che non ci vogliono bene o fingono, o ancora lo fanno quando conviene.

Grande cuore biancoblù.

Fermi tutti

C'è un momento in cui fermarsi. In cui impedirsi di pronunciare o pensare una parola.

Ricorri a tutti gli stratagemmi che puoi. Arguta Paffuta mi ha costretta pure alla maschera di fango. Sapete che riflessioni cosmiche ispira, ma più tardi, quando sei al sicuro da te stesso.

Oppure ascolta, c'è una canzone che sta regnando e non vuole essere interpretata. Tu accoglila con mutismo e una sana rassegnazione.

Un oggetto che cade. Un uccellino dolcemente noioso. Un automobilista lanciato verso una meta, e almeno si spera che lui saprà dove stia andando di tanta fretta.

Poi, silenzio. Fermi tutti. Si fermi chi può, e anche chi no.

giovedì 30 maggio 2013

Una birra chiamata libertà

Scende questa birra chiamata libertà. È il suo vero nome, e non me ne stupisco. Sta in disparte, finché non coglie che è il suo turno. Di scorrere, di ascoltare, di ribellarsi.

Io la osservo e poi la chiamo. Adesso tocca a me ascoltare, perché oggi non l'ho fatto abbastanza. Vorrei che dicesse lei a qualcuno che anche se non so esprimere ciò che ho dentro, io finalmente capisco e guardo oltre una linea d'orizzonte.

Che strano, stasera penso che chi ama una birra, un vino o un altro liquido di vita non possa tradire.

Giù questa birra chiamata libertà.

Dancing barefoot - canzone per la notte

Questa canzone, mi piace persino quando vibra dalle note della mia tastiera.  La riafferro tra le dita dopo anni e non c'è una parola che vada perduta.

Ballare a piedi nudi, è una questione mentale, credo. Ciò che è sotto la tua pelle fragile, non conta.
 Recuperi un vortice buono dentro di te e arrivi persino a porre domande improponibili.

Perché  non può essere ridefinita la morte?


Perché vedo tutto splendidamente, pur tenendo gli occhi chiusi?

Ballare a piedi nudi, non capire bene se tu ti stia dipendendo qualcosa o qualcosa stia dipendendo da te. Non scorgere i confini, perché le tue ali ti stanno spingendo oltre.

Quando parti, quando ti metti in viaggio davvero, quando balli a piedi nudi,  chissà se poi conosci realmente il perché. Sai solo che quella sei tu.

Dancing barefoot, Patti Smith, canzone per la notte.

Autodifesa geometrica

Ti senti accerchiato? Ah se ti senti accerchiato, lo si coglie dai tuoi occhi; meglio da un battito di palpebra più ricorrente e invisibile a tutti.

Ma non a te. Non ti piace affatto essere accerchiato, perché devi avere sempre una direzione libera da abbracciare, ti conosco. E quando la intravedi e tutto si chiude all'improvviso, anche quello spazio è occupato con invadenza da qualcuno che magari non ti aspettavi... Allora il battito cresce.

Invece, ritrova la calma in te. Ti stanno accerchiando, tu fai quadrato con tutto ciò che hai. Prendi fili sottili e imbastisci questa autodifesa geometrica. Sai che devi darti, non esaurirti. Un filo dopo l'altro per costruire un quadrato magico, che è molto meglio del cerchio...

Mal che vada qualcuno si fermerà ad osservare il tuo lavoro. E senza volerlo si scosterà. Adesso puoi scegliere se restare o spostarti, lasciandoti dietro una scia di pretese, che non sono sane e belle come i desideri.

Arguta Paffuta

Ombrùsu

Scarica la colpa sul tempo che ti scarica il cielo o che non basta mai. Ma non vorrai mica sentire la saggia voce dul pà Carloeu redarguirti così?

Ombrùsu accentua lo sforzo di iniziare una giornata immusoniti. E affrontarla tutta, troppo pesante per un povero umano.

Le nuvole hanno rubato tutto il sole e tu ti rivesti di ombre? C'è sempre qualche raggio da afferrare, a guardar bene.

Le mani di Chopin

Suggestionata dalla stupenda puntata dedicata da Augias, ho sognato le mani di Chopin.

Erano mani che afferravano il mondo, solo per farlo volare, non catturarlo. E per amore ricreavano altri universi mai visti e piccoli che sotto gli occhi si animavano. Cercavano il sole e dovevano tremare.

Una melodia che parlava come tante, la chiamavano #delperché, tanto sembrava risuonare quell'interrogativo. Mi spalanca la porta di casa della mia prof, il suo invito ad accostarmi al pianoforte perdendomi dove era dolcemente lecito.

E poi corro a Parigi, al Père Lachaise. Un ragazzo dalla maglietta rock che cercava Jim Morrison e trovò te, Chopin. La sua risata felice, nel parco del riposo, come un valzer che ha perso la malinconia.

Non lasciatevi andare - canzone per la notte

Chi sa di poter contare su poche risorse, si deve mettere in cerca. Nel mio bagaglio un posto speciale è occupato da libri di grandi donne, e una è Santa Teresa d'Avila.

Più di una volta le ho chiesto aiuto nel cassetto. Forse perché mi ricordavo un cassetto più vasto e sacro, quello della chiesa in cui si facevano veglie notturne e risuonava come una sferzata di sicurezza in crescendo il suo "Nada te turbe".

Proprio in ricordo di quelle notti dolcissime, che si chiudevano poi in un pasto insieme verso l'alba, chiedo una deroga per la canzone della notte.

No os descuidéis.

Non lasciatevi andare. Così si conclude il canto di Santa Teresa per la vestizione di una sorella.

mercoledì 29 maggio 2013

Contemplazione

Trascorrerei ore a contemplarti, a scorgere una sfumatura nuova, un riflesso impertinente o innamorato o entrambe le cose.

Un tocco di vento per respirare il tuo profumo in modo diverso. Una nube per leggerti all'ombra. Un passo per vederti vibrare.

Tutte la variabili del mondo, per contemplare te, mio fiore e mia vita.

Il cortile che si richiude

Quelle porte serrate in modo ostinato e protettivo tremano. E ti accorgi che il vecchio cortile si è offerto improvvisamente agli sguardi.

Ciottoli vissuti e attaccati alla loro terra, edera che tenta disperatamente e comunque di celare. Finestre socchiuse. Ed eco di passi. Come quelli lontani, che non avresti mai potuto sentire, ma avresti voluto farti raccontare.

Adesso è l'occasione buona, ti dici. Adesso trovo il coraggio ed entro. Quel signore silenzioso e immerso nel mondo, senza sapere che si unisce al mio nella notte dei tempi, forse mi racconterà.

Ma i passi miei sono lenti. Il vecchio cortile si è già richiuso.

Rock'n'roll robot - canzone per il giorno

Forte del filo che mi ha affidato Simona, torno indietro per scoprire quanto si era avanti. Quanto lo era negli anni Ottanta Alberto Camerini, con una canzone come questa.

Ondeggiando tra le sensazioni e l'ironia, ci preparava alla generazioni di robot in ogni campo. E ne assaporavamo la profonda umanità, quasi la assorbissero da noi.

Ma di noi, che ne sarebbe stato? Accarezzo questa frase: lui lavora duro, tu libera sarai...

Non voglio fare la filosofa a ogni costo, ma mi aggrappo a una domanda: stretti a tanti robot nella vita, ci sentiamo così liberi?

Io ti amo, io ti cerco, io ti voglio...

Rock'n'roll robot, canzone per il giorno.

Piante impossibili

Che cos'hanno in comune un girasole e un orchidea? Li adoro, scusate se mi pongo come il centro del mondo, ma Arguta Paffuta preme.

Possiamo trarre qualche considerazione meno presuntuosa? Sì, ho molte più difficoltà a farli crescere. Con il girasole ho provato in tutti i modi sulla mia collina, ma mi sembra persino di sentire un sogghignare dove ho messo i semi. Alle orchidee ho dato cure e devozione, ma in genere ho perso le battaglie.

Non voglio umiliare le altre piante e gli altri fiori che mi colorano la vita. Anzi, vorrei pubblicamente ringraziarli. Mi insegnano che gli esserini più determinati sono quelli che hanno meno bisogno di vedermi immersa in studi e istruzioni. Io li lascio cullare dalla natura, poi canto e ballo con loro.

Milanoeucentuvolntasindré

Caro pà Carloeu, sono a leggere questa espressione. a cercare di scandirla tutta, ci si sente già vecchi. si può a ragion veduta parlare di "tempi remoti".

Come una filastrocca, lunga abbastanza da strapparti una risata. E tu la vedi trasformata in immagine, in film. Tutte le volte che ti volti indietro, se ne conti tante, puoi appartenere alla preistoria.


Ma mi viene un dubbio, pà Carloeu. Non è che nella nostra esistenza ci voltiamo molte volte di più?

My way - canzone per la notte

No, Frank Sinatra non c'entra, caro amico che accompagna con i video. Lasciami essere la vecchia, piccola Malu.

Che apre una canzone con questa visione: la schiena al muro, il mio personaggio che il mondo cerca di far strisciare. Ma hanno capito male. Perché lui non si fermerà, non getterà la spugna: tutto ciò che resta, è l'orgoglio alla fine.

Allora gioiosamente grida ciò che penso io: camminerò come cammino, parlerò come parlo, a modo mio. Andrò dove vado, non accetterò no. E la zona di pericolo lascia indifferente. Non scapperà, non si dirà una bugia, perché dopo tutto ciò che verrà detto e fatto, non si chiederà perché.

L'unico che deciderà, è lui, perché ne ha diritto.Anch'io... E se non giocate al gioco che amo e in cui credo, io non giocherò al vostro.

Crudelissima, convintissima e felice.

My way, Kiss, canzone per la notte.

Quando Jena Plissken rincasava

Da qualche parte lessi questa dichiarazione di Kurt Russell: quando tornavo a casa dopo aver smesso i panni di Jena Plissken, mi fermavo a comprare una rosa per la mia donna.

Era già Goldie? Fortunata, sussurravamo. Ma quel gesto, è stato sempre da me meditato ed esteso. Senza interpretare personaggi minacciosi o compiere atti di eroismo quotidiani, com'è bello tornare e offrire una rosa, sotto forma di un dolcetto comprato e messo da parte, di una carezza, di un "ti amo" sussurrato.

Com'è bello, smessi panni di qualsiasi natura, ascoltare, pregare, dare tutto se stessi per sé, l'altro e/o l'Altro. Che in fondo facciamo tutto il giorno. Anche indossando i panni di Jena Plissken, ma tanto pochi ti guardano abbastanza per scoprirlo.

martedì 28 maggio 2013

Risciön

Quando la pioggia è uno schiaffo della natura - pure lei ti tradisce, o malandrina -, quando non ti stanno in testa tutte le cose che ti sei convinto di fare. Quando ti lagni che fa più caldo dove sei ora e non puoi mica sempre pensare a tutto...

Rischiön ti sgrida bonariamente ul pà Carloeu. Che era impegnato su mille fronti e può ben rimproverarti, senza asprezza.

Pigro, freddoloso (e anche un po' lamentoso), guarda che oltre la pioggia c'è di più. Oddio, ho guastato l'atmosfera con reminiscenze di una canzone degli anni Ottanta?

Spesso ti chiedo perché

Spesso mi guardo attorno e ti chiedo perché. Abituata a frugare dappertutto, con le forze che ho e di più, trovo pure le energie per rivolgermi a te.

E tormentarti con quella domanda, da filosofa arrancante. Anzi, invitarti a guardare a tua volta, perché sarai sicuramente distratto, rilancio con arroganza.

Farei di tutto, per convincerti a rispondermi. Eppure potrei dedicare un centesimo di quelle forze a rivolgere lo stesso quesito a me stessa, nelle mie minuscole azioni. Ricevendo un meno comprensibile silenzio.

Io voglio vivere di avventure - canzone per il giorno

Con un ombrello colorato così sfido anche il cielo nuvoloso a tormentarmi. La bella e la bestia come colonna sonora, che cosa vuoi di più della vita?

E quanto bambini siamo, in grado di cantare ancora con uno slancio ribelle...

Io voglio vivere di avventure e lo vorrei sempre di più ma non c'è nessuno, ahimè che capisca il perché questo è quello che vorrei per me.

Ma sì una bella avventura, fa venire il sole, dentro o fuori chi se ne frega. Fa sentire la nota di colore nel grigio di un discorso e proietta già lontani, quanto basta per stare vicini con fare sognante e più accettabile al mondo.

Ombrello spalancato...

Io voglio vivere di avventure, canzone per il giorno.

Little Tony e Lucio

Così Little Tony è andato via. Senz'altro dalla donna tanto amata e troppo presto perduta.

Ma credo che in quel paradiso fitto di angeli l'abbia fermato uno, raccontando una storia. Lui forse si è girato, già sorridente al suono di quella voce e dell'ironia che portava, quell'ironia irresistibile e contagiosa: sei tu, Lucio.

Sì, credo che uno dei primi abbracci sia stato quello, tra Little Tony e Lucio Flauto. E guarda un po', il paradiso è proprio come un film, dove non ci sono spalle, ma ciascuno offre la sua parte all'altro con uguale dignità nella locandina.

Riderà. E' questa la canzone, vero, Little Tony?

Non si conosce mai abbastanza

Entro in una pasticceria che conosco da una vita, o così pensavo. Caffè ottimo. Brioche splendide. Pasticcini e torte naturalissime e a volte hanno persino il vino che è la mia leggenda di una vita, raro e da meditazione massiccia.

Sul più bello, lui vuole condividere una gioia con me: bene, la mia seconda squadra ha vinto.

Io poso la tazzina: scusi, quando?

Lui: la partita di Coppa.

Io, con retrogusto amaro: partita sospesa per nebbia.

Al che lui insiste, per ridarmi il sorriso: è la mia seconda squadra, sa, la Lazio.

Io: qual è la prima?

Lui: la Juventus.

Pago il conto e osservo: ci rivediamo. Perché lei ha proprio i pasticcini buoni.

lunedì 27 maggio 2013

Un piccolo regno

Un piccolo regno dove produci con la natura e poi offri al mondo. Come un angelo biondo, che sembra sempre sul punto di essere soffiato via.

Eppure resiste. Ai silenzi e ai passaggi, all'umanità e agli sfregi. Sempre tra dolcezze per consolare la vita.

Io provo un'invidia buona per quell'angelo che ha trovato un accordo con la natura. E non voglio pensare che sia capace di piangere.

C'è un punto in cui mi perdo

C'è sempre un punto in cui mi perdo. In un discorso, in una strada, in un film, in un'opera d'arte.

Un punto in cui i fili mi sembrano troppo confusi o troppo chiari per essere veri, e io mi fermo perplessa.

Non esiste una via che io possa dare per scontata, un bivio su cui posso giurare sicurezza per sempre. E questo dovrebbe dannarmi, non divertirmi.

C'è sempre un punto in cui mi perdo, proprio davanti a me. O forse più vicino.

Vele e onde

Porto nella notte i tuoi colori. Un blu intenso regalato dalla lite amorosa tra vento e sole.

Le tante vele bianche fanno il verso alle onde. E osservo l'aliscafo farsi largo con invadente curiosità, ma loro non si scostano. Sullo sfondo i grattacieli mi ricordano dove devo andare. Ma ogni giorno di più io appartengo al lago e ai fiori che lo nascondono, all'odore scherzoso dell'erba e ai merli che mi portano messaggi.

Vele come onde, onde come vele, sulla tavolozza che ora finge di tingersi di oscurità.

Notte.

domenica 26 maggio 2013

La società dei magnaccioni - canzone per la notte

Questa volta non avrò il perdono del mio amico dal palato fino (musicale e gastronomico), ma chi non la canta almeno una volta nella vita?

Chi non ripete gioiosamente, o perlomeno fingendo: ma che ce frega ma che c'importa? A tutti capita di trovarsi un vino annacquato e può decidere come reagire nella vita.

Oggi dedico questa canzone alla partita di coppa Italia che mi sembra sia stata sospesa per nebbia.

Intanto metto da parte la frase più intrigante per me: è mejo er vino de li Castelli che de sta zozza società.

N'ce pensiamo più.

La società dei magnaccioni, canzone per la notte.

Rinascere in silenzio

Dai meno nell'occhio dei fiori sgargianti che si impossessano di ogni sguardo. Così alto e silenzioso, incerto se muoverti quando il vento fruga dentro di te.

Ma i tuoi boccioli sono speciali per me. Quegli aghi di un verde chiaro come certi mari, sono soffici alla stregua dei capelli di bambini. Li scruto e li accarezzo. Una rinascita discreta, attaccati alle fondamenta: aghi duri e color verde scuro che svelano la tua età.

Siamo cresciuti insieme. E tu, pino mio, continui a rinascere. Sussurrami se accade anche a me.

Il sorriso tra la vita

Chissà cosa pensa nonno Giannino a stare lì con sorriso lieve, tra le vie della sua città. Tra le insegne pittoresche, le strade ordinate e il santuario della Madonna, tanto amata.

Attraverso le sale di palazzo Marliani Cicogna ed esprimo la mia duplice gratitudine al pittore Rocco Preite. Perché mi ricorda com'era e come potrebbe essere la mia città, ma fa vivere anche il nostro lago Maggiore e le luci riservate del fiume Ticino.

E perché ha posato il libro di mio padre al cospetto del suo quadro di Santa Maria. Tra le tante volte che il nonno deve aver attraversato piazza della Giustizia - per ridare suono alla denominazione che udivo da bambina - penso a quella più tormentata forse. Quando andò a trovare il suo lavorante, ingiustamente carcerato.

Adesso, il nonno vicino a quelle mura ha ritrovato il sorriso e può rientrare nel suo negozio di barbiere a prendere per il naso piacevolmente qualcuno.

http://www.nomosedizioni.it/catalogo.php?b=09NMS266

And The money kept rolling in - canzone per il giorno

Di corsa come un mattino di primavera reale, procede questa canzone di Evita. Il fervore nel cercare, il fervore nel dare, un giudizio storico poco affidabile quello di un musical.

Ma io diffido di tutti i giudizi storici. Ho incontrato un bambino innamorato di lei e dei suoi doni, ho letto storie dolorose e frustranti.

Oggi chiudo gli occhi e vedo l'immagine attraverso la canzone. Madonna sullo schermo, Banderas che canta. Le mani tese, gli occhi grati, il sarcasmo di chi osserva e annota i punti controversi.

Ma continuo a pensare a quel bambino, oggi più che adulto e forte, che sfiora un giocattolo regalato da una bionda signora e le sussurra: io ti amo.

And The money kept rolling in, canzone per il giorno.

Passo la mano

Ho i fiori da andare a controllare, te da innaffiare di attenzioni, una tela vuota da provare a riempire. Un'immagine da catturare, per pochi istanti, prima che corra via ridendo.

Una carezza di sole di cui approfittare. Una canzone nell'aria da decifrare. Un sapore sincero ad attendermi insieme a un profumo.

Per questo dai giochi mi sottraggo. Passo la mano, è la vita che mi chiama. E non smetterà finché non le darò retta.

La mia supercoppa

La mia supercoppa non si può riporre, nemmeno postare. È una luce troppo timida per uscire, perché teme che tutto ciò che viene esibito, si spenga.

È una scintilla instancabile, però. Una bandiera che fa le bizze. Il sorriso di un piccolo amico al cospetto dei suoi eroi. Il freddo che sembra dare appuntamento allo stadio tutto l'anno, ma non ti ferma mai. I pensieri sommessi e le esclamazione consentite.

Il cielo che cambia sempre colori, senza tradirti. E quando si avvicina la fine, senti il peso lieve della vera supercoppa. La riponi e vivi, lasciando un piccolo, ma decisivo spazio, alla prossima sfida. Che non è mai come l'abbraccio agli amici autentici, lo rende solo più forte.

Air - canzone per la notte

Perde un'acca, non la libertà. Perché l'aria è tutto ciò che serve, tutto ciò che indossiamo senza prezzo.

Accantono sensazioni sospette della canzone e mi giro stupita della sua potenza. L'aria è dappertutto, esposta fieramente ai nostri tentativi di distruggerla. E la respiriamo, anche quando dormiamo.

Più saggia dei pensieri, più costante dei sogni. Più libera di lunghi capelli.

Air, da Hair, canzone per la notte.

sabato 25 maggio 2013

Ridendo a Strasburgo

Scommetto che stasera non fa questo freddo cane. O forse perché siamo insieme.

Questo piccolo sogno è dedicato a te. Anzi, mi sei venuto incontro, da gentiluomo. Tre passi indietro, con tante speranze. Di rivivere, rivedere, sentire ancora il calore di quelle risate.

Camminando per Strasburgo, incontro te. E ci sono altre serate di cui parlare e ridere. Le immense scale da risalire. Le stelle che non si lasciano acchiappare. Nemmeno noi.

Dimmi che tu sei felice, prima che io parta. Prima che lasci la città dove posso ascoltare qualsiasi lingua e capire cos'è il mondo, lontano dai palazzi.

Ma tu mi sgridi subito: felice da quale punto di vista? Sii concreta.

Non posso, ti rispondo, sono una filosofa. E non aspetto la tua risposta prima di pubblicare questo post. Perché stiamo ridendo, come davanti a un piatto di polenta, un disegno o una stella. E il vero filosofo sei tu.

buona notte, Amico.

Confini morbidi

Confini morbidi, sono quelli che scorgo in autostrada. Addolciti da un rosa fuori moda.

Una luce discreta li tiene lontano dalla notte e io mi ritrovo frettolosa, a rincorrerli. Un mondo soffice, quello che mi aspetta e che ha sempre incredibili riguardi per me.

Sotto quella luce arrendevole, una libertà insopprimibile. E rido di chi pensa ancora a come limitarla.

Sono confini così morbidi, quelli che vedo e tocco, che potrei volare senza accorgermene. Scambiando il tramonto per un'alba, svincolata anche dal tempo.

My life - canzone per il giorno

Non c'entra Bon Jovi, ma il volto fresco di operazione "via il trucco" di Peter Criss.

Perché c'è sempre una parte di noi che nessun altro può vedere e forse è lì che viene racchiuso ciò che dobbiamo essere. Amando tutti coloro che possiamo (e non), ma consapevoli che quel fuoco può essere mantenuto solo da noi. Che nessuno si deve intromettere a dire ciò che siamo o vogliamo essere.

Alzarsi e parlare con il cuore, anche a se stessi. E ripetere con il buon Peter. La mia vita significherà qualcosa e sarà così. Questa volta sarà differente. La mia vita deve iniziare oggi.

My life, canzone per il giorno.

Padre Pio e un giorno di primavera

Solo poche parole perché è nel silenzio che ci si ama. Mi piace che tu sia nato in un giorno di primavera piena e che ne porti i profumi di preghiera.

Felice compleanno in cielo, padre Pio. Tu che non insegni, ma trasmetti, e continui a farlo perché non conosci riposo. I gioielli più preziosi rimangono racchiusi nei cuori. So solo che vorrei tendere la mano e afferrare la tua, buona.

Solo per dirti felice compleanno in cielo.


Tu mi ascolti oltre la notte

Rimarrei ore a sentire le vibrazioni della tua voce. Eppure tu ascolti me. Mi ascolti a fondo, più di quanto io faccia con me stessa.

Il tempo con te, a respirare la vita. Non vani blabla per riempire la notte o o intinti nel vuoto di rispetto per gli altri. Siamo assorti nel suono meraviglioso che ci unisce, tanto che lo offriamo con pudore, quasi arrossendo, senza dare troppo nell'occhio.

Tu mi ascolti fin dentro la notte e mi rendi libera ogni istante di più. Lasciamo scorrere la vita in diretta, noi sentiamo l'esistenza dolce e potente che non vuole mettersi in vetrina ma ci abbraccia, nella notte e oltre la notte.

I nasi perfetti dei gatti

Piccoli capolavori di vari colori, uno su tutti il rosa assertivo. Micetta, dove sei finita, non lo so davvero. Ma spero che tu torni presto a miagolare davanti alla telecamera e sotto le mie carezze.
Vorrei raccontarti che niente esiste di più perfetto dei nasi dei gatti e di ogni loro dettaglio. Così perfetti che mi spaventate, con una zampina che già artiglia l'eternità.

Già, Manzarek

Non una canzone stasera, ma un pensiero che non sarà l'ultimo. Rivivo la notte di pochi giorni fa. La prima persona alla quale mando un sms, l'unica  a dire il vero... sei tu, amico mio.

Ci eravamo scoperti adolescenti scrivendo di un tributo più lontano nel tempo. Il luglio asfissiante della capitale e un oui che non riuscivamo a pronunciare. Abbiamo scritto e unito i nostri deliri, trovando dei fili impressionanti.

Tante parole, per cercare di mettere a fuoco ciò che provavamo seguendo il corso di Jim.

E l'altra notte, quando ti mando l'sms sulla morte di Manzarek, che cosa riesco a scrivere?

Manzarek...

Nient'altro. Tutto si ferma e le porte non si aprono, non subito.

Ore dopo, ricevo il tuo messaggio.

Manzarek, già...

Hai già pronunciato una parola in più ed è come se ce ne fossimo pentiti. Ascoltiamo il grido della farfalla, in silenzio.

Da quando sei così forte

Ti vedo con quella medaglia che brilla, ma prima ancora sul tuo apparentemente fragile mezzo. Ti vedo sudare, lottare e impegnare ogni muscolo, per raggiungere il tuo traguardo.

E mi chiedo da quando sei così forte. Eri un topo minuscolo e ogni tuo sussulto mi preoccupava. Mi stringevi un dito nella tua manina e non sopportavo che ti spaventassi per nessuna ragione al mondo. Quel giorno che dovemmo fingere di essere indignate per il tuo pigiare il pulsante dell'allarme, che in realtà non era mai suonato... Tu che ci afferravi le mani e correvi in auto, alla vista della polizia, come se tu fossi un malfattore.

Ridevo eppure sentivo come una fitta al cuore. Eri un topo minuscolo, da proteggere.

Ti contemplo, non sul podio, ma mentre aggredisci l'acqua per vincere.

Da quando sei così forte, e io così piccola.

Le onde del Talisker

Questa deliziosa confezione mi riporta a Skye. C'è un vento indaffarato a mischiare sogni con incubi e le onde percuotono ogni angolo possibile dell'isola. Che non riesco a considerare isola, colpa di quel ponte magico.

Sulla parete blu il bianco dei sussulti dell'acqua. E sto già camminando sull'orlo di un delizioso precipizio. Chissà cosa accade dentro la distilleria. Lo sappiamo, gli angeli stanno assaggiando e forse per coprire le loro esclamazione di felice stupore invocano una finta tempesta.

Io sto passeggiando con i piedi nudi nell'acqua e quest'aria improvvisamente sa di mare che gioca a essere aggressivo. Forse è sfuggito un urlo indispettito anche a un gabbiano.

Poi apro la bottiglia di whisky. E come dalla lampada del genio, tutta la Scozia si sprigiona ancora.

venerdì 24 maggio 2013

Rannicchiato nei sogni

Il vocione del vento, ingrossato dalle paure, e un vocino esile, quello del merlo sul balcone. Mi chiedo come faccia a non tremare, a non nascondersi, a restare lì in balia della tempesta.

Rannicchiato nei suoi sogni o avvolto in una fiducia che mi è troppo difficile, cinguetta e saltella, con i suoi pensieri arruffati.

Eppure se tendo una mano, scapperà. Lui sa qual è il pericolo più triste, tra la natura e chi pensa di poterla domare.

We wish you a merry Christmas - canzone per il giorno

Pochi giorni fa ho sorriso al primo lancio del menu natalizio di un locale in Scozia, con l'avvertenza #seriously.

Oggi penso che gli scozzesi siano sempre un passo avanti (che novità, ndArguta) e che se avessi dato retta a loro, non sarei qui tremante nella tempesta, ma dentro un maglione superinvernale e pure con gli stivaloni.

Senza volerci ribellare apertamente al corso della natura - perché non è il nostro stile, come più volte dichiarato - mi limito a mettere  "We wish you a merry Christmas" sapendo purtroppo che farò piangere Francesco nella ricerca del video da affiancare. Ma siccome ho bisogno disperatamente di scaldarmi, faccio pure l'esigente: questa canzone va strillata in versione metal oggi, per fare il suo effetto.

Good tidings we bring to you and your kin

We wish you a merry Christmas, canzone per il giorno

con doppia interpretazione se qualche seccatore si aggiunge alla bufera

Senso civico

Mi fa tenerezza mentre commenta l'assalto a Milano. Senza celare troppo lo sdegno, dopo aver scosso la testa sulla violenza dei tempi moderni, aggiunge: ma poi quella via, mica è a senso unico?

- Ma scusa - replico - questi sono banditi armati e pensi che si preoccupino del senso unico?

Con un mezzo sospiro, concede: ah già.

Adoro il suo senso civico.

Bellezza piangente

Una bellezza che piange, non perde fascino. A meno che le lacrime siano solo per se stessa. Fiori che durano un istante e si rammaricano, inconsapevoli della loro nascosta eternità. Ti giri, poi ti volti ancora e li vedi già sfumati in apparenza.
Ma quell'immagine non ti lascerà mai più.
Chissà perché piangi, quando hai già raccontato che tutto è per sempre

Crapon

Non so quante volte me lo sia buscata, questo complimento. In senso figurato, ma abbiamo sempre scherzato sul fatto che sono un crapon al cento per cento: difatti ho difficoltà a trovare un cappello di degna stazza.

Crapon, quando mi intestardivo in un gioco, in una ricerca fine a se stessa, in un giro di parole che conduceva da alcuna parte.

Crapon, sussurrato con un sorriso velato di orgoglio. Guarda come sono testona ancora oggi. Dimmi crapon, per favore, e sorriderà anche ul pà Carloeu.

Walk on the wild side - canzone per la notte

Faccio l'autostop o volo nello spazio, resto calma nel mio guscio o non rinuncio semplicemente mai.

Ha poca importanza. In qualsiasi istante, in qualsiasi luogo possiamo trovare il nostro lato selvaggio e farlo camminare lungo una via. Che sia splendente o immersa nel buio, anche questo è indifferente. Sentiamo il vento nella giusta dose, quella che scompiglia i pensieri e li proietta oltre il primo confine del cielo.

Vuoi essere come James Dean. Vuoi indossare ciò che non hai mai osato. Vuoi sentirti libero, e niente più. La soluzione arriva con un dolcemente ostinato doo doo doo doo....

walk on the wild side, Lou Reed. canzone per la notte.

giovedì 23 maggio 2013

Non mi trasformerai

Prima di entrare nella stanza tenera della notte, ho un'ultima frase per te: non mi trasformerai. Non mi cambierai, forte solo della tua convinzione che il modo giusto di reagire alle cose sia il tuo. Che tutto ciò che tu fai, guida il mondo e che bisogna inchinarsi al tuo modello.

Non mi trasformerà nessuno, che stia su questa terra, neanche chi amo profondamente e non mi ferisce quasi mai (il quasi, un apostrofo di umanità).

Non scendo né salgo al tuo livello, sono qui a mio agio con il mio. Faccio ciò che sento, dico ciò che sento, scrivo e leggo ciò che mi viene, mi affaccio quando ho voglia perché percepisco che sia giusto.

Mi posso sbagliare e mille volte lo farò. Ma tu non hai alcun potere su di me. E se ti ostini a voler trascinare tutto al quadro che ritieni perfetto, un giorno ti accorgerai: che su di te, hai meno potere che su tutti ancora.

Mi piace studiare (ora)

Oggi devo studiare: corso, corso. Vero, ogni giorno devo studiare, ma quando è codificato, annunciato così ufficialmente, oltre ai tremiti da "riuscirò" mi arriva una grande gioia.

Mi piace studiare, ma non è sempre stato così. A scuola era difficile stare sui testi di materie che non mi garbavano affatto e cercavo di seguire il più possibile in aula per poi dedicarmi ad altro. Sapete quanti testi ho ripreso in mano solo più tardi per scoprirne la bellezza. Uno su tutti, La consolazione della filosofia di Boezio.

Crescendo (invecchiando, nda che significa nota di Arguta), questo piacere è solo aumentato proporzionalmente. Vorrei dichiarare che è per mera virtù: mi piace studiare (e non me ne devo vergognare). La malignetta dentro di me sussurra invece che è perché voglio sentirmi sempre giovane.

E sarà anche così, ma che c'è di male? Ha detto bene il mio papà greco giorni fa: quando vuoi ancora imparare qualcosa, è segno che sei giovane. Quando smetti, è un campanello d'allarme.

vuoi vedere che invecchiando si ringiovanisce, talvolta?

Been down so long - canzone per il giorno

Il guardiano vi guarda senza troppa convinzione e chissà dov'è appesa la chiave. Ma forse c'è un modo di cercarla, di farsela consegnare, di agguantarla con l'astuzia.

Been down so long, giù da tanto tempo mi sembri, che non potrei classificarlo che come un'eternità. Ma allora perché non ascoltare questa canzone dei Doors e sentire che anche la tristezza può diventare un rivolo di note allegre e testarde, che una voce quasi roca ti porta fuori dalla gabbia.

C'è solo un fondamentale passaggio che mi sfugge, quando si dice: vieni e liberami.

No... dopo questa canzone, liberati da solo. E' primavera e non c'è guardiano che tenga.

Been down so long, Doors, canzone per il giorno

Pupazzi scomodi

Mi prende in giro perché sono ancora circondata da pupazzi. Animaletti per lo più, morbidi e rassicuranti.

Eppure per anni il mio riferimento è stato un cagnolino scomodo. Era di gomma poco incline a compromessi e se lo comprimevi, emetteva un suono simile a un fischio. Aveva, ha anche un nome, ma non lo dico perché temo di sciuparlo, come per le persone care.

Avevo sei mesi quando venne Natale e i miei pensarono che ero troppo piccola per poter apprezzare un regalo pienamente e mi presero questo animaletto dal muso simpatico, da cui non mi separai finché ero ragazzina.

Era simpatico e sincero, non comodo. E io qualche anno dopo sono ancora riconoscente per quella presenza, quella prima piccola lezione.

Galiti

Perdo una r, nel giro di un giorno e rido. Rido perché i galiti provocano questa reazione, in teoria. Io con la Kabbalah non la vivo proprio così: anzi ho imparato, sto imparando a resistere anche a questo, così, per esercizio.

E' meglio iniziare da dove è più facile e lo è, cento volte più che resistere ad altri assalti.


Galiti: solletico, ma anche galletti e nastrini, spiega ul pà Carloeu. Tanti sforzi per far scaturire differenti sorrisi.

mercoledì 22 maggio 2013

Unforgettable - canzone per la notte

Ci vorrebbe eccezionalmente un bicchiere di bourbon, e ghiaccio che scende ad assaporare. Una giusta cornice per questa canzone, un lento che ti invita a ballare a occhi chiusi.

Indimenticabile. Non ti posso scordare nemmeno un istante; quando non ci sei, si delinea un pensiero, un profumo. Come mai era stato, come sempre sarà.

Ma la magia dell'amore, viene catturata in una frase dalla voce di Nat King Cole: incredibile che una persona così indimenticabile pensa che anch'io lo sia.

Unforgettable, canzone per la notte.

Gli ombrelli di Lourdes

Gli ombrelli colorati al cospetto della grotta. Sotto un cielo grigio quasi come il Gave, scorrono le preghiere sempre come il fiume.

Chissà perché gli occhi si puntano su quegli ombrelli e sui loro mille colori. Stretti in una speranza o nella riconoscenza: c'è poi differenza? Forse ogni sfumatura è una preghiera, il proprio modo di andare oltre i toni oscuri della vita. Una distesa variopinta che cerca una sola luce.

Gli ombrelli colorati di Lourdes, riparano i pensieri, i dolori e le gioie con uguale tenerezza.

Dove son finiti i garliti

Se ul pà Carloeu fosse qui, forse si porrebbe questa domanda. Lui dipingeva così i garliti, capannelli:piccoli crocchi di gente.

Girando per le strade, tutti abbiamo fretta. E pochi si fermano, tanto meno per parlare davvero, il che presume la fase uno dell'ascolto. In movimento, in fuga forse. Rari i garliti, lievi e sinceri. E a volte la piazza si ferma, ma trasformandosi nel deserto. Con tutta la gente che c'è, si può fingere di non vedere qualcuno.

Rari i garliti e il gossip si fa infido su altre strade.

La musica sulle spalle

Quando carico la musica sulle spalle, come una chitarra malconcia di gioia, non sento più alcun peso. Sono una ragazzina, che cerca un'ultima nota e poi non si accontenta.

Percorre un altro metro, un altro suono e guarda l'oceano come se potesse ipnotizzarlo con la canzone. Solleva una roccia e la contempla, poi la posa come un petalo, attenta affinché la brezza non possa spostarla.

Quando carico la musica sulle spalle, con le ali vado dove voglio. E non sono mai sola, perché se mi giro, vedo tanti ragazzini come me in viaggio.

Che bello il bollo

Sono in coda rapida a rinnovare il bollo. Coda rapida, rileggo. Confermo.

Il ragazzo allo sportello è educato e sorridente. Quasi quasi dimentico il dolore che procura questa procedura a una bustocca come me. Garbato, preciso, mi spiega tutto senza perdere mai il sorriso. Non so da dove venga o forse è italianissimo. Comunque sia, è italiano per me. Un italiano a uno sportello senza broncio e che fa il suo mestiere coccolando un po' il mondo.

Non dovrebbe stupirmi, Mondaccio rognoso. Ma ho trovato il bello del bollo.

Wintertime love - canzone per il giorno

Proseguo con le stagioni sfasate, con questa coperta immensa e un po' fuori moda che è Wintertime love.

La indosso di solito quando fa freddo e ho voglia di muovermi a un ritmo lieve per scaldarmi, anche solo con le mani, le palpebre, le labbra. Quando una stagione della natura o della vita è fredda, in fondo sappiamo ciò che può scaldarla, l'unico antidoto.

La coperta è l'amore, vicino ma mai scontato, lontano e da riportare a sé, che c'era e che ci sarà. Solo così si riesce a innescare questo valzer e a sorridere sotto i pesi dell'inverno.

Come and dance. L'inverno è così freddo, e tu così caldo.

Wintertime love, Doors, canzone per il giorno

Alla capretta faccio ciao

Francesco non si preoccupi: la canzone del giorno non è Heidi. Ma riporto un dialogo tra Arguta Paffuta e un nuovo esserino comparso qui in città.

1 Una mattina
 beeeeeeeh
Arguta: che bello, sembra di essere in montagna, senti la capretta come bela, c'è anche il cuculo, basta con il grigiore della città.

2 sera
Beeeeh beeeeeh
Arguta: però, ne ha di voce questa capretta, insiste, andrà pure a dormire, pazienza, sembra di essere in montagna dai

3 Alba
Beeeeeeh beeeeeh
Arguta: ma accidenti, non dormi capretta? Credi di essere in montagna? Un riposino? Oltretutto dici sempre le stesse cose, non ti pare di essere ripetitiva?

La mattina trovo questo biglietto di Arguta: sono andata in montagna.

Due ore per la vita

Temevo di non farcela, due ore di coda la mattina sono un avvertimento. Al contrario, sono arrivata in anticipo al convegno di Amici di Rossella e ospedale sull'hospice.

Due ore che non volevano finire, forse ogni volta iniziare. La vita, l'ho respirata con intensità all'hospice, e ogni volta non riesco a non stupirmene.

Ma se colgo l'emozione buona di Valter e Rita, la tenacia di Gianni e la preziosa presenza di tanti, metto da parte la meraviglia e cerco di assorbire questa volontà di dare e darsi che - assicura anche Arguta Paffuta - non mi appartiene.

Grazie angeli, dappertutto.
http://www.amicidirossella.it/

Summer's almost gone - canzone per la notte

Waiting for The Sun uscì che io avevo un mese. Ogni canzone mi esalta anche per questo personale legame, ma Summer's almost gone mi porta lontano. E perdonerete se voglio cantarla fuori stagione.

C'è sempre un momento, una rapida e profonda epifania, in cui mormoriamo: l'estate è quasi finita. In queste ore pensando a Jim Morrison e Ray Manzarek, lo penso molto. Come se la luce si fosse trasferita altrove, uccello migratore. E Ray evoca raggio, lo sforzo delicato del sole di venirci incontro.

Esiste un'altra ragione per cui adoro questa canzone. Essa contiene una frase per me meravigliosa: il mattino ci colse tranquillamente inconsapevoli. È una delle espressioni che preferisco, un'incursione poetica in un abbraccio con qualcuno o con un angelo.

Resta, certo, quella domanda. Quando l'estate sarà finita, dove saremo.

Summer's almost gone, Doors, Canzone per la notte.

martedì 21 maggio 2013

Operazione credere

Riuscire a credere in ciò che si vede o si sente, con organi poco fisici e misteriosi. Non reputo ci sia prodigio più grande, né penso sia il caso di scomodare l'abitudine.

Credere nella bellezza nascosta e in una mano tesa che non ti vuole trascinar giù bensì aiutare... È la scoperta più grande, contro ogni delusione.

Una notte con vago rossore

Chissà perché c'è un punto del cielo, verso le montagne, che ama tingere di rossore la notte. Vago, ma insistente, mi accoglie quando mi ero abituata allo schermo nero, in lotta senza ardore tra stelle e lampioni ugualmente stanchi.

Come un ultimo spazio dove potersi nascondere o raccontarsi spudorati, e in un attimo di generosità affidassero la scelta proprio a me.

Io mi fermo e potrei tirare i dadi, anche per tormentarla un po'. Invece mi trovo a concedere: arrossisci, un poco ancora, anche se non ha senso. Ma resta a viziarci ancora un poco, con il tuo vago rossore.

Quando fosse anche vero

Ci sono verità che ti spalancano la vita, altre che osservi svogliatamente. Magari si presentano anche in formato gigante, ma non riescono a farti la minima ombra.

Quando fosse anche vero ciò che gridano, ciò che indossano, ciò che fotografano e postano nella loro magnificenza. Quando fosse anche vero, ci cambia forse l'esistenza? Ci mantiene sorrisi o lacrime per più di 10 secondi?

Meglio camminare in un deserto di verità, per arrivare a un'oasi che non è miraggio, piccola e fresca, si fa cercare con tenera ostinazione e poi ti spalanca le braccia, davvero.

Riders on the storm - canzone per il giorno

Siamo nati in questa casa. Siamo gettati in questo mondo e ci guardiamo attorno spaesati. Ma forse è quando ci abituiamo, che siamo pronti ad andarcene.

Viaggiatori, attraversiamo la tempesta e la musica almeno è più pietosa dello scroscio d'acqua che ci percuote. Ci rivediamo in quel cane senza osso, nell'attore allo sbaraglio da solo. Anche nella folla. E incrociamo un volto, può essere quello di un assassino e mi chiedo come possiamo lasciar giocare i bambini.

Eppure in questa tempesta poche certezze riparatrici si fanno strada. Che devi amare li tuo uomo, far capire che il mondo dipende da te. Da un volto rigato di lacrime eppure illuminato da un sorriso.

Che la nostra vita non terminerà mai.

buon viaggio, nel sole, Ray Manzarek e Jim Morrison.

Riders on the storm, canzone per il giorno.

La musica e la vita

C'è la musica a scandire la vita e l'amore, a unirli o meglio a ricordare quanto siano unti. Stasera, alla conferenza dedicata all'hospice della mia città con gli Amici di Rossella, mi preparo con un ricordo.

Quella pianista che suonava nella saletta del reparto e i malati terminali arrivavano ad ascoltare. A un certo punto, fu portato lì un letto, perché una donna che aveva udito la musica, voleva assolutamente essere partecipe. Batteva la mano che poteva muovere, al ritmo della melodia, sull'inferriata del letto.

Non so quanti giorni, ore, abbia vissuto quella donna, ma mi ricordo il suo sorriso. Per questo non riesco a essere veramente triste all'hospice, dove pur si sono spente persone care. Anche se ricordo di quel giorno anche un sorriso meraviglioso, che ha strappato via in altro modo il dolore.

Quando mi assale la tentazione della tristezza, ripenso a quella musica. E a quel cuore, a quella mano, che ne hanno goduto, fino all'ultimo, riconoscenti.

Quando i pensieri si scoprono

Quando i pensieri si scoprono, come un bimbo che vuole gettarsi alle spalle la notte, ma ancora non è sicuro. Come un adulto, che resiste ai primi suoni della giornata, ma non a lungo.

Quando i pensieri si scoprono e si tolgono il velo rispettoso, per consegnarsi agli sguardi, possono rimanere lì, immobili ed esposti. Oppure fuggire, spaventati alla prima mano tesa.

Io preferisco chiamarli appena si sporgono, perché possano scegliere quando ancora salvarsi da uno strappo e ritrarsi al primo graffio, che pur non dimenticheranno.

lunedì 20 maggio 2013

Rido contro la malinconia - buona notte

Rido perché la gente è strana e noi siamo piccoli viaggiatori nella tempesta. Rido con gli amici perché non posso lasciar correre da sola la malinconia sotto la pioggia.

Rido, con i miei problemi, i miei dolori, i miei sentieri un po' confusi, che annego nel tuo abbraccio. E rido, perché oggi siamo qui, domani forse angeli anche contro noi stessi.

Rido amaramente, ascoltando una canzone che scava dentro di me. E cogliendo che dietro quella voce profonda, c'è un altro genio nascosto, oggi più chemai.

Rido, arrabbiata, perché di Re Lucertola ne esiste uno soltanto, e attorno c'è il vuoto. Perché non ho mai creduto fino in fondo ai custodi.

Ma nel vuoto danzando vedo ombre più chiare e luci che aprono le braccia per accogliere. E una canzone che finisce, non significa mai che la musica sia davvero finita.


Buona notte.
Jim e Ray

Una porta chiusa - Rip Manzarek

Così mentre frughi tra le canzoni, te le strappano tutte. Ray Manzarek si è spento: ua voce sottile, poi l'eco rimbalza.

Una porta chiusa, proprio tu che credevi che fossero aperte per sempre. E ti rimproveri: ma i Doors non sono più tali, da quando se n'è andato il Re Lucertola. Da un tempo infinito e ravvicinato.  Erano solo custodi, e chissà se questo avveniva come avrebbe voluto Jim Morrison.

Eppure questa uscita di scena, 42 anni dopo, ti sembra ancora più folle e dolorosa. Anche se era ugualmente, e di più, annunciata: impossibile, anche questa. Forse è un errore. Forse si è nascosto da qualche parte, Ray.

La gente è strana. Ma ancora più strano questo dolore, come se ci fosse la possibilità di morire due volte. Questo no, ma i tuoi sogni possono morire ogni giorno.

Io non ci credo, neanche di fronte a quella porta chiusa.

Senz'altro

Due parole tenute insieme a fatica da un frammento indeciso. Senz'altro. Una di quelle tante parole che spariamo per confermare ciò che non siamo convinti di sapere, forse. Ciò che non possiamo promettere, ciò che è troppo lontano o addirittura sospinto da noi più in là.

Arrivi? Senz'altro. Lo farai? Senz'altro. Più bruciante di "sicuramente" e affini, perché garantisce che solo quell'atto sarà al centro dei nostri pensieri. Forse un tentativo di persuadere noi stessi, prima ancora.

Senz'altro,, quando l'altro è sempre annidato in noi.

Heat of the moment - canzone per il giorno

Per mettere in fuga ogni brivido, arriva lieve questa canzone. Perché nella vita, in ogni fase della vita, c'è il calore dirompente di un attimo, un fuoco dal tuo cuore a indicare ciò che vuoi fare. Ciò che è giusto fare.

Attraversa l'adolescenza, scuote la giovinezza, poi sembra assopirsi ma nel momento in cui serve lo sentiremo ancora. Un istante, uno solo, in cui siamo spinti da un'onda fiammante verso un gesto, una parola. Un istante, che appare nei tuoi occhi e poi chissà dove scappa, sospinto dai pensieri.

Ma la sua fiamma continua silenziosa a bruciare energia per portarti dove sei atteso.

Heat of the moment, canzone per il giorno.

Il cuore nel cuore

La sera al teatro Fratello Sole mi è rimasta come un fuoco dentro, per tanti motivi. Che significa tanti volti. Ciascuno di loro è stato prezioso, alcuni mi hanno trasmesso una forza straordinaria.

Ma c'è anche il luogo che mi ha colpito, perché vivo e pulsante: lo spazio sottostante il teatro. Mi è parso il cuore del teatro stesso, un luogo in cui rifugiarsi per sfogliare libri e percepirne il calore. Come fondamenta meno visibili, eppure (o proprio per questo) essenziali.

Il cuore del teatro, che cos'è. Un cuore del cuore. Qualcosa a cui non puoi resistere, se hai voglia di metterti in gioco, lasciando la superficie ed entrando dentro di te.

Le tre colombe

Ripensavo alle tre colombe comparse ieri pomeriggio sopra lo stadio. Un volo perfetto e candido, anche se non in grado di incatenarmi come quello lento e nobile dei miei falchi.

Ma ci hanno strappato un "oh" di meraviglia, perché erano immacolate, una macchia bianchissima contro il cielo tenebroso e sopra un manto verde. Come una gioia nella vita, che spesso si distingue perché stai camminando in un tunnel nero. E ti fa venire voglia di riguardare per terra, ai semi di speranza.

True colors - canzone per la notte

Sdoganata da tempo Cyndi Lauper, porto questi colori nella notte scura e bagnata. Li intingo senza paura, perché i colori veri non spariscono mai.

Possono dissimularsi in questo telo nero, ma sciogliersi no, no davvero. Anche se l'oscurità ti può far sentire piccolo e dipinge i tuoi occhi di tristezza. Io lo so, ti vedo e ne vedo le sfumature reali e profonde.

Conosco il mondo che porti dentro di te ed è più immenso di ogni universo che ci circonda. Basta che tu li mostri, quei colori, come un arcobaleno che si affaccia incuriosito. E basta che mi chiami, ad ammirarli.

True colors, canzone per la notte.

domenica 19 maggio 2013

Le piazze di sera

Non è colpa mia - mi han disegnata così, direbbe qualcuna - se le piazze mi piacciono realmente solo di sera. Anzi di notte, quando nessuno si fa notare o cerca di costringerti a fare altrettanto.

Quando la luna rimbalza in una pozzanghera e non trova nessuno a imprigionarla, ma può tornare di tutta fretta in cielo, se lo desidera. Quando i tuoi passi risuonano come quelli prima di te, lontano nel tempo (ammesso sempre che esista) e ti pare musica.

Quando non ti stressano per dire, fare e baciare. Quando non trovi gente che finge di smaniare per te.

Le piazze di notte, aperte e accoglienti quel tanto che basta per non illudere l'uomo, riposano appena. E io con loro.

Alla voce ribelle

David Bowie in posa ribelle, quasi uno sguardo di sfida. Così differente guardarlo oggi, in apparenza:  un distinto signore.

Ma sulla scia della sua canzone che mi è cara, torno a chiedermi cosa sia ribelle. Voce ribelle... Consulto il vocabolario della vita. E cambio lettura. Ho appena letto Buongiornodopo di Massimo Gramellini. Una sintetica, non fredda, ricostruzione di cosa sia successo su due vicende da lui narrate. Narrare, perché non mi viene termine migliore. Quando ci raccontavano storie, reali o no, da piccoli, secondo me qualcosa rimaneva dentro di noi. Ci trasmetteva la voglia di assomigliare a qualcuno oppure di impegnarci per cambiare le cose.

Rebel rebel. Il bebè mai nato ora ha una tomba dove riposare, dove vive per i nostri occhi, i nostri cuori, perché credo sia in un posto luminoso e speciale. L uomo ammalato di solitudine ha avuto un compleanno pieno d'affetto.

Sì, forse essere ribelli è anche questo. Parlare non per giudicare, ma per scuotere positivamente. E per cambiare il corso di una piccola storia.

The edge - canzone per il giorno

Una giornata così, in cui le nuvole del dolore tutto attorno sembrano impenetrabili, nonostante si possa vedere ancora qualche scampolo azzurro.

Una giornata in cui sembra che il mondo sia sempre lì, oscillante su un abisso. Che cammini vistosamente sul filo del rasoio, con una innaturale incoscienza. E la paura è la pelle che devi coprire, se vuoi allontanarti da quel burrone, che hai avvistato.

Città cupe, quelle che canta Vince Neil in The edge, dove voci e carte si, ti rincorrono. Dove i tempi si affacciano su quel bordo inquietante, e tu sul ciglio del tempo. Dove sei tentato di credere che la fortuna sia la tua religione, a lei sei tentato di rivolgerti. Dove credi che ti potranno anche levare l'orgoglio ma non la corona.

E giochi ancora, con la testa piena di tempo, finché la musica cambia ritmo e si lascia addolcire. Forse quell'abisso si può allontanare.

The edge, canzone per il giorno.

C'è sempre una rosa

Anche se mi daranno della romantica sbandata -e tu per prima, Arguta Paffuta - non posso esimermi dal condividere questa scoperta.

C'è sempre una rosa in agguato. Vi farà dimenticare quella già appassita e cancellerà le vostre paure di perdere vita e primavera. Spunterà nell'angolo che avevate osservato appena o nel punto che ammiravate con occhiali sbagliati.

Apparirà vorace o timida, per il tempo che vuole o da cui è desiderata. Poi si ritirerà, senza chiedere nulla, nemmeno un'ultima occhiata.

Il mondo è delle rose, anche se loro non lo sanno.

A che pensi?

Domanda femminile, l'ho letto su un articolo di psicologia, e allora non te lo chiedo mai. Tentata, mi mordo le labbra, quasi temessi di rivelarmi per ciò che sono.

Ma mentre domo le parole, il mio pensiero scava come se volesse agganciare il tuo. Perché tu mi chieda con dolcezza: a cosa pensi?

E io possa risponderti con virile orgoglio: a niente

Summer nights - canzone per la notte

Ci fosse solo il meteo, in questo pio desiderio, me ne farei una ragione. Ma potrei fingere che questa robusta pioggia sia un temporale.

Mi mancano le notti d'estate, e quelle sognate da Grease. Semplici, forse banali, perché bastava incontrare un ragazzo e una ragazza per cambiare. Un bacio rubato, uno donato, uno negato, all'ombra di una spiaggia già spenta. E quando tornavi, il rapido confronto con gli amici, lo scambiarsi impressioni ed emozioni.

Scomparso quel chiacchiericcio, l'estate e persino la primavera.

Summer nights, canzone per la notte.

sabato 18 maggio 2013

Lottare come un gatto

Lottare come un gatto all'impulso del sonno, salvo poi cercare il posto giusto per accoglierlo.

Sbandare sulla tastiera dell'ipad o dare la risposta sbagliata, perché la mente ha i suoi sentieri e ondeggia sul confine della coscienza.

Lottare come un gatto alla prospettiva dl sonno e rifugiarsi sul divano, in attesa di un movimento sospetto. Decisa a lottare, perché ti chiedi cosa tu abbia trascurato ancora.

Occhi pesanti, ma l'anima vola.

Buonanotte



La scusa è che si torna bambini

E che scusa avrei per questa foto, accanto al mio serio capitano e al suo delizioso bimbo? Che si torna bambini, of course. Che lontano dallo stadio, dalla tensione, che ancora immersi nella gioia pura di una promozione attesa per anni, tu sforzati pure di essere compassata. E mettiti anche a scattare le foto agli altri con Matteo Serafini,finché urli: e io? Allora un amico pietoso ti ricambia il favore e il pazientissimo capitano della Pro Patria, premiato a Marnate, acconsente: un'altra foto, ancora.
Almeno posare seriamente per un ricordo così, che rimane nell'album. Invece esaltiamoci un po' e poi torniamo adulti e noiosi. 
Oggi voglio urlare ancora... Ho un solo capitano
Matteo Matteo Matteo Serafini 

Live and Let die - canzone per il giorno

Non è nelle mie corde questa canzone in apparenza, a parte la musica e non posso non confessare -tanto mi sa che è chiaro in anticipo - che preferisco la versione Guns. Più credibili forse perché più graffianti.

Ma è una canzone che mi piace, e onore ai coniugi McCartney. Siccome non mi va la prospettiva di far vivere l'Inferno all'altro, quando lo sfidi o hai un lavoro da compiere, provo a declinarla così.

Vivi e lascia morire tutto ciò che ti intralcia o cerca di spaventarti: i tuoi limiti, le tue paure, l'invidia altrui, ogni ostacolo sulla tua strada.

Ma vivi, vivi pienamente e contagia gli altri con la vita. Se non vi riesce, un ghigno e ripetete: live and Let die. Nella versione preferita.

Live and Let die, canzone per il giorno.

Chi sta peggio

Confessioni per farsi male. Io gli racconto il terrificante dubbio da cui ero stata colpita; roba che la prossima volta potrei convincermi di avere un amico immaginario.

E il mio interlocutore, realissimo e pietoso, mi consola raccontandomi di quella volta che dimenticò acceso il phon tutto il giorno.

Rabbrividisco. Io spesso torno in casa precipitosamente, convinta di aver lasciato inserito il phon.

Chi sta peggio? Non ci pronunciamo.

La Roma e la Cinquecento

Cos'è il calcio, quando ti resta conficcato nel cuore? Non so ma viaggia su una 500. Come uno dei percorsi più belli della mia vita, compiuto parecchi anni fa.

Sono a Roma per lavoro e sto uscendo dal Senato con una seria delegazione. Ma aspetto che compaia un amico speciale che verrà a prendermi. Eccolo, è Giorgio Rossi in perfetta mise giallorossa. È trascorso molto tempo dal nostro primo incontro, almeno 15 anni. È il massaggiatore della Roma che uscì quella sera in cui volevo incontrare il dream team con Falcao e mi aiutò a esaudire il desiderio. Che di anno in anno mi ha mandato gli autografi, che mi ha sempre scritto.

Andare in giro a piedi con lui per Roma significa immergersi in un'altra città ancora. Ma poi mi dice che mi porterà in una chiesa meravigliosa, dove i turisti non vanno mai, e ha ragione.

A un certo punto dalla Cinquecento tira fuori un foglio: è la lettera di ringraziamento che gli scrisse una ragazzina di Busto Arsizio 15 anni prima.

Giorgio Rossi, sei un mito dello sport. E un amico vero.

The right thing - canzone per la notte

Nel cuore della notte, al momento giusto, la cosa giusta. Lo so, questa canzone è dannatamente sensuale, come la vita.

E io voglio scivolare verso quel luogo, quel momento, tendere la mano o il cuore per fare la cosa giusta. Ringraziare chi ti è vicino, perdonare chi non lo è, abbracciare chi non ti aspetti, sorprenderti del calore di chi non formula promesse a cuor leggero, imparare da tutti con riconoscenza.

E alla fine, hai visto, tornare da te. Non mi sogno di andarmene lontano da te.

The right thing, Simply red, canzone per la notte.

venerdì 17 maggio 2013

Strano quel che dev'essere

E' strano quel dev'essere, concepito prima di accadere. Una mente lo sta programmando e poi si ritira con dolcezza. Oppure - c'è chi pensa - una mano disattenta lancia i dadi prima di andarsene.

C'è persino questa libertà, di credere ciò che vogliamo. Ma se è strano quel che dev'essere, perché non sappiamo nemmeno se ci appartenga, è ancora più strano rimuginarci e perdersi tra mille dubbi.

Strano è quel che dev'essere, su questo non c'è dubbio. E ancora più strano che sia comunque meraviglioso, con un significato, cioè, destinato a stupirci.

La festa dell'asilo - canzone per (l'ultimo) giorno

Questa non è una canzone, ma una raffica di attacchi da brivido, che Profondo rosso in confronto è noia.

Ascolta, non si fa sera, ma giorno, giorno pieno. Dischi che partono con ritornelli infantili e si interrompono, solo per annunciarti che è vicina, vicinissima ormai.

Un giorno ti alzerai e ti illuderai che sia un giorno come un altro. Invece, nell'aria esploderà musica assordante, un misto di tagliatelle di nonna Pina, Tre porcellini e altri (apparentemente) festosi motivetti.

Quel giorno prega di andare a lavorare prestissimo, di non dover (cercare di ) sbrigare faccende in casa, perché altrimenti non le sfuggirai. Lei è lì, che digrigna già i denti: la festa dell'asilo.

Un secondo sotto il Sole

Bisogna fermarsi a casa, prima o poi. Guardarsi in giro, respirare, sentire cosa c'è da dire.

Così mentre programmo incursioni più lontane, questa sera torniamo a casa. Sotto questo Sole, un teatro  che mi riporta emozioni e pensieri positivi. Il Fratello Sole, appunto. Faccio impazzire il mio amico che detesta i dibattiti e concepisce la presentazione del libro in modo differente.

Ma io ho bisogno di imparare, mi nutro di sguardi sì, però anche le parole sono preziose. Un sorriso, una differente interpretazione. Un secondo sotto il Sole che è rappresentato dagli occhi altrui, rivive più forte, si fa rincorrere, fermare, esplorare.

Per questo, anche se sono un orso cronico, stranamente mi trovo ad avventurarsi in una pianura dove faccio degli incontri. E parliamo di Scott, di un principe Senza Terra e di personaggi meno famosi, a volte più ardui, che capisco possano essere meno di richiamo.

Ma sono tutte persone, non personaggi. Come noi. E insieme, sotto il Sole e in barba alla pioggia ne parliamo.

Questa sera alle ore 21 teatro Fratello Sole, via Massimo d'Azeglio, Busto Arsizio.

http://www.nomosedizioni.it/catalogo.php?b=12NMS412

Se la notte non sta zitta

Se la notte non sta zitta, ma canta ubriaca di pioggia, tu lasciala in pace. Quella pace che lei ci regala sempre.

E se fa del male, tu non opporle grida, ma una preghiera in sordina. Perché chi deve sentire, lo farà e ci proteggerà.

Lei non ti ascolterà perché ha scoperto di avere una voce e non le importa se le viene dalla pioggia tanto accusata da noi folli uomini. Se la tiene stretta e se riesce, accenna persino un passo di danza.

Se la notte non sta zitta, tu rispettala, sopportala e potrai accorgerti di una meravigliosa notizia: lei, con il suo rumore costante, si sta comportando come noi ogni giorno: sta gridando di essere viva.

Buona notte, con la notte canterina

L'umana perfezione di Beckham

Beckham si ritira dal campo e dagli schermi. O forse dagli schermi no. Ma mi spiace davvero e mi chiedo perché mi piaccia tanto questo calciatore, questa persona.

No, Arguta Paffuta, non fare quel sorrisetto, che non è quello il motivo. La bellezza non c'entra, il fatto è che Beckham rappresenta una straordinaria contraddizione. E' ufficialmente perfetto, persino quando sbaglia. Quindi dovrebbe dare parecchio a noia.

Invece, la sua perfezione è deliziosamente umana. Quasi una luce casuale da indossare, un abito portato con naturalezza, con dolcezza oserei dire. E il sogno di Beckham mica si interrompe così, per un triplice fischio. Continua con un sorriso o con la sequenza di un film. O con la prossima mossa perfetta che saprà compiere.

The time of my life - canzone per la notte

Con la pioggia tornano note a me care, come una danza che non so compiere. Ma so che ho avuto il tempo della mia vita, e non voglio tradurre meglio questa espressione unica.

Che tu sei stato il mio tempo dal primo istante, e che lo sei mentre l'orologio balla un tempo suo. Che mantenere il controllo è un esercizio stupido, quando ho una guida speciale. C'è una scritta sul muro e ne avverto tutta la magia. La devo a te, a te soltanto.

E mentre osservo le ombre della notte che danzano, ancora, penso che non ci sia mai stato un tempo così bello.

(I've had) the time of my life, canzone per la notte.

Ricordando un meraviglioso Patrick Swayze, Rip

Santa Restituta e le stelle di giorno

Santa Restituta, chiudo gli occhi e cammino sulla spiaggia. La processione si è appena spenta, con la notte.

I fuochi artificiali hanno gridato dal mare, scossi dal sole e dalle grida; solo chi è forestiero, si è stupito del loro insistere contro uno schermo chiaro e impossibile. Ma la chiesa, la chiesa mi sembra così oscura, a offrire protezione a chi ancora viene perseguitato e sospinto verso una terra buona.

Santa Restituta, una preghiera mormorata di soppiatto, ancora stupita dalla visione di pochi minuti prima. Dei passati che affiorano dalle acque e subito scompaiono, per non ferire. Un lampo ancora può arrivare, ma per illuminare questa consapevolezza.

Su Ischia regna un silenzio bizzarro e sincero.

Santa Restituta, stella di giorno che dissimula il suo camminare lieve, prega per noi.

giovedì 16 maggio 2013

Tavola imbandita

Ho sognato una tavola imbandita, dove tutti si versavano vino e si sorridevano. E profumi attraversavano l'aria, unendo voci e storie, ma non avvicinando mai nessuno.

Io mi stupivo del calice vuoto, perché ero proprio convinta di aver sentito l'uno contro l'altro poco prima, in separata sede. Ma senz'altro dovevo essermi sbagliata e aver udito male.

Al contrario, al momento del congedo quelle frecciate guizzanti sono riprese, sussurrate con il più bello dei sorrisi.

Ho sognato tante tavole imbandite, in cui viene offerto cibo con veleno. E non sono sicura di essermi mai risvegliata.

E hashtaggo se

Penso a una rivoluzione linguistica nei pensieri, nei discorsi e nelle canzoni. Ormai hashtag è bello, spiana la via, fa drizzare le antenne: per quanto tempo durerà? Quando Mr. Hashtag entrerà nelle abitudini a sua volta, tanto da non riuscire più ad attirare l'attenzione? Perché in teoria nella vita umana tutto è così.

Allora mi canticchio da sola: e se domani... e hashtaggo se...?

La maestra: prendete la matita e hastaggate la parola "paradigmatico" in tutto il libro. Arguta Paffuta mi suggerisce che non esiste più la matita a scuola? A volte, lei si sente nella fantascienza. O io nella preistoria.

Anzi nella #preistoria

Pure morning - canzone per il giorno

Come un gatto umido e incavolato per la messa in piega che non ha, mi rifiuto di cantare November Rain. Piuttosto, mi tuffo in Pure Morning.

Perché quando l'acqua comanda, tutto purifica. Mi piace vederla scorrere e sentirmi più libera. Tralascio tutte le osservazioni sull'amico dei Placebo, ma intingo il dito qui

Our thoughts compressed,
Which makes us blessed,
And makes for stormy weather,


 I pensieri compressi, si dilatano sotto il peso benefico della pioggia e comunque vada io voglio respirare un mattino puro, come il tuo sguardo su di me.

Pure morning, canzone per il giorno.

La stessa fontana

Sono trascorsi almeno 50 anni, quando scatto la foto di questa fontana. I miei nonni posavano davanti, tutti fieri, con un figlio, la zia e suo marito, il nipote. Era l'unica vacanza che ci si concedeva. Una volta all'anno si prendeva il treno, poi il battello, per andare a Cernobbio un giorno.

Quella foto, è conservata gelosamente. Questa, l'ho scattata pochi giorni fa, correndo via da un luogo bellissimo e ricco di speranza. Davanti alla fontana, popolata di creature gentili, mi sono fermata. L'ho fotografata per portarne a casa un pezzetto.

Io di fretta, e capace solo di uno scatto veloce.
I miei nonni con pazienza gioiosa, a posare davanti alla fontana.

Who wants to live forever - canzone per la notte

Quando scorre in me, mi ritrovo nel primo bed and breakfast allestito appositamente per noi, in una situazione d'emergenza: tra i gesti di accoglienza una cassetta di Highlander.

E io ad ascoltare all'infinito questa canzone, dall'attacco così immerso nella Kabbalah. Perché non c'è tempo per noi, e nemmeno spazio. Esiste questa realtà che costruisce i nostri sogni e poi scivola via, lontano da noi.

Chi vuole, chi osa vivere per sempre, quando l'amore deve morire? Ma questa non è una canzone di resa, se finalmente tocchi le mie lacrime con le tue labbra. Il mio mondo, con la punta delle tue dita. Così possiamo amare, avere per sempre. Perché per sempre è il nostro oggi

Who wants to live forever, Queen, canzone per la notte.

Un sano stupore

Mi guardi con un sano stupore. E non so mai se tu sia più meravigliato nel trovarmi qui a contemplarti o nello scoprirti ancora nel prato, dopo giorni di pioggia ostinata. Apri la corolla in un sorriso, senza dare nell'occhio, perché bisogna chinarsi per scoprirsi. 
E quando ti chiamano margherita, ti nasconderesti se potessi. Invece, con un sano stupore ti trovi a rispondere e non sai perché. 

Come una nuvola sul lago

Finché c'è una sera che si fa togliere i pensieri dal lago e quando se li vede restituire, li soppesa con stupore. Perché capisce che non si possono definire lievi, né pesanti: sono sempre e solo pensieri. Cambiano forma e gravità come le nuvole sul lago. Si possono celare dietro un albero o esibirsi sfacciatamente.
Ma restano pensieri. Come una nuvola sul lago che compare e sparisce all'improvviso. Al confine con Cernobbio un'aria fredda cerca di comprimere quei pensieri, ma essi fuggono senza minacciare pioggia.

mercoledì 15 maggio 2013

Since I don't have you - canzone per il giorno

Non li chiamo progetti, non li chiamo sogni. Schermi di azione o fumo vario: tutto è una cortina di nebbia, confusa, se non ci sei tu.

Abbiamo brindato per te e ricordato tanti tuoi sorrisi, le battute con gli occhi che brillavano, gli scherzi e le malinconie. Ma tu sai che sono parole con un fondo insopprimibile di dolore, che sono parole appunto, e senza quei tuoi occhi appaiono quasi una recita.

Since I don't have you, è la meditazione un po' sbronza o terribilmente lucida su chi non può tornare. una sfida di "I don't have". Camminiamo, ridiamo, mangiamo, produciamo. Ma manca quel sogno sottile che sapeva insinuarsi tra le fessure. Manchi tu e non tornerai: possiamo solo raggiungerti, un giorno.

Eppure tutto ciò che facciamo, in qualche strano modo, lo facciamo anche per te. Per tenerti abbracciato.

Since I don't have you, canzone per il giorno

Le parole senza radici

Nel mezzo di un dialogo appassionato spunta la parola, la città Trebisonda. E ci guardiamo un po' spiazzati pensando: ma allora è per questo che si dice...?

Io sono una pigrona, ma il mio interlocutore è un colto scrittore. Improvvisamente, siamo entrambi felici come bambini, perché abbiamo capito da dove viene l'espressione perdere la Trebisonda, e l'abbiamo compreso da qualcuno che quel luogo conosce e ha motivi per amare.

Anche noi ci sentiamo come navi che sbirciano il punto di riferimento per non naufragare. E l'abbiamo trovato, questa volta.

Potere magico delle radici, anche per le parole.

La pioggia e il rossore

Ho la pelle arrossata dal sole, quell'effetto che le viene dalla meraviglia e dalla gioia unite. Sento che si tende sorpresa e che scoppia di felicità alla dichiarazione di guerra buona della primavera.

Ha respirato quel sole tra le fronde protettive dei boschi e ora lo butta fuori, senza allontanarlo da sé.

Merita un premio, per la dedizione. E difatti all'improvviso uno scroscio di pioggia, che non respingo.

Una carezza che la dilata e le fa respirare un'altra emozione di primavera.

Tra persone sagge

Quando li sento parlare, socchiudo gli occhi come un gatto. Mi ritiro dalla conversazione e la gusto da un camino immaginario.


Sento la parola Dio. Fede. Al singolare, anche se stanno parlando due uomini di due Chiese diverse. Ma mi viene da sorridere, forse da scuotere la testa a questa frase: cattolica e ortodossa, e allora? stanno parlando della stessa sostanza, dello stesso movimento di cuore e di mente che colora ogni mattina di un senso.

Me lo stanno spiegando loro. Io ascolto e mi faccio piccola di fronte agli sguardi intensi che stanno sostenendo le parole. Sento un tintinnio di tazze: è Marta - così la chiamiamo - che arriva con il tè. Si siede accanto a loro, una volta servito il liquido fumante, e afferra un libretto che sfoglia con devozione.

Tra persone sagge, che vogliono capirsi e già lo fanno prima di aprire bocca.

Io sono nel mio angolo, a cercare di assaporare.

martedì 14 maggio 2013

Nothing really matters - canzone per la notte

Attorno a noi infuria il festival delle vanità: conta ciò che puoi spendere, di soldi, tempo e altre materiali sostanze.

Eppure anche la material girl ha cambiato idea e io mi infilo stoffe delle sue parole. Un tempo niente davvero importava, tranne me stessa e i miei desideri. Adesso so che cosa conta per me e lo vedo dal mio rifugio per la tempesta, il festival delle vanità e altri show da cui mi rallegro di escludermi. Rifugio che sei tu.

Nulla importa davvero, e l'amore è ciò di cui ho bisogno, di cui tutti abbiamo necessità,

Del resto, chissenefrega.

Nothing really matters, Madonna, canzone per la notte.

Nel mio bosco

Nel mio bosco - che appartiene a tutti noi viandanti - attraverso i solchi del sole, mentre parliamo. La tua voce ha qualcosa di antico e la ascolto con rispetto.

Pochi viaggiatori, due auto, un silenzio appena mosso dal vento. E i metri diventano chilometri, tanto che ci troviamo nell'altro paese. Un padre esce con i suoi gemellini, per mostrare loro il mondo e stancarli, così ci troviamo a parlare con lui.

Sono lontane le azalee, ma so che mi attendono, tanto che già ne respiro il profumo. Un cane pastore lascia la cascina e corre dalle mie carezze. Tu ti stupisci ancora di più quando gli dico dolcemente "Ora torna dal tuo padrone" e lui obbedisce.

Ci aspetta una dura salita, ma noi forse voliamo.

Grazie uomo dei sogni

Tra i miei compagni di avventura tigrotta scelgo lui oggi, l' ottimo Andrea. Scava nella storia con s minuscola e maiuscola, già questo basterebbe per renderlo speciale.

L'elenco delle sua qualità è lungo, ma ce n'è una controversa.

Ho sognato. Quando afferma questo, andiamo in paranoia. È vero che la prima volta sognò una solenne sconfitta, invece vincemmo. Da allora pigliamo con più tranquillità (ma un sacco di scamanzia, da lui stesso caldeggiata) i suoi annunci.

Una sera per farlo sognare bene l'abbiamo convinto a rimpinzarsi di cibo, era pallidissimo, ma di sogni nisba.

Domenica ha sognato tridimensionale, E uno dei tre era quello giusto. Per forza - ha sentenziato l'amico Marco. - erano tre, uno doveva azzeccare. Ma siamo sfacciatamente che si sia visto la partirà due volte.

Bravo, uomo dei sogni.